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VVVVVV – Recensione

Accendi la console, fai partire questo VVVVVV e ti ritrovi immediatamente ai tempi del Commodore 64 e all’interno del tuo animo si muoveranno varie emozioni tra cui una rabbia cieca che potrebbe portarti a scagliare il joypad dritto dritto nel televisore.

Questo gioco, frutto della mente (malata?) di Terry Cavanagh, uscito già per tutte le console possibili e immaginabili, grazie a Nicalis debutta anche su Nintendo Switch e lo fa con i suoi livelli diabolici e contorti pronti a mettere a dura prova la pazienza di milioni di giocatori. Tutto trasuda, ancora una volta, anni ’80, dalla grafica alle musiche, donandoci un gioco retrò con una discreta trama ma adatto solo a persone con un elevata pazienza di spirito e con i riflessi perfetti.

Nemici odiosi dappertutto… Yes??? No!

I giudizi ovviamente sono sempre personali, molti giochi vengono elevati a capolavoro quando a volte mi sembrano banali e per niente esaltanti e per questo VVVVVV ho avuto seria difficoltà di analisi non avendo immediatamente fatto breccia nel mio cuore di videogiocatore ma forse una possibilità bisognerà dargliela.

Corri V Corri…

A bordo di una navicella spaziale, un tranquillo viaggio galattico si sta trasformando in un inferno. Il capitano Viridian con il suo equipaggio di cinque persone, si trova improvvisamente catapultato in una dimensione parallela e ogni membro dello staff disperso in angoli remoti della nave spaziale. Tutti i compagni di viaggio del capitano hanno nomi che cominciano con la VVermilion, Violet, Vitellary, Victoria, Verdigris.

Toccherà al capitano andare a recuperare tutto il personale e come un novello Dante riuscire a riveder le stelle… Peccato che in questa nuova dimensione ci sarà la gravità che giocherà un ruolo fondamentale alla buona riuscita della nostra missione.

Salva tutti Viridian ma attento agli ostacoli!

Comanderemo il nostro capitano semplicemente con le frecce o lo stick del nostro joypad ed il tasto azione che è semplicemente unico e serve esclusivamente a sfruttare la gravità decidendo di volta in volta se stare in alto o in basso. Nel mezzo troveremo punte acuminate, ostacoli, piattaforme mobili e chi più ne ha più ne metta in un vero potpourri di cattiveria e malvagità dello sviluppatore che prova in ogni modo a farci desistere dal continuare e dall’arrivare vincitori a fine gioco.

Morirete… spesso e volentieri ma non ci sono vite rendendo l’avventura infinita e facendovi ripartire spesso dai checkpoint disseminati lungo la mappa. Ogni quadro che affronterete è una stanza della navicella fine a se stessa, anche se legata in maniera continuativa alle altre stanze, con i suoi pericoli e i suoi nemici e ci vorrà logica e pazienza per non entrare in un loop di morti potenzialmente devastanti per la vostra sanità mentale.

Finalmente ti ho trovato… ma dov’eri finito?

Considerazioni finali

Nostalgia, nostalgia canaglia! Oramai il mondo del videogames usa molto l’operazione retrò per attecchire e vendere ai vecchi nostalgici e per far provare ai nuovi adepti il brivido di un mondo completamente formato da pixel e da semplici e immediati comandi. A volte escono fuori dei giochi che nella loro semplicità sono vere e proprie perle, altre volte delle creazioni di cui non se ne sentiva la necessità. Personalmente VVVVVV lo metterei nel mezzo ma tendente sicuramente al secondo caso.

La grafica è completamente formata da pixel rimandandoci con la mente ai tempi del caro e vecchio C64, dell’Atari e dell’Amiga (fucilatemi pure ma mi ha ricordato E.T. dell’Atari), con colori semplici e essenziali in un trionfo di semplicità. Un design che però ho trovato poco curato e davvero basilare.

Pure i fantasmi ci si mettono… vi odio tutti!

La storia di base è molto carina e moderatamente thrilling, ricordando il pericolo reale che le missioni spaziali possono avere, con quella dose di fantasy che non guasta mai. Peccato che il tutto è permeato da dialoghi completamente in inglese ma comunque, anche se non riuscirete a capirli completamente, il tutto non inficerà particolarmente sull’intera avventura ma l’italiano sarebbe stata cosa buona e giusta.

I comandi sono precisi tuttavia ho avuto alcune difficoltà a causa di piccoli tentennamenti. Tutto il gioco ruota comunque su un’alta difficoltà che davvero potrebbe scoraggiare molti. Già dopo una ventina di minuti il gioco diventa frustrante rendendo l’abbandono un opzione molto gradita mentre se sarete coraggiosi e continuerete, per il completamento totale non ci metterete più di quattro ore rendendo il gioco poco longevo e sicuramente per nulla rigiocabile.

Tutto è ancorato a scelte rapide e movimenti anche di pochi millimetri che, se effettuati in maniera errata, potrebbero costarvi il dover ricominciare il tutto dai check-point, che però, fortunatamente, troverete in maniera costante e continua. Anche il sonoro non brilla per originalità con musiche elettroniche in puro stile era 8-bit ma ripetitive fino alla nausea e che stancheranno presto.

Miglioriamo i tempi o… lasciam perdere?

Non mi ha convinto e purtroppo per me non ci siamo. L’idea di base è apprezzabile e anche il voler mettere una sorta di trama in un gioco così semplice sicuramente è una buona cosa ma il tutto sarebbe stato più gradevole con una grafica più moderna. Sicuramente è stata una scelta voluta e insindacabile di chi il gioco lo ha pensato e creato ma oramai si sta abusando forse troppo di questo stile per magari velocizzare sui tempi o nascondere piccole magagne nel gameplay. Sicuramente chi adora i giochi roguelike e dall’alta difficoltà, troverà in questo titolo pane per i suoi denti e molto probabilmente lo amerà.

Però il prezzo di partenza è davvero troppo alto e sembra una presa in giro, 9.99 per un gioco che si trova anche in forma gratuita sui browser non è il massimo dell’appeal oltretutto stiamo parlando di un gioco del 2010 uscito già su tutte le piattaforme possibili e immaginabili e questo non renderà le cose facili. Alta difficoltà di gioco, alta difficoltà di vendita… almeno sono coerenti!

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VVVVVV – Recensione
PRO
Alcune idee ben riuscite
Trama breve ma riuscita
Comandi precisi
CONTRO
Stile abusato
Musiche ripetitive
Difficoltà frustrante
5.8