Arcade Spirits

Arcade Spirits – Recensione

Di recente abbiamo parlato di alcuni titoli particolari in uscita su Nintendo Switch, un po’ come The Persistence, un gioco che ricorda l’ambientazione di Alien Isolation o di Dead Space e la espande in un universo prettamente roguelike ma con elementi di regia da film horror. Il panorama videoludico non è mai stato così variegato come adesso e pieno di prodotti originali e quasi sempre divertenti. La nostalgia è un’emozione forte per un videogiocatore di vecchia data, che ha visto il mercato tanto amato emergere dal sottobosco e diventare ogni giorno sempre più gratificante. Certi amori, dopotutto, non si scordano mai: questo è stato il caso di Panzer Dragoon, un titolo che è tornato nuovamente con una grafica migliorata dall’era Sega Saturn per mostrarsi sull’attuale console Switch. Il titolo con cavalieri e draghi in veste steampunk futuristico proviene già da un periodo successivo al gioco in esame quest’oggi, che tratta invece un’ambientazione tipica degli anni ottanta. Molti forse non potranno ricordarlo, perché troppo piccoli e innocenti dall’aver vissuto un periodo storico davvero importante per il mercato videoludico, ma c’è stato un momento quando ancora i giochi prima di uscire in cassetta venivano presentati al pubblico nei cabinati delle sale giochi. Per coloro che vogliono tornare a rivivere le stesse emozioni dinanzi ad un cabinato con Street Fighter 2, è disponibile da oggi, 29 aprile 2020 Arcade Spirits, che raccoglie “l’anima” degli anni ottanta nelle sale giochi e la trasporta in una Visual Novel dal carattere romantico e goliardico.

L’opera visiva è sviluppata dal team indipendente Fiction Factory Games che si lancia probabilmente per la prima volta in un genere ormai desueto e considerato solo da una piccola porzione di pubblico. Dietro al gioco c’è anche l’intramontabile publisher PQube, promotore di altri titoli simili come la perla nascosta con toni horror Raging Loop, oppure il più conosciuto Root Letter: Last Answer. Opere che io stesso ho recensito anzitempo e considero entrambe un buon modo per appassionarsi alle visual novel moderne, a patto di avere una discreta conoscenza della lingua inglese. Arcade Spirits purtroppo non è da meno, dunque è necessario rimboccarsi le maniche e addentrarsi nella storia senza troppe pretese o attendere una localizzazione che probabilmente non arriverà mai. Passiamo adesso ad esaminare la storia e il gameplay di questo titolo dallo stile nipponico.

Arcade Spirits
Tantissimi riferimenti ai videogiochi degli anni ’80!

Un gradito ritorno agli anni ‘80 nelle sale Arcade

Arcade Spirits ha inizio con un interessante editor per creare l’estetica del protagonista, che successivamente andremo a conoscere meglio attraverso i dialoghi. In un futuro indefinito del 20XX, saremo richiamati in quanto attori principali della storia a cercare un impiego lavorativo in città. Le case sono lunghi palazzi simili a grattacieli, pieni di neon colorati e strutture metalliche futuristiche. Non esistono molte aspettative o passioni in quell’epoca, dunque il protagonista si lascia consigliare dalla sua migliore amica, nonché coinquilina Juniper, ad installare nel suo telefono un’applicazione alquanto bizzarra di nome IRIS, che ha la funzione di sollevare emotivamente chi lo richiede con frasi dolci e significative: in poche parole, una guida spirituale. Questa intelligenza artificiale ci consiglia, dopo essersi presentata a dovere, di entrare in simbiosi con altre persone e di creare nuovi rapporti sentimentali. Dopo una ricerca quasi superficiale del lavoro, il protagonista si imbatte in una sala giochi intitolata Funplex, famosa per lo staff eccentrico e la varietà immensa di cabinati. Riusciamo con non poche fatiche a convincere la “stramba” proprietaria del locale ad assumerci e così iniziare a lavorare dietro il bancone di dolciumi e premi. Il gioco è ambientato in un’epoca ipotetica dove le sale giochi ancora esistono e funzionano a pieno regime, registrando accessi (e di conseguenza guadagni) incommensurabili. Non esiste infatti la crisi degli anni ‘80 dell’industria dei videogiochi, dunque è forse un bene che gli arcade stick continuino a prosperare e venir usate da tantissimi giocatori diversi.

