System Shock

System Shock – Recensione

La rinascita di uno sparatutto Sci-Fi davvero sorprendente e rivoluzionario all'epoca, nel 1994 su PC…

System Shock Remake
Data di uscita
30/05/2023
Versione testata
PC
Sviluppatore
Nightdive Studios
Publisher
Prime Matter
Genere
Azione / Sparatutto / Avventura
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
8.8
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Mancano pochi rintocchi allo scadere della mezzanotte. Al di fuori della finestra quasi tutto tace: è appena percepibile il consueto, nauseante ronzio dei neon luminosi delle tante insegne presenti nel quartiere. Un’altra giornata trascorsa a completare il lavoro; quella mansione che ormai persino un robot saprebbe fare senza alcun tipo di programmazione o algoritmo complesso. Eppure scomodare un automa è diventato alquanto difficile, se il compito è quello di svolgere azioni così banali e di logica basilare. Come se qualcosa o qualcuno dall’alto non lo permettesse. Invece in un periodo come questo, dove la macchina e il cyber-innesto ha velocemente sostituito l’organico, è davvero bizzarro vedere esseri umani completamente privi di tecnologia nel corpo. Tutto risiede in un preciso fondamento, un saldo principio tanto quanto invalicabile: l’avanguardia, nella corrente letteraria cyberpunk, è essenziale solo se le corporazioni lo permettono, a discapito dei cittadini del mondo intero. Esiste un videogioco che ha reso sempre più celebre questo movimento “obliquo“, dove le corporazioni governano sul mondo intero e la città conosciuta come Night City lentamente si risveglia dal suo torpore grazie ai ribelli. Stiamo parlando appunto del tanto vociferato titoli di CD Projekt RED, Cyberpunk 2077. Uno di quei giochi che ha creato un contesto tematizzato sulla corrente cyberpunk-pop, oltre ad avere dei precedenti (in quanto ampiamente discusso per le tante problematiche al giorno di rilascio). Tuttavia non è l’unico ad aver formalmente aderito ad un’ambientazione poliedrica e quasi nichilista. Prima di lui è possibile annoverare una quantità sostenuta di titoli, tra cui il poco conosciuto dalle nuove generazioni Omikron: The Nomad Soul, sviluppato da Quantic Dream e con un personaggio non giocante doppiato da David Bowie. Lo stesso Final Fantasy VII, per quanto idealmente fantasy nelle premesse, è ambientato in un luogo (Midgar) dal fascino cyberpunk. Ma esiste un titolo in prima persona che all’epoca della sua uscita ebbe l’ardire di rivoluzionare il medium videoludico. Un gioco senza tempo con un approccio davvero particolare, adesso sicuramente considerato atipico e vetusto; un miscuglio tra FPS con puntatore a scorrimento libero e un gioco di ruolo con un HUD complesso.

Realizzato dalla fu Looking Glass Technologies (in seguito ai primi 2000 fallita per evidenti problemi di gestione interna delle finanze e della mancata oculatezza del mercato dell’epoca), System Shock (1994) è uno di quei giochi ad esser stato apprezzato tantissimo dalla critica sul momento, ma rivalutato solamente a posteriori dal pubblico. Non ebbe alcun successo commerciale; il periodo era in costante fermento, nonostante i tanti cloni di Doom per tutti quei titoli sparatutto in prima persona. Il gioco non fu mai notato per questi motivi, considerato uno dei tanti. In seguito venne rivalutato, considerato insieme al tanto citato gioco di id Software come un caposaldo del genere di appartenenza negli anni ‘90. Un titolo sorprendente che propone delle dinamiche da gioco di ruolo, simile per certi versi al cugino Ultima Underworld (di cui eredita anche il folto e complesso HUD). Un’interfaccia utile per eseguire salti, aggrapparsi su dei muri, ma anche per sparare grazie alla comparsa di un mirino; mentre al di sotto della visuale in 3D, un blocco granitico con tante caratteristiche legate al mondo e al personaggio. Anche il secondo capitolo uscito nel 1999 non ottenne un grosso riconoscimento commerciale, nonostante il favore della critica ed i premi ricevuti. A seguito di un passaggio dei diritti, venne annunciato nel 2018-2019 lo sviluppo di una terza iterazione (System Shock 3) da parte di Otherside Entertainment; poi successivamente annullata. Tra una versione Enhanced e l’altra, ad annunciare un remake del primo capitolo fu proprio Nightdive Studios e Prime Matter in qualità di publisher. I primi sono degli sviluppatori davvero talentuosi che si sono prodigati nella rimasterizzazione di svariati titoli, tra cui il leggendario Doom64, Blade Runner e Turok. Dei lavori veramente eccellenti, quindi la scelta non è stata tanto difficile. Bastava prendere l’essenza di System Shock e condurla in una nuova dimensione, molto più attuale e soprattutto all’avanguardia. Il 30 maggio 2023 esce su PC System Shock remake. Scopriamo senza ulteriori indugi di cosa si tratta in questa nuova e approfondita recensione.

