Warborn

Warborn – Recensione

“Il destino dell’umanità è nelle tue mani.” A volte anche le buone intenzioni possono indurre a seguire un sentiero sbagliato. L’epica battaglia tra malvagità e l’essere umano ha sempre contraddistinto il panorama d’animazione giapponese dagli anni settanta, con l’avvento di unità robotiche chiamate “mecha” a difendere il mondo: dalla mente di Gō Nagai, ideatore di creature cibernetiche molto popolari come Mazinga Z,  sono nati i primi progetti dedicati all’universo dei super robot. Tuttavia i mecha, come li conosciamo ormai adesso, hanno avuto un processo evolutivo non indifferente. La sostanziale differenza tra un robot pilotato da essere umani ad uno comandato a distanza è la sintesi perfetta di un grande disegno voluto da tantissimi disegnatori e creatori di anime/manga. Dal celebre maestro Yoshiyuki Tomino, abbiamo visto la serie Gundam concretizzarsi e venir amata da tutti gli appassionati del genere. Ma i mezzi colossali possono essere, oltre che fonte di speranza per il popolo con scontri fantasmagorici e pieni di pathos, anche un filo conduttore con il “pilota” e la propria anima, come in Evangelion. Armature che si trasformano e riescono nell’impresa di difendere la razza umana dall’oscurità: ma può accadere, a causa di un malfunzionamento, di non riuscire più a controllare il mezzo ed essere vittima della stessa difesa concepita per sconfiggere il male. Così come sono nati i mecha attraverso filmografie e serie animate, il panorama videoludico ha sempre rispettato questo preciso canone “dei mezzi trasformabili di difesa” per proporre giochi indimenticabili.

Il titolo più recente pubblicato da Nintendo è DAEMON X MACHINA, con un’ambientazione ampia e con tante attività secondarie. Sviluppato da Raredrop Games Ltd. e pubblicato da PQube Games, nasce un nuovo prodotto strategico a turni incentrato sui Mecha chiamato appunto Warborn. Il pianeta del sistema Auros è stato compromesso da una guerra esplosiva e noi, piloti umani, siamo richiamati a difendere l’umanità e l’universo dal suo terribile dominio stellare. La varietà di situazioni, l’animazione ispirata agli anime giapponesi degli anni ‘90 ed il particolare sistema di combattimento a turni (con grandi piastrelle esagonali come caselle di posizione) sono solamente alcuni degli aspetti che impreziosiscono il titolo con i super robot e donano una certa affinità con le serie animate citate poc’anzi. Si tratta del primo gioco ufficiale del team di sviluppo inglese ad approdare su console, ovvero Nintendo Switch (piattaforma di riferimento per questa recensione), Playstation 4, Xbox One e Steam (PC), dove è in uscita il 12 giugno 2020. Dietro ad un singolare titolo si nasconde un gioco alquanto profondo e ben strutturato, con alcune dinamiche di gameplay molto interessanti. Andiamo finalmente a scoprire insieme di cosa si tratta in questo articolo approfondito.

Warborn
I combattimenti possono essere di posizione o di movimento, tutti con una buona dose di abilità speciali e caratteristiche da utilizzare durante gli scontri per renderli più dinamici.

L’unità di guerra tecnologicamente avanzata

Esistono opere dove il Mecha non è solamente un mezzo di misura di difesa ad apparire sporadicamente: in quei titoli videoludici, il robot svolge un ruolo centrale e che catalizza l’intero processo di scrittura della storia, come accade ad esempio in Xenoblade Chronicles X per WiiU. Le caratteristiche principali che muovono l’intero filone narrativo di Warborn sono abbastanza chiare e finalizzate a sviluppare una storia semplice, senza troppe pretese. Nel gioco muoveremo diverse unità di guerra in qualità di comandante che deve fare esperienza e salire di grado per combattere con le potenti Corazze Modulabili, delle armi tecnologicamente avanzate controllate da un pilota umano. Il destino della civiltà umana è nelle tue mani e non è possibile sbagliare nemmeno di poco, dunque l’addestramento è molto essenziale per comprendere come interagire con l’ambiente circostante. E’ possibile scegliere uno dei quattro comandanti di fazione a disposizione, con le loro specifiche abilità innate e con delle caratteristiche di gioco differenti. In questo, il titolo sviluppato dal team inglese ricorda un comune strategico a turni con quattro popoli (distinti dall’unità di colore) che si scontrano per la vittoria. L’equilibrio che tiene assemblato il comparto narrativo è piuttosto flebile, poiché il protagonista viene accompagnato quasi sempre, tranne per alcune brevi cut scene animate, da una mole di dialoghi molto compatti e spesso dedicati unicamente al combattimento da affrontare. Purtroppo non è disponibile la localizzazione del gioco in italiano.

