The Persistence Switch

The Persistence – Anteprima dello sparatutto horror in uscita su Nintendo Switch!

Lo sviluppatore Firesprite Games ha annunciato in questi ultimi mesi l’uscita di The Persistence, l’avventura horror in prima persona già disponibile per Sony Playstation VR, sulle principali console e PC (Steam), ossia Xbox One, PS4 e Nintendo Switch. Il titolo sparatutto è stato inizialmente concepito per muoversi nell’ambiente VR di Sony. Tuttavia il team di sviluppo, assieme al publisher Perp Games che si sta occupando di pubblicare le edizioni fisiche e quelle digitali su console, ha voluto convertire il gioco ed adattarlo alle principali piattaforme videoludiche. Il panorama indipendente si sta muovendo discretamente bene quest’anno, nonostante le tante avversità portate dall’esterno (causa Coronavirus) con rallentamenti e sviluppo da remoto. The Persistence è un titolo che ricorda l’ambientazione di Alien Isolation o di Dead Space e la espande in un universo prettamente roguelike ma con elementi di regia da film horror. Questa trasposizione in multipiattaforma guadagna un’interfaccia interamente ridisegnata, un comparto grafico migliorato e dei controlli corretti per le console di riferimento. Inoltre il team di sviluppo inglese ha ribadito in un comunicato la volontà di aggiornare gratuitamente con una patch risolutiva il gioco disponibile per PS VR.

Abbiamo avuto l’occasione grazie al publisher, come per altri titoli finora provati, di giocare in anteprima la versione ancora “in sviluppo” per console Nintendo Switch, in attesa dell’uscita definitiva prevista per il 21 maggio 2020, con le relative funzionalità introdotte e alcune meccaniche adattate all’uso dei Joy-Con. Di seguito potete leggere l’analisi della versione dedicata interamente alla console ibrida della casa di Kyoto.

The Persistence
La trama è veramente suggestiva: un grande buco nero rischia di entrare in collisione con l’astronave e voi, come ufficiali di bordo, dovete salvare l’equipaggio o ciò che ne rimane.

Analisi della versione in Anteprima su Nintendo Switch

Non è mai semplice potersi districare in una nuova recensione, specialmente se questo articolo tratta un gioco ancora in via di sviluppo e quindi non ufficialmente uscito nel mercato videoludico. Eppure è sempre una grande emozione poter giocare un prodotto in anticipo rispetto al periodo d’uscita, così da poter analizzare anzitempo gli aspetti principali che comprendono la struttura del gameplay e capire meglio cosa lo rende speciale o meno. Nell’arco di quest’anno ho provato diversi titoli ancora in Early Access, un po’ come Iron Danger, RPG tattico con elementi narrativi Epici Fantasy e con alcune tinte noir più cupe. Il gioco sviluppato da Action Squad Studios dopo diversi mesi è uscito finalmente dall’accesso anticipato (qui potete leggere anche la recensione completa) ed è disponibile a tutti su Steam. The Persistence di Firesprite Games è un notevole titolo horror in prima persona, che quasi immediatamente ci getta nelle fauci di un sistema atipico per la formula di gioco introdotta, ovvero proponendo delle dinamiche già viste nei roguelike, come mappe procedurali o cangianti e una quantità elevata di ripetizioni dovute dalla morte del protagonista. Il sapore dell’opera curata dal team inglese è simile ad un altro titolo anch’esso disponibile su Switch, stiamo parlando proprio di Alien Isolation. L’ambientazione tetra e scura circoscrive fortemente la visuale in prima persona, rendendo l’esperienza del gioco un horror davvero inquietante e soprattutto ansiogeno. Il timore di perdersi nei meandri di lunghi corridoi stretti, il suono incalzante di esseri che da lontano sembrano avvicinarsi per uccidere il protagonista sono solo alcuni aspetti che impreziosiscono The Persistence, un titolo decisamente coinvolgente e dal ritmo frenetico e mai banale.

