The Last Door - Complete Edition

The last Door: Complete Edition – Recensione

Con uno stile grafico davvero peculiare, contestualmente legato alla pixel art – reduce di un processo di “ritorno al passato” per rievocare emozioni contrastanti nei vecchi videogiocatori – e dalla propensione di tre ragazzi spagnoli radunati nel nome di The Game Kitchen, nasce The last Door: avventura grafica con una componente horror fortemente marcata e che ci introduce un’epoca vittoriana degna delle migliori narrazioni di Lovecraft e Edgar Allan Poe. Così come è stato per altri titoli indipendenti, anche per quest’ultimo si è scelto di affidarsi ad una produzione più autonoma e diretta con il consumatore possibile, ovvero con l’ausilio di Kickstarter, piattaforma adatta allo scopo e che ha generato, durante la pubblicazione nel 2016, un profitto di ottimo rispetto. Lo sviluppo non ha tardato, dopo un processo di gestazione per PC (luogo di principale diffusione del genere), ad essere annunciato altrove, e adesso è disponibile per la console ibrida Nintendo Switch. Il gioco è un punta e clicca (dall’inglese point and click), comunemente avventura grafica, e rientra in quella categoria in cui si controlla un personaggio in terza persona, all’interno di diversi scenari o stanze – statici o meno – dove l’interazione è completa, attraverso appunto l’uso del mouse – o di un puntatore virtuale presente dall’analogico su schermo – e di un click. Quella particolare pressione del tasto fornita da un trigger, innesca uno script che segue un’azione predeterminata dell’oggetto o di una persona; da qui infatti deriva il nome. Per i primi Personal Computer, potersi districare alla perfezione come adesso con il cursore, era un’impresa ardua: le avventure grafiche, dopotutto, erano in principio delle avventure testuali con interfacce minimali, quali è possibile annoverare titoli altisonanti, creati da una lontana Lucas Arts, Maniac Mansion con lo SCUMM, Zak McKracken, Day of the Tentacle, Grim Fandango e Mokey Island. Tra i titoli più recenti, possiamo benissimo citare lo strabiliante Deponia. Le avventure grafiche punta e clicca sono un universo condito di tantissime sfaccettature, che probabilmente i poco avvezzi al genere non avranno modo di gradire, eppure è qualcosa che trascende la tipologia stessa; è il mezzo in cui viene narrato qualcosa, con un’interfaccia grafica minimale e delle colonne sonore capaci di coinvolgerti in questo tripudio di emozioni. Lasciamoci dunque trasportare da The Last Door: Complete Edition (contiene sia la stagione uno che la seconda, assieme ad altri quattro episodi extra) per comprendere a pieno se sarà riuscito a convincerci e risaltare ciò che in un punta e clicca chiediamo.

Magione The last door
Episodio 1: La lettera – luogo dell’incontro previsto, magione del nobile Anthony Beechworth.

Trama e stile narrativo – Oscure atmosfere infestano il 1891: “Videte ne quis sciat“!

Nel buio, la paura dell’ignoto è qualcosa che si espande e rischia di indurre il protagonista alla follia; dalle diramazioni che affliggono il videogiocatore e incutono un sentimento di smarrimento primordiale misto all’inquietudine lovcraftiana La trama, sin dai primi attimi, getta le basi di un’ambientazione non affatto casuale, bensì specifica: il 1891 è un anno di ricorrenza nel gioco, e vorticosamente lascia presagire qualcosa mediante gli stilemi dell’epoca vittoriana. Il susseguirsi di schermate nere e immagini forti (già da subito, catapultati in un suicidio) sedimenta un’evoluzione che, per ogni episodio proposto nella prima stagione – saranno quattro in tutto -, è solo un escamotage per raccontare una storia di grandissimo impatto. Tale Jeremiah Devitt, il nostro protagonista, è coinvolto in questo intreccio: una lettera, breve e diretta, che chiede della sua persona e l’aiuto presso un amico che, oramai, non vede da parecchi anni. L’ansia aumenta, e il timore di incappare in qualcosa di sbagliato si tramuta immediatamente in preoccupazione, una volta giunti nella magione del nobile Anthony Beechworth. Dovremo dunque investigare e analizzare ogni dettaglio, poiché qualcosa di soprannaturale aleggia in quel loco.

