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The Turing Test – Recensione

Quando è stata annunciata una versione dedicata a Nintendo Switch di The Turing Test, devo ammettere che non sapevo esattamente cosa avrei avuto per le mani una volta iniziato a provare il gioco per scrivere questa nuova recensione. Ma è bastato un rapidissimo sguardo al trailer di lancio per capire che l’opera sviluppata da Bulkhead Interactive e pubblicata sotto l’ala della divisione di Square Enix dedicata al mondo degli sviluppatori indipendenti (quella Square Enix Collective che vi abbiamo presentato in occasione della nostra recensione di Forgotton Anne) sarebbe stata un ottimo pretesto per mettere ancora una volta in moto i miei neuroni all’interno di un’avventura puzzle in prima persona dove la narrazione assume un ruolo tutt’altro che secondario.

Se devo fare un paragone con un’altra opera della quale ho avuto recentemente l’onore di parlarvi, ce ne sarebbero comunque a decine, penserei sicuramente al meraviglioso The Talos Principle dei ragazzi di Croteam. Se quest’ultimo faceva un intelligente parallelismo tra la mitologia greca e le tecnologie del futuro, sviluppandone le tematiche in maniera decisamente convincente, quello di cui vi parlerò oggi è un titolo che cita uno dei personaggi più importanti della storia dell’informatica: Alan Turing. Probabilmente molti di voi non ne sono a conoscenza, ma se in questo momento potete leggere questo mio pezzo attraverso il vostro dispositivo – che sia questo un portatile o un comune smartphone – il merito è certamente di quel signore con il quale la protagonista del gioco condivide il cognome, ma su questo torneremo a brevissimo. Mettetevi dunque comodi e concentrati, perché state per partecipare ad una serie di test che solo un vero umano sarebbe in grado di superare, non vorrete mica arrendervi e venire scambiati per macchine, giusto?

The Turing Test

Come dicevo poco più sopra, in The Turing Test vestiremo i panni di Ava Turing, una giovane donna che si risveglia da un lungo sonno criogenico all’interno di una stazione spaziale che ruota attorno ad uno dei satelliti di Giove, il freddissimo Europa, sul quale è ospitata la base dell’Agenzia Spaziale Internazionale. Ben presto Ava si renderà conto di come l’intero equipaggio incaricato di gestire tale struttura sia misteriosamente scomparso, non prima di aver compromesso le diverse stanze costruendo una generosa quantità di sfide basate appunto sul famosissimo Test di Turing. Senza entrare troppo nel dettaglio, dato che questo è stato nel tempo riformulato una gran quantità di volte per essere quanto meno impreciso possibile, tale test è stato inventato per definire un criterio secondo il quale sia possibile determinare in maniera quanto più affidabile possibile se una macchina sia in grado di pensare autonomamente.

Immaginate questo gioco come un metodo per capire se di fronte a noi abbiamo un essere umano o un freddo robot, talmente intelligente da essere in grado di imitare il comportamento dell’uomo. E’ su questa idea che si basa l’intera struttura ludica di The Turing Test, nel quale il giocatore sarà richiamato a risolvere la bellezza di 70 stanze enigma accompagnato dalla voce dell’intelligenza artificiale T.O.M, che si dimostrerà essere un ottimo espediente narrativo anche per illustrare a fondo questo storico strumento informatico tanto caro agli ingegneri di tutto il mondo. E’ così che enigma dopo enigma, retroscena dopo retroscena, saremo richiamati a riflettere su quello che è il nostro concetto di libero arbitrio e su quali possano essere i limiti dei sentimenti umani.

The Turing Test

Se sul fronte narrativo possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti di ciò che è stato messo in scena dagli sviluppatori, nonostante un finale forse troppo sbrigativo, è bene anche analizzare quella che è la componente ludica del progetto. Prendendo sapientemente spunto dalla teoria che regola il test di Turing, il team di Bulkhead Interactive è riuscito a comporre una buona quantità di puzzle ambientali ben strutturati e con una difficoltà crescente, che possono essere risolti senza troppa difficoltà anche da giocatori che non sono navigati nel genere dei rompicapi tridimensionali.

Il fulcro dell’avanzamento di Ava attraverso la stazione spaziale è rappresentato da uno strumento simile ad una pistola attraverso il quale è possibile sparare e raccogliere dalla lunga distanza alcuni globi colorati (ognuno con caratteristiche diverse, come ad esempio quelli verdi che lavorano ad intermittenza) che fungono da chiavi energetiche e permettono di attivare una serie di meccanismi e porte. A questi si alternano anche dei blocchi trasportabili a mano e che necessitano di essere collocati direttamente sulle serrature corrispondenti, che in diverse occasioni possono essere addirittura progettate per accettare al loro interno diversi tipi di oggetti. E’ con questo semplice espediente che dovremo costantemente scansionare l’ambiente circostante per scovare tutti gli elementi utili per proseguire, così come la giusta combinazione di utilizzo per evitare di ritrovarci bloccati e dover ripensare ogni nostra azione.

