Crash Bandicoot N. Sane Trilogy

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy – Recensione

Il 1996 è un numero che verrà ricordato da moltissimi gamer di vecchia data come un’annata incredibile per il mondo dei videogiochi. Nell’arco di soli 365 giorni, vennero lanciate sul mercato una serie incredibilmente numerosa di nuove IP che avrebbero da quel momento in poi rivoluzionato per sempre la nostra concezione moderna di retrogaming. Tra le tante, è impossibile non citare l’arrivo in Europa di Pokémon Rosso e Blu, il primo capitolo di Metal Slug, di Quake, di Diablo. Potrei andare avanti per ore raccontandovi di come in quell’anno ebbe inizio anche la saga di Tomb Raider e di come la nostra amata Nintendo riuscì a stravolgere il regno dei funghi dotandolo per la prima volta di una incredibile resa tridimensionale grazie all’indimenticabile Super Mario 64. In mezzo a tutto questo Sony non poteva certo stare con le mani in mano e grazie al lavoro di una Naughty Dog alle prime armi decise di dotarsi anch’essa di una propria mascotte ufficiale, proprio come fece SEGA con Sonic e Nintendo con Super Mario, dando vita a Crash Bandicoot.

A distanza di 22 anni, in un’epoca nella quale siamo ormai abituati ad operazioni di remastered di ogni tipo, Crash Bandicoot è pronto a tornare con un vero e proprio remake capace di offrire ai giocatori moderni la possibilità di prendere parte, tutto in un unico pacchetto, ai primi tre capitoli della serie. A dirigere i lavori questa volta abbiamo i ragazzi di Vicarious Visions che, oltre a dotare la trilogia originale di una veste grafica tutta nuova, hanno ben pensato approfittare dell’occasione per riscrivere da zero il motore di gioco (mantenendolo comunque il più fedele possibile all’originale) ed arricchire ciascuno dei tre episodi di caratteristiche aggiuntive capaci di uniformarli tra loro. La Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, questo il nome del prodotto risultante, fu rilasciata inizialmente solo su PS4 e solo successivamente anche su Xbox One, PC e Switch. Quella di cui vi parlerò oggi è la versione dedicata a Nintendo Switch, il cui porting è stato eseguito da Toys for Bob e successivamente pubblicato dalla stessa Activision sulla piccola ibrida Nintendo.

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
Avviata la Crash Bandicoot N. Sane Trilogy sarà possibile decidere in quale dei tre capitoli tuffarsi, ciascuno dei quali sarà dotato di salvataggio dedicato ed indipendente dagli altri.

Prima ancora di considerare la Crash Bandicoot N. Sane Trilogy una semplice operazione commerciale, è possibile coglierne il valore storico nel momento in cui andiamo ad analizzare ciascuno dei tre capitoli che la compongono al fine di mettere in luce l’evoluzione che il loro gameplay ha avuto nel corso del tempo. Avviando il primissimo capitolo di Crash Bandicoot sarà impossibile non venire colti da una sensazione di stranezza, per coloro che non ebbero la fortuna di giocarci su PS1, o di nostalgia per tutti gli altri. Penso sia davvero superfluo spiegare nel dettaglio in cosa consista questo platform game con protagonista un eccentrico peramele, ragion per cui proverò a limitarmi a raccontare in che modo Naughty Dog seppe fare tesoro dell’esperienza acquisita migliorando sempre più la loro creazione una iterazione dopo l’altra.

Crash Bandicoot altro non è che un platform 3D nel quale lo scopo del protagonista è quello di giungere incolume alla fine di ciascun livello, raccogliendo lungo il percorso casse piene di frutti Wumpa che, in maniera analoga alle monete di Super Mario, ci garantiranno l’ottenimento di una vita extra al raggiungimento delle 100 unità. Il cuore del gioco è tutto qui, e viene arricchito dalla ricerca di collezionabili, aree bonus e una serie di temibili boss intenzionati a sbarrarci la strada in più di una occasione. Limitandoci al solo primo episodio, Crash sarà in grado di muoversi e saltare in uno spazio tridimensionale, seppur su binari, e di affidarsi ad una piroetta per rompere le casse e sconfiggere i nemici.

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Ultimo aggiornamento: 2024-04-26 at 11:30

Con il secondo capitolo, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back, gli sviluppatori introdussero piccole migliorie al gameplay che seppero dargli nuova linfa vitale. Il marsupiale sarà da ora in avanti capace di eseguire degli attacchi in scivolata, al seguito dei quali può compiere salti più lunghi, ed un utilissimo schianto a terra con il quale rompere un nuovo tipo di casse dedicate. Non solo, alla fine dell’avventura il giocatore godrà di un nuovo potere, la iper velocità, con il quale ripercorrere tutti i livelli del gioco muovendosi molto più rapidamente di prima.