In alcune circostanze ben precise del gameplay, il gioco si discosta dai titoli poc’anzi citati per via della gestione certosina dell’inventario e l’uso di alcuni oggetti o armi per affrontare i nemici che inorridiscono il nostro percorso verso la salvezza. La componente survival tuttavia è ben visibile e gira vorticosamente attorno ad altri elementi che delineano l’aspetto fondamentale del gioco “sparatutto survival”. Dovremo spesso scappare dalle avversità presenti nell’astronave, disinnescare trappole ed uccidere in modalità “stealth”. Ognuna di queste meccaniche rendono The Persistence un viaggio verso l’ignoto, con continue interruzioni e/o morti e una rigiocabilità pressoché elevata, spingendo il giocatore a vivere situazioni sempre differenti dall’inizio. Ma procediamo dunque con ordine, andando a spiegare brevemente come si compone il gameplay e la parte stilistica del titolo horror.

The Persistence vede protagonista un clone, una sorta di simbionte umanoide fabbricato da un macchinario energetico dell’ufficiale di bordo Zimri Eder, morto a causa di una falla nel sistema dell’astronave provocata probabilmente da un “buco nero” lì vicino. L’unica persona ancora viva nel mezzo interstellare è una certa Serena Karim, che ci invita tramite solo messaggi vocali con radiofrequenze a salvarla e scoprire come impedire all’astronave di implodere con tutto il suo equipaggio e quello che contiene per sempre. La missione è quella di attraversare l’hub centrale, luogo di nascita del clone, con il negozio e alcuni macchinari sintetici pronti per aumentare le capacità dell’individuo meccanico e raggiungere il ponte inferiore del mezzo per aggiustare i comandi di bordo e inserire nuovamente il carburante per partire. Ogni parte dell’astronave sembra statica e devastata dall’impatto con un asteroide in collisione con il buco nero, tranne per alcune forme di “vita” che prima formavano l’equipaggio e che per qualche strano motivo sono mutati in esseri simili a zombie. Perfino il protagonista ufficiale li identifica come solo carne, nonostante lui sia diventato anch’esso un involucro di materia cerebrale e con una memoria programmata appositamente sui ricordi del corpo principale.

The Persistence
Come sparatutto survival funziona davvero bene, anche i comandi sono particolarmente responsivi.

Un roguelike dal sapore horror

Scoperto ciò che ci lega con l’astronave e la missione di salvataggio, The Persistence affronta diverse tematiche abbastanza interessanti a livello di trama, creando questa sorta di legame tra Serena e Zimri, che ad ogni rinascita dall’hub centrale impreca e prova a trovare “idealmente” un nuovo modo per affrontare i nemici e alcune stanze piene di trappole esplosive. La morte è quindi una condizione necessaria nel gioco, una perenne e inaspettata presenza che induce il giocatore a ripercorrere tantissime volte anche gli stessi luoghi. Perfino gli sviluppatori hanno voluto inserire nel menù principale del titolo un pannello con la “modalità assistita”, pur sapendo e affermando che il loro titolo è volutamente difficile per questa meccanica roguelike, rendendo più suggestiva e ansiogena l’avventura. Potremo optare per una modalità più semplice con nemici poco potenti e il teletrasporto (altra caratteristica presa dalla versione VR del titolo) sempre disponibile. Tuttavia, per questa prova, ho voluto lasciare i settaggi per come sono stati concepiti dal team di sviluppo inglese e godermi la campagna principale con ogni sfaccettatura. La modalità campagna è l’unica giocabile sin dall’inizio, ossia la storia dell’ufficiale che deve salvare l’astronave. Esistono però altre varianti del gioco che possono essere sbloccate solo dopo aver finito il gioco la prima volta, ovvero una campagna in sopravvivenza (con un game plus tutto da rigiocare) ed una modalità estremamente difficile chiamata “morte permanente”, dove avremo a disposizione solo dieci cloni per concludere l’avventura.

The Persistence
Lo stile grafico è molto alto e mostra una finitura per i dettagli curatissima e semplice.

