Shio

Shio – Recensione

Shio è una piacevole sorpresa. In un eshop letteralmente inondato da indie, riuscire a distinguersi non è sempre facile. Questo tipo di produzioni sono caratterizzate da piccole idee, ma sfruttate al massimo. Come non citare Flood of Light, per esempio, puzzle game che da una singola meccanica costruisce un’intera struttura ludica capace di tenere i giocatori impegnati per ore. Allo stesso tempo, sono molti quei giochi indie che, nonostante il concetto di fondo sia interessante, la realizzazione finale ha lasciato molto a desiderare. Shio rientra nella prima categoria: il platformer sviluppato dai ragazzi di Coconut Island presenta una meccanica molto divertente che tiene sempre serrato il ritmo di gioco.

Shio inizia con una splendida visuale su un lago, e due scritte compaiono sullo schermo: Shallow Dream e Deep Sleep. La prima corrisponde alla modalità più ‘facile’, dove però le aree segrete sono bloccate. Si può accedere a queste nella modalità più difficile, che mette alla dura prova le abilità del giocatore. Una volta selezionata quella che fa più al caso nostro, lo scenario cambia, e ci ritroviamo nei panni di una figura misteriosa, che indossa una maschera e porta una lampada con sé. Dopo qualche vaga ed ‘ermetica’ informazione sulla storia ed un generoso tutorial iniziale, Shio si apre in tutta la sua bellezza e brutalità.

shio

Shio di certo non brilla per la sua narrativa: la storia è accennata attraverso brevi intermezzi e qualche informazione che viene aggiunta al nostro diario. Certamente, il modo in cui questa viene raccontata è molto particolare, e al giocatore viene chiesto di ‘riempire i buchi’ lasciati aperti da Shio. C’è a chi questo approccio può piacere e a chi no. Io personalmente lo trovo molto interessante, anche se alla fine della prima run rimangono più domande che risposte.

È dal punto di vista del gameplay, però, che Shio mostra di cosa è veramente capace. Il gioco si sviluppa in diversi livelli segnati da diversi checkpoint. Il level design è di incredibile qualità, offrendo al giocatore una curva di difficoltà ben bilanciata, ma sempre spietata. La meccanica intorno alla quale Shio si muove è rappresentata dalla lampada che il protagonista porta con sé. Invece delle solite piattaforme sulle quali saltare, ci sono delle lanterne che, se colpite al volo, ci permettono di saltare nuovamente.

Il concetto alla base è molto semplice, eppure volteggiare fra i livelli di Shio è tanto divertente quanto impegnativo. Nel corso del gioco, piccole variazioni ed elementi vengono aggiunti, rendendo l’esperienza mai banale o noiosa: lanterne-interruttore che devono essere colpite più volte e quindi il nostro tempismo assume un significato diverso; oppure altre lanterne che fanno diventare invisibili gli ostacoli, costringendoci così a memorizzare al volo il percorso giusto da fare. A tal proposito, qualche checkpoint ci offre la possibilità di dare un’occhiata al percorso successivo, consentendoci così di pianificare – più o meno – i nostri movimenti.

shio

Il comparto artistico di Shio è abbastanza ispirato, presentandoci aree e ambientazioni ben caratterizzate. Da un certo punto in poi, si nota una certa ripetitività di fondali. Tuttavia, i colori accesi e decisi ed una diffusa atmosfera straniante fanno passare relativamente in secondo piano questo aspetto. Il comparto sonoro fa il suo dovere accompagnando il giocatore fra i vari livelli, senza tuttavia essere una di quelle soundtrack che si ascolterebbero volentieri anche all’infuori del gioco. Menzione d’onore per i controlli. In giochi tipo Shio o Super Meat Boy, per esempio, è fondamentale che il sistema registri in maniera ottimale l’input dei giocatori perché il tempismo, qui, è tutto. Shio si gioca splendidamente, e vedere il nostro avatar che si muove fluidamente fra una lanterna e l’altra regala una certa soddisfazione.

La sfida che Shio offre è comunque molto elevata. Come già accennato, la modalità più ‘facile’ non è ‘facile’ affatto, nel senso che richiede molto impegno per essere completata. Nonostante qui alcuni aspetti siano facilitati, il level design di Shio, in generale, è spietato e farà di tutto per metterci i bastoni fra le ruote. Inutile dire che la modalità più difficile è veramente crudele, e bisogna armarsi di molta pazienza se si decide di affrontarla. Siccome il gioco è basato molto sul processo di ‘prova-errore’, il fattore frustrazione è sempre dietro l’angolo. Certo, in situazioni come queste si dice che è colpa del giocatore e non del gioco, ma rimane comunque il fatto che Shio non si presta a sessioni di gioco ‘lunghe’. Questo non è assolutamente un difetto, anzi, per alcuni (me compreso) potrebbe addirittura rappresentare un pregio: la portabilità di Switch è il valore aggiunto che rende le partite brevi e intense di Shio un buon modo per ammazzare il tempo sul treno, in aereo, in pausa-pranzo, e così via.

shio

Per concludere, Shio è un platformer con un level design molto curato e mai banale. La meccanica di base attorno alla quale tutta la struttura di gioco si muove è incredibilmente divertente. L’aggiunta di piccoli elementi e variazioni rendono l’esperienza molto frenetica, con una curva della difficoltà che anche nella modalità facile darà del filo da torcere anche ai più esperti. Certo, il fattore frustrazione per i possibili (anzi, certi) ripetuti fallimenti potrebbe presentarsi forte da un momento all’altro. Per questo, Shio da il meglio di sé in sessioni brevi e soprattutto in modalità portatile, sfruttando quelle capacità di Nintendo Switch che rendono questa console, ed i suoi giochi, unica.

PER VISUALIZZARE IL VIDEO CLICCA QUI

Shio
Shio – Recensione
PRO
Level Design
Meccanica di base
Curva di difficoltà
CONTRO
Può diventare frustrante
Narrativa un po' troppo abbozzata
7.6
'Chi dorme non piglia pesci'