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Grim Fandango Remastered – Recensione

Giudicare Grim Fandango nel 2018 è tutt’altro che semplice. Sono ormai passati 20 anni da quando questa pluriacclamata avventura grafica firmata LucasArts ha ridefinito gli standard dell’epoca, rappresentando la prima opera tridimensionale dell’azienda che si era affermata come leader indiscusso di questo amatissimo genere videoludico, e l’allora rivoluzionario progetto rivisto in chiave moderna porta con sé il peso degli anni non riuscendo a nascondere quelli che erano gli evidenti limiti tecnologici di quei tempi. Questo non ha di certo impedito a Tim Schafer, designer del gioco allora e CEO di Double Fine Production oggi, di donare a chi non possiede il titolo originale od un PC con un sistema operativo in grado di eseguirlo ancora, di una edizione Remastered in grado di soddisfare la sete di avventura dei possessori di piattaforme da gaming moderne. La versione di cui vi parlerò oggi è quella per Nintendo Switch, arrivata con oltre tre anni di ritardo ma in grado di offrirci l’esperienza di gioco migliore grazie allo sfruttamento delle caratteristiche peculiari della console e ad una serie di migliorie delle quali i nostri colleghi hanno potuto godere solo attraverso update successivi.

Grim Fandango Remastered
Un’immagine rappresentativa di quello che è lo stile folle che dobbiamo aspettarci da questo Grim Fandango Remastered!

Da agente di vendita ad agente segreto il passo è breve

La trama di Grim Fandango pesca a piene mani dalla cultura azteca secondo la quale tutte le anime dei morti devono attraversare la Terra dei Morti prima di raggiungere la loro destinazione finale, rappresentata dal Nono Aldilà. A seconda di quanto siano state buone in vita, queste anime avranno accesso a determinati fondi monetari, da spendere per alleggerire questo loro viaggio. Si parte da un banale tragitto a piedi, per il quale ci vogliono almeno quattro anni, per arrivare all’ambitissimo treno Numero 9, in grado di compiere l’intero tragitto in soli quattro minuti. Dove ci sono soldi, si sa, ci sono anche agenti di vendita, ed uno tra questi è proprio il nostro protagonista: Manuel “Manny” Calavera: un dipendente del Dipartimento della Morte (D.D.M.) il cui compito è quello di prelevare i soggetti mediante mietitura e proporre loro successivamente il miglior pacchetto viaggio ad essi accessibile. In tutto questo, Manny sta passando un periodo decisamente nero, in quanto sembra che al suo collega rivale, Domino, finiscano tutti i clienti migliori. Intenzionato, dunque, ad indagare su questa evidente forma di ingiustizia dovremo accompagnare il tristo mietitore nelle prime fasi di gioco nelle quali riusciremo a soffiargli una cliente, Mercedes “Meche” Colomar, il cui curriculum sembra essere immacolato. Ottenuta la sua anima, scopriremo che questa stranamente non ha diritto ad un biglietto per il Nono Aldilà e, distratti da una serie di avvenimenti, la perderemo. Aiutati dal demone autista Glottis, ci metteremo subito in viaggio alla ricerca della donna, scoprendo che la sua scomparsa nasconde molto più che un semplice equivoco.

Prenderemo così parte ad un’avventura geniale, suddivisa in quattro capitoli ambientati sempre il giorno dei morti e distanziati tra loro di un anno, capace di donare al giocatore diversi spunti di riflessione mantenendosi sempre sufficientemente seriosa nei confronti dei temi trattati ma relativamente ironica in quelle che sono le componenti ludiche. L’obiettivo finale sarà quello di recuperare l’anima di Meche, indagare sul D.D.M., e cercare di lasciare una volta per tutte la Terra dei Morti. Il tutto avvolti da un’atmosfera degna del migliore film di Tim Burton ed un character design che pesca a piene mani dalla raffigurazione delle calacas, famosissime decorazioni di stile messicano.

Grim Fandango Remastered
Mai innamorarsi di una cliente, MAI!

