Lovercraft's Untold Stories

Lovecraft’s Untold Stories – Recensione

“Quando gli uomini scelsero di avventurarsi nella misericordia, la mia quiete fu destata dall’incombenza di smarrire il passo e giungere nell’oblio più profondo della strada.” Potrebbe riassumersi qui, in questa breve e pragmatica frase, il racconto e la recensione del gioco, eppure – per la fortuna di molti – così non sarà, e dunque apprestiamoci ad analizzare le gesta del Team di sviluppo Russo Blini Games, coadiuvate dal noto publisher di videogiochi BadLand Publishing, sul titolo – uscito precedentemente nella versione Steam per PC –  Lovecraft’s Untold Stories per Nintendo Switch. Il genere proposto in questo gioco è il Rouge-like, un termine che di suo è molto restrittivo, poiché cerca di racchiudere diverse tipologie e renderle “uniche“;  la parola rouge, infatti, descrive colui che, in trappola, prova a raggiungere la fine di un dungeon. Le meccaniche generali sono archetipi assimilati durante la creazione del genere stesso, ovvero il predecessore dungeon crawler, dove possiamo vedere parecchie somiglianze. Dopotutto, l’estetica di un Rogue-like ricorda quest’ultimo stile, lasciando intendere che per poter raggiungere l’obiettivo o il mostro finale, prima di ogni altra cosa è necessario svuotare la stanza. Gli ambienti, tipicamente, creati proceduralmente, la casualità dello spawn-point degli oggetti principali e il permadeath sono caratteristiche importanti e che, a prescindere dall’interfaccia grafica che si assume – isometrica dall’alto, nel nostro caso – e si intende ricreare, evidenziano così la difficoltà del level-design che permea all’interno di un gioco di queste fattezze. Gli elementi chiave rendono un quadro che, nell’ultimo decennio, ha visto parecchi esponenti, tra cui: The Binding of Isaac – disponibile anche la nostra recensione -, Crypt of the NecroDancer, Enter the Gungeon o Soulblight. Sono tutti titoli che nel panorama videoludico più core, hanno lasciato un significato indelebile.

La paura dell’ignoto o il pessimismo cosmico sono delle forti rappresentazioni emerse nelle opere dello scrittore di letteratura horror di Providence H.P. Lovecraft, e solo negli ultimi tempi ha ispirato sviluppatori di videogiochi a dedicargli delle trasposizioni più o meno fedeli. Non è sempre stato così, proprio per colpa del genere che si intende perseguire e non facile da digerire da tutti. Le tematiche sono appunto difficili da affrontare, specialmente se in un contesto come il rogue-like, dove devi avere il pieno controllo del tuo personaggio, degli oggetti da usare e appena raccolti, dai nemici da sconfiggere, oltre all’enigma che ti richiede per ultimare la mappa prima del boss. Lovecraft’s Untold Stories sarà dunque riuscito a rispettare i canoni imposti dal genere e dalle tematiche narrative, e soddisfare il videogiocatore più ludico?

Lovecraft’s Untold Stories
Hub centrale – dopo il prologo, vi ritroverete in questo grande stanza per analizzare i passaggi più salienti della storia e modificare il vostro equipaggiamento. Il portale centrale vi introdurrà alla prossima mappa.

Storia & Narrativa – La paura dell’ignoto: è il giusto compromesso tra fedeltà e invenzione delle opere letterarie Lovecraftiane?

La narrativa di Lovecraft, come detto poc’anzi, sfugge dalle menti di chi non ha mai avuto l’occasione di conoscerlo. E lungi dall’essere pretenzioso, ma lo scopo non è quello di metterlo in una vetrina, bensì esporre – anche brevemente – quello che il team di sviluppo del gioco ha voluto fare, reinventando alcune parti perfino di sana pianta e “giustificando” come poteva. Il titolo offre una porzione della trama in modo quasi marginale, spiegando mediante la raccolta delle informazioni contenute nei tomi, il culto sui Grandi Antichi. Se solo volessimo, essendo anche non localizzato nella nostra lingua italiana – purtroppo solo in Inglese -, potremmo benissimo non leggere nulla e occuparci solo del gameplay. Tuttavia, non lasciatevi ingannare. La linea narrativa, sebbene non segua in corrispondenza l’avventura dei miti dello scrittore di provincia, è ottima: incredibilmente coinvolgete e referenziale. Il nome Cthulhu sicuramente vi dirà qualcosa. L’atmosfera cupa e tenebrosa crea un miscuglio di sensazioni e malessere, donando al giocatore smarrimento e insicurezza. La prosecuzione della trama evolve con qualche colpo di scena, con un approccio sicuramente inusuale e che lascia sbigottiti, anche se il risultato finale è davvero soddisfacente.

