Deponia

Fuga da Deponia – Recensione

L’ultima volta che ho parlato di Deadalic sulle pagine di GameScore, in occasione della mia recensione di Silence, presentai l’abile studio di sviluppo tedesco attraverso la saga di Deponia, assicurandovi che questa sarebbe arrivata molto presto anche su Nintendo Switch. La citazione a questa famosa serie di avventure punta e clicca di stampo molto classico fu fondamentale per mettere in chiaro fin dall’inizio la loro grande maestria in questo genere, che sta lentamente (e a mio parere ingiustamente) diventando sempre meno di moda. Fortunatamente l’attesa non è stata poi così lunga, e proprio in questi giorni il primo capitolo dedicato alle peripezie di Rufus ha fatto capolino nell’eShop, carico di tutto il suo carisma originale.

Prima di analizzare per bene quello che altro non è se non un porting di un gioco che risale ormai al 2012 è doverosa una premessa: nonostante questo sia stato praticamente regalato in ogni store esistente in questi ultimi anni, fino ad ora non avevo mai avuto la possibilità di tuffarmi nel suo strambo universo. Per cui, con questa recensione inizieremo assieme un viaggio che spero avrò il piacere di portare avanti con le uscite dei prossimi capitoli, e soprattutto verrà fatta un’analisi che non prenderà in considerazione eventuali miglioramenti del gameplay futuri come metro di paragone. Metto in chiaro fin da subito, anche, che se già possedete questo capitolo altrove difficilmente vi verrà consigliato – da me o da qualcun altro – di acquistarlo nuovamente su Nintendo Switch; a breve vi spiegherò anche il perché.

Deponia
Un robot che va matto per le pluriball, tutto regolare!

Deponia è un pianeta davvero complicato sul quale vivere, ormai ridotto ad una immensa discarica di rifiuti, tanto che altrove viene quasi impossibile immaginare che questo possa essere ancora abitato da qualsiasi essere umano. Eppure, molte persone sembrano essersi abituate alla situazione al punto da riuscire ad unire le proprie forze per colonizzare alcune piccole cittadine e vivere in mezzo ai rottami alla costante ricerca di oggetti utili e acqua, un bene più prezioso della loro stessa vita. Uno di questi è Rufus, un ragazzo di Kuvaq che sogna di evadere da questa realtà, proprio come fece suo padre anni prima e con lui moltissimi altri abitanti del pianeta. L’obiettivo della fuga da Deponia è Elysium, una strana città galleggiante costruita e colonizzata anni addietro e sulla quale a quanto pare è praticamente impossibile essere ammessi per coloro che sono rimasti a terra. Ma Rufus non sembra curarsi di alcuna regola sociale; privo di occupazione e ridotto a convivere con Toni, la sua ex ragazza, il giovane sognatore decide di costruire un razzo per raggiungere la tanto ambita meta (offrendoci un’occasione d’oro per entrare in confidenza con le meccaniche di gioco attraverso un azzeccato tutorial) finendo involontariamente a bordo di un incrociatore gestito dall’Organon, un’organizzazione guidata da un tale Balivo Argus che sta tramando un piano per radere al suolo il pianeta. Qui conosce Gal, una meravigliosa elysiana del quale si innamora perdutamente, consacrando una volta per tutte le sue intenzioni di raggiungere quel paradiso volante. Ovviamente qualcosa deve andare nuovamente storto, e la ragazza si ritrova precipitata su Deponia e finita in uno stato di coma dovuto al danneggiamento del suo impianto celebrale.

Deponia
Rufus non accetterà mai questa folle regola non scritta, secondo la quale nessuno è autorizzato a lasciare Deponia!

Da qui prenderemo parte ad un’avventura interessante, fatta di un particolare umorismo che pone la personalità del personaggio principale a metà tra quella di Ace Ventura e quella di Shaggy Rogers, nel tentativo di aiutare la povera Gal e puntare nel frattempo alla cittadinanza elysiana. La narrazione viene portata avanti con uno stile piacevole da seguire, con intermezzi animati ed accompagnati da simpatiche canzoni che ricordano moltissimo quanto fece Disney con Cantagallo in Robin Hood, il tutto eccellentemente doppiato nella nostra amata lingua (che va selezionata manualmente dal menu iniziale). È importante essere comunque consapevoli che alla fine delle circa 10 ore necessarie a raggiungere l’intelligente rivelazione finale (ora più ora meno a seconda delle nostre abilità con i punta e clicca vecchia scuola) non avremo in mano tutte le risposte ai nostri interrogativi, poiché Deponia è solo il primo tassello di quella che nasce fin dal principio come una vera e propria trilogia – successivamente espansa con un quarto episodio. Per questo non c’è da sorprendersi nel fatto che la storia di Deponia non sia autoconclusiva, ma va vissuta come un ottimo modo per delineare le caratteristiche di tutti i personaggi chiave che ci faranno compagnia da ora in avanti.

Deponia
Gli intermezzi cantati sono la vera ciliecina sulla narrazione!