Quando i giochi erano difficili per davvero

Pad alla mano, Grim Fandango Remastered è in grado di restituire al giocatore -fin dal primo istante- il sapore ed il fascino delle belle Avventure grafiche di una volta, quelle con la ‘A’ maiuscola che basavano gran parte del loro valore su una trama per nulla scontata supportata da enigmi intelligenti ed in grado di farci spremere le meningi al punto tale da perseguitarci anche dopo aver smesso di giocare. Perché, diciamocelo, col passare degli anni si è perso un po’ il controllo su quello che è veramente un titolo difficile ed uno alla portata di tutti, al punto tale che oggi per sviluppare un videogioco è spesso necessario rendere quest’ultimo fruibile anche per coloro che non sono disposti di mettere in moto il proprio pensiero laterale. Lo stesso Ron Gilbert ha dovuto cedere all’inserimento di aiuti e indizi all’interno del suo ultimo capolavoro, snaturando a suo stesso dire quello che è lo spirito di ogni punta e clicca che si rispetti. Fortunatamente l’opera di rimasterizzazione del gioco non è andata a toccare troppo a fondo il codice originale, e quindi non ha ceduto a questo ricatto moderno mantenendo l’esperienza di gioco perfettamente identica a quella originale.

Per ciascuno dei quattro macro-capitoli che ci accompagneranno, sarà nostro compito esplorare in lungo e in largo i numerosi spazi che vanno a costituire le varie ambientazioni, senza una mappa che possa aiutarci a trovare la retta via. Ammaliati dall’ipnotica animazione che coordina i movimenti di Manny, il nostro pensiero fisso sarà quello di interagire con ogni singolo elemento interattivo al fine di raccogliere gli oggetti chiave ed utilizzarli dove necessario per procedere di puzzle in puzzle dritti verso il gran finale. Come già detto, per risolvere gli enigmi congegnati dal team originario, sarà indispensabile pensare fuori dagli schemi in quanto quasi mai le soluzioni da adottare suoneranno come banali o, ancor peggio, forzate. Aiutati da un eccezionale doppiaggio nella nostra lingua, sarà spesso obbligatorio anche chiacchierare con tutti i personaggi che incontreremo, esaurendo ogni singolo dialogo con essi e mostrando loro tutto ciò che arricchirà volta per volta il nostro fidato inventario. I più smaliziati si renderanno anche conto che, dove necessario, alcuni oggetti possono essere ottenuti in quantità multiple; questo poiché alcune fasi di gioco richiedono anche il giusto tempismo e dunque non sarà raro ritrovarsi a “sprecare” alcuni degli oggetti che ci stiamo portando appresso. Insomma, i cultori del genere sono avvertiti: non importa quante avventure grafiche abbiate giocato in questi anni della vostra valorosa carriera, Grim Fandango Remastered sarà in grado di mettervi alla prova ancora oggi. E questo non può essere altro che un punto a suo favore.

Grim Fandango Remastered
Anche se siamo in un videogioco, bisogna sempre e comunque rimboccarsi le maniche!

Hey Manny, come può uno scheletro mostrare tutte quelle rughe?

Tra gli elementi che ci ricorderanno costantemente di avere a che fare con un’opera del passato troviamo, oltre al comparto grafico del quale vi parlerò a breve, una gestione della telecamera a schermate fisse, tipica dei giochi tridimensionali di quel periodo. Per questo non preoccupatevi se inizialmente vi troverete smarriti, sarà sufficiente qualche attimo in compagnia dell’agente Calavera per ritrovarvi ben presto a scorrazzare in lungo ed in largo con la determinazione di chi sa cosa vuole e dove lo può ottenere.

Non sarei onesto con voi se non sottolineassi costantemente quanto il modo di approcciarsi ai videogiochi si sia evoluto (in meglio o in peggio non spetta a me dirlo in questa sede) da quando Grim Fandango apparve come fulmine nella scena videoludica del 1998. A sottolineare tutti gli aspetti che lo resero un progetto rivoluzionario ci pensano i commenti della regia, inseriti all’interno di questa Remastered ed attivabili attraverso un menù apposito, cosa che vi suggerisco caldamente di fare. Lasciandovi cullare dalle voci di personaggi di spicco del team di sviluppo originale, tra le quali spicca lo stesso Tim Schafer, sarà possibile apprendere numerosi retroscena sul gioco e su quanto fu difficile all’epoca realizzarne molti degli aspetti che lo resero celebre. Una delle discussioni più interessanti, per me, ha sottolineato come il passaggio dal 2D al 3D abbia di fatto aperto un mondo di possibilità per quelli che erano gli enigmi ambientali, permettendo di sfruttare le geometrie degli elementi nello spazio per dare vita a sfide capaci di mettere in crisi i giocatori.