Nel sistema solare Auros, il popolo degli umani per sopravvivere da creature e nemici di altre fazioni ribelli ha dovuto ideare dei mezzi corazzati denominati “Armature Variabili”, grazie alla successiva scoperta di un materiale chiamato Eionite. Ognuno delle quattro fazioni che compongono il nuovo sistema interspaziale vogliono accaparrarsi un pezzo del materiale e costringere l’universo a vivere sotto la supremazia del più forte. Il conflitto ormai dura da diverso tempo ed il destino della civiltà viene affidato ad un nuovo comandante (cioè noi, in qualità di protagonisti) per guidare l’esercito contro una guerra micidiale. La campagna (l’attività principale del gioco) si estende per oltre quaranta missioni, per una durata complessiva di circa una ventina di ore, contando anche qualche partita in multiplayer od utilizzando l’editor del gioco. Ciò che comunque colpisce immediatamente del gioco è il character design dei personaggi: a detta anche degli sviluppatori, lo stile d’animazione nipponico degli anni ‘90 è uno degli elementi migliori all’interno del titolo. Le armature sono molto colorate e varie, anche se i componenti aggiuntivi non migliorano tantissimo l’estetica finale. Inoltre le mappe di gioco sono stilisticamente troppo semplici con una grafica con pattern monocromatici e proponendo pochi elementi architettonici o ambientali su schermo.

Warborn
La trama è abbastanza semplice e subordinata da un gameplay strategico a turni molto gradevole.

Uno strategico con Mech spaziali

Il sistema di combattimento di Warborn è abbastanza classico: bisogna muoversi una volta per turno, le unità dispongono di alcuni punti per il posizionamento e l’attacco avviene a fasi alterne. I terreni di gioco sono solamente tre e godono di uno spazio ristretto per combattere. Non per niente l’esplorazione della mappa non è una delle caratteristiche principali di questo titolo, oltre a non essere necessaria ai fini del gameplay. Il campo è diviso in grandi piastrelle esagonali dove il personaggio o l’unità di combattimento si va a collocare. In base al terreno, dunque se sopra una città o alberi, anche il movimento e l’attacco cambiano. Ad esempio, se attraversiamo una zona composta perlopiù da rottami, il mecha ha difficoltà a muoversi e perde così uno spazio di manovra in quello stesso turno. Il posizionamento nel gioco è importantissimo. Molte delle volte ci troveremo a presidiare una zona ed attendere il nemico, così da non perdere la posizione di vantaggio, piuttosto che muoverci verso l’ignoto. Durante il proprio turno, è possibile muoversi, stazionare (difendersi) ed utilizzare l’abilità del robot contro se stesso o verso il nemico. Alcune abilità consentono di rivitalizzare o aggiustare l’armatura dell’alleato. Esistono dei colpi dove è possibile prendere anche più di un nemico: in questo caso, il danno maggiore lo prende sempre il primo, mentre gli altri restanti subiscono la differenza. Appena scelto chi attaccare, il gioco cambia immediatamente schermata e con una particolare animazione scompone il campo di gioco, così da far vedere solo le unità coinvolte nell’attacco.

La varietà di Armature Variabili sono parecchie e si differenziano secondo alcune classi o gradi di difesa/attacco. Esistono all’incirca undici unità corazzate, tra cui: combattenti di mischia chiamati Havoc, i cecchini Insight con possibilità di colpire a distanza, i mecha Novus sono invece i più corazzati e colpiscono da medie distanze, Vanguard melee, Serpens la sentinella oppure Delty, l’unità del comandante. Ognuno di essi possiede di base uno skill tree già definitivo, composto infatti da soli tre abilità. Quest’ultime variano per range d’attacco, tipologia di arma, cooldown e supporto difensivo (armatura). Non è possibile dunque modificare i mecha, bensì si può invece scegliere tramite l’accumulo in gioco di punti SP (Strategy Point) necessari per sbloccare durante la partita l’unità da richiamare dall’avamposto cittadino o spaziale (cambia in base alla mappa). Ad esempio, per “evocareFarside servono 100 punti SP. Nelle partite, già dopo le prime missioni, viene sbloccato un ulteriore parametro chiamato CP (Commander Power): si tratta di una barra che una volta riempita tramite il passare dei turni e l’avanzamento (distruggendo le unità nemiche) consente di posizionare l’armatura Delty. Il gioco termina dopo aver soddisfatto l’obiettivo principale, che spesso ricade nella distruzione dell’avamposto nemico o in quello di proteggere l’avanzamento ad orde dell’avversario del proprio stabilimento militare. In qualunque caso, le soluzioni per poter personalizzare le battaglie non mancano: infatti nella campagna ad ogni missione si sblocca una caratteristica particolare del comandante che consente di migliorare la strategia del gioco. Ad esempio, con la tenacia le unità si sentono più protette e con una probabilità in meno di subire danni critici. A differenza delle missioni che compongono la storia e così la campagna, il multiplayer ha due sotto categorie: una offline, dove è possibile sfidarsi contro il sistema avendo tutto a disposizione e con tutte le mappe, e l’altra online con altri giocatori.