La morfologia delle frasi cambia in base alle scelte con risposta multipla intraprese nel corso dell’avventura testuale e visiva. In questo modo si riesce a delineare il papabile futuro del protagonista con uno dei tanti finali presenti nel gioco. Il titolo riesce a creare perfettamente un ambiente stilistico dal sapore nostalgico e con una buona profondità narrativa, proponendo una storia atipica e che evidenzia un prospetto specifico degli anni ’80 in maniera leggermente differente. Rispetto ad altre Visual Novel, Arcade Spirits affronta alcune tematiche come il rapporto di coppia, le prime impressioni e il divertimento nelle sale giochi senza esasperare o ripetersi e con linee di dialogo molto concrete che puntano immediatamente a caratterizzare i vari personaggi presenti nell’avventura. Non si tratta di un gioco dalla narrativa estremamente complessa, bensì di un viaggio che vuole far tornare palesemente in un periodo quando ancora le sale giochi erano popolate da tantissimi giovani spensierati e vogliosi di affrontarsi davanti ai nuovi cabinati appena usciti. Inoltre ci sono parecchi riferimenti alla storia dei videogiochi e all’attuale panorama videoludico, espressi però in svariati contesti e con un lieve tono sarcastico e soprattutto goliardico. Dopo aver terminato il primo ciclo giornaliero (inteso come capitolo o livello), il gioco narrativamente parlando si espande visibilmente e mostra un lato più maturo dell’avventura, con parole spinte e che rispecchiano le personalità generiche delle persone negli anni ottanta. Ad esempio, uno dei tanti ragazzi che incontreremo nel locale dove il protagonista lavora, inizia a fare alcuni sproloqui sulle donne e la politica, pur sempre mantenendo un tono scanzonato e senza offendere nessuno. Questo particolare aspetto narrativo mostra come l’opera dalle fattezze giapponesi è maggiormente indirizzata ad un pubblico più adulto, magari a chi il periodo degli anni ’80 e anche ’90 l’ha veramente vissuto.

Arcade Spirits
Grazie alla possibilità degli attributi assegnabili tramite risposte multiple, il gameplay di Arcade Spirits è maggiormente più approfondito rispetto ad una Visual Novel classica.

Come in ogni Visual Novel che si rispetti di PQube la mole di testi da leggere sotto forma di dialoghi tra personaggi è davvero altissima, infatti non ci fermeremo nemmeno un attimo di approfondire i vari rapporti che il gioco mette a disposizione immediatamente. La caratteristica che impreziosisce Arcade Spirits e lo differenzia da altri titoli è l’elevato tasso di risposte multiple da selezionare, che rendono l’avventura più immersiva e soggettiva. Ogni risposta mostra anche un simbolo accanto che indica appunto l’atteggiamento morale dell’affermazione e che influenza in maniera retroattiva il rapporto con i personaggi. Potremo quindi scegliere più strade alternative dove muovere il protagonista, ma la principale rimane sempre la consueta “romantic route”, capace di instillare al videogiocatore la propensione ad “espandere la sua visione” (anche in senso esplicito) con le emozioni virtuali di ogni personaggio conosciuto nel titolo. Oltra ad avere il lavoro dei nostri sogni, potremo respingere, accettare o flirtare con chiunque, sebbene in maniera superficiale senza scendere ovviamente nei dettagli.

Arcade Spirits
Ci sono tantissime citazioni al panorama pop degli anni ottanta!

Un gameplay particolare e stimolante

La componente narrativa non è l’unico aspetto approfondito dal team di sviluppo, appunto è possibile trovare una particolare progressione del personaggio sotto forma di livelli e punteggi, come accadeva maggiormente nei titoli degli anni ottanta. Questa atipica meccanica rende Arcade Spirits notevolmente più interessante, specialmente se questo modo di comunicare da classico gioco arcade viene inserito in un contesto completamente narrativo e che non vede una grande propensione al gameplay. Avremo la possibilità di sviluppare più “percorsi” consecutivi e di instaurare rapporti d’amore o d’amicizia (nel gioco intesi come simbiotici) tra individui conosciuti nella sala giochi. Ciò che colpisce sin da subito e ci viene suggerito da IRIS è la meccanica legata ai cinque attribuiti denominati in inglese Quirky, Steady, Kindly, Gutsy e Basically. Ogni andamento è visibile in una schermata apposita e richiamabile con il tasto R, che consente di sviluppare un’area piuttosto che un’altra attraverso le risposte multiple. Proprio per tal motivo, come avevamo già citato, ad ogni nostra affermazione compare un simbolo a sinistra. Inoltre è possibile intensificare o diminuire il rapporto con un personaggio (sempre disponibile nella schermata attributi) e gestire con più soggettività la nostra partita. Per quanto possa sembrare scontato in una visual novel “creare dei rapporti” con i personaggi, in Arcade Spirits questo singolo aspetto è gestito in maniera differente anche grazie alle varie risposte e ai punteggi che la stessa intelligenza artificiale IRIS ci suggerisce di aumentare o lasciar perdere.