Grim Fandango Remastered
Peccato, sarà per la prossima occasione!

50% remastered – 50% compitino

Veniamo ora al punto cardine di quella che senza timore posso definire un’operazione commerciale. Riproporre al grande pubblico un’opera del passato a distanza di vent’anni non è certo semplice, in quanto il rischio di snaturarne l’essenza è sempre in agguato. Quanto fatto dal team di Tim Schafer è senza ombra di dubbio lodevole, un rispolvero in grande stile che parte dalla ripulitura delle meravigliose tracce audio fino ad arrivare alla ricostruzione completa di ciascun elemento poligonale, texture comprese, ai quali sono stati aggiunti o tolti (a seconda del contesto) effetti di luce ed ombre.

Nonostante l’introduzione di alcuni elementi completamente nuovi, quali i suddetti commenti della regia, il salvataggio rapido (in maniera un po’ troppo invadente in quanto causa blocchi di qualche secondo) ed il supporto ai controlli mediante lo schemo touch della console, ho ritenuto il lavoro di rimasterizzazione vero e proprio appena sufficiente. Per accorgermi di quanto dico mi è stato sufficiente affidarmi alla pressione del tasto ‘-‘ in grado di cambiare on-the-go il rendering dei frame da quello originale a quello rimasterizzato, e viceversa. Attraverso questa comoda funzione vi accorgerete ben presto che per quanto riguarda i fondali non è stato fatto assolutamente nulla. Se da un lato per un puro fattore estetico non lo ritenga fondamentale, in quanto i nuovi elementi poligonali si amalgamano comunque bene con gli sfondi statici non presentando alcun tipo di aliasing, dall’altro c’è da storcere il naso quando ci si rende conto che pur di non ridisegnare il tutto per permettere al gioco di adattarsi agli schermi odierni sia stato mantenuto il rapporto a 4:3 originale colmando il resto con delle semplici bande laterali.

Piccola nota aggiuntiva, doverosa per tutti coloro che provarono il titolo su altre piattaforme o che vennero a conoscenza dei numerosissimi bug che affliggevano queste prime versioni del gioco, in grado letteralmente di romperlo. Sarete contenti di sapere che su Nintendo Switch, nell’arco delle circa 10 ore necessarie a terminare l’avventura non ho mai riscontrato alcun problema e che il tutto ha girato a perfezione nella mia adorata console. Ciò era prevedibile, visto che sarebbe stato un vero e proprio suicidio non rimediare ad oltre 3 anni di feedback, ma ritengo sempre indispensabile ribadirlo; per il bene dei nostri lettori e per il bene del gioco stesso.

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Trascurando il lavoro di “mezza rimasterizzazione”, che possiamo sicuramente perdonare al buon Tim Schafer, Grim Fandango Remastered rimane un ottimo titolo che chiunque ami il genere delle avventure grafiche dovrebbe fare proprio senza nemmeno pensarci due volte. Complice un prezzo assolutamente accessibile, di soli €12.99, l’opera di riproposizione di questo capolavoro può senza alcun dubbio essere fatta propria anche da coloro che già lo giocarono vent’anni fa. Per i neofiti del genere, o coloro che non lo amano particolarmente, mi viene invece più difficile consigliarlo a scatola chiusa; questo non tanto per l’indubbia qualità del gioco, ma per il suo essere ancorato alla concezione secondo la quale al giocatore non deve essere fornito alcun tipo di indizio per proseguire. Se ricadete in quest’ultima categoria e volete comunque accettare la sfida, Grim Fandango Remastered rappresenterà per voi uno straordinario rito di iniziazione.

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Grim Fandango Remastered – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Grim Fandango Remastered grazie ad un codice gentilmente offerto dagli sviluppatori, vagando all’interno del suo meraviglioso mondo e terminando il gioco in circa 10 ore. Devo ammettere di essermi trovato in difficoltà in un paio di occasioni, fortunatamente risolte grazie ad un sano colpo di fortuna.
PRO
CONTRO
7.6
BELLO DA MORIRE