The Lord of the Rings: Gollum

The Lord of the Rings: Gollum – Recensione

Gioca nei panni di Gollum alla ricerca del suo Tesoro in una nuova avventura concepita da Daedalic Entertainment e Nacon…

Lord of the Rings: Gollum
Data di uscita
25/05/2023
Versione testata
PC
Sviluppatore
Daedalic Entertainment
Publisher
Nacon
Genere
Avventura / Puzzle / Azione
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
6.5
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“Fredda la mano, le ossa e il cuore, freddo è il corpo del viaggiatore, non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è calato e la luna è morta.” Così recita il personaggio afflitto dal bipolarismo acuto Gollum/Sméagol al chiaror della luna durante il viaggio verso le Montagne di Mordor insieme a Frodo e Sam. L’universo immaginario fantasy creato da John Ronald Reuel Tolkien non ha sicuramente bisogno di presentazioni, poiché divenuto nel corso degli anni – nonché decenni – uno dei più celebri scrittori del novecento. Considerato l’antesignano del genere fantasy per come lo conosciamo ed intendiamo; nasce dopotutto come importante studioso della lingua inglese antica, figlio di artigiani. Ebbe una vita degna di essere vissuta, colma di momenti speciali ed altri piuttosto strazianti. Fu proprio durante l’adolescenza, all’inizio dei suoi studi dal latino all’anglosassone, che Tolkien riuscì ad interessarsi ad una lingua sconosciuta considerata dai più come artificiale, ovvero l’animalico creato dai cugini. L’interesse nei confronti di questo nuovo intreccio di parole svanì poco dopo, ma non per il giovane Tolkien che cercò dal canto suo di evolvere il dioma imparato in qualcosa di altrettanto unico e paradossale. La sua passione per i codici e le lingue artificiali non scomparve assolutamente; infatti diede vita subito dopo al Nevbosh e al Naffarin, entrambe inserite nel 1909 nel taccuino composto da sedici pagine chiamato “The Book of the Foxrook”. Ma solo dopo qualche anno, a seguito di un viaggio di vacanza in Svizzera, che Tolkien iniziò ad immaginare la storia di un giovane esploratore attraverso le Montagne Nebbiose. Come ogni giovane dell’epoca, prese parte all’imminente Prima Guerra Mondiale con l’esercito britannico. Dopo il congedo dall’esercito, lo scrittore si impegnò all’Oxford English Dictionary con lo scopo di proseguire i suoi floridi studi nella lingua latina ed anglosassone. Nella sua vita, fino alla morte nel 1973, scrisse diverse lettere e dei racconti immaginati inizialmente come delle fiabe per i propri pargoli. Tolkien non fu solo l’autore de Lo Hobbit, del Silmarillion o de Il Signore degli Anelli, bensì l’ideatore di una lingua così espressiva ed eloquente (sia in forma scritta che verbale) come quella elfica. Il padre del genere fantasy: la sua incontrovertibile sapienza si espanse negli anni successivi alla sua morte, anche grazie all’eredità acquisita dal figlio Christopher che cercò in qualunque modo di radunare i vari manoscritti e far conoscere al mondo intero le storie intricate del padre.

