final fantasy viii remastered

Final Fantasy VIII Remastered – Recensione

Quando annunciarono l’arrivo dei vecchi capitoli in 3D di Final Fantasy su Switch, c’era un titolo che mancava all’appello. I giocatori Nintendo poterono finalmente provare su una console della grande N le avventure di Cloud e soci, o di Gidan e Daga, fino ad arrivare a Tidus, Yuna, e Auron, e finendo con Vaan, Penelo e co. Tuttavia, durante l’annuncio, non c’era traccia dell’epopea di Squall e Rinoa. Molti allora si chiesero come mai Square-Enix non volesse portare Final Fantasy VIII su Switch, e alcuni trovarono la spiegazione nella presunta qualità inferiore di questo capitolo rispetto agli altri proposti. I piani, come ormai sappiamo, erano ben altri.

Poco tempo dopo, Square-Enix annunciò l’uscita di Final Fantasy VIII Remastered su tutte le piattaforme. All’improvviso, quello che sembrava il Final Fanatsy più bistrattato, anche dalla sua stessa software house, ha subito un lavoro di restyling il quale, seppur non di chissà quale portata, mostra l’attenzione che è stata posta sulla realizzazione di questa remaster.

Oggettivamente parlando, è quasi normale pensare che Square-Enix non volesse spendere energie sull’ottavo capitolo della sua fantasia finale. Tra i capitoli usciti sulle console di vecchia generazione – tralasciando la parentesi terribile di Final Fantasy XIII – Final Fantasy VIII è sicuramente quello meno riuscito. Il problema principale era il comparto narrativo: rispetto a quanto si era visto sul VII, nell’VIII la storia prende una piega decisamente più banale e meno complessa, e al tempo stesso anche meno interessante. La storia d’amore fra Squall e Rinoa è disseminata di momenti cliché e al limite del cringe, oltre che problematici sotto altri aspetti.

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Al tempo stesso, ciò che (parzialmente) salvava l’ottavo capitolo di Final Fantasy era la struttura di gioco ed il sistema di combattimento, molto diverso rispetto a quello del capitolo precedente. I combattimenti si svolgono sempre a turni con l’immancabile barra ATM che scandisce il momento di attaccare del giocatore, ma l’elemento profondamente diverso è il sistema di magie e lo sviluppo dei personaggi. A differenza di come accade nella stragrande maggioranza dei JRPG, in Final Fantasy VIII non è presente una barra degli MP, ma è presente il comando ‘assimila’. Questo perché le magie vengono assimilate o da punti specifici, o dai nemici stessi. Più si assimila un tipo di magia, più sarà alto il numero di volte che il gocatore potrà utilizzarla. In poche parole, le magie sono ridotte alla stregua di oggetti, spingendo il giocatore sì a non abusarne, ma anche e soprattutto a farne un uso fin troppo prudente, il quale risulta in battaglie passate o a spammare lo stesso attacco, o passate ad assimilare magie dai nemici.

L’altro elemento interessante, come detto sopra, è relativo al modo in cui i personaggi si sviluppano. Questo sistema è legato a quelle delle magie: il giocatore deve in pratica scegliere una magia che ‘si lega’ al personaggio del quale aumenta una specifica statistica. E rientra qui in ballo tutto il sistema di assimilazione delle magie, che rende ancora più accentuato il ‘difetto’ accenato nel paragrafo precedente riguardo ai combattimenti che possono diventare un po’ monotoni. Aspetto caratteristico di Final Fantasy VIII sono i Guardian Force, vere e proprie divinità al serivizio dei personaggi, in grado di scatenare un attacco più potente rispetto alla media. Questi ‘spiriti’ salgono loro stessi di livello e sono in grado di sbloccare abilità passiva anche abbastanza interessanti, le quali poi verranno passate al personaggio equipaggiato con quel Guardian Force.

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Insomma, Final Fantasy VIII è un JRPG ‘sopra le righe’, sia per la storia, la quale si fa molta fatica a prenderla seriamente, sia per il sistema di combattimento e di sviluppo dei personaggi. Per tutti questi motivi, Final Fantasy VIII è sicuramente da considerarsi tra i Final Fantasy in 3D meno riusciti. Tuttavia, è innegabile il fascino che ha dopo tutti questi anni, soprattutti per quei giocatori che lo provarono su PSOne più di vent’anni fa. Chicca vera di questo capitolo di Final Fantasy è il minigioco di carte Triple Triad, il quale tra l’altro fu riproposto pure nel IX – a dimostrazione di quanto è effettivamente divertente. Nel corso del gioco, il giocatore può sfidare vari NPC a carte, così da vincerne altre e potenziare il proprio deck, con l’obiettivo di collezionare tutte le carte presenti nel gioco.

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Dal punto di vista tecnico, Final Fantasy VIII Remastered è passato attraverso un’operazione di restyling che mostra decisamente i suoi frutti. L’immagine è più pulita, e i modelli dei personaggi sono molto ben fatti – finalmente i loro lineamenti sembrano quelli di esseri umani, e non sono solo un ammasso di cubi. Da questo punto di vista, Final Fantasy VIII Remastered mostra il lavoro che Square-Enix ha fatto anche su un capitolo che non è particolarmente apprezzato da fan e critica.

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In conclusione, Final Fantasy VIII Remastered è una buona edizione remastered di un gioco uscito più di vent’anni fa. L’aspetto del mondo, dei personaggi, e dei nemici è sicuramente migliorato. Tuttavia, questo non basta a far passare in secondo piano l’inesorabile effetto del tempo su questo gioco. A causa di un comparto narrativo che varca spesso e volentieri la soglia del cringe permesso, e di una struttura di gioco a volte spigolosa, l’ottava fantasia finale si presenta come il capitolo invecchiato peggio tra quelli riproposti su Switch. Questo comunque non toglie nulla al fatto che, nonostante tutto, Final Fantasy VIII rappresenti un pezzo di storia videoludica, il quale andrebbe affrontato, anche solo per dire di averlo fatto almeno una volta. In questo caso, Final Fantasy VIII Remastered è la versione sicuramente migliore di questo gioco.

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Final Fantasy VIII Remastered – Recensione
PRO
Buon lavoro di remastered
Rappresenta pur sempre un momento della storia videoludica...
CONTRO
...ma non è invecchiato molto bene
I difetti della storia e del sistema di sviluppo dei personaggi sono gli stessi di vent'anni fa.
7.3
Una buona operazione di remaster