flood of light

Flood of Light – Recensione

Una forte pioggia cade incessantemente su Hope City. Gli esseri umani non ci sono più, hanno abbandonato la città prima che il livello dell’acqua raggiungesse livelli pericolosi. Una leggenda narra di una Grande Guida che è in grado di manipolare la luce. Così, prima di lasciare per sempre la metropoli sull’orlo della catastrofe, le ultime persone sono riuscite a posizionare dei piedistalli e monoliti per la città, i quali, una volta accesi tutti, fermeranno la pioggia. Noi vestiamo i panni della Grande Guida. Il gioco comincia sulla cima di un grattacielo, uno dei pochi che affiora sulla superfice. Da qui scenderemo per i piani di questo palazzo, attivando e accendendo i piedistalli che incontriamo lungo la via, mentre ci facciamo strada verso il piano terra.

flood of light

Questo è l’incipit di Flood of Light, puzzle game sviluppato da Irisloft e distribuito da Indienova. Ci sono molti più elementi nella storia, che parla di un futuro post-apocalittico dove umani e robot condividono il palcoscenico della fine del mondo. Ovviamente, il gioco pone l’accento sui puzzle e su una meccanica molto interessante, che nel corso dell’esperienza sarà capace di rinnovarsi, mantenendo stimolante la sfida. 

Flood of Light è diviso in livelli – cioè, i vari piani del grattacielo – ognuno dei quali presenta al loro interno diversi puzzle da risolvere. Per farlo, il giocatore dovrà trasportare le sfere di luce all’interno di monoliti, facendole passare attraverso delle laterne posizionate nello scenario. Queste, se spente, possono contenere anche più sfere. Se già accese, invece, sono inutilizzabili a meno che non si recuperi la sfera al loro interno. Lo scopo finale è quello di risucire a trovare il percorso giusto, senza finire a corto di luce. Questa semplice, quanto raffinata meccanica forza il giocatore a pensare logicamente e a cercare soluzioni alternative. Per rendere le cose più interessanti, in ogni livello vengono aggiunti sempre nuovi piccoli elementi , da ascensori che si attivano se accesi determinati interruttori, a sfere di colore diverso che hanno proprietà speciali, e via dicendo. Sono presenti dei collezionabili, rappresentati da lanterne chiamate Chief – molto difficili da raggiungere – e robot da riparare, che forniscono qualche informazione sulla storia appena accennata di Flood of Light. A tal riguardo, va segnalato che una volta accese tutte le lanterne speciali, sarà possibile sbloccare il finale segreto. Inoltre, il gioco ci assegnerà un voto alla fine di ogni livello, e ci farà vedere un numero di passi entro i quali potenzialmente terminare il piano. Questo farà la gioia dei perfezionisti, oltre ad aumentare il fattore rigiocabilità, siccome ottenere il voto S è un’impresa decisamente complicata.

flood of light

Il comparto artistico di Flood of Light è molto ispirato, con una tonalità blu/grigia a fare da padrona. Ad accompagnare il giocatore durante l’esperienza, ci sarà una colonna sonora predominata da un pianoforte molto malinconico, che restituisce l’idea di un mondo che è morto da molto tempo, ma che conserva un barlume di vita.

flood of light

Il gioco non presenta una traduzione italiana, e pure la traduzione inglese è disseminata di errori grammaticali. Questo non è un grande difetto, alla fine il gioco è godibilissimo e l’importante è risolvere i puzzle. Tuttavia, fa un po’ storcere il naso che l’impegno per la localizzazione è stato minimo.

Un ultima nota va fatta riguardo i controlli: se giocato in portatile, il cursore sullo schermo si può controllare con l’analogico destro, o anche sfruttando il touchscreen. Quest’ultimo aspetto non è spiegato in alcun modo dal gioco, tant’è che io personalmente non li ho usati per niente alla fine. Anche il controllo con l’analogico destro presenta dei problemi, a volte addirittura non registrando l’input inviato. Se giocato con il Nintendo Switch collegato al dock, è possibile sfruttare il sensore di movimento del joy-con destro per muovere il cursore sulla televisione. Pure questo, si dimostra molto poco preciso e bisogna tenere la mano molto ferma per non far impazzire il cursore.

flood of light

Per concludere, Flood of Light è un puzzle-game elegante con una meccanica decisamente interessante. Il fatto che nel corso del gioco vengono aggiunti sempre nuovi piccoli elementi mantiene l’esperienza stimolante e fresca. Un comparto artistico ispirato ed una colonna sonora molto dolce rende piacevole ogni momento passato in sua compagnia. Peccato per la traduzione inglese e per i controlli un po’ macchinosi. Se si riesce a passare sopra questi due difetti, ci si trova davanti un puzzle-game capace di coinvolgere anche i non amanti del genere.

flood of light
Flood of Light – Recensione
PRO
Meccanica delle sfere di luce geniale
Comparto artistico mai banale
Puzzle mai scontati
CONTRO
Controlli troppo macchinosi
Può diventare frustrante
7
Un puzzle game sfizioso, con una meccanica interessante