La narrazione avanza con un ritmo sempre più coinvolgente (a seconda, inoltre, di quanto voi ci mettiate a capire gli enigmi) e ognuno degli episodi è sintomo di varietà e qualità: un connubio che spesso viene tralasciato, ma in The last Door: Complete Edition ciò non accade. L’oscura minaccia è sempre lì, un presagio paranormale denominato “il Velo” – che prenderà maggior piede durante il corso della seconda stagione -. Tra conoscenze proibite, e l’analisi di uno psichiatra, la storia aumenterà pedissequamente, affrontando tematiche evolute della prima stagione aldilà dell’Inghilterra stessa, in un viaggio quasi semantico che sfocia tutto in un processo mentale. Ovviamente, ai fini della recensione, la trama non verrà trattata ulteriormente, poiché in un genere così di nicchia – purtroppo o per fortuna? – quale l‘avventura grafica, i colpi di scena sono parecchi ed i tre ragazzi spagnoli non si sono per nulla risparmiati, rievocando le figure mitologiche della narrazione horror, senza però sconvolgerle: un mutuo scambio, che trae la sua fonte sia di giovinezza che di mancanza di ripetitività. Lo scorrere delle ore è tramutato in linee di dialogo circostanziali, ambientali, dove il protagonista – che sia l’investigatore amico o il medico – si focalizza nell’analizzare dettagli che, inizialmente, daremo per scontati, ma così facendo ciò ci renderà più all’interno del gioco, sfondando quasi la quarta parete: in diverse occasioni, durante la prova, mi sono ritrovato coinvolto, come se stesse constatando qualcosa insieme a me. Ed è piacevole, sopratutto, potersi soffermare davanti ad un indizio, oggetto o scenario e chiedersi se potrà esserci più o meno utile ai fini degli avvenimenti.

The last door - Complete Edition
Jeremiah Devitt incontra una stranezza, più un’inquietudine e una persecuzione quella dei corvi nel gioco.

Gameplay – Avventura grafica anni ’80: semplice ma d’impatto!

Se l’aspetto narrativo è di pregevole fattura, il comparto tecnico del gameplay trova giovamento nella sua realizzazione stilistica e grafica nella pixel art. Quest’ultima se abusata, può certamente stancare e risultare opprimente. Tuttavia, l’avventura horror punta e clicca è la giusta direzione, e offre una panoramica dettagliata che implicitamente non spezza mai l’incidere della partita. The Last Door: Complete Edition non è un titolo che innova (forse è un bene, perché può puntare ad avere una maggior caratterizzazione dei personaggi e dell’ambiente proposto), né propone meccaniche evidenti viste in Thimbleweed Park di Ron Gilbert. La complessità degli enigmi ambientali, le combinazioni di oggetti con altri è di facile intuizione, e non si reinventa: con dei fiammiferi possiamo accendere un camino o una torcia, oppure con un piede di porco liberare delle travi dai chiodi. Tutti automatismi, infatti. Forse, negli episodi più avanzati – sia per la prima che per la seconda stagione – la difficoltà può realmente ostacolarvi, ma nulla di estremamente insormontabile, complice anche la mappatura user-friendly dei comandi. Un tasto sarà dedicato (Y) a rendere visibile ogni interazione fattibile in quello scenario, ovvero mostrando lenti di ingrandimento per gli oggetti cliccabili: vi verrà spesso la tentazione di schiacciarlo, così da velocizzare la ricerca. Altro esempio, il dorsale ZL e ZR può richiamare immediatamente la barra degli oggetti, in modo da usarli senza dover per forza puntare il cursore sopra (non ci sono azioni o indicazioni su quest’ultimo, bensì un vago nome).

