The Outer Worlds

The Outer Worlds – Recensione

Nell’ormai lontano 1997, la compianta software house Black Isle Studio rilasciò un gioco dal titolo Fallout: A Post Nuclear Role Playing Game. Nato dalla mente di Brian Fargo, il quale voleva continuare ad esplorare RPG di ambientazione post-apocalittica, ma non poteva continuare ad usare l’IP di Wasteland: gioco uscito nel 1987, sempre dalla mente geniale di papà Fargo, che inaugurava questo genere di RPG. Dopo due capitoli, il cui impatto sul mondo degli RPG è indiscutibile, Bethesda acquisì i diritti del marchio, andando poi a sviluppare Fallout 3 e 4. Nonostante i pregi che quest ultimi due giochi possono avere, Bethesda ha sempre faticato molto a catturare lo spirito originale della serie. Eccezione fatta per Fallout: New Vegas: capitolo principale della serie, il quale si differenzia dal resto in quanto è una sorta di spin-off, ma soprattutto perché fu sviluppato da Obsidian Entertainment. La Obsidian, infatti, fu una delle software house che nacque dopo la ‘fine’ dell’esperienza di Black Isle, dove andarono a convergere molti storici sviluppatori, tra i quali pure Chris Avellone. E infatti, New Vegas fu sviluppato sotto la guida del vecchio Chris, il quale lavorò pure su Fallout 2, realizzando così un RPG post-apocalittico di una qualità altissima, di tutt’altro livello rispetto a Fallout 3 o 4. In New Vegas, infatti, non solo la scrittura è di altissimo livello, ma la complessità del mondo di gioco è pure altrettanto alta, garantendo al giocatore di abitarlo e di influenzarlo secondo quelle che sono le sue idee politiche. Ed è esattamente questo il punto forte dei giochi di Chris, e più in generale di quelli sviluppati da Obsidian: la complessità politica viene abbracciata e sviluppata, riuscendo a creare così un mondo non solo credibile, ma anche interessante da navigare, ma soprattutto da influenzare. Attenzione, quando si dice ‘politica’ non si fa riferimento a questo o quel partito: questa è una definizione estremamente limitata del termine. Piuttosto, il termine indica il nostro modo di stare al mondo, la nostra prospettiva su questo, e il modo in cui si approccia. Per questo, più di qualcuno ha sostenuto che tutto è politica, perché in qualsiasi caso, prendere una determinata decisione porta con se non solo conseguenze, ma anche una determinata prospettiva nei confronti di un argomento, la quale è sviluppata secondo quella che è la posizione del soggetto. Insomma, Fallout: New Vegas mette il giocatore di fronte a scelte estremamente politiche, nel senso che richiedono di prendere una decisione la quale non può ritenersi né giusta, né sbagliata, ma anzi, è l’espressione del modo di stare al mondo del giocatore. Questo tipo di complessità, i Fallout sviluppati da Bethesda non ce l’hanno.

Per questo quando Obsidian annunciò The Outer Worlds, l’hype dei giocatori di tutto il mondo è schizzato alle stelle. Da una parte, perché Obsidian è sinonimo di qualità quando si parla di RPG, e dall’altra perché finalmente si poteva avere un’esprienza che riguardava esattamente a quel tipo di complessità che i primi Fallout e New Vegas erano risuciti a creare. Il 25 Ottobre, quindi, è arrivato finalmente su PC, Xbox, e PS4 il nuovo RPG sci-fi, il quale obiettivo non troppo nascosto è quello di eclissare quello che Bethesda ha fatto con Fallout.

the outer worlds

La storia di The Outer Worlds è tanto complessa quanto interessante: l’umanità ha lasciato la Terra e si è messa a colonizzare pianeti. Il modo in cui questo viene effettuato, però, è tramite le corporazione. Attraverso una mentalità estremamete capitalistica, gli esseri umani devono lavorare cercando di essere più utili possibili per la comunità, da una parte per autosostenersi, e dall’altra perché se questa non genera abbastanza profitto, l’ufficio centrale darà sicuramente l’ordine di chiudere tutto, con tutte le conseguenze del caso. In questo ambito, uno scienziato fuorilegge decide di risvegliare uno dei coloni che erano stati tenuti in ibernazione perché ancora non necessari, o perché semplicemente non ritenuti utili abbastanza per generare profitto: il suo piano è quello di sovvertire lo stato delle cose e restituire la libertà a tutti i coloni. Ed è proprio questa persona risvegliata da questo sonno ‘quasi-eterno’ che viene controllata dal giocatore: la nostra missione, dataci da Phineas lo scienziato, è quello di salvare tutti rovesciando l’ordine delle cose. Tuttavia, Phineas non aveva fatto i conti con noi: i giocatori.

Infatti, i giocatori sono chiamati in continuazione a prendere decisioni che il più delle volte sfuggono il concetto di binario (nel senso di scelta 1 e scelta 2), ma presentano una nuance molto più elevata, al punto che è impossible stabilire quale scelta sia ‘oggettivamente’ quella giusta, in pieno stile Obsidian. Per esempio, non è infatti scontato seguire la missione di Phineas, e al contrario, si può benissimo tentare di fermarlo. Questo dipende da quali sono le idee politiche del giocatore, o semplicemente quali idee politiche vuole ‘abitare’. Si può decidere di sovvertire lo status quo, ma si può anche fare in modo di mantenerlo.