Crash Bandicoot 3: Warped, giocato subito dopo i primi due episodi, è forse quello ne esce più vittorioso, grazie ad una serie notevole di nuovi elementi ed una varietà nelle ambientazioni senza precedenti. Innanzitutto, le varie abilità (scivolata, doppio salto, ecc.) vengono sbloccate progressivamente ad ogni boss fight ed introducono una nuova componente di backtracking con la quale dover tornare sui propri passi per scoprire tutti i segreti contenuti nel gioco. In aggiunta, per la prima volta vengono inseriti numerosi livelli acquatici ed altri che ci permetteranno di guidare veicoli ed animali.

Erano anni d’oro per il genere platform, e pensare che tutto ciò che vi ho raccontato fino ad ora avvenne nell’arco di soli 3 anni fa ben intendere quante risorse vennero investite all’epoca per far si che Crash Bandicoot fosse riconosciuto dal mondo intero come mascotte ufficiale Sony. Poterne parlare ancora oggi è dimostrazione che l’esperimento fu molto più che riuscito.

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
Prima o poi capita a tutti…

Veniamo ora nel vivo della Crash Bandicoot N. Sane Trilogy. Come già anticipato non ci troviamo di fronte ad una semplice operazione di remastering, che avrebbe solamente permesso di godere dei giochi originali ad una risoluzione migliorata, ma di una vera e propria opera di remake grazie alla quale gli sviluppatori hanno potuto non solo ridisegnare completamente le forme di personaggi, nemici ed ambientazioni, ma dotare ciascuno degli episodi originali di caratteristiche che magari erano state introdotte successivamente.

Oltre ad aggiunte prive di un vero e proprio impatto nel gameplay, come la possibilità di giocare nei panni di Coco (la sorellina di Crash) anche nel primo capitolo e non solo nel secondo e nel terzo, la N. Sane Trilogy gode di alcuni accorgimenti capaci di rendere la vita meno dura a coloro che avevano completamente rimosso dalla memoria quanto fosse difficile liberare il mondo dall’infida presenza del Dr. Neo Cortex. In particolare, anche in Crash Bandicoot (1) è stato implementato un sistema di difficoltà dinamica che nei capitoli successivi permetteva al giocatore di ricevere aiuti in termini di checkpoint aggiuntivi o maschere Aku Aku qualora questo non riuscisse a superare determinate sezioni di gioco a causa delle numerosissime morti. Sempre nel primo episodio, dove all’epoca la morte all’interno di una sezione bonus significava la perdita di una preziosa vita viene ora implementato un sistema più permissivo che garantisce un numero illimitato di tentativi circoscritto a queste aree opzionali. Colpo di grazia per tutti coloro che vogliono essere premiati con una percentuale del 100% al termine di ciascuna delle tre imprese, anche i primi due giochi sono stati dotati di sfide a tempo con le quali ottenere reliquie di zaffiro, oro o platino riaffrontando gli stage già superati e cercando di battere i par time di ciascuno di essi.

Oltre a tutte queste feature che sono state “scippate” da altri capitoli al fine di rendere ciascuno dei tre giochi presenti nella N. Sane Trilogy il più completo possibile a livello puramente contenutistico, Vicarious Visions ha dedicato parte dello sviluppo anche all’introduzione di nuovi elementi non presenti nei titoli originali. Primi fra tutti è ora possibile prendere parte ai due nuovi livelli Stormy Ascent e Future Tense, contenuti rispettivamente in Crash Bandicoot e Crash Bandicoot 3: Warped. La seconda aggiunta, che si può disabilitare ma vi sconsiglio caldamente di farlo, è rappresentata dal salvataggio automatico alla fine di ciascun livello; una vera manna dal cielo per tutti coloro che in epoca PS1 imprecavano dopo aver spento la console senza prima mettere al sicuro i propri dati sulla memory card dedicata. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di godere di alcuni suggerimenti durante le varie schermate di caricamento. Nonostante quest’ultima caratteristica possa sembrare superflua, è proprio grazie ai vari indizi forniti che risulterà più semplice ottenere i vari collezionabili, sotto forma di gemme colorate, che vengono rilasciati solo in seguito a determinate azioni svolte all’interno di livelli specifici. Tale possibilità risulta fondamentale per coloro che vogliono scoprire tutti i segreti del gioco in quanto ottenere le gemme permette di sbloccare percorsi secondari.

