Per quest’anno, non cambiare, stessa spiaggia stesso mare… così recitava una canzone del lontano 1963 portata al successo da Piero Focaccia che canticchiamo ancora a distanza di anni e che ho intonato anche io sapendo che avrei recensito nuovamente un titolo dedicato al wrestling e nello specifico a quello della federazione di Stamford, la WWE. Devo essere sincero, avviando il gioco i miei sentimenti erano contrastanti, un misto tra paura e curiosità, l’ansia di sapere se quest’anno eravamo finalmente arrivati ad un capitolo che soddisfasse tutte le aspettative di noi amanti di questo fantastico sport spettacolo o se ancora una volta la delusione si sarebbe impossessata di noi fans.
D’altronde ammettiamolo, 2K negli anni passati ha investito molte più risorse per il suo capolavoro cestistico piuttosto che per il wrestling che come numero di vendite rimane maggiormente di nicchia ma mentre i capitoli passati erano sviluppati da Yuke’s coadiuvati dalla software house di NBA 2K, la Visual Concepts, proprio quest’ultima è l’unica che ha curato totalmente WWE 2K20 che per la prima volta non ha la firma dello sviluppatore giapponese con sede ad Osaka che abbandona i giochi di wrestling dopo ben venti anni; grazie per il lavoro svolto in passato Yuke’s e soprattutto perchè ci hai abbandonato?
WWE 2K20 arriva per me in un periodo in cui mi sono allontanato dalla visione del prodotto WWE complice l’arrivo della AEW, una federazione fortemente voluta dai membri dell’Elite (Rhodes, Omega, i fratelli Jackson) e fondata da Tony Khan e Shahid Khan, ricchi imprenditori e proprietari della squadra calcistica del Fulham e di quella rugbistica dei Jacksonville Jaguars. Come mai quest’allontanamento?
Tranne la federazione giovane NXT che riesce a rimanere a galla come un’isola felice, Raw e Smackdown sono vittime di scelte narrative scellerate, un comparto mosse sempre con il freno a mano tirato complice la paura di infortuni ed un PG (sistema di rating televisivo attivo in America) che tarpa le ali ad una maturità di cui il prodotto avrebbe bisogno e che invece assomiglia sempre più ad una soap opera con i pugni. In attesa del gioco già annunciato dedicato alla nuova federazione di Jacksonville, siamo pronti ad immergerci in questo WWE 2K20 sperando che almeno il wrestling di Stamford in salsa videoludica si salvi da questo lento e doloroso oblio.
Becky Lynch sei tu? Sei tu?
Ma si mettiamoci comodi sulla poltrona, accendiamo la tv, avviamo l’Xbox One che avevo messo in modalità avvio immediato per scaricare WWE 2K20 e partiamo… mmmh posso fare solo l’esibizione perchè ancora sta installando, scelgo due atleti ma dopo due minuti spengo; aspettiamo l’installazione completa magari manca qualcosa! Dopo circa un ora il mio rituale viene nuovamente eseguito e riavvio WWE 2K20, questa volta i minuti che passano sono ben trenta, metto pausa e mi alzo… cerco in tutti gli armadi, sotto i tavoli, Sisko, Mast3rFe1n e gli altri ragazzi del team GameScore dove siete? Dai lo scherzo è bello quando dura poco! Nessuno risponde, oddio ma allora non è uno scherzo? Questo è il nuovo capitolo della saga WWE? Non sono su Scherzi a Parte? Cado in una sorta di incubo dylandogiano e non c’è nessuno che mi salva ne un assistente come Groucho.
WWE 2K20 ha tantissime modalità quest’anno con ovviamente l’esibizione a farla da padrona dove potremo eseguire i nostri dream match come Goldberg contro Riddle: TLC, Hell in a Cell (con l’aggiunta finalmente degli oggetti come la sedia), Fatal 4 Way, Battle Royale e tutte le altre stipulazioni presenti nel precedente capitolo sono presenti con l’aggiunta delle due novità annuali ovvero Mixed Tag Team Match e Mixed Match Challenge Tournament dove potremmo divertirci con incontri misti tag uomo – donna.
Anche quest’anno è presente la modalità carriera “Il mio giocatore” che prevede l’utilizzo sia di un lottatore maschile che di uno femminile con i quali provare, partendo dalle federazioni sconosciute, a scalare i vertici del wrestling mondiale arrivando a diventare un Hall of Fame anche se non mancheranno i momenti bui e molti filmati da osservare che ci aiuteranno ad immedesimarci nel nostro personaggio ancora di più. Non sarà tutto sbloccato dall’inizio a meno che non compriate l’inizio rapido ma così rovinereste tutto il bello della modalità, creando fin dall’inizio un atleta imbattibile.
