SUPERHOT

SUPERHOT – Recensione

Provare un “nuovo” gioco indipendente per me è sempre una grande emozione. Amo follemente questo ramo in forte espansione dell’industria videoludica, proprio in virtù dell’enorme capacità che hanno alcuni piccoli team nel dare vita a progetti unici nel loro genere anche solo grazie ad una semplicissima idea di fondo. SUPERHOT è forse uno degli esempi più lampanti di questa mia affermazione, ed è innegabile come questo particolarissimo sparatutto in prima persona sia ad oggi ancora rimasto unico nel suo genere.

Dopo alcuni rumor e leak che ne avevano preannunciato l’arrivo in concomitanza con lo scorso Indie World, appuntamento ormai ricorrente nel quale la casa di Kyoto ci aggiorna sui titoli indie in arrivo sulla loro console ibrida, SUPERHOT è finalmente giunto anche su Nintendo Switch. Sarà in grado questa nuova riedizione a rilanciare questo scoppiettante sparatutto come riuscì a fare l’apprezzatissima versione pensata appositamente per la Realtà Aumentata? Scopriamolo assieme in questa nostra recensione.

SUPERHOT
SUPERHOT arriva velocissimo su Nintendo Switch, come un proiettile impossibile da fermare. Siete pronti ad accettare la sfida?

Prima di analizzare il lavoro puramente di conversione – che vi anticipo già essere ottimamente eseguito – è doveroso fare un piccolo passo indietro e raccontare, a quei due/tre di voi che ancora non ne sono a conoscenza, cosa renda così singolare il gameplay di SUPERHOT. Tutto nel gioco si muove solamente quando siamo noi a farlo, e questo significa che per quanto possibile saremo noi a scandire l’avanzare del tempo. Una meccanica molto semplice ma che da sola è stata in grado di dare vita ad un’esperienza unica ed inimitabile.

Le vicende si svolgeranno all’interno di uno pseudo computer nel quale è installato un sistema operativo, denominato piOS, che funge da tramite tra il giocatore (virtuale) ed il software superhot.exe, con quest’ultimo che cela al suo interno una discreta quantità di livelli da affrontare con un approccio più metodico di quanto ci si potrebbe aspettare.

Immaginatevi una scena tratta da un qualsiasi film di azione, con il nostro protagonista in evidente inferiorità numerica e con il solo obiettivo di neutralizzare qualsiasi nemico decida di fermare la sua avanzata. A nostra disposizione una limitata varietà di armi da fuoco, che spaziano dalla semplice pistola fino ad arrivare al più efficace fucile a pompa, ed armi bianche, come una mazza o una katana, grazie alle quali far fuori con un semplice colpo le iconiche minacce color cremisi. Le meccaniche di gioco sono comunque molto più complesse del semplice far fuoco per proseguire, basti pensare che le armi sono dotate di munizioni limitate, e dunque per superare indenni ciascuno stage è fondamentale adottare una strategia ben precisa che non si limita al classico “spara spara”. Se inizialmente i livelli sembreranno semplici, molto presto sapranno dimostrarsi intelligenti e capaci di stimolare le abilità di problem solving del giocatore. In questo ho apprezzato la completa assenza di un livello di difficoltà selezionabile, scelta che ha permesso di confezionare una sfida ben calibrata e tutto sommato accessibile a qualunque giocatore.

SUPERHOT
E’ possibile approcciarsi ai nemici in vari modi, ma farli a fette rimane sempre il più piacevole seppure molto rischioso!

Lo scopo di ciascun livello è sempre lo stesso: uccidere tutti gli avversari sfruttando tutto ciò che l’ambiente ci offre, che sia questo un semplice oggetto da scagliare addosso al nemico (per poi prontamente rubargli l’arma) o addirittura un veicolo in movimento. Escludendo l’attacco a mani nude, che richiede ben tre pugni per neutralizzare ogni minaccia, sarà sufficiente un solo colpo per mandare in frantumi i nemici. Questo ovviamente vale anche per noi stessi, e dunque il “one shot dead” è sempre dietro l’angolo.

Stare immobili ci aiuterà sicuramente a leggere meglio la scena, ma non impedirà ad eventuali proiettili volanti – la cui traiettoria è sempre perfettamente visibile ad occhio nudo – di colpirci laddove i nostri spostamenti siano stati eseguiti in maniera incauta. Non è raro morire a causa di un nemico che ha spawnato alle nostre spalle o dopo essersi ritrovati a mani nude e senza nulla da usare per difenderci, ed è proprio questo aspetto simil-arcade del gioco che lo rende stimolante e mai frustrante.