System Shock Remake

Il codice è cambiato: il nuovo cyber-innesto ad un classico anni ’90

La posta in gioco è ora differente. Aspettarsi quindi un ibrido tra gioco di ruolo degli anni d’oro del videogioco e un “first person shooter” è pressoché impensabile. Diciamo che l’intenzione era proprio quella, anche se per adattare un titolo del genere bisogna prima considerare il contesto trattato e come si vuole trasporlo. Sicuramente lasciare più margine agli sviluppatori è stato fortemente necessario, permettendo di ricalcare pedissequamente quello già accaduto nel ‘94 e migliorando alcuni elementi ludici del gameplay. La filosofia alla base del gioco originario è rimasta intatta. Anzi, si è avuta la possibilità di espandere alcuni concetti del classico di Looking Glass Technologies. All’epoca il gioco era capace di trattare tematiche complesse e ragionate con molta immediatezza. Il lavoro svolto da Nightdive encomiabile, sebbene i vari rallentamenti di sviluppo. Riportare in auge il cyberpunk con temi Sci-Fi non è assolutamente semplice, poiché adesso esistono una quantità esorbitante di videogiochi simili. Un’impresa non del tutto scontata, come il successo dopo la relativa uscita inizialmente su PC. Lato trama, il gioco non ha subito – come dicevamo – nessuna modifica, bensì è stato ampliato. La mega-corporazione spaziale TriOptimum sostiene ancora l’economia dell’universo umanizzato. Una società con fin troppe intercapedini nella milizia e delle IA, nonché fondatore della Cittadella che orbita attorno a Saturno. Ci troviamo nel 2072, un’epoca alquanto delicata per la transizione verso un nuovo modo di pensare e utilizzare la tecnologia con i cyber-innesti. La stazione spaziale governata dalla TriOptimum punta sicuramente all’innovazione, alla mancanza di esseri umani e all’intelligenza artificiale a far da cardine a tutto. Il nostro alter ego non è altro che uno sconosciuto, un hacker senza nome che cerca di accedere al mainframe centrale dell’azienda. Tuttavia, nonostante la delicatezza dell’operazione, non riesce a penetrare nell’archivio principale e viene intercettato e catturato dal Corpo di Sicurezza, successivamente condotto al cospetto del CEO, Edward Diego. L’uomo promette di rilasciare l’hacker (astuto, forse il migliore sul campo) a seguito di un’operazione segreta su SHODAN, l’intelligenza artificiale che “governa” la Cittadella. Non si conoscono bene – inizialmente – le circostanze che legano il CEO al voler manomettere la sua stessa IA. Eppure per l’hacker l’altra alternativa sarebbe stata marcire all’interno di una prigione a vita: diciamo una conclusione poco interessante per chiunque. In cambio del “favore”, Diego offre al protagonista un’interfaccia neurale impiantata direttamente sul suo sistema grazie ad un processo di sonno criogenico.