Quindi, la storia, la scrittura, ed il sistema di scelte di The Outer Worlds è semplicemente meraviglioso per la complessità che riesce a creare e per il modo in cui riesce a coinvolgere il giocatore, chiedendogli di portare fino in fondo quelle che sono le sue idee. Al tempo stesso, The Outer Worlds è un gioco di ruolo in tutto e per tutto, e oltre al sistema narrativo, c’è anche un gameplay che è assolutamente all’altezza.

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Il gioco si può infatti definire sommariamente uno sparatutto in prima persona: il gunplay è ben realizzato, e risulta abbastanza divertente. A differenza di Fallout dove c’era il sistema VAT, che permetteva al giocatore di mettere in pausa l’azione di gioco per poter selezionare il nemico da colpire, e dove colpirlo, in The Outer Worlds il protagonista riesce a rallentare il tempo. A livello narrativo, questo potere viene giustificato con il fatto che questa persona si sia risvegliata dopo anni e anni di sonno forzato, facendogli sviluppare infine questo potere. Tramite la pressione del grilletto superiore destro, è quindi possibile rallentare l’azione di gioco per tutta la durata di una specifica barra; in questa modalità, è possibile mirare a parti specifiche del nemico affligendogli determinati stati: per esempio, mirando alla testa è possible accecarli, oppure si possono debilitare alcuni arti, o ancora è possibile farli cadere. In sostanza, comunque, il gunplay risulta divertente, e il mondo di The Outer Worlds è pieno di pericoli: insomma, non ci si annoia.

A proposito del mondo di gioco, la mappa non è unica, ma anzi il giocatore si muoverà fra diversi pianeti, ognuno con un carattere ed una sua storia, contribuendo perciò ancora di più a quel tipo di complessità di cui ho parlato sopra. Nel corso del nostro viaggio, si incotreranno numerosi personaggi, memorabili o meno, e alcuni di questi si uniranno a noi: infatti, il giocatore può decidere di andare in giro con un party, che può essere composto fino a 3 membri. Ovviamente, questi personaggi sono molto ben scritti e caratterizzati, e seguirne le quest e le vicende è sia estremamente divertente che molto interessante. Dal punto di vista delle quest in generale, The Outer Worlds presenta numerose cose da fare, con molte quest secondarie di qualità sempre medio-alta, sempre con qualcosa da dire e da offrire: dal punto di vista personale, non ho trovato nessuna fetch quest propriamente detta, ma ognuna di queste ha sempre avuto qualcosa di interessante.

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Per quanto riguarda la progressione del personaggio, le diverse statistiche a disposizione consentono al giocatore di poter accedere a determianti aspetti del gioco: per esempio, si può decidere di avere un punteggio alto in ‘mentire’, se ci si vuole fare strada fino alla fine a suon di bugie, o magari si può decidere di prediligere un approccio più fisico, mettendo la maggior parte dei punti al ‘corpo a corpo’ piuttosto che per il combattimento a distanza. Oltre alle ‘mere’ statistiche, sono presenti anche dei ‘perk’ che garantiscono bonus particolari, come l’aumento della capacità dell’inventario, o l’aumento della durata dell’abilità di rallentamento del tempo. Insomma, The Outer Worlds lascia un numero altissimo di possiblità aperte, dando al giocatore la possibilità di poter scegliere come meglio esprimersi.

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Dal punto di vista del comparto artistico, The Outer Worlds mostra un carattere pazzesco: ogni città, pianeta, laboratorio, ha un qualcosa che lo rende unico e che invoglia il giocatore ad esplorarlo. Gli scorci che si incontrano spesso e volentieri lasciano senza fiato, regalando una sensazione di straniamento che pochi giochi sono in grado di regalare. Al tempo stesso, essendo un gioco così immenso, il comparto tecnico ne risente un minimo. Nella versione PC, ogni tanto si hanno dei cali di frame rate, episodi di stuttering e lag, ma non sono così gravi da inficiare l’esperienza di gioco. Il problema che Obsidian sta risolvendo nell’immediato è quello della dimensione dei caratteri dei testi, che potrebbero risultare un po’ piccoli, per alcuni.

In conclusione, The Outer Worlds è un RPG di qualità elevatissima: le possibilità che lascia aperte al giocatore sono numerose, garantendo ad ognuno di poter esprimere quelle che sono le proprie idee e morali. Obsidian si dimostra un’altra volta in grado di poter costruire un’esprienza semplicemente meravigliosa, sia dal punto di vista narrativo, artistico e di gameplay. Certo, ci sono delle incertezze tecniche che a volte fanno storcere leggermente il naso, ma sono molto piccole se paragonate a tutto quello che The Outer Worlds offre. Un vero gioco dell’altro mondo.

Requisiti Minimi

  • OS: Windows 7 (64 bit)
  • CPU: Intel Core i3-3225 o AMD Phenom II X6 1100
  • RAM: 4GB
  • GPU: Nvidia GTX 650 Ti o AMD HD 7850
  • HDD: 40GB

Specifiche sistema dove è stata eseguita la recensione

  • OS: Windows 10
  • CPU: Ryzen 5 3600
  • RAM: 16GB
  • GPU: Nvidia RTX 2060 Gaming Z
-59%
The OUTER Worlds - PlayStation 4
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60,99 EUR −59% 24,99 EUR

Ultimo aggiornamento: 2024-04-26 at 10:40

The Outer Worlds
The Outer Worlds – Recensione
PRO
Storia pazzesca
Libertà del giocatore di potersi esprimere
Nessuna scelta è oggettivamente quella giusta, in pieno stile Obsidian
Comparto artistico sopraffino
CONTRO
Qualche incertezza tecnica che può risultare noiosa
9
Un RPG sci-fi di qualità altissima