Calpesteremo varie location, quali: la magione vittoriana, un cimitero infestato, un ospedale e le strade di una città portuale. Luoghi che vengono intrisi di poche luci, macchie di sangue e tanto senso di inquietudine. La componente estetica è gradevole, una pixel art sviluppata minuziosamente, con contorni lineari e qualche imprecisione (dovuta dalla densità poligonale non presente, ovviamente, e che non stabilisce a pieno la figura dei protagonisti). Le ombre rendono il contesto lugubre delle location, più ammantato: il lato tecnico delle ombre, invece, è da rivedere, perché non sfrutta completamente il movimento della camera laterale e scaturisce in un effetto non banale chiamato flickering.

Lovecraft’s Untold Stories
Informazioni generali e percentuali sul progresso della storia – I Grandi Antichi e gli Dei Esterni: per avanzare con la trama, bisognerà raccogliere i documenti disseminati nelle mappe.

Gameplay – Lo stile più ruggente e hardcore: il Rouge-like… e la sanità mentale!

La componente migliore del gioco è il gameplay, che scaturisce in un svuotare velocemente le stanze (davvero ampie e spesso lunghe da percorrere, per un genere così piuttosto immediato) e accaparrarsi degli oggetti. Quest’ultimi non saranno pochi, avremo a disposizione un intero inventario con oltre una ventina di slot disponibili – solo sei dedicati alla cure o ai tasti direzionali come macro sequenze – e, all’interno dell‘hub centrale “Strange Place” (il luogo subito dopo aver concluso il prologo iniziale nella villa vittoriana) troveremo un marchingegno in grado di contenere tutti gli oggetti che intendiamo depositare, sia durante questa fase di stasi e organizzazione e sia incontrando il deposito nelle varie location, che con una simpatica animazione si eleverà dal pavimento fino a farvi comparire ciò che richiedete. Bende, medikit, tesori o chiavi (ferro, bronzo, argento, oro e sangue) e altri oggetti fondamentali, capaci di farvi risolvere alcuni puzzle ambientali presenti nel gioco. Troveremo, inoltre, tantissimi tomi, riviste o componenti aggiuntivi, che saranno consultabili all’inizio o nel codex complessivo ai fini dello svolgimento della trama.

Il gioco si amplia solo quando riusciremo a sbloccare – seguendo la storia – i restanti quattro protagonisti, tutti diversi e con caratteristiche uniche. Inizieremo il percorso in qualità di un Detective, e avanzeremo poi come Ladro, Professore, Strega e Ghoul. Ognuno di loro avrà delle abilità specifiche, chi una vita più corta ma con più stamina, a chi un fucile a pompa o la possibilità di non usare medikit per curarsi. I vari personaggi si adattano, inoltre, agli oggetti che voi riuscirete a recuperare, costruendo così un set di combattimento sempre differente e variegato. Per attaccare con le armi da fuoco, il gioco ci consiglia di usare l’analogico destro sia come direzionale che come esecuzione del colpo, dedicando il dorsale ZL alla capriola (potete quindi superare ostacoli e/o non subire danni per quella frazione d’attimo). Qualunque cosa può essere distrutta – o ridotta in macerie -, ma se lo farete, non potrete ottenere l’oggetto che si trova al suo interno e che viene evidenziato da un flebile contorno bianco. Il titolo è così frenetico da non consentirvi di avere tempo, dunque ci vorrà più pazienza per avanzare. Se morirete, ad esempio, e non avrete oggetti in grado di resuscitarvi, ricomincerete tutto dall’inizio, riaffrontando il numero esatto di stanze dislocate in ordine sparso e rimescolate – in quanto frutto delle meccaniche procedurali -.

