Sphinx and The Cursed Mummy

Sphinx and the Cursed Mummy – Recensione

Dopo aver pubblicato su Nintendo Switch la versione rimasterizzata di The Raven, e l’imminente arrivo del secondo capitolo di The Book of Unwritten Tales, THQ Nordic continua il suo processo di riproposizione di molti brand che in passato riuscirono a conquistare i giocatori con la speranza di raggiungere molta dell’utenza che si sta sempre più innamorando dell’ultimo ritrovato tecnologico di Nintendo. Quest’oggi siamo qui a parlarvi di Sphinx and the Cursed Mummy, curiosamente ribattezzato in Italia sotto il nome di Sphinx e la Mummia Pasticciona, un originale gioco di azione e avventura in terza persona ispirato alla mitologia dell’antico Egitto. Abbandoniamo, dunque, le dinamiche classiche dei punta e clicca tridimensionali di KING Art Games e tuffiamoci nell’avventura di un gioco che seppe crearsi una personalità tutta sua quando uscì per la prima volta su PS2, Xbox ed il mitico GameCube nel lontano 2004 e poi successivamente nel 2017 su PC con una edizione rimasterizzata dalla quale è tratta quella di cui vi parlerò quest’oggi.

Sphinx and the Cursed Mummy
Hey Sphinx! Hai per caso freddo ai piedi?

Le premesse per calarci all’interno di un’ambientazione Egizia di tutto rispetto ci presenteranno dapprima Spinx, uno dei due protagonisti che ci terranno compagnia per le 15 ore circa necessarie a giungere fino ai titoli di coda. Vestendo i panni del semidio metà uomo e metà leone apprenderemo dal grande saggio Imhotep l’arrivo imminente di un grande male che sta per avvolgere l’intero pianeta. Seguendo le indicazioni del nostro mentore partiremo subito alla ricerca dell’indispensabile Spada di Osiride, arma indispensabile per affrontare da vero eroe la calamità, con destinazione la città oscura di Uruk. I primi momenti di gioco saranno caratterizzati, dunque, da semplici sezioni platform destinate a farci apprendere al meglio le principali dinamiche base di questo personaggio, dotato di una grande abilità grazie alla quale è possibile sfruttare i numerosi appigli offerti dall’ambientazione ed in grado di raccogliere e lanciare oggetti contro i nemici (e non solo).

Ben presto faremo la conoscenza anche del secondo personaggio giocabile, il giovane principe del regno di Luxor Tutankhamen, intento a preparare la sua festa di compleanno assieme al malvagio fratello maggiore Akhenaton. Quest’ultimo però, come vuole la cara tradizione egizia, sta tramando qualcosa di inaspettato per il suo fratellino il quale cade prima vittima di una cospirazione nei suoi confronti e successivamente trasformato in una mummia senza vita durante una cerimonia fallita, interrotta proprio per mano di Sphinx. Da qui in poi i due protagonisti procederanno fianco a fianco, incrociando i loro percorsi in uno comune che li guiderà dritti fino alla liberazione del regno dalla minaccia predetta dal sacerdote Imothep.

Sphinx and the Cursed Mummy
Ah, i cari vecchi upgrade che non sanno di già visto!

Il gameplay del gioco, come avrete ormai intuito, è ben differenziato a seconda di quale dei due protagonisti utilizzeremo volta per volta. Sphinx è sicuramente l’eroe più dinamico dell’improbabile duo, grazie alla sua grande agilità ed alla possibilità di affrontare corpo a corpo tutti i nemici che cercheranno costantemente di fermare la nostra avanzata. Guidandone le gesta poteremo sfruttare i numerosi potenziamenti che sarà possibile ottenere di volta in volta per risolvere piccoli enigmi ambientali basati sulle sue abilità di movimento, attacco e difesa. Nei panni del semidio affronteremo gran parte delle sezioni esplorative, che ci guideranno attraverso ambientazioni più o meno vaste che necessitano di essere analizzate molto attentamente poiché nascondono una gran quantità di segreti che spesso saranno fondamentali per proseguire con la main quest.

Mentre Sphinx sarà impegnato a saltellare lungo gli stage, Tutankhamen sfrutterà un approccio più stealth e tendente al puzzle solving puro. Sfruttando le sue abilità da non morto, infatti, il mancato faraone sarà in grado di accedere ad aree inaccessibili al suo compagno di viaggio, come per esempio alcuni sarcofagi piazzati dal fratello malvagio e che fungono da teletrasporti, al fine di offrire un gameplay sempre variegato capace di mantenere sempre attiva l’attenzione del giocatore. Questo incrocio di generi, unito ad un sapore retrò che è riuscito a sopravvivere alle pieghe del tempo, riuscirà a far apprezzare Sphinx and the Cursed Mummy anche a coloro che non hanno avuto il piacere di giocarci in passato.

