The Sinking City Switch

The Sinking City – Recensione

“Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto” (H.P. Lovecraft). L’ineluttabile terrore proveniente dall’ignoto è solo uno degli aspetti più visionari e curiosi dell’opera videoludica alla base di The Sinking City, gioco a cura del team indipendente Frogwares (nonché per questa occasione anche publisher) disponibile adesso sulla console ibrida Nintendo Switch. Dopo l’annuncio avvenuto durante la diretta del Nintendo Direct all’E3 2019, il titolo horror con temi fortemente ispirati alla letteratura lovecraftiana si è mostrato con un trailer introduttivo interessante e ben realizzato, attirando l’attenzione dei fan dello scrittore di Providence su di sé. I giochi che pescano all’interno dell’immaginario noir e horror di Lovecraft, analizzando anzitempo l’ultimo periodo, sono parecchi; in questo mare di occasioni sprecate e altre poco convincenti, The Sinking City si è affermato sin dalle prime battute, corroborato dall’esperienza decennale degli sviluppatori in campo di videogiochi investigativi, un titolo capace di scuotere l’imperturbabile animo umano in due aspetti ben precisi: nel comparto narrativo e nel gameplay.

Se da un lato abbiamo il chimerico volto degli Antichi, delle creature rappresentate a capo dal tanto temibile quanto apprezzato Cthulhu dai baluardi della città R’lyeh, dall’altro possiamo scorgere un sistema ed un game design che ricorda presumibilmente titoli dalla forte componente investigativa e horrorifica come in Alone in the Dark o perfino Eternal Darkness: Sanity’s Requiem per Nintendo GameCube. Il team di sviluppo ha voluto concentrare le proprie idee su un progetto molto ambizioso, con un budget importante e con alcune soluzioni stilistiche/grafiche soddisfacenti, rispettando ogni dichiarazione fatta in precedenza. La fedeltà con la narrativa antologica lovecraftiana è “quasi” esatta, nonostante alcune terminologie e nomi identificativi siano stati rivisti per diverse questioni a noi ignote. Ci saranno gli esseri mutati “uomini-pesce-rana” dalla città di Innsmouth e altri dalle fattezza umanoidi distorte in animali, tutte radunate presso lo stato del Massachusetts, luogo chiave del disegno mappato dallo scrittore horror.

Le speranze che un videogioco con questi temi e soprattutto con la mitologia di Cthulhu possa coinvolgere tutti e convincere in egual maniera è una priorità che ricade sul nuovo titolo di Frogwares, per il quale si propone in un genere d’appartenenza quasi di nicchia, ma con alcune migliorie generazionali importanti: l’open world in primis, e successivamente la componente shooter del gameplay. Ovviamente le anime principali sono la storia, l’investigazione e la mole di oggetti da trovare dietro ad un legame bizzarro con delle strane visioni. La paura dell’ignoto non è mai stata così forte in un gioco come The Sinking City, capace di instillare curiosità e attrazione presso dei temi abusati e trattati in modo superficiale, poiché divenuti nel corso degli anni mainstream.

The sinking city
La mappa è davvero ampia e piena di angoli da scrutare, oltre che la possibilità di contrassegnare gli obbiettivi/missioni con delle targhe.

L’ascesa degli Antichi: la misteriosa inondazione della città di Oakmont

La riuscita del titolo è stata commissionata ad una release per Switch postuma a quella della sua controparte sempre per console, che sostanzialmente adatta lo stile di gioco dinamico/investigativo in un mondo aperto già strutturato e atipico. Le vicende si svolgono presso la cittadina americana Oakmont, apparsa dopo una misteriosa inondazione nello stato del Massachusetts all’età degli anni ‘20. Il protagonista di questa avventura horror è un investigatore privato della città di Boston, tale Charles W. Reeds, che per diversi problemi legati a delle visioni notturne ricorrenti da tempo, non riesce più a prendere sonno o ragionare con lucidità. Nemmeno lui conosce la reale fonte di tutto ciò o se sia l’esordio di qualche disturbo mentale attribuito a quando prestava servizio nell’esercito. Eppure sente l’esigenza di dirigere i propri orizzonti in una cittadina sconosciuta, apparsa misteriosamente dopo degli eventi climatici surreali, dove ha sentito che a diverse persone è stata diagnosticata la sua stessa “sindrome”. Visioni macabre, forse presenti per un forte accumulo di stress, ma che destano continuamente la mente del povero malcapitato, costringendolo a recarsi nella città di Oakmont con un’imbarcazione fatiscente, con un solo garante filantropo ad attenderlo al molo desideroso di prestare soccorso al detective.

