Far Changing Tides

FAR: Changing Tides – Recensione

Salpando tra le vette di un nuovo, indimenticabile e burrascoso destino; un viaggio atipico e meraviglioso, dagli stessi autori dell'ottimo FAR: Lone Sails…

FAR: Changing Tides
Data di uscita
01/03/2022
Versione testata
Nintendo Switch
Sviluppatore
Okomotive
Publisher
FRONTIER
Genere
Avventura / Azione / Enigmi Ambientali
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
9
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Un controverso brusio insondabile oltrepassa il confine tra la realtà e l’immaginazione. Il mare nasconde oscuri segreti che l’essere umano, in quanto prevalentemente di natura terrestre, non riesce in alcun modo a percepire o identificare. Naufrago non per scelta, bensì per esigenza; trasportati nel fondale marino a causa del proprio peso, dopo aver urtato accidentalmente un pilastro di cemento e legno. I rumori all’interno di quel liquido dalla densità sconosciuta sembrano più ovattati, confusi e disordinati. Una volta raggiunta la superficie, in lontananza uno strumento melodioso come la fisarmonica inizia a riecheggiare tra le strette case sommerse dall’acqua e dalla sporcizia. Qualcosa in quel paese è cambiato irrimediabilmente: da diverso tempo, il mare non è più lo stesso e le onde si sono intensificate, così come il livello dell’acqua oltre la solita battigia. Superato un palazzo, l’ambiente si apre: la libertà e la desolazione che offrono quei luoghi è davvero deprimente. Dove sono finiti tutti? Perché adesso l’unica persona è colui che non rammenta nemmeno il proprio nome? Degli interrogativi più che leciti vengono alimentati dal giocatore nell’osservare e condurre il protagonista di questa insolita, ma particolare avventura targata nuovamente Okomotive, team indipendente che ha omaggiato il pubblico di appassionati delle storie visive e interattive alla Limbo solamente di recente (nel 2018). Con pochi elementi a disposizione e nessun dialogo (vige la legge del non-verbale, con interazioni ridotte all’osso, ma con un impatto travolgente), FAR: Lone Sails è uno di quei titoli del team svizzero a lasciare immediatamente nel segno; un’opera post-apocalittica interattiva, ambientata in una landa selvaggia e governata da strane entità.

All’epoca della recensione (uscita nel 2019 su Switch), ho – avendo trattato di persona il gioco – apprezzato l’ambiente immenso, quasi intriso di magia e dannatamente espressivo senza necessariamente parlare. Un mondo stravolto da un evento bizzarro non ancora confutato (esistono diverse teorie dietro), a bordo di un macchinario: un battello a vapore con una caldaia, ruote e ammennicoli vari. Il gameplay rappresentava l’essenza stessa di platform ad enigmi ambientali. Una di quelle opere atipiche che riescono a scaldare il cuore per l’ottima rappresentazioni di immagini e sentimenti. Un seguito – anche non direttamente collegato – era quasi d’obbligo. Ed infatti eccoci qui, a parlare del titolo successivo di Okomotive e pubblicato da Frontier; la serie FAR quindi prosegue con qualcosa di relativamente nuovo, ma con le stesse emozioni (se non amplificate) di prima. Un viaggio intriso di passione, desolazione e paura. Attraverso gli occhi del minuscolo esploratore, nonché protagonista, il giocatore avrà modo di affrontare un percorso colmo di pericoli, enigmi sempre più complessi e dettagliati. FAR: Changing Tides, il volto del cambiamento della serie, è disponibile dal primo marzo su console Nintendo Switch. Esordisce così, dopo qualche anno di attesa dall’ultimo capitolo. Scopriamo senza ulteriori indugi di cosa si tratta in questa nuova, approfondita recensione.