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
Guarda mamma, sono un hacker <3

In mezzo a tutte queste migliorie ed accorgimenti, il team di Vicarious Visions in fase di ricreazione del gioco ha deciso di mantenere inalterata quella che è la vera anima di Crash Bandicoot: il livello di sfida che non lascia spazio ad errori o male-interpretazioni della prospettiva. La conseguenza di tale scelta, che molti potrebbero criticare ma che personalmente ho apprezzato in quanto dimostra come si sia cercato il più possibile di non snaturare ciò che il folle peramele ha rappresentato all’epoca, è che il giocatore moderno e non più abituato al concetto di platform tridimensionale potrebbe trovare in questa trilogia un prodotto estremamente complesso e proibitivo. Questo perché Crash Bandicoot è un gioco che va affrontato con pazienza e con un approccio ragionato, e se deciderete di dargli una possibilità vi renderete lentamente che la N. Sane Trilogy è un prodotto alla portata di tutti; sta a voi decidere se finirlo e basta o se puntare al 100%, ovviamente con un aumento notevole delle imprecazioni!

Sotto l’aspetto puramente stilistico, il lavoro svolto dagli sviluppatori non lascia spazio a critiche od obiezioni. Vicarious Visions ha lavorato sui tre giochi contenuti nella trilogia partendo da zero, e riproducendo in maniera certosina solamente le proporzioni del personaggio rispetto agli elementi presenti in ciascun livello. In questo modo è stato possibile riprodurre le tre opere quanto più fedeli alle originali dotandole di nuovi effetti di luce ed acqua capaci di renderle quanto più possibile al passo coi tempi. Ovviamente non parliamo di miracoli, in quanto le ambientazioni non sono state arricchite da elementi che non fossero già presenti nei modelli di partenza, ma il risultato complessivo è una vera gioia per gli occhi sia di chi si approccia al marsupiale di Naughty Dog per la prima volta sia per i giocatori che ne conoscono a menadito le avventure. L’operazione di restyling estremo si è spostato anche nella completa rimasterizzazione delle tracce audio e degli effetti sonori, con una qualità decisamente superiore ma tale da mantenere inalterato il feeling originale.

La conversione su Nintendo Switch deve lasciare spazio a qualche compromesso, come la mancanza di qualche ombra e un abbassamento di risoluzione che in modalità docked si assesta a 720p mentre in portatile cala ulteriormente a 480p. Sebbene pensando puramente ai numeri si dovrebbe urlare allo scandalo vi assicuro che il risultato ottenuto sul piccolo schermo della console è paragonabile in tutto per tutto alla resa visiva ottenuta attraverso il TV. Tutto questo proprio grazie all’ottimo lavoro di Toys for Bob che ha saputo gestire egregiamente le operazioni di post processing delle immagini applicando sapientemente filtri capaci di limitare il più possibile l’aliasing. Anche a livello di frame rate non possiamo avere di che rallentarci, visto che il titolo rimane fisso a 30FPS come tutte le altre versioni (solo su PC è possibile salire a 60FPS); durante le oltre 15 ore di gioco che mi sono state necessarie per terminare l’intera trilogia non ho mai assistito ad un solo calo del frame rate. Ottimo lavoro ragazzi!

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
Vi sembrerà strano, ma prendere tutte queste casse è una delle operazioni che mi ha causato più difficoltà!

Che dire, dunque, se non complimenti ai ragazzi di Toys for Bob per l’ottimo lavoro di conversione svolto per permettere anche ai possessori di Nintendo Switch di godere di questa fantastica Crash Bandicoot N. Sane Trilogy. Seppure con qualche compromesso, l’esperienza ibrida si rende godibile in modalità portatile tanto quanto in docked e non ha nulla da invidiare a quanto offerto ai giocatori PS4 l’anno scorso e, successivamente, a quelli Xbox One e PC. L’opera di svecchiamento di una icona così importante del mondo dei videogiochi ha saputo dare i suoi frutti fin da subito, tanto che in diversi paesi il titolo di Vicarious Visions ha dominato le classifiche di vendita dell’eShop dimostrando quanto sia stato importante offrire tale remake anche agli utenti Nintendo. Visto l’impatto commerciale della nuova ammiraglia di Kyoto non possiamo che ritenerci soddisfatti e speranzosi per ciò che riguarda il futuro. Ora non ci resta che aspettare l’arrivo anche della Spyro Reignited Trilogy, secondo noi è solo questione di tempo.

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
Crash Bandicoot N. Sane Trilogy – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho provato Crash Bandicoot N. Sane Trilogy grazie ad un codice gentilmente offerto da Activision, giocando e finendo tutti e tre i capitoli della trilogia senza minimamente preoccuparmi della percentuale di completamento. Qualcosa mi dice che prima o poi tenterò l'impresa del 100%, ma prima devo trovare qualcuno in grado di fornirmi l'assistenza mentale necessaria a gestire il controllo delle mie "emozioni"!
PRO
CONTRO
7.4
BOO ROO DE GAH