L’intero processo narrativo è un susseguirsi di eventi correlati a questa strana forma di disturbo mentale, con visioni spesso più nitide e che consentono al protagonista di intervenire quasi in tempo reale a ciò che sta accadendo, come se fosse un sensitivo. Tuttavia, la rappresentazione caratteriale dell’uomo è la seguente: lui è un tipo “tutto d’un pezzo”, in grado di rispecchiare il tipico investigatore razionale rimasto sveglio in quei bassifondi della società annichilita dal potere. Indossa un cappello a tesa larga e un cappotto completamente nero, con un viso che però è stato stravolto dalla mancanza di riposo. Imbraccia una serie di armi d’ordinanza come la famosa colt e una badile per scavare.

L’evoluzione della storia è notevole, assieme la qualità eccelsa dei testi (tradotti fortunatamente in italiano) e il doppiaggio che aiutano a coinvolgere il videogiocatore all’interno di un’atmosfera macabra e in continuo decadimento. Talvolta la profondità dei dialoghi, l’esecuzione stessa e la regia sorprendono, donando quel guizzo in più ad un gioco che è estremamente curato nei minimi dettagli e che vuole raccontare qualcosa di particolare, distaccandosi quando può dai canoni imposti dalla narrativa lovecraftiana, aggiungendo quel pizzico di originalità che non guasta mai e che non dispiacerà nemmeno ai fan puristi dello scrittore. The Sinking City è predisposto già da subito a metterci davanti a delle scelte, che possono cambiare l’ordine dei fatti dentro la cittadina e dare una connotazione differente al protagonista. Una città che, narrativamente parlando, odia gli stranieri specialmente se umani, eppure è popolata di esseri antropomorfi provenienti da chissà quale lugubre anfratto. Una scelta che rispecchia tantissimo una tematica importante nei testi di Lovecraft, ovvero il razzismo. Il gioco poi è condito di colpi di scena in grado di scombussolare la vostra quiete e rendervi partecipe della stessa sindrome che affligge il povero investigatore americano, senza ricorrere ad espedienti di trama troppo banali o nei classici jump-scare horror per creare un’ambientazione dark. Dopotutto, la storia si racconta prendendosi i propri tempi (lenti), con tantissime quest principali e altre secondarie che approfondiscono la lore attorno all’inondazione e alcuni tratti dei “mostri e dei clan”. Per alcuni questa lentezza può risultare stucchevole, poiché pesante nella mole di testi da leggere.

The sinking city
Questa è una delle modalità di gameplay “d’avvolgimento” e che è possibile riscontrare attraversando una spaccatura dimensionale, così da rivivere alcune scene che hanno coinvolto i personaggi e il luogo in esame.

Il destino e la maschera di Innsmouth

La trama non è solamente l’unico corredo che riveste l’ottimo The Sinking City per Nintendo Switch, poiché oltre alla narrazione è presente un sistema a capitoli intervallato da casi da risolvere. Infatti i casi sono bizzarri e pieni di stranezze soprannaturali, che coinvolgono Charles in una serie di ipotesi e indizi che possono essere ricostruiti grazie ad alcune meccaniche intelligenti di gameplay. All’interno di ogni dialogo o espressione facciale si può nascondere qualcosa di importante, un po’ come avveniva in L.A Noire di Rockstar. Qui invece è presente – in pieno stile Lovecraft – il palazzo mentale, nonché una delle dinamiche più interessanti e curiose dell’intero gioco, perché mescola gli indizi trovati con altri, formando dunque delle deduzioni in grado di costruire l’intero caso per ogni suo aspetto. Proprio per questo motivo è fondamentale trovare le persone corrette, porre le giuste domande ed esaminare tutti gli oggetti inseriti nei documenti. La mancata esecuzione di alcuni indizi chiave può costare l’intera investigazione e penalizzare il vostro rapporto con alcune figure. In ogni caso, il gioco non è semplicissimo già dall’inizio: ma avanzando, troverete il modo più corretto per familiarizzare con il sistema di gameplay meno tradizionale del solito. Un’altra meccanica peculiare che riveste The Sinking City è la possibilità di entrare all’interno di una coltre dimensionale e ripercorrere con delle ombre l’accaduto, dando un numero specifico ad ogni scena che troverete nella location limitrofe, un po’ come avveniva in un altro gioco, cioè The Vanishing of Ethan Carter.

L’atmosfera di Oakmont è fortemente suggestiva, con alcuni punti che possono essere raggiunti solo con una imbarcazione. La mappa è grande, ma non eccessivamente, poiché non sarà difficile raggiungere un punto più estremo come il molo o l’ospedale. Il gioco, per i lunghi spostamenti, viene in contro al giocatore con la presenza dei viaggi rapidi, dopo aver sbloccato l’area d’interesse una prima volta. Ogni risoluzione di un caso o obiettivo raggiunto nelle quest secondarie, otterremo un quantitativo di punti esperienza che possono essere convertiti dopo essere passati di livello  (come in un comune gdr) in punti abilità, spendibili quest’ultimi in un ampio skill tree con oltre una trentina di abilità suddivise in tre macro-categorie: mente, vigore ed efficacia nel combattimento.