FAR: Changing Tides
L’inizio di qualcosa di epico e meraviglioso…

Un silenzioso nubifragio: l’idea della consapevolezza

Nessuna parola, pochi gesti e qualche immagine suggestiva pronta a strappare l’anima del giocatore. L’emozione accresce progressivamente, come in Little Nightmares II. In lontananza è possibile osservare delle industrie con tanto di lunghi comignoli invadere il grigio cielo; si stagliano con irriverenza e presunzione, deturpando la natura composta da meraviglia e stupore. Il mutamento climatico (e le sue conseguenze dirette) è una delle tematiche principali del seguito di Lone Sails. Il gioco cerca senza imboccare lo spettatore con terminologie e forzature a ragionare e trarre delle conclusioni; le speculazioni fanno quindi parte di questa specifica tipologia di videogioco, un po’ come accaduto con Stela. Nel corso delle varie recensioni, in particolare con i titoli sopra citati in precedenza, abbiamo potuto parlare di quanto la “deriva” del panorama videoludico indipendente nel trattare alcuni titoli come delle opere visive fosse una soluzione più che suggestiva. Se fatta con i giusti crismi e rispettando le tempistiche ideali per il mercato cinematografico (quindi con una progressione di gioco piuttosto contenuta e densa), ciò può essere quella biforcazioni che in molti attendevano con trepidazione tra un titolo altisonante come Cyberpunk 2077 e qualcosa di più leggero e gioviale con OlliOlli World. L’immediatezza narrativa e quasi alle volte lampante è un incentivo per divorare il gioco in poco tempo, anche in una serata, e lasciare la notte per decantare e pensare a quanto vissuto. Un’esperienza atipica, forte e sensazionale. Guidati dalla compassione verso un protagonista apparso senza alcun preambolo in un mare funesto, il giocatore è costretto ad abituarsi al mondo furioso e desolante in pochi istanti; il clima ha divorato la civiltà ed i segni lasciati dall’uomo. Un nuovo inizio è contrassegnato nel firmamento celeste. Apprendiamo solamente il nome del giovane ragazzo dal crine cremisi, ovvero Toe. Con un silenzio assordante e reverenziale, prova a scappare dalla città sommersa per raggiungere una casa fulgida ed ospitale. Un naufrago del futuro, della distopia. La speranza è dunque l’ultima a morire, nonostante le tante complessità richieste per affrontare questo inusuale e tremendo viaggio verso la salvezza.

Durante l’avventura ciò che è possibile osservare con concretezza è il mondo cambiare a vista d’occhio. Una progressione che spinge il giocatore – ed eventuali spettatori, in quanto si presta davvero alle speculazioni di gruppo insieme agli amici – a ragionare e non lasciarsi influenzare dalla mancanza di trama e dialoghi. FAR: Changing Tides, rispetto al suo predecessore, è notevolmente più maturo ed espressivo. Infatti riesce con qualche piccola variazione di camera a mostrare paesaggi ancora più martoriati dal cambiamento climatico e dalle sorti avverte di una civiltà ormai morente, portata all’estinzione. Tra un enigma e l’altro, gli sviluppatori hanno nascosto al livello di trama (per quanto riguarda la componente narrativa) diversi riferimenti all’evento catastrofico che ha coinvolto il mondo, o quella porzione di paese. Un racconto che riesce a trovare la giusta enfasi anche nei momenti drammatici, tristi e problematici. Con estrema semplicità ed immediatezza, assolve al compito affidatogli dagli sviluppatori, ovvero quello di mostrare uno spaccato di una possibile società in un futuro distopico ed apocalittico. L’incipit è alquanto breve, come in passato. Una volta raggiunta la locomotiva predisposta per l’esplorazione marina ed in superficie, il titolo tende ad aprirsi e mostrare la sua vera natura da gioco d’avventura a scorrimento laterale. Il mare sconfinato ed alle volte oppressivo è l’antagonista perfetto di questo immenso viaggio, dalla durata complessiva di circa cinque ore. La longevità come detto precedentemente è molto contenuta, ma per nulla da considerare come una componente negativa. Esistono anche delle componenti opzionali da trovare che aggiungono di poco la durata del titolo. Inoltre l‘avventura è disponibile in lingua italiana per quanto riguarda i menù, nonostante non sia del tutto fondamentale per questo tipo di gioco.

FAR: Changing Tides
Gameplay dinamico e con tanti accorgimenti da fare ogni qualvolta si incappa in un enigma.

