Dusk Driver

Dusk Diver – Recensione

Gli ambienti asiatici che vengono spesso utilizzati per fare da sfondo in un gioco sono quasi sempre quelli riguardanti il Giappone (patria di anime e manga), la Cina o, in alcune rare occasioni, la Korea. Difficilmente si vedono prodotti ambientati altrove, in paesi meno conosciuti o, per meglio dire, frequentati dallo sviluppo videoludico con un certo interesse. I creatori di Dusk Diver, JFI Games Inc., hanno voluto compiere una piccola prodezza ed introdurre i videogiocatori in luoghi meno esplorati del solito: collocando il gioco all’interno di Taiwan, ossia tra i quartieri della capitale Taipei. Una ricostruzione che per diverse esigenze non è del tutto fedele, ma che comunque – a detta del team di sviluppo – vuole essere la più coinvolgente possibile e far immedesimare il giocatore negli ambienti tipici Taiwanesi. Diversi sono dunque i vari riferimenti alla cultura, usi e costumi di questo particolare popolo asiatico.

I luoghi non sono gli unici elementi a fare da perno in questo nuovo titolo pubblicato qui in Europa da PQube Limited. Il genere adottato è il JRPG d’azione con connotati fantasy futuristici, nonostante il Gameplay sia fortemente indirizzato al musou (evoluzione dell’action hack and slash). Stili di gioco dove solitamente uno dei protagonisti, con una forza o abilità innata, combatte contro decine di eserciti od orde di nemici simultaneamente e senza esclusione di colpi. I concept più conosciuti tendono a valorizzare la figura dell’eroe/protagonista ed impreziosire la componente narrativa con tantissimi rimandi storici e virtuosi. Una delle opere più famose che assimila le caratteristiche e l’estetica generale della serie Dynasty Warrior è infatti Hyrule Warriors, piccola costola più action frenetico e con meno tecnicismi dell’universo di The Legend of Zelda.

Dusk Diver, nell’odierno panorama videoludico, ha riscosso un notevole interesse, avvicinando tantissimi fan curiosi allo sviluppo iniziato su Steam in “Early Access” e adesso finalmente su console per la presenza di diversi aspetti che lo differenziano da altri titoli più blasonati come ad esempio quelli dedicati (oltre a Zelda) al franchise di One Piece. Il genere, per via di tecnicismi quasi assenti e per la sua facile immediatezza, riesce a catturare solo una (grande) porzione di videogiocatori, senza però riuscire ad eccellere su diversi fronti. Per quanto possa essere ben scritta la trama – e anche scontata per molti come affermazione da fare – non sarà mai come quella di un gioco incentrato principalmente sulla narrazione. Questo accade perché si cerca di focalizzare gli sforzi sul gameplay e le missioni da svolgere. Tuttavia, l’opera ambientata nei borghi di Taipei, riuscirà a distaccarsi da questa nomea di titoli “semplici” e arricchire il mercato dei musou RPG action su più punti?

Dusk Diver
La protagonista Yumo è esteticamente carina, anche se non è uno dei personaggi migliori nel gioco.

Spaccature dimensionali e Fantasmi pericolosi!

Molti aspetti della trama di Dusk Diver sono perlopiù legati al genere d’appartenenza, poiché le evoluzioni dei dialoghi e degli intrecci narrativi sono poche e mal affinate. Alcune sezioni presentano diverse limitazioni sulla quantità e monotonia di frasi che i personaggi in modo perpetuo recitano durante gli scontri. Inoltre, i testi durante le battaglie, già dalla fase introduttiva di Dusk Diver, sono davvero strazianti da leggere e pesanti da comprendere. Non tanto per la qualità discutibile delle parole usate, bensì per la difficoltà di lettura mentre ci si ritrova nel bel mezzo di un combattimento. Tale tecnica di narrazione non è sicuramente la migliore, nonostante sia stato usato in tantissimi altri titoli, eppure in questo prodotto risulta stancante seguire la storia in tutti quei momenti meno opportuni dove il gameplay prevale. In altre occasioni, per fortuna, il dialogo tra personaggi migliora e segue l’andatura di un comune JRPG, con fetch quest e missioni della trama principale ben articolate.