2K Showcase quest’anno è tutto dedicato alla women’s revolution ed in particolare all’ascesa delle Four Horsewomen ovvero Sasha Banks, Bayley, Charlotte Flair e Becky Lynch in cui rivivere i loro match ma soprattutto godere di filmati esclusivi che raccontano le loro gesta e che ci mostrano interviste esclusive. Novità di quest’anno è anche un pacchetto che aggiunge al gioco una deriva a metà tra il fantasy e l’horror, la Bump in The Night. Con questo DLC potremo sbloccare The Fiend Bray Wyatt, un nuovo showcase a tema horror, tanti lottatori demoniaci come FrankenStrowman e Wicked Aleister Black oltre che alcuni ring molto particolari tra cui la Wyatt Swamp Arena. Come ogni anno presente la modalità creazioni, sempre molto profonda, con cui far nascere le nostre stable, creare lottatori, ring e cinture con l’aggiunta quest’anno anche delle armi che potranno essere totalmente customizzabili.
God Save the WWE 2K20!
WWE 2K20 doveva essere, almeno in base alle premesse fatte da 2K, il gioco completo grazie anche ai consigli degli utenti e ad uno slogan accattivante quanto incisivo, Step Inside. Invece è meglio non salire su quel ring e stare alla larga da questo capitolo che risulta forse il peggiore a memoria d’uomo e si che di titoli brutti dedicati al wrestling ce ne sono stati ma qui si rasenta davvero l’orrore ad occhi aperti, cose che da una software house come 2K non ti aspetti ed in particolare da un franchise che fino all’anno scorso era godibile.
Proprio al debutto è partito sul noto social Twitter un hashtag che è diventato virale in pochissime ore, #fixWWE2K20, accompagnato da una marea di richieste di rimborso immediato a chi il gioco lo aveva comprato in versione digitale (Sony ha rimborsato molti utenti) ma anche a chi lo ha comprato fisico e si è ritrovato nuovamente in coda al negozio per cercare di riavere i propri soldi.
Graficamente sembra essere tornati ai capitoli della PS3 o forse, senza esagerare, a quelli PS2 con dettagli grafici imbarazzanti e soprattutto alcuni modelli di atleti che sfiorano il ridicolo… provate a non ridere davanti Becky Lynch o al modello di Keith Lee. Anche nella modalità carriera le cose non migliorano con sfondi davvero spogli e con pochissimi dettagli ma soprattutto modelli poligonali alquanto spigolosi o mal ricreati; abbiamo il full hd e un frame rate che ha poche incertezze ma era meglio concentrare i propri sforzi a migliorare la grafica in generale.
Se tutto ciò non bastasse anche il gameplay viene debilitato da una marea di bug con atleti che all’improvviso camminano in ginocchio, trapassano l’arbitro o rimbalzano infinitamente sulle corde (se cercate l’hashtag #fixWWE2K20 ci sono una marea di video) oltre ad oggetti che all’improvviso spariscono o la famosa treccia di Bianca Belair che sembra un bastone per quanto rigida e tutto ciò, se ad una prima occhiata fa sorridere, ben presto innervosisce l’utente che così ha una esperienza di gioco davvero da brividi. Anche il gioco online a causa di questi bug viene menomato e risulta davvero difficile usufruirne ma a questo punto… chi vuole giocare online con queste condizioni? Poi noi fans del wrestling ci chiediamo: ma serviva seriamente la componente horror/fantasy in un gioco dedicato al combattimento? La risposta è ni, poteva essere intrigante e divertente se WWE 2K20 era definitivamente IL gioco dedicato al wrestling e non questo prodotto che è davanti ai nostri occhi.
Se non ci si vuole concentrare su un gioco perché vende meno di quello dedicato all’NBA bene, sono d’accordo, allora si venda il franchise al miglior offerente che magari possa proporci un gioco almeno dignitoso ma così ci si prende beffa di chi lo compra ugualmente visto che alternative non esistono ma occhio, il gioco della AEW è in produzione ed è arrivato anche Fire Pro Wrestling su PS4 che seppur non punta sulla grafica ha dalla sua una personalizzazione estrema e un gameplay al limite della perfezione… quindi bisognerebbe concentrarsi per non perdere il dominio acquisito.
Purtroppo anche i comandi hanno subito un restyling che li hanno resi in parte alla portata di tutti ma che li ho trovati scomodi e oltretutto non c’è nessun modo di personalizzarli, anche questo un difetto di non poco conto. Fortuna le musiche e la tracklist che come al solito sono davvero ottime, il doppiaggio buono e finalmente il ring announcer Greg Hamilton sugli scudi ma tutto ciò non può salvare questa barca che lentamente sta sprofondando negli abissi. L’hashtag giusto non è #fixWWE2K20 ma #saveWWE2K20!
Ultimo aggiornamento: 2024-04-26 at 04:10