Trascorrono sei mesi dall’intervento e qualcosa sembra essere andato storto nella Cittadella. SHODAN ha preso il sopravvento e si è impadronita della stazione spaziale, non risparmiando nessuno. Per certi versi sembra aver perso il senso inibitorio ed ha decimato la popolazione insieme ai suoi robot. Probabilmente lo scopo del CEO era proprio questo, piegare l’IA al suo volere ed impedire un vero e proprio genocidio. All’IA non gli resta che raggiungere la Terra e proseguire nel suo massacro. La trama è quindi articolata su racconti da parte di personaggi non giocanti mutati dall’intelligenza artificiale, oppure da e-mail fatte recapitare al protagonista. La pericolosità dell’IA è abbastanza attuale, visto quanto vissuto sino ad esso. System Shock è dunque da considerare un capostipite dello Sci-Fi fatto bene e con i giusti criteri logici. Un gioco che a distanza di trent’anni risulta essere molto più attuale di allora. SHODAN ha occhi un po’ ovunque nella Cittadella: sfuggire alle sue grinfie è pressoché impossibile per un essere umano. L’hacker dovrà dunque dotarsi di tanta astuzia e una serie di armi per riuscire a penetrare all’interno del centro nevralgico dell’intelligenza artificiale e arrestare la sua avanzata malvagia. La storia riesce a sorprendere ancora adesso, nonostante la sua veneranda età. Un Intreccio di dialoghi meraviglioso: ma non aspettatevi poche battute, perché rimarrete particolarmente stupefatti. Un gioco che inserisce una quantità di testi da leggere, sia in forma digitale che vocale. Un’opera piena di colpi di scena sensazionali, alcuni dei quali davvero inaspettati persino per chi ha giocato al gioco originale. Un canovaccio narrativo pieno zeppo di spunti di riflessione, analisi sulla tecnologia e una errata fruizione di essa. Una visione lungimirante che rende questo videogioco una perla miliare, nonostante i tanti margini di miglioramento. Essendo un remake alcune sezioni più sottotono non sono state modificate, dunque bisogna godersi l’esperienza nella sua complessità con tanto di elementi meno piacevoli, tra cui ad esempio il feeling con una stazione spaziale troppo ampia e vuota, seppur claustrofobica. La durata del remake si aggira tra le venti e le venticinque ore per la campagna principale. Una longevità molto nella media. Il titolo è disponibile in lingua italiana per quanto riguarda i sottotitoli e l’interfaccia, mentre il doppiaggio è solo in inglese.

System Shock Remake

L’intelligenza artificiale “impazzita”  – Una struttura ludica ben consolidata

SHODAN è un’IA senza freni inibitori né limiti di sorta, poiché grazie ai suoi “scagnozzi” (ovvero dei robot e degli esseri umani mutati a suo favore) riesce a disseminare il suo regno del terrore e annichilire quel poco di sano rimasto nella stazione spaziale, Cittadella. La storia di System Shock possiede una potenza inaudita. Il suo modo di esprimere delle sensazioni abbastanza controverse attraverso e-mail e note sparse per la stazione è alquanto eclatante e atipico. Anche altri videogiochi sono riusciti, probabilmente dopo System Shock, a trasmettere questo senso di vacuità e paura spaziale ad ogni piè sospinto. Stiamo parlando di Dead Space di Visceral Games. Il confronto con questo remake è abbastanza difficile da fare, perché siamo su due livelli completamente differenti di costruzione ludico-narrativa. Tuttavia le affinità esistono e sono impossibili da non notare, solamente se avete giocato entrambi i titoli di riferimento. La componente ludica del remake è stata oggetto di modifica: a partire dall’interfaccia adesso più minimale ed in linea con gli attuali sparatutto e finendo per creare una leggera connotazione ruolistica, diversa da quella del gioco originale. L’HUD è sì presente, ma non in maniera massiccia come nel titolo classico. In basso al centro è presente una barra dell’inventario che indica gli oggetti da poter utilizzare e le armi a disposizione, mentre in alto è disponibile la riga con la localizzazione dei luoghi e degli obiettivi, in linea con altri titoli in prima persona come Skyrim, ad esempio. Le mani sono quasi sempre in evidenza. L’hacker può far uso di diverse armi contundenti, tra cui la sbarra d’acciaio e una mazza laser simile ad una spada. Le sezioni corpo a corpo non sono così esaltanti o particolarmente guizzanti. Il gameplay è piuttosto lineare: buono, però non eccelso o da considerare una novità del genere. La varietà dei nemici è piuttosto ampia: cyborg, umani, robot e tecnologie aliene. Ogni avversario presenta uno stile diverso di combattimento, fornendo al giocatore un’ampia scelta su quale arma utilizzare. Le armi da fuoco sono piuttosto vivaci da usare. Il gunplay nello specifico è fatto bene, anche se non esaltante. A mancare invece è una risposta ben precisa al colpo da parte del nemico; gli urti, le colluttazioni e le animazioni della morte sono da rivedere, essendo grossolane e ancorate a certi stilemi di trent’anni fa.