Warborn
L’animazione d’attacco è molto convincente. Un gameplay piuttosto promettente e che si articola in diversi modi.

Cambia il volto della guerra per sempre

Una volta avviato il gioco, il primo caricamento risulta essere eccessivamente lungo: dovrete attendere quasi un minuto, per poi venir proiettati nella schermata principale con il titolo del gioco e le varie opzioni. Eppure si tratta di un caso abbastanza unico ed isolato, perché per il resto della campagna o del multiplayer il titolo rimane tecnicamente ottimo, oltre ad avere un frame-rate stabile. Complice uno stile grafico pulito e semplice, il comparto tecnico è uno degli aspetti migliori del gioco e che garantisce al videogiocatore delle prestazioni più che buone anche in modalità portatile. Davanti alla TV, il titolo conquista una posizione più che meritata, dimostrando di essere all’altezza di altri giochi strategici a turni. Per quanto possa essere scontato (per alcuni titoli non lo è), il testo è facilmente leggibile anche da portatile, senza subire ridimensionamenti o altro. Esteticamente Warborn, come dicevamo all’inizio, è molto semplice: le mappe di gioco sono le più abbozzate, poiché con pochi elementi, mentre il resto (graficamente parlando) si mantiene alto. La complessità di questo titolo sta dietro al gameplay ed alcune sequenze specifiche durante la campagna. L’intelligenza artificiale dei nemici è piuttosto buona, sebbene non una delle migliori in ambito strategico a turni. Uno degli aspetti che mi ha particolarmente colpito è il comparto musicale/sonoro, davvero gradevole e di alto livello. Le musiche sono calzanti e incentivano anche in maniera considerevole lo scontro con l’avversario dell’altra fazione. Inoltre, alcune sonorità ricordano gli incontri epici di un classico cartone animato giapponese con i “robbottoni“.

Warborn
Oltre alla campagna principale divisa in quaranta missioni, esiste un editor di gioco delle mappe ed il multiplayer (offline e online).

In conclusione, Warborn di  Raredrop Games Ltd. è uno strategico a turni davvero buono, con delle ottime soluzioni di gameplay e stilisticamente evocativo. Un titolo che con una buona dose di missioni e sfide singole in multiplayer risulta essere estremamente longevo. Il punto a suo favore è il prezzo, poiché venduto sul Nintendo eShop a 24,99 euro (adesso in sconto del 20% a 19,99 euro). Un rapporto qualità/prezzo ottimo e che garantisce al primo gioco su console del team britannico di distinguersi. Attenzione però, per quanto semplice e accessibile, non è un gioco consigliato per gli appassionati “hard-core” del genere e che sono alla ricerca di uno strategico molto stratificato e approfondito. L’intenzione degli sviluppatori e del publisher è quella di proporre un gioco adatto a tutti, con una grafica ispirata alle migliori serie animate giapponese con i mecha e con delle caratteristiche di gameplay più che convincenti.

Warborn
Warborn – Recensione
PRO
La trama è interessante...
Le animazioni sono molto buone e la grafica è pulita e gradevole;
Il sistema di combattimento è ottimo...
Musiche calzanti e incentivanti;
Rapporto qualità/prezzo ottimo;
Tecnicamente stabile.
CONTRO
... anche se non uno degli elementi più coinvolgenti;
... ma non approfondito, dunque non adatto a chi vuole un'esperienza hard-core;
Non eccessivamente complesso;
Mappe di gioco troppo spoglie.
8.5
Spaziale!
Redattore