Il gioco non avanza solamente con elementi investigativi o la risoluzione di essi, bensì sono presenti alcune sezioni di shooting importanti. In più occasioni, tra un capitolo e l’altro, troverete nella mappa dei mostri neri e tentacolari che possono essere uccisi solamente con i colpi di pistola. Il sistema di puntamento è buono, e per i meno avvezzi è disponibile di default la mira assistita per facilitare il colpo, assieme alle funzionalità aggiuntive dei joy-con, ovvero il giroscopio. I proiettili sono estremamente rari da trovare, poiché il baratto è l’unico modo per acquistare qualcosa in città. Possono essere creati raccogliendo le materie prime un po’ ovunque, oppure come una delle ricompense dopo aver completato una missione.

The sinking city
Lo shooting è molto preciso, anche perché viene agevolato da una buona mira assistita. Ogni oggetto può essere distrutto, anche un lucchetto per aprire la porta.

L’ombra venuta dal tempo: l’insorgere delle Razze

The Sinking City è un gioco perlopiù libero (open world) che non consente di seguire un percorso prestabilito, bensì può essere giocato come si preferisce; dopotutto è uno dei punti a favore che gli stessi sviluppatori hanno dichiarato diverse volte nei comunicati stampa. La varietà degli oggetti disponibili nei quartieri è alta, anche se i popolani (png) non sono tanti e diversificati, nonostante la presenza di più razze non umane. C’è da dire che alcuni asset, rispetto alla controparte console, siano stati rivisti e migliorati, garantendo così un riciclo meno pesante visivamente. L’atmosfera è sicuramente quella più azzeccata e “familiare per il contesto narrativo”; lo stato di decadimento delle strade è visibile ovunque, con macchine in fiamme e piazze completamente distrutte e sporche.

Arriviamo dunque a trattare dell’adattamento grafico e tecnico nell’opera, poiché essendo un porting gli sviluppatori hanno voluto dedicare maggior attenzione ad affinare la resa stilistica finale e implementare il touch-screen per la maggior fruizione dei menù in portatile. Come è già possibile visionare dalle parecchie immagini diffuse in rete o dal trailer comparativo rilasciato nelle scorse settimane, il lavoro è di certo uno dei più curati e ambiziosi, soprattutto affermando di voler raggiungere un frame-rate fisso sui 30 fps. Si mantiene per la maggior parte del tempo stabile, consentendo di giocare tranquillamente, tranne qualche sporadico micro-lag al passaggio nei save-point o dopo il caricamento improvviso di qualche texture non ancora completa. Sia in modalità portatile che fissa, la giocabilità è stupefacente e la risoluzione dinamica implementata nel motore grafico “unreal engine 4” tocca vette molto alte. Un plauso sicuramente doveroso all’ottimo e coinvolgente comparto sonoro, pieno di musiche dark e in chiave anni venti.

In conclusione, The Sinking City per Nintendo Switch è un gioco assolutamente da avere per tutti gli amanti dello stile narrativo e autoriale dello scrittore novecentesco Lovecraft, che articola l’orrore sotto un punto di vista differente. La paura dell’ignoto, la troppa conoscenza che porta alla pazzia, tutti elementi che creano un corredo stilistico molto convincente, ma che presumibilmente può risultare pesante e stucchevole a lungo andare. Un gioco che convince anche nel gameplay, nel ripete meccaniche già viste in altri titoli, ma con un pizzico di originalità. Il materiale proposto è ottimo e la longevità è sicuramente apprezzabile, aggirandosi sulla ventina di ore per completare la quest principale. Un titolo sicuramente imprescindibile, lo sottolineiamo, per gli amanti di Cthulhu e offrendo un buon rapporto tra qualità/prezzo.

The sinking city Switch
Gli uomini-pesce sono una delle razze più caratteristiche e macabre che incontrerete nel gioco… però anche Dagon, uno degli Antichi, è una figura tanto interessante!

The Sinking City è disponibile sul Nintendo eShop al prezzo di 49,99 euro!

The Sinking City Switch
The Sinking City – Recensione
The Sinking City è un gioco coinvolgente, dirompente e che scardina di poco quei paletti che hanno contraddistinto l'ultimo decennio riguardo la narrazione perlopiù sufficiente (e di nicchia) dello scrittore Horror Lovecraft. Un gioco ottimo sotto diversi punti di vista, che per Nintendo Switch è una piccola perla di tecnica e prodezze stilistiche dark e noir. Un investigativo con un buon gameplay articolato che solamente i ragazzi di Frogwares potevano fare, avendo più di dieci anni d'esperienza nel settore. La componente audio è avvolgente, come un tentacolo dell'Antico Cthulhu appena risorto dalle ceneri della città sommersa costruita miliardi di eoni fa, R'lyeh. Ciò che convince è la resa narrativa dalla durata di una ventina di ore e una serie di quest secondarie da fare in tutta tranquillità, in una città completamente aperta da esplorare (anche in barca).
PRO
CONTRO
8.5
Ambizioso e dark
Redattore