Le vicende che intercorrono il protagonista con i membri dello staff della sala giochi valorizzano ancora di più l’avventura, perché non si limitano solamente a proseguire la storia e dare un degno finale, bensì hanno la funzione di mescolare continuamente le carte. Può accadere, ad esempio, di trattare male con delle risposte un personaggio che prima amavamo. Da quel momento in poi anche lui prenderà le dovute distanze, fino a scomparire per sempre. Un gioco che quindi muta quasi continuamente la sua andatura da Visual Novel e la espande in un contesto non ancora affrontato con delle meccaniche curiose. Tuttavia, andando avanti con la storia e dopo aver consolidato il gameplay, non ci saranno altre “novità” ad attendervi: è solo un mero modo per sviluppare qualcosa che purtroppo rimane perlopiù superficiale, senza approfondire realmente molto. La durata non è nemmeno all’altezza di altri colossi del genere, dove è possibile terminare l’avventura senza troppi fronzoli in una decina di ore. Non può considerarsi anche estremamente longevo, poiché dopo averlo terminato la prima volta e scoperto alcune sottotracce poco brillanti non avrete la voglia di ritornare a vestire i panni del protagonista creato da voi. Inoltre, per conoscere più elementi del finale e della storia in generale, il gioco offre la possibilità di poter andare avanti velocemente con i dialoghi e passare subito alle risposte, così da risparmiare tempo e concludere ogni relazione lasciata in sospeso nel gioco.

Arcade Spirits
Tantissimi riferimenti ai videogiochi degli anni ’80!

Arcade Spirits di Fiction Factory Games è un’opera molto buona, con una trama sicuramente originale e atipica, ma con alcune difficoltà sostanziali che lo rendono perlopiù sopra la media. I fondali, ossia gli sfondi che intervallano le poche movenze dei personaggi, sono molto approssimativi e spesso si ripetono. L’interfaccia grafica è davvero vecchia, nonostante si voglia cavalcare un periodo composto da grandi neon luminosi e componenti meccaniche stilizzate. Purtroppo non riesce ad enfatizzare maggiormente la trama che rimane comunque l’elemento migliore dell’intero gioco. Stilisticamente i personaggi sono piuttosto carini da osservare, anche se alcuni sono parecchio anonimi e non rispecchiano l’incipit futuristico che vuole farci ritornare negli intramontabili anni d’oro dell’era videoludica. La visual novel è piena di citazioni, chiari riferimenti alla cultura pop dell’epoca menzionata e ad alcuni cabinati “mai pubblicati” come Polybius che tornano alla rivalsa. Non ho notato nemmeno problemi al frame-rate o gravi bug che impediscano la fruizione dell’opera. Si tratta di un gioco godibile che trasmette il grande amore degli sviluppatori per il medium videoludico e che riesce ad appassionare per la buona trame e dialoghi ben scritti, oltre ad alcune menzioni del gameplay particolari. Arcade Spirits è in uscita dal 1 maggio 2020 su Nintendo Switch al prezzo di 19,99 euro. Un rapporto qualità/prezzo pressoché discreto, ma è comunque un gioco fortemente indirizzato agli amanti delle visual novel e soprattutto per i videogiocatori degli anni ottanta che vogliono rivivere quelle magiche atmosfere in chiave più moderna.

Arcade Spirits
Arcade Spirits – Recensione
PRO
Una Visual Novel originale e nostalgica;
Alcune linee di gameplay interessanti...;
Editor curioso e fondamentale per la creazione del protagonista;
Ottima interazione con i personaggi comprimari;
Tantissimi riferimenti agli anni '80 e al mondo videoludico dell'epoca.
CONTRO
... purtroppo poco approfondite;
Graficamente un po' vecchio;
Interfaccia grafica poco chiara;
La storia è molto prevedibile.
7.5
Romantico e divertente!