Anche le meccaniche di gioco si arricchiscono man mano che si procede con i livelli, e verso la fine della campagna principale ci verrà addirittura permesso di proiettare noi stessi nel corpo di un nemico, causandone ovviamente la morte istantanea.

SUPERHOT
Un colpo ben assestato ed il nemico va in frantumi ancor prima di poter dire “SUPER HOT”.

SUPERHOT, dunque, si gioca a piccole pause durante le quali è comunque indispensabile non abbassare mail la guardia. Questa caratteristica peculiare del gioco è anche il motivo per cui il team di sviluppo è riuscito a garantire un’esperienza fluida anche in questa conversione dedicata a Nintendo Switch. Sull’ibrida Nintendo infatti il titolo gira con un frame rate costantemente ancorato a 60FPS, garantendo ottime prestazioni sia in modalità portatile che in docked. Ottimi anche i caricamenti rapidissimi che ci permetteranno di rientrare in scena istantaneamente dopo ogni fallimento.

In questo aiuta sicuramente anche il comparto estetico totalmente minimale, affidato ad una grafica in low poly, che sfrutta una limitatissima palette cromatica per rappresentare il mondo di gioco. Se da un lato è vero che a lungo andare le ambientazioni potrebbero risultare un filino ripetitive o non troppo arricchite di dettagli, dall’altra bisogna ammettere che questa decisione ci permette di concentrare tutte le nostre attenzioni sul vivo dell’azione. Vi basti pensare che SUPERHOT è addirittura privo di una qualunque forma di colonna sonora, e che dunque gli unici rumori che sentiremo saranno quelli dei vari effetti sonori scaturiti da ciò che succede attorno a noi.

Sull’ibrida Nintendo c’è da segnalare anche la presenza di un graditissimo supporto ai controlli giroscopici, attivabili e disattivabili on-the-go attraverso il tasto ‘-‘, che permettono a questa versione del gioco di offrire un’esperienza a metà strada tra quella tradizionale e quella VR. Poter sfruttare i momenti di freeze temporale per calibrare al meglio la mira, senza compiere movimenti troppo ampi che potrebbero far avanzare più del voluto il tempo, è un lusso capace di valorizzare di non poco l’intera produzione.

SUPERHOT
Quale occasione migliore se non la presenza di una finestra che da sul vuoto per neutralizzare la minaccia in maniera cinematografica (e godersi la scena al rallentatore)?

Certo, a voler trovare il pelo nell’uovo ci sarebbero alcuni difetti da segnalare, come per esempio il design monotono dei nemici – che sono tutti uguali tra loro e privi di caratterizzazione – e la limitatissima varietà delle armi, ma mi piace pensare che tutte queste piccole lacune verranno presto colmate da un nuovo (e per nulla impossibile) capitolo. Dopotutto non sono aspetti che limitano il divertimento, fortemente incentrato su un gameplay solido ed appagante.

Anche sul fronte longevità si potrebbe rimanere un po’ delusi; non tanto per la durata in sé, che viene elevata esponenzialmente qualora decidessimo di prendere parte alle numerosissime sfide aggiuntive ed alla modalità infinita che si sbloccano una volta terminata la campagna principale, ma per il fatto che il grosso del tempo di gioco è dedicato ad appagare solamente quella fetta di utenza che ama completare un titolo in ogni suo singolo contenuto.

Sono proprio questi ultimi che comprenderanno il motivo il prezzo non propriamente economico al quale viene venduto SUPERHOT anche su Nintendo Switch, fissato a ben €22,99, e che non rimarranno in alcun modo delusi dal loro acquisto. Quello che posso sicuramente suggerire a tutti gli altri è di tenere il titolo sotto stretta osservazione per eventuali sconti, se non avete mai provato l’ebrezza di giocare a SUPERHOT ritengo doveroso farlo prima o poi, e Nintendo Switch si è rivelata una piattaforma perfetta per rimediare a tale lacuna.

SUPERHOT
SUPERHOT – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a SUPERHOT su Nintendo Switch grazie ad un codice gentilmente offerto dal team di sviluppo. Sono riuscito a portare a termine, senza troppa difficoltà se non leggermente sul finale, la modalità principale in circa 3 ore. Una volta sbloccate le modalità aggiuntive ho continuato a giocare, constatando come queste non siano un semplice pretesto per allungare la longevità ma dei veri e propri contenuti in grado di intrattenere ancora per moltissimo tempo.
PRO
CONTRO
8.7
Antò, fa caldo!