Tolkien è considerato come uno degli scrittori più illustri del novecento. Lo Hobbit è un emozionante viaggio alla scoperta di un segreto nascosto e di una quantità esorbitante di razze fantasy. Lo stesso autore non si sarebbe mai aspettato che le sue storie avrebbero ottenuto da lì a poco un successo così strepitoso e smagliante. Le vicende del piccolo e astuto Bilbo Baggins e del mago Gandalf ottennero un discreto interesse nel pubblico di tutto il mondo. Il Signore degli Anelli, ancora più famoso del suo predecessore per via della sua storia tripartita (disponibili tre volumi distinti), fu concepito per narrare gli eventi postumi de Lo Hobbit, nello specifico per raccontare le vicende della Compagnia dell’Anello. Il mondo inscenato dallo stesso Tolkien è qualcosa di meraviglioso, sensazionale ed unico. Le Terre di Mezzo sono ancora adesso un modello di ispirazione continua per i vari giochi di ruolo cartacei o per le storie a sfondo fantasy d’autore. Il tipo di narrativa – adesso considerata tolkieniana – giunse alla sua maturità a cavallo tra gli anni ‘90 ed i primi 2000, anche grazie all’uscita della trilogia cinematografica condotta da Peter Jackson. Ad oggi mancherebbe solamente all’appello il Silmarillion: una delle storie più intense e drammatiche dello scrittore britannico. Da questa lunga premessa si evince che Tolkien rappresenta per il panorama letterario e nell’immaginario collettivo in generale una figura di considerevole rispetto. Diede vita ad una serie importante di personaggi, tra cui l’iconico Gandalf, oppure l’antitesi dell’opera Sauron. Ognuno viene descritto in maniera quasi minuziosa e maniacale, come lo stesso Tolkien era abituato a raccontare anche a voce. Per questo i tomi scritti dal britannico sono considerati non di facile lettura, poiché richiedono un’attenzione non indifferente nelle tante elucubrazioni sui luoghi/personaggi. Il panorama videoludico non si è mai opposto alla lenta, ma inesorabile avanzata del genere fantasy. Anzi, l’ha accolta con un certo entusiasmo. Le riproduzioni videoludiche de Il Signore degli Anelli non mancano in alcun modo. I videogiochi ambientati nella terra di mezzo sono davvero tanti: gli ultimi più rappresentativi sono “L’ombra di Mordor” e “L’ombra della Guerra” entrambi di Monolith Productions. Tra i titoli non ufficiali, rammento Angband, un roguelike basato sul Silmarillion e uscito negli anni ‘90. Nel corso delle scorse conferenze videoludiche losangeline (E3 in primis), Daedalic Entertainment (sviluppatore tedesco noto principalmente Deponia ed Edna & Harvey) annuncia l’ambizioso e per nulla semplice The Lord of the Rings: Gollum. Un titolo pubblicato da Nacon che mostra sin da subito la sua vicinanza ad uno dei personaggi più particolari e complessi dell’opera letteraria fantasy. Un tipo alquanto ambiguo: in bilico tra la sanità mentale e l’autorevolezza. Il gioco incentrato su Gollum è disponibile su console e PC dal 25 maggio 2023. Senza ulteriori indugi, scopriamo finalmente insieme di cosa si tratta in questa nuova e approfondita recensione.

Lord of the Rings: Gollum

La storia perduta: tra i meandri dello hobbit sopravvissuto

Se ci si ferma un attimo a riflettere sui tanti personaggi presenti sia ne Lo Hobbit che nel Signore degli Anelli, quello meno affermato è proprio il piccolo e arrogante Gollum. Da molti viene considerato ingiustamente come una comparta. Tuttavia è fondamentale per entrambi i viaggi: prima con Bilbo e poi con Frodo. Uno di quei personaggi che fa da collante per le varie opere narrative e che mette in difficoltà entrambi protagonisti con una serie di enigmi ben elaborati. Il suo scopo principale è quello di possedere “l’unico anello” che quasi come una vittima lo richiama a sé costantemente. Gollum appare come un personaggio consumato e corrotto dal possesso dell’Anello, che gli ha allungato la vita in modo innaturale; inizialmente faceva parte della razza degli Hobbit (nello specifico uno Sturoi), ma poi si imbatte nell’anello cinquecento anni prima di Bilbo. Il suo nome da Sturoi era Sméagol. A causa della perversione dell’anello, il suo personaggio si divide in due animi: Gollum è quella più efferata e corrotta, mentre l’altra la più ingenua e buona. La bipolarità del suo personaggio lo rende assai stuzzicante, poiché non puoi mai sapere come si comporterà nei confronti degli altri. Con lo stesso Bilbo (e poi Frodo) cerca innanzitutto di aiutare guidando gli avventurieri verso il proprio obiettivo; ma il suo vero fine è quello di riprendere l’anello, il suo “tesssoro“. Considerato tutto ciò, il lavoro compiuto da Daedalic è quello di raccontare uno spaccato di vita di Gollum, rendendolo da personaggio secondario o quasi antagonista a protagonista principale. Una conversione piuttosto importante che richiede ovviamente degli elementi narrativi e di scrittura a supporto, così da convincere l’appassionato più sfegatato o coloro che non conosco in alcun modo Arda. Tolkien riuscì a tratteggiare la sua storia con grande attenzione, quasi chirurgica. Dopo aver perso l’anello, inizia a vagare per le terre di Mordor. La storia di The Lord of the Rings: Gollum si frappone tra gli eventi de Lo Hobbit e il Signore degli Anelli, dove lo stesso Sméagol affronta “la sua detenzione” alla ricerca spasmodica dell’anello, facendosi anche catturare dagli orchi di Moria. Il suo viaggio è un po’ lapalissiano, afflitto da una quantità non indifferente di torture ed orrori. Infatti lo stesso Tolkien per volontà narrativa non fornì mai troppe informazioni a riguardo, lasciando che siano i lettori ad apprendere – attraverso i dialoghi – quanto accaduto negli anni di prigionia.