A vele spiegate: tratteggiando il proprio destino

L’impegno maggiore profuso in questa nuova opera da parte degli sviluppatori che rispondono al nome di Okomotive è la componente ludica, adesso con senso di libertà e manovra migliore. Il sistema di controllo del battello è decisamente più intrigato; ad inizio gioco appare quasi differente rispetto al titolo precedente, con meccaniche più complesse e lunghe da apprendere. Ma una volta capito quali leve tirare o pulsanti schiacciare, il lavoro svolto è qualcosa di sensazionale. Un gameplay che a tratti ricorda un gestionale per le tante mansioni contemporanee da svolgere. In realtà è un’avventura atipica, bidimensionale, modellata per essere assimilata nell’arco delle cinque ore previste di contenuto. In questo frangente la brevità del titolo permette al giocatore di comprendere molto più velocemente il sistema di controllo della locomotiva, specialmente nel passaggio costante (visto le tante barriere da superare) tra fondali marini e superficie. Infatti l’elemento cardine, la quintessenza del gameplay di  FAR: Changing Tides è la nave. Quando ci si trova in superficie, bisogna sempre considerare la direzione del vento (visibile tramite le folate sottolineate da un lieve tratto bianco) e quale tratta seguire in quel momento. Le scelte sono comunque sempre due, essendo un titolo piuttosto lineare: introdursi nei fondali ed esplorare il mondo subacquee con le sue difficoltà e l’immersione con la tuta a rotazione (come se fosse un elica speciale). Gestire la telecamera è molto importante nel gioco, in quanto – come visto nel gioco precedente – è possibile zoomare o estendere la visuale della telecamera fissa frontale per osservare meglio gli interni del mezzo di trasporto o delle case. Alcune volte capita di sbagliare a causa della troppa distanza tra il personaggio e la visuale, eppure sono sviste abbastanza semplici da avallare. Ciò che invece risulta più impattante nel titolo è la manovrabilità delle tante leve, pulsanti o corde da usare, contrassegnate per evitare di non capire bene cosa fare da un lieve colore ceruleo. La nave comunque si può muovere in diverse maniere: il primo aspetto che appare quasi lampante è utilizzare il mezzo di trasporto attraverso il vento, come detto in precedenza. Tuttavia spostare le vele in favore del lungo sospiro di Morfeo non è così immediato; bisogna prima armarsi di pazienza e muoversi con l’omino tra una punta e l’altra del battello. Esiste anche il motore come sistema di funzionamento e spostamento: in questo caso, si deve agire con forza e costanza in un pulsante posizionato a terra, come se fosse un mantice da spronare.

Durante il lungo percorso verso casa è possibile imbattersi in ostacoli, boe e quant’altro. Questi muri devono essere superati anche quando il mezzo di trasporto si trova in movimento, e ciò non è sempre semplice da fare. Bisogna muoversi con una certa rapidità all’interno della nave: per questo il tutorial è molto esaustivo e dona al giocatore la possibilità di avventurarsi in ogni anfratto del mezzo. Ogni qual volta si supera un enigma ambientale, si accede ad un capitolo successivo del gioco. Viene appresa di conseguenza una nuova soluzione per affrontare le intemperie o il mondo avverso. Spesso tutto questo si traduce in elementi meccanici all’interno della nave. Quando si è fuori dalla nave, il movimento è tipico dei platform bidimensionali. La velocità del mezzo viene aumentata solo a metà avventura, dopo aver superato una delle diverse sfide. Gli enigmi impreziosiscono notevolmente l’opera, mostrando delle soluzioni di level design alquanto intelligenti e ben ragionate. Se nel gioco precedente di FAR questo aspetto poteva risultare ripetitivo (leggermente, mai così insistente o palese), adesso è tutt’altro che monotono o identico al capitolo già visto. Durante le immersioni è necessario utilizzare una pompa a risucchio per togliere l’acqua in eccesso dentro l’abitacolo, così da evitare di affondare irrimediabilmente. Nei fondali è possibile raccogliere dei materiali utili per l’impresa, anche per aggiustare la locomotiva marina. L’esplorazione svolge un ruolo nettamente più importante ed incisivo, con scorci da poter osservare e alle volte contemplare con relativa suggestione. Un gameplay che può definirsi senza troppe pretese migliore al capitolo precedente, anche per via dell’introduzione del mare come elemento ludico/narrativo. Un’esperienza da provare assolutamente, perfino in modalità portatile su console Switch.

FAR: Changing Tides
Esteticamente ottimo e pieno di dettagli, rispetto al predecessore.