Certo, sul fronte della varietà siamo lontani di una tacca da quel The Talos Principle che abbiamo citato in apertura, dove ogni nuova area di gioco ci sorprendeva con nuove meccaniche ed elementi interattivi, ma nonostante questo possiamo ritenerci più che soddisfatti di come il gioco sia stato in grado di intrattenerci senza mai sembrare ripetitivo o troppo frustrante per quelle che sono le nostre capacità di problem solving. C’è da dire che, comunque, sporadicamente gli sviluppatori ci hanno permesso di accedere a delle piccole aree opzionali nelle quali i puzzle ambientali si sono dimostrati più complessi della media, il cui unico difetto è quello di essere molto più riusciti di quelli canonici e dunque premiando con maggior soddisfazione solamente i giocatori più smaliziati.

The Turing Test

Puntando i riflettori sulla versione dedicata a Nintendo Switch, possiamo assicurarvi che il lavoro svolto in fase di conversione è stato eseguito in maniera egregia. La mappatura dei controlli risulta ben strutturata, sia in modalità docked che handled, anche se ad essere sinceri ci avrebbe fatto moltissimo piacere poter ricorrere al giroscopio integrato nei controller per correggere in maniera molto più precisa la visuale della protagonista. Non sono rare le circostanze in cui infatti abbiamo dovuto aggiustare più volte il tiro per poter interagire con dispositivi lontani da noi, ma considerando che il ritmo di gioco è pur sempre quello di un classico puzzle game, quindi mai troppo sostenuto, possiamo perdonare gli sviluppatori per questa lieve “dimenticanza”.

Anche dal punto di vista delle prestazioni The Turing Test non ha nulla da invidiare alle versioni precedentemente uscite altrove, e gli unici momenti in cui avvengono dei lievi freeze controllati (limitati al movimento di Ava) si hanno in corrispondenza dei corridoi di passaggio tra una stanza alla successiva. In linea generale la resa visiva è assolutamente di impatto nonostante i lievissimi compromessi che sono stati adottati per ridimensionare il tutto all’hardware portatile made in Kyoto, ed il colpo d’occhio è assicurato grazie ad ambienti molto dettagliati e ricchi di effetti di luci ed ombre. Se dovessi fare un paragone sulla qualità del porting citerei l’ottimo Alien Isolation, nel quale il team di Feral Interactive ha dato prova delle sue grandi capacità di ottimizzazione del codice.

The Turing Test

Niente da segnalare nemmeno sul fronte audio, se non un lievissimo bug che affligge i sottotitoli i quali tendono a scorrere anche una volta premuto il tasto “home” per mettere in riposo la console, lasciandoci privi di testo da leggere una volta riattivato il gioco messo in sospensione. Abbiamo identificato tale bug in fase di prova, e gli sviluppatori sono stati prontamente segnalati e ci hanno promesso che una patch correttiva verrà rilasciata quanto prima. Da parte nostra possiamo assicurarvi che in ogni caso tale evento è abbastanza sporadico e per nulla problematico, visto che la maggior parte dei dialoghi avvengono all’avvio di ogni sfida e dunque un rapidissimo ed altrettanto indolore restart è in grado di tamponare la situazione senza alcuna ripercussione sull’esperienza di gioco.

Tirando le somme possiamo ritenerci estremamente soddisfatti di questa versione dedicata all’ibrida Nintendo di The Turing Test. L’unico motivo per il quale potremmo consigliarvi di escludere un acquisto al day one sarebbe per via di un prezzo forse leggermente elevato, fissato a €19.99, che comunque è giustificato dall’impegno che Bulkhead Interactive ha riposto nella realizzazione di un porting curato e per nulla svogliato. Se siete amanti dei puzzle game in prima persona e siete a corto di materiale per la vostra softeca digitale considerate questo titolo un acquisto obbligatorio, difficilmente ne rimarrete delusi!

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The Turing Test – Recensione
PRO
Puzzle sempre interessanti e ben studiati...
Ottima conversione per Nintendo Switch...
La trama riesce a coinvolgere e si integra bene con il gameplay
CONTRO
... anche se gli elementi in gioco peccano di poca varietà
... i controlli giroscopici avrebbero reso il tutto ancora più piacevole
8.1
il test di ava