Controller alla mano chiunque sia nato a pane e avventure grafiche su console si troverà fin da subito a proprio agio con Deponia. Rufus può muoversi liberamente all’interno delle piacevoli ambientazioni 2D in stile cartoon, capaci di riprodurre fedelmente il clima di desolazione del pianeta, interagendo con moltissimi degli oggetti presenti per analizzarli e popolare un ricco inventario all’interno del quale è possibile anche combinarli tra loro. Fin da subito ci ritroveremo a fare nostri moltissimi oggetti sparsi qua e là, e ci renderemo anche conto che l’esplorazione del paese di origine del protagonista verrà portata avanti in maniera piuttosto libera. Questo potrebbe spaventare un po’ il giocatore, che spesso avrà moltissime schermate diverse con le quali entrare in confidenza, ma gli permetterà anche di metabolizzare meglio lo spirito del gioco, che non perderà mai l’occasione di sfidare le sue abilità di problem solving con enigmi mai banali, la cui difficoltà può essere comunque considerata medio-alta, e che necessitano di pensare un po’ fuori dagli schemi.

Come da tradizione sarà importantissimo parlare con tutti gli abitanti della città al fine di ottenere preziose informazioni necessarie a proseguire nel gioco. Alcune volte questi infatti celano indizi estremamente importanti per capire come risolvere certi enigmi o minigiochi, e senza la giusta intuizione ci si potrebbe trovare in difficoltà vagando disperatamente per tutto il gioco. Devo ammettere che qualche passaggio l’ho azzeccato quasi a fortuna, ma con il senno di poi tutto appare sempre logico e mai fine a sé stesso. Nonostante ciò nulla risulta frustrante, complici i caricamenti pressoché istantanei e la possibilità di compiere determinati compiti in ordine sparso, permettendoci di portare avanti missioni parallele nel tentativo di capire come fuoriuscire da quella che ci sta tormentando in un determinato momento.

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L’esplorazione di Kuvaq si farà libera appena dopo pochi minuti di gioco.

Nel complesso, dunque, posso ritenermi assolutamente soddisfatto di questo primo capitolo di Deponia per quanto riguarda il modo in cui Deadalic ne ha gestito trama ed enigmi, ma devo dedicarmi ad una piccola riflessione su quello che è il prezzo del biglietto che noi utenti Nintendo siamo richiamati a pagare per poter prendere parte all’avventura attraverso il nostro amato gioiellino ibrido. Per aiutare Rufus a conquistare Gal e fuggire da Deponia su Switch è necessario sborsare la bellezza di ben €39,99 – esattamente la stessa cifra che ai giocatori Xbox One e PS4 è stata richiesta per la collezione completa dei 4 giochi lo stesso giorno di uscita di questo singolo capitolo. Su tali piattaforme, inoltre, ciascun episodio viene venduto (sia in digitale che in retail) a metà di questo prezzo, che di conseguenza appare decisamente elevato e privo di una credibile giustificazione. Potrei anche tirare in ballo il fatto che in questo momento Deponia è acquistabile a soli 99 centesimi su Steam e che su tale piattaforma a ogni singolo gioco è toccata più volte la stessa sorte, ma credo sia indiscutibile come per accettare un prezzo così spropositato ci si debba come minimo aspettare un porting ineccepibile del gioco. Questo purtroppo non posso affermarlo, in quanto non solo non è presente alcun supporto al touch screen della console, ma durante le sessioni di gioco che ho affrontato per la stesura di questa recensione sono incappato in ben 3 crash e 2 blocchi dell’interfaccia grafica, che mi hanno obbligato a riavviare il gioco. Niente che rovini l’esperienza, grazie anche ai salvataggi automatici che non ci fanno perdere i progressi in queste circostanze, ma da questo ne consegue un lavoro di conversione svogliato e per nulla certosino, che a mio parere non giustifica una cifra così importante come quella che viene richiesta.

Deponia
Rufus si è preso davvero una bella cotta per la tenera Gal, come dargli torto?

È un vero peccato, dunque, vedere un gioco così piacevole ed altrettanto meritevole perdersi in “dettagli” che possono potenzialmente limitarne il successo su una piattaforma che rappresenta il suo habitat naturale. La qualità dell’avventura è indiscutibile e per questo se siete persone che utilizzano solo Nintendo Switch come piattaforma di gioco e non siete troppo sensibili ad ingiustizie come quella legata al prezzo di un titolo comunque interessante non posso in alcun modo sconsigliarvi l’acquisto di Deponia, ma è bene che sappiate che facendolo vostro vi ritroverete nella condizione di dover prendere parte anche ai prossimi episodi – che potrebbero tranquillamente subire la stessa sorte – per godere della trama in ogni suo aspetto. Sta a voi decidere se farlo subito o aspettare il tanto atteso sconto, che rimane pur sempre dietro l’angolo.

Deponia
Fuga da Deponia – Recensione
PRO
Enigmi interessanti e mai banali
Apprezzatissima localizzazione completa in italiano
Ambientazioni ben disegnate
Psicologia dei personaggi ben delineata
CONTRO
Prezzo da rivedere
Alcune magagne tecniche come crash e blocchi della GUI
7.4
quanto mi costi!