Una porzione dell’interfaccia è dedicata ad una cornice – ben realizzata e a tema con l’ambiente cupo -, dove saranno visibili gli utensili e la mole di testo che il protagonista proferirà dalla bocca o dalla mente (non c’è una vera e propria differenziazione, non si distingue il parlato dal pensiero). Le azioni degli oggetti vengono evidenziati, se passati nei luoghi predisposti che vadano, in giallo; dunque il tempo si riduce, ed è per questo che ogni episodio durerà almeno un’oretta in media.

The last door - Complete Edition
Il salvataggio del gioco è dedicato alla lanterna che si accende e spegne a destra della cornice. L’ambientazione varia continuamente, non è come la prima volta che l’avete vista.

Conclusione & Considerazioni Finali – L’obbiettivo di sbalordire anche su Switch è stato raggiunto?

Sì, lo scopo è stato ampiamente raggiunto. Anzi, superato, nonostante l’innovazione del titolo non sia ormai un mistero e rimanga molto semplificata nelle meccaniche. L’interazione è massima, complice la coinvolgente trama che mescolata linee di dialogo evocative e cupe, saggiando perfino Lovecraft come esponente di citazione. La strategia adottata – per uno sviluppo più dedicato – ad episodi è ottima, non interrompe il ritmo ed è facilmente godibile anche in altre circostanze che voi siate davanti ad un televisore del salotto (è strano poterlo sia pensare che fare, visto la complessità dei titoli punta e clicca dedicati esclusivamente per PC) o in modalità portatile. Su quest’ultima, non vi sono segnalazioni da fare o alterazioni, poiché l’interfaccia grafica, infatti, è quella più caratteristica possibile, cioè la pixel art – sorprendentemente ad 8 bit -. Forse, per una questione stilistica, non si è voluto osare con una palette cromatica più cupa e aggressiva, eppure (come evidenziano gli screenshot) l’impegno nel ricreare ogni ambientazione a mano è esorbitante. Il comparto audio è magistrale: il piano che vi accompagnerà nelle prime fasi di gioco e in quelle dopo successive, è sempre coinvolgente e di impatto. Ogni minuzia, dettaglio che sia è stato ricreato alla perfezione; i bug non sono presenti, bensì sporadici micro-lag nemmeno avvertibili, ma questo è dovuto forse per la conversione e l’architettura su Switch.
In conclusione, The Last Door: Complete Edition si dimostra a tutti gli effetti un’ottima, seppur con qualche mancanza innovativa e stilistica (poteva osare di più e non soffermarsi solo sulla trama), riproposizione del genere punta e clicca, e chiunque – anche se alle prime armi – è invitato a entrarci dentro, a lasciarsi trasportare dalla lenta e insostenibile agonia dell’ignoto e del Velo.

The last door switch punta e clicca
Mappatura facilitata dei comandi: rende l’interazione con il titolo stesso più immediata e intuibile.

Il gioco è uscito il 22 Maggio su Nintendo Switch al prezzo di 14,99 euro!

The Last Door - Complete Edition
The last Door: Complete Edition – Recensione
The Last Door - Complete Edition è un'avventura grafica punta e clicca con tinte horror; la complessità della trama, delle linee di dialogo lo rendono quasi perfetto, magistrale agli occhi di chi giochi simili ne ha visti parecchio, perfino di fattura dell'autorevolissimo Ron Gilbert. Purtroppo, per quanto lo si possa amare nel suo essere coinvolgente - tramite episodi e due stagioni -, attraente stilisticamente (con grafica riconducibile all'era 8 bit), non innova o rende stupefacenti le meccaniche del gameplay, quasi come se per i tre sviluppatori spagnoli di The Game Kitchen fosse voluto, per una questione di immediatezza. Nonostante sia impeccabile sotto ogni punto di vista, forse avrebbe dovuto osare e non consolidare. Resta comunque un titolo perfetto per chi vuole godersi una trama simil lovecraftiana in pixel art.
PRO
CONTRO
8.9
Strepitoso!