Daedalic non ha fatto creato una storia dal nulla, inventandosi di sana pianta il racconto straziante di Gollum: si è prima informata con diversi esperti della storia tolkieniana, fino a concepire l’intreccio presente nel gioco e visibile a tutti. Il comparto narrativo non è solo ambizioso sulla carta, bensì anche ammirevole. Sono riusciti ad impreziosire un personaggio già di per sé approfondito, andando a toccare delle corde assolutamente particolari e inedite. L’interpretazione è formidabile, nonostante non sia svolta dallo stesso attore presente nel film di Jackson. Per un personaggio del genere è fondamentale la trasposizione vocale, poiché riesce ad esternare ciò che di buono e sbagliato c’è in quello che Gollum fa nell’avventura. Il dualismo è convincente, così come la caratterizzazione. E’ sicuramente uno degli aspetti migliori di tutto il gioco, anche se a perdere di interesse è tutto il resto, a causa di una disorganizzazione generale dello sviluppatore. Gli intermezzi narrativi sono incentrati solo sul protagonista; non ci sono personaggi di rilievo a fare da contorno, bensì delle razze considerate “maligne” che vogliono in tutti i modi fermare il povero Sturoi. Simpatica la possibilità di poter scegliere attraverso delle risposte multiple l’avanzamento del personaggio a livello caratteriale. Alle volte risultano irrilevanti ai fini narrativi o di gioco: non portano a nulla, solo ad un accenno di approfondimento del personaggio. La parte di Sméagol risulta essere troppo intraprendente alle volte, mentre quella di Gollum meno incisiva e spietata del previsto. Bisogna anche considerare che logisticamente ancora il personaggio deve maturare, quindi potrebbe anche starci come soluzione. Però badate bene che non vi troverete dinanzi allo stesso Gollum visto al cinema o letto nei romanzi. Le affinità sono tante, ma lo svolgimento della trama prende una piega più autoriale. La storia si suddivide in dieci capitoli della durata di circa venti ore. Una longevità piuttosto nella media, visto che il gioco può essere terminato anche prima (se saltate alcune missioni secondarie). Non aspettatevi grossi colpi di scena (forse uno legato ad un personaggio), poiché il finale è già scritto e impresso nelle menti di tutti. Al di là di questo aspetto, il gioco non vuole stupire il giocatore. Anzi, lo scopo è quello di raccontare una versione oscura di Gollum. Non riesce sempre ad entusiasmare, però almeno ci prova: questo è da apprezzare, specialmente considerando gli ultimi lavori svolti di Daedalic. Il titolo è disponibile in lingua italiana per quanto riguarda i sottotitoli ed i menu, mentre il resto è in lingua inglese.

Lord of the Rings: Gollum

Un personaggio con doppia personalità: tra egoismo e bontà quale scegliere?