La quiete dopo la tempesta

La componente visiva ed artistica non è da meno in questo gioco, senza nulla togliere al gameplay ed al canovaccio narrativo. L’esternazione stilistica riesce perfino a conciliare la realtà con la finzione, introducendo dei mondi marini idilliaci e stupefacenti. Come dicevamo prima, restare ad osservare il movimento inconsulto delle meduse nel fondale non è qualcosa di anomalo. Anzi, tutt’altro: la meraviglia è quasi sempre dietro l’angolo, dopo aver ragionato per risolvere un problema ed un enigma ambientale. La tranquillità non è mai costante, poiché ad ogni piè sospinto il protagonista viene travolto, fagocitato dal mare o dai suoi perfidi tentacoli. Ma non è comunque detto che sia il tanto espressivo oceano a risultare il nemico di questa avventura: il dubbio è sottile, e la speculazione altissima. E’ presente una buona varietà ed una palette cromatica interessante; non è sempre tonalità di grigio e nero, come nel gioco precedente. Qualcosa cambia, eppure è impercettibile se non avete provato FAR: Lone Sails. C’è da dire che i due giochi non sono strettamente collegati, a parte le dovute similitudini in quanto gameplay e tematiche evasive. Non è quindi necessario giocare prima uno e poi l’altro: a voi la scelta, senza un ordine preciso. Però per onor di cronaca, sempre meglio assecondare il volere degli autori ed immergervi in questi due capitoli in maniera cronologica (anche per assaporare le varie differenze consistenti). Artisticamente ineccepibile e meraviglioso. L’unico cruccio (come nel passato) è la componente tecnica non sempre sbalorditiva. Il frame-rate è comunque stabile, marmoreo. Ciò che invece risulta straniante è la presenza di hitbox un po’ grossolane. La qualità delle texture è molto buona, una spanna superiore all’avventura già affrontata ai suoi tempi. Per quanto concerne la componente musicale e sonora, l’aspetto migliore è sicuramente la vacuità, il silenzio che alle volte risulta assordante (un noto parallelismo). Si varia tra tonalità tipiche del nord Europa e finendo in suoni ovattati, forzati e difficili da decifrare. Una forza nascosta che impreziosisce ancora di più la colonna sonora ammirevole.

FAR: Changing Tides
Qualcosa di favoloso vi attende…

In conclusione, FAR: Changing Tides è un’avventura bidimensionale composta tra fasi gestionali ed enigmi ambientali davvero ottima, alla pari del titolo precedente. Uno di quei titoli ad esprimere al meglio il significato di silenzio nei videogiochi e l’importanza di una musica ben piazzata. La trama è per forza di cose inesistente: ma la sua mancanza non è da considerare un difetto, poiché si tratta di un’avventura visiva con una storia atipica, raccontata attraverso lo scorrere del tempo e del viaggio. Non si limita a mostrare dei bellissimi paesaggi, bensì ad incentivare il giocatore a ragionare su varie tematiche, come quella relativa al cambiamento climatico. Un mondo distopico in evoluzione; che abbia un lieto fine o no, questo spetta al giocatore da decretare, anche se il finale riesce ad esprimere al meglio quello che abbiamo discusso in precedenza con il comparto narrativo. Il gameplay offre un ventaglio di possibilità e soluzioni più alto rispetto al capitolo passato, con una nave manovrabile su più fronti e dimensioni. Passando dalle acque reflue di un condotto e finendo in un mastodontico villaggio dall’aria rarefatta e distrutto dalle intemperie. Un’esperienza che oserei definire memorabile, assolutamente da provare se siete appassionati di queste avventure brevi con svariati enigmi intelligenti ed un racconto che si lascia guardare, anziché spiegare. FAR: Changing Tides è disponibile dal primo marzo 2022 su Nintendo Switch al prezzo di 19,99 euro. Un rapporto qualità-prezzo più che formidabile. Come già detto, da non lasciarsi sfuggire, in accoppiata al primo travolgente ed ammaliante capitolo.

Far Changing Tides
FAR: Changing Tides – Recensione
PRO
Trama suggestiva ed interessante;
Ambientazione meravigliosa;
Migliore rispetto al titolo precedente;
Gameplay ancora più vivace e ragionato;
Disponibile in italiano.
CONTRO
Qualche piccolo bug e compenetrazione;
Longevità molto contenuta.
9
Davvero ottimo!
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