Il gameplay dopo qualche ora di gioco diventa più familiare, specialmente per via della sua varietà di situazioni che ad ogni partita possono innescare oggetti particolari da usare come le fidate cellule staminali o altro. La morte del clone protagonista porta a dover iniziare nuovamente il gioco dall’inizio, ossia procedendo dall’hub centrale. Verranno sbloccati, se siete arrivati ad esplorare alcuni punti della mappa, alcuni oggetti al negozio e avrete lo sconto per comprare armatura e “perks” aggiuntivi per migliorare il movimento del clone. Durante l’avventura sentiremo di aver sbagliato strada o di non aver trovato gli oggetti giusti per “la partita”, eppure posso dirvi tranquillamente che questo è un aspetto voluto dagli sviluppatori per poter instillare nel giocatore il timore di perdere in qualunque momento. Questa sensazione di vacuità rende l’esperienza ancora più immersiva e divertente per chi trova piacere nei titoli horror survival. Una meccanica reduce, come dicevamo poc’anzi, dal sistema per VR è il teletrasporto che può essere azionato per spostarsi infatti da un punto all’altro. Questo perché per aprire portelloni e contenitori è necessario interagire con il puntatore verde sempre presente davanti al protagonista. Ho trovato questa scelta abbastanza opinabile, poiché rende il movimento del personaggio particolarmente pesante, oltre a creare una certa commistione con il puntamento per sparare o colpire con un oggetto il nemico nelle vicinanze.

Non ci soffermeremo ulteriormente per quanto concerne trama e gameplay, visto che si tratta ancora di una build tutta da ottimizzare (anche se quasi definitiva) e alcuni aspetti importanti potrebbero cambiare in vicinanza alla data d’uscita effettiva del gioco su console. Tuttavia posso dirvi che il titolo horror survival ha una veste grafica decisamente importante, con una prima visuale che mostra immediatamente una stretta connessione con l’ambiente dell’astronave. Inoltre alcuni riflessi di luce, la possibilità di poter accendere la torcia in qualunque momento migliorano sensibilmente la godibilità del gioco. A netto di una componente tecnica sbalorditiva (non sono esenti bug e compenetrazioni, seppur poco avvertibili) e delle sonorità da film horror suggestive, il titolo composto da Firesprite Games è un tripudio di idee originali e spesso autoriali. Un gioco che offre tante occasioni per divertirsi e una longevità che si può attestare sulla ventina ore circa, con una buona direzione artistica ed una trama fantascientifica tutta da scoprire.

The Persistence
Gli obiettivi della campagna principale (l’unica modalità presente, oltre alcune derivazioni “sopravvivenza”) sono diversi e variegati nella risoluzione.

In attesa di poter completare il gioco con una versione definitiva, vi invitiamo a rimanere aggiornati sulla nostra pagina per altre notizie importanti!

The Persistence Switch
The Persistence – Anteprima dello sparatutto horror in uscita su Nintendo Switch!
The Persistence di Firesprite Games, sviluppatori indipendenti inglesi, è un gioco davvero peculiare, con tematiche horror survival molto suggestive e soprattutto ansiogene, che muove finalmente i suoi primi passi su console dopo essere uscito per PS VR qualche anno addietro. Adesso, in attesa della sua uscita definitiva designata per il 21 maggio di quest’anno, possiamo dirvi tranquillamente come la sua componente roguelike e la veste grafica così preponderante e curata, rendono l’esperienza della singola campagna un’avventura sempre diversa, con sfaccettature interessanti e momenti sicuramente divertenti. Un titolo imperdibile per gli amanti degli FPS con ambientazioni particolari e con un fascino fantascientifico rigenerante. Il gioco sarà disponibile anche su Nintendo Switch al prezzo di 29,99 euro, dove mostra una buona ottimizzazione e un’interfaccia semplice ma efficace. Il titolo è localizzato interamente in lingua italiana, tranne per l’audio in inglese. Non sono stati purtroppo implementati i comandi di movimento, eppure rimane ugualmente godibile, specialmente in modalità portatile con delle buone cuffie accanto e le serrande di casa socchiuse per creare l’atmosfera giusta.