Il nodo cruciale di The Lord of the Rings: Gollum non è tanto la storia, bensì il comparto ludico. Sin dalle prima apparizioni, il gioco si è mostrato con troppe aspettative sul groppone. Un problema che non è riuscito in alcun modo a scrollarsi di dosso, persino adesso che sono trascorse diverse settimane dall’uscita. L’ambizione era veramente alle stelle, per via di un titolo così altisonante come Il Signore degli Anelli. Una licenza che salta immediatamente agli occhi, persino a chi non ha alcuna confidenza con le storie di Tolkien. Non entreremo nel merito di come è giusto gestire una licenza o meno. Eppure il gioco a livello narrativo è decisamente discreto (mai esaltante, del resto). Il problema più evidente è quello tecnico. La modellazione del protagonista è tutta sbagliata. Il volto di Gollum è completamente diverso da quello mostrato dai trailer, nonostante il filo comune sia la sua evidente bruttezza e corruzione dovuta dall’anello. Le animazioni invece sono molto grossolane e grezze. La qualità delle texture è altalenante: in alcune zone buona, in altre parecchio carente. Per quanto riguarda il frame-rate, in generale il gioco è tendenzialmente poco stabile; questo anche grazie ad un PC di alte prestazioni. Il contrasto tra le location più cupe e quelle aperte è veramente grande. Le strutture architettoniche nel fondale sono abbozzate e mai così elaborate. La componente visiva è piuttosto spigolosa, anche se qualche guizzo è sempre presente sparso un po’ ovunque. Ovviamente qualche scorcio visivo è ben percepibile, come ad esempio quello legato alla foresta elfica o negli stessi sotterranei di Mordor. La componente musicale e sonora è piuttosto buona e pomposa al punto giusto: nulla da eccepire al riguardo.

Il gameplay nudo e crudo di Gollum è trafitto da un altissimo senso di derivazione. Le sequenze platform sono piuttosto mediocri, in alcuni casi troppo basilari. Nonostante l’agilità del protagonista e l’ampia scelta di sequenze, il gioco non riesce in alcun modo ad eccellere nel gameplay. Sono tante le sezioni da fare stealth; il tutto svanisce quasi istantaneamente, per via di un’intelligenza artificiale poco reattiva. Non vi troverete mai in situazioni ostili in cui uscire. Le ronde nemiche non rappresentano una vera minaccia per il giocatore. Le deviazioni sono identiche alle strade principali, senza un grado di difficoltà più alto. Il risultato è un platform con fasi action poco stimolanti e divertenti. Scorre con poca naturalezza e grazia, come si confà ad un personaggio del genere, ma per motivi alquanto sbagliati. Le interazioni con il mondo circostante sono piuttosto poche e limitate. Nel gioco sono previsti degli enigmi ambientali, alcuni più interessanti di altri. Le missioni sono sì tante, ma spesso ripetitive e con meccaniche di gioco già viste altrove. Non si riesce in alcun modo a scorgere quelle novità tanto decantate dai trailer. Non è un titolo volutamente mediocre, nella sua ingenuità riesce a mostrare qualcosa di piacevole e simpatico. Tuttavia l’effetto stupore svanisce quasi subito, dopo aver vissuto uno dei tanti caricamenti di gioco.

In conclusione, The Lord of the Rings: Gollum è un platform con fasi action tridimensionale davvero altalenante di Daedalic Entertainment e Nacon. La struttura narrativa risulta essere piacevole da seguire, anche se non estremamente stratificata e descrittiva come quella dei libri a cui si ispira. Il personaggio di Gollum viene dunque messo in risalto, nonostante la sua veneranda età e quello già visto sia ne Lo Hobbit che nel Signore degli Anelli. Incentrare una storia intera su un personaggio simile poteva essere un azzardo, eppure concettualmente Daedalic ha dimostrato tanto coraggio. Purtroppo si è persa nell’esecuzione, non essendo abituata a gestire licenze di questo tipo e soprattutto videogiochi con un ritmo così serrato. Il gameplay è poco convincente come la componente tecnica. Se avessero fatto un’avventura grafica, sicuramente avrebbero ricevuto più consensi e approvazioni (in quanto maestri, quando fanno le cose con i giusti tempi). Un titolo che arranca su più fronti, mostrando dei limiti di sviluppo non indifferenti. Nonostante sia da apprezzare la narrazione ed alcuni aspetti di gioco, il resto è facilmente sovrapponibile ad altro. Il gioco è disponibile su console e PC dal 25 maggio 2023 al prezzo di 49,99 euro. Un rapporto qualità-prezzo poco sostenibile e coerente. Se siete interessati al gioco di Gollum, il consiglio è di attendere degli sconti o un forte calo di prezzo.

The Lord of the Rings: Gollum
The Lord of the Rings: Gollum – Recensione
PRO
Trama piacevole e interessante;
Stuzzicante la scelta del protagonista;
Colonna sonora meravigliosa.
CONTRO
Gameplay troppo rudimentale e derivativo;
Facilmente sovrapponibile ad altro;
Tecnicamente altalenante;
Elementi ludici ripetitivi e noiosi.
6.5
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