Lumini

Lumini – Recensione

Mentre sul fronte tripla A il mercato videoludico ha visto più di un rinvio, gli studi indipendenti continuano a sfornare produzioni nuove o porting degli scorsi anni. Questo secondo caso è quello che riguarda Lumini, sviluppato da Speelbaars per PC nel 2015 e che a cinque anni di distanza arriva su console (PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch) pubblicato da 2Awesome Studio. Per poco meno di dieci euro (9,99€), Lumini ci trascina in una corsa continua per la sopravvivenza.

Il Team purtroppo non è riuscito a raggiungerla, e si è diviso nel 2017. A salvare Lumini e a portarlo su console però, ci ha pensato 2Awesome Studio, che ha raccolto i cocci, li ha rimessi insieme con un filo d’oro e ha deciso di rilasciare nuovamente il prodotto a fine gennaio.

Lumini è rapido, quasi innocuo. Il titolo perfetto per un pomeriggio invernale?

Lumini non mette nessuna linea di dialogo a schermo. Mai, le uniche scritte (in italiano) le vedrete nelle opzioni o per illustrarvi i pochi comandi – ad ogni accensione.

È uno di quei titoli che invitano il giocatore a capire la storia da ciò che succede, o meglio, dai murales e dalle statue che incontreremo nella nostra corsa evolutiva. Speelbaars ci mette alla guida di uno stormo (o banco) di Lumini, esseri ibridi tra uccelli e pesci e capaci di abilità diverse a seconda del colore. Viaggiando tra le diverse ambientazioni, cercando di raggiungere degli obelischi cubici che fanno anche da check-point, bisognerà raccogliere dei fiori di luce da trasformare in altri Lumini con cui rimpinguare il nostro stormo.

Una delle prime fasi di gioco, di fronte ad uno dei primi obelischi.

Lumini è praticamente il figlio illegittimo di Pikmin e Flow. Ogni pesciolino oltre a poter rilasciare un’onda stordente, ha la sua qualità distintiva. Quelli blu sono più veloci, quelli rossi scatenano esplosioni, quelli gialli sono elettrici e attirano a sè le fonti di luce, mentre la capacità di quelli viola non ve la riveleremo. Lo scopo del gioco è portare i Lumini in fondo all’avventura, evitando o sconfiggendo le creature che popolano il mondo ideato da Speelbaars. È un gioco dove si sopravvive, a qualsiasi costo, anche lasciando indietro alcuni membri della nostra specie per poter scappare.

Lumini non è difficile, o almeno non al punto di rimanere senza esserini, basterà poi raggiungere un check-point, per far sì che vengano rigenerati e proseguire senza alcun problema.

Sparse nelle grotte ci sono poi delle piante speciali, contenenti dei genomi in grado di far evolvere i nostri Lumini e potenziarli. Oltre a mutare esternamente, verrà ampliato leggermente il raggio dell’onda stordente favorendo la progressione nel gioco. Il viaggio di Lumini dura circa tre ore, al termine del quale verrà sbloccata una modalità difficile, in cui i mostri ci daranno la caccia con più veemenza. Niente di più, la rigiocabilità del titolo si ferma infatti alla sola difficoltà maggiore, e anche in questo caso questa non rappresenta una grande sfida. Anche raccogliere dei cristalli segreti, nascosti da piccoli enigmi ambientali, sembra non portare a nulla, anche perché non viene mai evidenziato quanti siano in totale ne a cosa serva raccogliere tutto. Magari sono legati ai bozzetti  accessibili dal menù principale, ma non c’è alcuna indicazione a schermo a prova di ciò. Tutto rimane  inspiegabilmente avvolto nel mistero. Purtroppo questo non raccontare nulla al giocatore si trasforma in una lama a doppio taglio, togliendo qualsiasi interesse alla ricerca di un significato.

Qui potete vedere dei Lumini evoluti

L’altra grossa meccanica di gameplay di Lumini è il poter dividere in due il nostro banco, controllandone ogni metà con uno dei due analogici. Questo dà vita agli enigmi ambientali che costellano tutte le ambientazioni del titolo. Tra pulsanti da illuminare e mulini da azionare l’esplorazione di grotte e templi sperduti nella giungla mantiene un ritmo costante fino ai titoli di coda. Purtroppo invece non c’è alcuna strategia per affrontare i pochi nemici, che non sia stordirli o semplicemente evitarli durante la nostra corsa. Magari andando a fondo nella meccanica dei due gruppi si poteva sperimentare qualche  avversario in più, affrontabile con un solo tipo di Lumini o in un altro modo.

Uno dei cristalli raccolti, non ci viene detto quanti ce ne siano.

Visivamente, almeno su Nintendo Switch, Lumini sente il peso degli anni, non mostrandosi sicuramente nel suo aspetto migliore. In modalità docked gli elementi a schermo hanno un effetto blur sfocato, mentre la situazione migliora decisamente in portatile. Data la breve durata della produzione, potreste completare l’avventura in un’unica sessione, senza rischiare che la batteria vi obblighi ad interrompere la corsa. Molto buone invece le musiche, unico complemento sonoro oltre ai versi della fauna di Lumini. La colonna sonora è orchestrale e si adatta all’ambiente, con cadenza specifica per gli incontri con gli esseri ostili, e con sonorità più leggere per i momenti di quiete.

Una delle ultime location del gioco, i Murales indicano la storia dei Lumini.

Lumini purtroppo sente il peso degli anni. Uscito inizialmente nel 2015, ci troviamo di fronte ad un titolo sufficiente ad intrattenerci per un pomeriggio, ma a cui difficilmente vorrete dedicare un secondo giro. Questo per una colpa di contenuti: nascondere l’intera trama ed epica del titolo dietro dei murales, lasciando tutto all’interpretazione del giocatore, causa l’effetto contrario. Un disinteresse crescente che ci spinge solamente a raggiungere il prossimo check-point, sperando che i titoli di coda arrivino prima di perdere del tutto la curiosità. Purtroppo non è un titolo da avere a tutti i costi, ed è facilmente sorvolabile nella marea di produzioni indipendenti attuali.

Lumini
Lumini – Recensione
PRO
Buone musiche
Si completa in una singola sessione
CONTRO
Graficamente arretrato
Rigiocabilità nulla
Troppo mistero si trasforma in disinteresse
...Si completa in una singola sessione
6.2
Senza alcuno sforzo