Sphinx and the Cursed Mummy
Tutankhamen saprà rendersi molto utile quando servirà introdursi di soppiatto da qualche parte!

Anche se il titolo firmato Eurocom Development porta sul groppone una quantità di anni da non trascurare, riesce a risultare contemporaneo grazie alla capacità che ebbero gli sviluppatori di innovare quando questo fu immesso nel mercato la prima volta. Se è vero che la prima impressione è quella che conta devo ammettere che i primi momenti in compagnia di Sphinx mi hanno restituito fin da subito un piacevole feedback, grazie ai controlli sempre reattivi ed una telecamera in grado di seguire l’azione al meglio. Anche la velocità con la quale Nintendo Switch riesce a gestire i vari caricamenti è apprezzabile, con la conseguente sensazione di avere per le mani un titolo scattante, proprio come i suoi simpatici protagonisti. L’anima old school del gioco si fa più evidente in occasione delle varie quest ed enigmi ai quali verremo sottoposti, in quanto quasi mai il giocatore verrà guidato per manina verso gli obiettivi, proprio come ai bei tempi. Certo questa caratteristica del gioco porta con sé alcuni svantaggi, come per esempio la mancanza di una mappa nonostante la presenza di sporadico backtracking o più semplicemente la possibilità mai remota di rimanere bloccati più del dovuto alla ricerca di qualche oggetto difficile da localizzare, ma sa spesso farsi perdonare grazie all’enorme soddisfazione ricavata una volta portata a termine la missione di turno.

Ultimo aggiornamento: 2024-04-25 at 00:50

Se nel complesso Sphinx and the Cursed Mummy sa dimostrarsi sempre fresco e diversificato nelle dinamiche, tra queste quella che va un pò fuori da questa linea guida è forse quella legata ai combattimenti; questi, infatti, si affidano ad un sistema di combattimento molto basilare e spesso macchinoso che non ci darà mai la sensazione di stare pianificando secondo una strategia ben specifica i nostri attacchi. Anche la mancanza di un sistema di targeting dei nemici, nonostante la bontà della telecamera (che su Nintendo Switch può fare affidamento anche alla regolazione mediante touch screen), fa si che la maggior parte delle occasioni saremo tentati di procedere premendo tasti a raffica nella speranza di sopravvivere agli scontri. Altro aspetto che mi ha sinceramente lasciato perplesso è l’enorme distanza tra un punto di salvataggio ed il successivo, che di fatto rende impossibile affrontare il titolo in sessioni mordi e fuggi come la filosofia della console vorrebbe.

Sphinx and the Cursed Mummy
Spinx di base è un atleta, e come tale potrà arrivare (quasi) ovunque il level design lo permetta.

A livello grafico, va pur sempre tenuto conto di quanto tempo sia passato da quando il titolo abbia fatto la sua prima comparsa. Va sicuramente confessato come il comparto grafico non faccia certamente gridare al miracolo, ma il fatto che il titolo venga eseguito ancorato sui 60FPS ha avuto sicuramente un impatto decisivo sulla valutazione finale. Siamo ben lontani dalla qualità delle rimasterizzazioni alle quali siamo abituati oggigiorno, ma se devo decidere tra un titolo più spoglio ma dal gameplay funzionale ed uno più pesante o addirittura mal ottimizzato, credo che facendo valere l’importanza storica del progetto si possa senza alcun dubbio accettare le texture vecchia scuola qui riproposte. A livello sonoro l’atmosfera fiabesca ed il clima egizio vengono ben riprodotti, senza comunque offrire una colonna sonora indimenticabile.

A conti fatti, dunque, Sphinx and the Cursed Mummy risulta un buon gioco se pensato come un titolo pur sempre del 2004, comunque in grado di offrire un gameplay interessante a coloro che si sono stancati di essere guidati sempre per mano dalle produzioni moderne. Non sarà un titolo imperdibile, ma personalmente mi sento di consigliarlo a chi è in cerca di una buona avventura spensierata e ricca di humor. Considerando il prezzo analogo tra fisico e digitale, fissato a €29.99, personalmente cercherei di farmi mia una bellissima cartuccia di gioco.

Sphinx and The Cursed Mummy
Sphinx and the Cursed Mummy – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Sphinx and the Cursed Mummy grazie ad un codice gentilmente offerto dal publisher, terminando l'avventura in una quindicina di ore senza grossi problemi legati alla difficoltà di un gioco che, comunque, offre un sistema di gioco vecchia scuola (seppure invecchiato molto bene).
PRO
CONTRO
7.5
UN GIOCO IMMORTALE