I nemici che affronteremo saranno diversi: cultisti, alchimisti, necromanti, bestie feroci e pazienti mutilati extra-terresti chiamati “mi-go”. La scelta della difficoltà è essenziale, poiché anche se normale, renderà gli avversario ostico da uccidere. Il male maggiore, in un titolo dalla componente stilistica lovecraftiana, è la sanità mentale. Ogni qualvolta proveremo a farci influenzare dal gioco con la Conoscenza dei miti e dei Grandi Antichi, proponendoci tesori o approfondimenti importanti dalle reliquie di trama, la nostra sanità mentale andrà a corrompersi, manifestandosi in perdite di sangue copiose (il sanguinamento lo tratteremo alla conclusione) e portandoci, se ripetuta, alla morte definitiva. Il cioccolato è un espediente capace di ristorarci e tranquillizzare il protagonista.

Lovecraft’s Untold Stories
Boss tentacoloso, emissario di Cthulhu e dei Grandi antichi – batterlo non sarà semplice, poiché sfrutterà delle dinamiche tipiche ai giochi bullet hell.

Conclusioni & Considerazioni Finali – L’immaginario dell’uomo di “Provincia” è il più azzeccato per la frenesia emersa nel Gameplay? C’è varietà?

Sin dalle battute primordiali del gioco, non appena avviato, viene mostrato uno dei grandissimi problemi presenti in questo titolo. Purtroppo il tempo di caricamento tra l’avvio e la schermata consecutiva collegata alla scelta della difficoltà è eccessivamente troppo: non basteranno trenta secondi d’attesa, bensì un numero incalcolabile di noia e preoccupazione ad attendervi, come se il timore della Conoscenza di Lovecraft si fosse annidato già da qui. Per un gioco di questa caratura, con poligoni inesistenti, animazioni basilari e hitbox grossolane, e considerando il peso effettivo in digitale, è davvero assurdo e inconcepibile avere tempi di caricamento così lunghi. L’unica consolazione è che il caricamento, oltre a quello iniziale, si trova solo in alcune circostanze, dunque non spezza il ritmo frenetico del rougelike. Altre meccaniche “poco convincenti” sono legate al sanguinamento. Pure qui, attendere la stessa quantità di tempo per risanare il male, è eccessivamente corrosiva, surrogate dal fatto che il personaggio avrà difficoltà a camminare e per ogni secondo perde un quantitativo non indifferente di vita. Durante l’avanzamento nella mappa, avrete la sfortuna di incappare in trappole random collocate nel pavimento: il tema scuro del gioco, non permette ovviamente di vederle e quindi vi fregheranno molto spesso.

In conclusione, Lovecraft’s Untold Stories è un titolo capace di mettere in difficoltà un esperto di videogiochi ma amante (o non) del genere, traendo una fonte massima di ispirazione nei culti lovecraftiani, mentre nelle meccaniche di gameplay il rapporto è quasi di odio e amore. Più su quest’ultimo, grazie alla varietà considerevole e alla longevità che instauri non appena avrai la possibilità di cimentarti in altri personaggi giocanti. Il comparto audio è eccelso, con spesso musiche incalzanti e orecchiabili. Il lato grafico, oltre a qualche sbavatura emersa, è ottimo e non stanca nelle sessioni di gioco più prolungate. L’unica pecca che può affaticare il vostro occhio è proprio l’ombra non ottimizzata, durante la conversione da PC a Switch. Non dimenticatevi, inoltre, che durante il vostro percorso, incontrerete due mercanti in particolare: uno è Lovecraft stesso e l’altro il re giallo (chiamato Hastur).

Lovecraft’s Untold Stories
Una delle meccaniche di Gameplay più interessanti: “La gestione della sanità mentale”, manifestata come tentacoli viola in alto a sinistra nel riquadro del personaggio.

Lovecraft’s Untold Stories è disponibile per Nintendo Switch al prezzo di 14, 99 euro!

Lovercraft's Untold Stories
Lovecraft’s Untold Stories – Recensione
PRO
Varietà nelle fasi di Gameplay;
Trae il meglio dalla letteratura lovcraftiana;
Animazioni fluide e piacevoli da guardare;
Musiche incalzanti e adatte;
Un Roguelike difficile e punitivo già nei primi istanti di gioco.
CONTRO
Il tempo di caricamento iniziale è eccessivo (30 secondi d'attesa);
La difficoltà non è proporzionabile al vostro stile di gioco;
Alcune stanze sono ripetitive e troppo grandi;
Hitbox nemici e oggetti non precise.
8
Dg'IdFFicile!