Non sono presenti sezioni coreografate o spettacolari. Anzi, il gioco punta all’immediatezza, proponendo dunque un gameplay molto concreto e poco rivoluzionario. Proprio per questo System Shock remake non innova certamente nel comparto ludico, bensì consolida quello già fatto da tantissimi altri videogiochi con lo stesso genere. Le Boss fight sono davvero complesse, al di là della difficoltà selezionata. Quest’ultima varia secondo quattro parametri: combattimento, missioni, cyber, puzzle. Ogni caratteristica possiede un selettore da 1 a 3, in questo modo si può personalizzare l’esperienza finale e rendere il titolo più in linea con il giocatore. A difficoltà massima il gioco è veramente complesso da risolvere, persino in quelle poche sezioni da enigmi ambientali da risolvere. Ad affascinare ulteriormente non è il gameplay personalizzabile, bensì il comparto grafico. Gli sviluppatori sono riusciti a fare un lavoro alquanto stupefacente, rendendo l’opera una via di mezzo tra l’esperienza classica e quella moderna. Le texture sono tutte di qualità elevata, ma la particolarità sta nel fatto che alcune di esse sono composte da pixel. Uno stile quindi che richiama immediatamente il passato, senza comunque trascurare l’impatto estetico e visivo. Una scelta decisamente coraggiosa, visto che gli amanti della grafica spaccamascella potrebbero digrignare i denti. Eppure in questo modo i giocatori del passato vengono “considerati” come parte integrante del processo di concepimento del titolo. Nell’insieme questo misto tra realistica e pixel-art funziona egregiamente. Anche i modelli poligonali sono ben fatti, così come la gestione dei riflessi e della luce. La stazione spaziale è assai inquietante, poiché vive di posti angusti e stretti poco illuminati. Il frame-rate invece è quasi sempre stabile. Uno spettacolo per gli occhi per chiunque, senza escludere nessuno; ovviamente per adesso solo su PC con non troppi settaggi esosi richiesti. Il comparto musicale e sonoro è veramente meraviglioso, colmo di tracce audio incantevoli ed incalzanti.

In conclusione, System Shock remake di Nightdive Studios e Prime Matter (come publisher) è sicuramente un’opera incantevole che recupera tutto ciò che c’era di buone nel titolo originale, considerato uno dei classici in prima persona degli anni ‘90. Un titolo che recupera delle idee geniali, ma che non sviluppa il tutto nel migliore dei modi. Si lascia – per così dire – tradire dall’effetto nostalgia, riportando sì in auge un gioco immortale e poco valorizzato all’epoca, però senza considerare il processo tecnologico attuale con una serie di automatismi su PC o console inevitabili in termini ludici. Sicuramente con l’uscita del remake, l’occasione è ancora più propizia per provare una vera pietra miliare di trent’anni fa. Un gioco con un immaginario davvero attuale, probabilmente da considerare senza tempo per via della sua logica. Funziona dannatamente bene adesso, riuscendo a far riflettere chiunque sul potenziale di un’intelligenza artificiale se non controllata a dovere. Pur essendo un po’ datato al livello di gameplay, la trama funziona eccome e si riflette enormemente sull’attualità. Il titolo è disponibile su PC (via Steam) dal 30 maggio 2023 al prezzo di 39,99 euro. Un rapporto qualità-prezzo eccezionale. Se siete interessati a solcare per la prima o la seconda volta nella Cittadella, state attenti a come vi muovete: SHODAN vi osserva da lontano. Riuscirete a contrastare l’IA impazzita?

System Shock
System Shock – Recensione
PRO
Trama meravigliosa e ancora attuale;
Remake ben fatto;
Interfaccia grafica azzeccata e pulita;
Stile grafico pazzesco e atipico;
Atmosfera avvolgente e anche inquietante.
CONTRO
Gameplay ancorato al passato;
Un feeling poco moderno ai comandi: bisogna adattarsi velocemente.
8.8
SHODAN è pronta a colpire: e tu?!
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