We. The Revolution

We. The Revolution – Recensione

Lo scopo di una rivoluzione è quello di ristabilire la libertà di un gruppo di persone oppresso da un potere centrale. Marciando a ritmo di ‘uguaglianza, libertà e fraternità’, il popolo di Parigi si ribellò all’aristocrazia noncurante delle condizioni in cui il paese versava. Le strade si macchiarono di sangue, e tramite macchinari moderni, teste rotolavano di fronte alla folla che gridava alla libertà. E’ esattamente in questo contesto che We. The Revolution è ambientato. Tuttavia, il gioco non mette il giocatore nei panni di un rivoluzionario in cerca di vendetta, bensì in quelli di un giudice. La delicata posizione di potere in un momento storico del genere costringe il giudice a doversi confrontare non solo con il popolo furioso, ma anche con la nuova elite che è salita al potere dopo la rivoluzione, e che vuole rimanere ben salda ‘in cima alla piramide’. In questo turbine di interessi, anche la natura umana del giudice diventa un ostacolo, tra una famiglia che ha bisogno di lui, e problemi di alcolismo e gioco d’azzardo.

we. the revolution

We. The Revolution in un certo senso è una visual novel. Tuttavia, quello che colpisce sin da subito è la complessità del sistema di scelte e conseguenze sostenuto dalla narrativa. Il giocatore può infatti influenzare gli eventi  del gioco nei modi più disparati, e non è raro che determinate cose accadano a causa di una decisione che il giocatore ha considerato banale. Il gameplay sostiene questa struttura narrativa complessa facendo ruotare l’esperienza attorno a sedute di tribunale e altre attività. I processi in tribunale sono sicuramente la parte più divertente di We. The Revolution. In queste sessioni, bisogna leggere documenti, fare domande all’imputato e chiamare testimoni. Leggere i documenti per comprendere il contesto è cruciale, perchè sarà su queste carte che si scoprono gli indizi che verranno poi letteralmente associati nella schermata delle domande. Qui, il giocatore deve collegare i vari eventi dell’accaduto dai quali poi si sbloccano le domande. Queste sono di numero finito, così come finiti sono gli errori concessi al giocatore. Qualora si esaurissero gli errori a disposizione, il giocatore non potrà accedere a tutte le domande disponibili. Al tempo stesso, a volte è presente pure un indizio ‘trappola’, il quale però può essere ‘facilmente’ evitato se si presta attenzione durante la lettura dei documenti.

Scegliere una sentenza rispetto ad un’altra farà aumentare o diminuire la nostra reputazione con la fazione dei rivoluzionari, del popolo, e più avanti nel gioco anche quella dell’aristocrazia. Le sentenze a disposizione sono 3, e in alcune circostanze solo due. Queste comprendono la liberazione dell’imputato, la sua incarcerazione, oppure la ghigliottina. Optare per una di queste 3 ha delle conseguenze immediate nella nostra relazione con questa o quella fazione, ma ha anche ripercussioni sulla narrativa in generale. Alcune nostre decisioni in tribunale possono generare eventi che, magari, se si fosse scelto diversamente, si sarebbero potuti evitare.

we. the revolution

Oltre i processi in tribunale, è presente un sistema di relazioni con la nostra famiglia che a sua volta influenza la nostra relazione con le varie fazioni. A seconda se decidiamo di passare del tempo con la moglie, con il figlio più grande o più piccolo, o anche con il nonno, può fare alzare la reputazione del giudice nei confronti dei rivoluzionari, nel caso del figlio maggiore, per esempio. Anche questa meccanica influenza la struttura narrativa, comportando conseguenze nel corso della storia e rendendo cruciale anche la gestione della propria ‘casa’. Molto importante è infatti avere buoni rapporti con il figlio più piccolo, il quale migliora la percezione del giudice da parte di tutti gli altri membri della famiglia.

Il gioco è diviso in 3 atti, e nel corso della storia altre meccaniche e interazioni si aggiungono, le quali sono accompagnate da una narrativa che non cede mai il passo. La scrittura è di buon livello, e riesce a rendere in maniera più che convincente i vari personaggi. Menzione d’onore va comunque riservata per il comparto artistico. Le varie ambientazioni, i vari filmati pieni di disegni, sono di una qualità altissima e fra tutti è l’elemento che fa immedesimare maggiormente il giocatore in un’era di libertà e terrore. I filmati poi sono interamente doppiati – niente è lasciato al caso – e si nota fino alla fine lo sforzo che i ragazzi del team polacco PolySlash hanno fatto per far immergere il giocatore nell’atmosfera del gioco. Leggermente sottotono il comparto sonoro, invece, dove musiche veramente memorabili mancano, e la maggior parte delle volte o c’è una leggera musica anonima di sottofondo, o (nei momenti migliori) ci sono i rumori ambientali della ‘rivoluzione’.

we. the revolution

Dal punto di vista tecnico il gioco gira che è una meraviglia su Switch. We. The Revolution è un gioco di per sè statico, dove il fulcro dell’esperienza sta nel prendere decisioni e vederne le conseguenze. Lodevole è infatti il numero di questioni morali di fronte alle quali viene posto il giocatore. Si ha la sensazione che non esista nessuna scelta ‘giusta’, e a volte il giocatore sarà costretto a mandare un innocente a morire, se vuole anche lui evitare la morte. Questo perché nel caso in cui la nostra  relazione con una delle fazioni dovesse essere particolarmente pessima, il rischio di essere assassinati è dietro l’angolo. D’altronde, è la rivoluzione, e questa è la ‘libertà’ – il gioco dice ironicamente al giocatore.

In conclusione, We. The Revolution è un’esperienza incrediblimente solida e divertente, che offre al giocatore una vasta gamma di scelte per poter navigare la narrativa del gioco. Questa è costruita splendidamente, e riesce con estrema naturalezza a creare un mondo convincente dove si ha la sensazione che la certezza non esiste. We. The Revolution mette il giocatore di fronte a scelte morali che è difficile liquidare con superficialità. Tuttavia, a volte è necessario perché l’intreccio di relazioni che tiene il giudice in vita può richiedere di mandare giù il rospo e fare quello che noi, in quella circostanza, non avremmo mai fatto.

We. The Revolution
We. The Revolution – Recensione
PRO
Ottima rappresentazione della rivoluzione francese
Sistema scelte/conseguenze molto ben fatto
Struttura narrativa complessa
Comparto artistico superbo
CONTRO
Non per tutti i gusti
8.5
Finalmente liberi (?)