L’incipit del gioco ambientato nei quartieri di Ximending Taipei è abbastanza semplice e lineare. Una scolaretta dai capelli colorati ed il viso dolce (ma ingenuo) di nome Yumo Yang si ritrova catapultata all’interno di una spaccatura dimensionale tra il mondo normale e il regno degli spiriti/mostri. Per un misterioso motivo, le creature malvagie saltano fuori da questa frattura fino a riversarsi sulle strade, minacciando di distruggere la terra ed i suoi abitanti. La ragazza viene senza alcuna esitazione colpita con estrema violenza, per poi essere salvata da un uomo ben vestito dalle fattezze da Gangster di nome Leo, che usa un potere “divino” per non farla morire. Questo potere consente di “trasformare” Yumo assieme al nuovo alleato sotto forma di spirito animale, dando vita ad un’entità capace di contrastare con calci e pugni le orde di nemici. Leo non è l’unico personaggio che incontreremo nel corso dell’avventura. Altri, dalle caratteristiche sempre diverse, faranno parte di un roster di personaggi dalle abilità e forme in grado di ampliare i poteri della studentessa protagonista.

Dusk Diver soffre di pochi intrecci narrativi in grado di contrastare le potenzialità del gameplay, limitando la storia ad un piccolo pretesto per dar vita a personaggi tutti diversi ma poco valorizzati. Non sono per nulla approfonditi, forse a causa della longevità del gioco nella media, ossia sulla ventina di ore per terminare la trama principale con qualche missione secondaria in più. Purtroppo, le aspettative date dagli sviluppatori su questo fronte non sono state rispettate, surclassando la storia come una delle componenti che poteva sicuramente intrattenere maggiormente in un miscuglio di tanti eventi. La protagonista Yumo è sicuramente ben riprodotta esteticamente, bensì risulti il più delle volte inespressiva e poco incisiva nelle battute. Invece il compagno Leo e altri personaggi femminili sono decisamente migliori e spiccano rispetto alla protagonista.

Dusk Diver
L’elemento dei Dusk, ossia di tutte le bestie uscite dalla frattura, è curioso. Anche se la trama è altalenante.

Un musou che cerca di raggiungere lo stile di Persona

Per sopperire ad una mancanza di coinvolgimento narrativo, viene in soccorso un gameplay molto immediato e facile da imparare. Essendo un musou action JRPG, la velocità dei combattimenti e il button smashing (pressione dei tasti) è fondamentale per impartire al personaggio le giuste combo da eseguire. Due sono i pulsanti dedicati alle sequenze melee o ravvicinate, mentre i restanti sono mappati per l’uso delle abilità con lo spirito animale come ad esempio Leo e il controllo della visuale. Aprendo un piccolo approfondimento sulla visuale, è molto importante che durante uno scontro con orde di nemici nella stessa arena il videogiocatore possa stabilire il contatto visivo (comunemente usando un target) con la creatura che sta attaccando in quel preciso momento. In Dusk Diver ciò non avviene facilmente, con l’obiettivo che viene spesso perso e una telecamera che in diverse occasioni tende a bloccarsi. Questi bizzarri fenomeni mi hanno riportato alla mente il gioco Blades of Time e la sua poca ottimizzazione dei comandi, dell’interfaccia grafica e di alcuni tecnicismi assenti.

Entrando invece nel vivo del gameplay, il gioco risulta fluido e molto soddisfacente, anche in quelle fasi più concitate con del testo da leggere in un riquadro in basso o in occasioni dove è necessario cercare un oggetto piuttosto che un altro. Concatenare le mosse è divertente, specialmente quando già dopo qualche ora di gioco avrete la possibilità di sbloccare una buona parte dei poteri. Svuotare le aree contaminate non è il solo ed unico scopo di questa avventura, sono presenti infatti diverse missioni secondarie legate alla cucina di alcuni piatti o alla ricerca dei suoi ingredienti, che sono relativamente tante ed ampliano lo spettro di durata complessivo dell’opera. Purtroppo cucinare è solo un mero riempitivo che dona poco spessore ai fini della storia e non aggiunge dei bonus considerevoli.

