Forever Forest

Forever Forest – Recensione

Luci e ombre nella foresta

Il mondo indie si sta espandendo a dismisura negli ultimi anni, dando la possibilità a chiunque di poter sviluppare i propri progetti e mostrare al mondo la propria creatività. Anche quei paesi solitamente non associati al campo dello sviluppo di videogiochi finalmente possono mostrare il loro talento. Forever Forest è proprio uno di questi casi, sviluppato da Fictive Studio, prima software house di intrattenimento digitale del Qatar, affiancati dai berlinesi di Mad About Pandas, presenti nell’ambito già da qualche tempo.

Forever Forest si presenta come un gioco interessante, dove interpretare una creatura dalle fattezze primitive con una maschera sul viso. Il nostro compito sarà quello di riportare la luce nella foresta, un compito che richiederà l’attivazione di diversi templi, sacrificando le maschere di creature ostili e soggiogate dal potere negativo chiamate Wyld.

Forever Forest

Dietro la maschera

Cos’è che a conti fatti andremo a svolgere pad alla mano? Forever Forest è essenzialmente un survival action con qualche elemento da gioco di ruolo. Una volta usciti dal perimetro del tempio la barra della fame del piccolo protagonista inizierà a calare sempre di più, l’unico modo per non farlo morire di fame in breve tempo è quello di nutrirsi di bacche, utili anche ad aumentare alcune statistiche come la velocità o la resistenza, o dei piccoli esseri chiamati critters. La fame  non è l’unico modo per morire; il nostro mostriciattolo oltre a dover affrontare la fame dovrà vedersela con le già citate bestie mascherate, esse tenteranno di scappare, assalire o avvelenare il nostro piccolo amico pur di sopravvivere. Se riuscirete però a sconfiggere gli animali provvisti di maschere, potrete usare queste ultime per attivare nuovi templi, riportando così la luce anche nelle zone più buie della foresta, o per aumentare le vostre abilità, diventando resistenti al veleno, agli aculei, all’acqua ed altre qualità che renderanno possibile l’addentrarsi nella foresta anche più fitta.

La mappa che compone il mondo è creata proceduralmente, quindi ad ogni morte non bisognerà cullarsi sul fatto di conoscere bene una zona. Dirigersi verso nord è l’unica certezza, infatti lì la luce non ha modo di penetrare, e spetterà a noi attivarne i templi corrispondenti con il dovuto numero di maschere, che a volte richiedono di sacrificare maschere di specifiche creature prima di poter procedere.

Forever Forest

Ad un passo dall’obbiettivo

In generale Forever Forest non può essere considerato certamente un brutto gioco. Ciò di cui si sente fortemente la mancanza è una trama, una storia, o banalmente un filo conduttore per le azioni che si vanno a svolgere nelle cira 7 ore della durata dell’opera. L’intento dichiarato dagli sviluppatori è quello di creare un gioco dove si sottolinea l’importanza della connessione tra creature viventi e natura ed in parte di eco-sostenibilità. Questo intento viene però meno quando per tutto il gioco il nostro obbiettivo diventa divorare più risorse possibili, con l’intento di riportare la luce nella foresta e diventare il re dei Wyld. Una sufficienza mancata veramente per un soffio, ma la mancanza generale di coerenza negli intenti, ci fa pensare due volte sull’acquisto del titolo. Consigliato a quando ci sarà uno sconto appetibile.

Forever Forest
Forever Forest – Recensione
PRO
Scelte artistiche accattivanti
Adatto sia neofiti che esperti
Potenzialmente infinito...
CONTRO
Manca una vera e propria storia
Concept poco originale
... Ma rischia la ripetitività
5.5
Una luce un po' flebile