Esiste inoltre un negozio dove acquistare oggetti utili durante il gioco e alcuni costumi per la protagonista Yumo o i suoi alleati. Ci sono anche alcune sezioni esplorative e qualche puzzle ambientale da risolvere. La mappa non è grande e non varia eccessivamente nelle location da proporre per gli scontri. Il resto dei contenuti, così come è stato riferito per la sua versione in “Accesso Anticipato” da svariati utenti, è abbastanza circoscritta in questi elementi appena elencati. L’anima del gioco resta comunque invariata: il gameplay è puro, divertente e veloce nell’esecuzione. Un musou Fantasy parecchio curioso e con tante sfumature.

Dusk Diver
L’ambiente circostante è esteticamente convincente, l’unico problema è la poca varietà di location.

Tra le cucine di Taiwan!

A livello estetico e grafico, Dusk Diver è realizzato ottimamente. Il character design è convincente, ispirato e piacevole da vedere nella sua complessità. L’ambiente circostante, sebbene sempre uguale e molto ripetitivo, è pressoché buono. Gli sviluppatori per evitare elementi fastidiosi come il pop-up delle persone nelle mappa hanno voluto mascherare questo effetto con sagome di colore unico visibili solamente in lontananza. Se ci avvicineremo a queste sagome, il contorno scomparirà fino a mostrare il cittadino e qualche linea di dialogo sopra. Un simpatico escamotage per evitare troppe apparizioni casuali nel corso della nostra avventura in città.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, le musiche e gli effetti riprodotti sono piacevoli da ascoltare ed in perfetta sintonia con l’ambiente fantasy di gioco. Purtroppo sono presenti alcuni cali di frame-rate negli scontri con tantissimi nemici su schermo (qualcosa di inevitabile), sia in modalità portatile che in docked. Ad ogni missione o area superata, inoltre, il gioco propone caricamenti non necessari che spezzano il ritmo dell’avventura. Infine, a livello tecnico si nota la mancanza di un degno filtro anti-aliasing e  di conseguenza i poligoni delle arene risultano mal scontornati.

In conclusione, Dusk Diver è davvero un buon titolo musou action JRPG con elementi Fantasy? Sì, solamente con tantissimi compromessi da considerare a priori, sia tecnici che di trama. L’eccessiva banalità della storia e gli intrecci scialbi dei personaggi non rendono sicuramente giustizia alle ottime premesse del prodotto di JFI games, così come alcune mancanze in contenuti e dettagli grafici. Tuttavia è un gioco con del grosso potenziale, con un gameplay piacevole e fluido. Non è per nulla originale, ma può essere sicuramente un gioco di transizione tra un titolo tanto atteso e un’opera indie di pregevole fattura. Il consiglio è di non prenderlo immediatamente, anche per il prezzo un po’ eccessivo ed attendere qualche sconto sicuro sull’eShop per giocarlo tranquillamente in mobilità su Nintendo Switch.

Dusk Diver
Una dei luoghi “base” è il negozio: da qui, sarà possibile acquistare oggetti da usare durante l’avventura.

Dusk Diver è disponibile su Nintendo Switch al prezzo di 39,99 euro!

[Patch del Day-One] – Il publisher PQube Limited ha appena reso noto, attraverso un comunicato interno, che al momento dell’uscita Dusk Diver riceverà un piccolo update davvero importante. Sono previste diverse correzioni sul frame-rate e la stabilità generale, oltre alla risoluzione di alcuni bug minori.

Dusk Driver
Dusk Diver – Recensione
PRO
Incipit curioso...;
Gameplay buono e veloce;
Ambientazione davvero convincente;
Comparto sonoro e musiche azzeccate;
Accorgimenti grafici non troppo banali ed esteticamente pregevole.
CONTRO
... ma trama altalenante e poco incisiva nella durata complessiva del gioco;
Intreccio narrativo poco interessante;
Mappa di gioco non eccessivamente grande;
Prezzo di lancio un po' troppo eccessivo (con solo questi contenuti): da valutare attentamente uno sconto.
7.2
Veloce!