Pay To Play

SPECIALE Sessantaquattresimo Minuto – Free To Play o Pay To Play?

Benvenuti nel primo speciale della vostra rubrica preferita: Sessantaquattresimo Minuto si evolve e vuole proporvi un’interessante argomento! Di solito presentavamo un gioco che ha fatto la storia ma in quest’occasione vogliamo coinvolgervi tutti e proporre una materia piuttosto discussa nel mondo del gaming… il Free To Play e il Pay To Play! E’ proprio necessario pagare soldi extra per avere un’esperienza videoludica completa? Scopriamolo…

Il modello dei giochi Free To Play è nato tra la fine degli anno ’90 e gli inizi del 2000 con una serie di giochi MMO (gioco di ruolo in rete muligiocatore di massa) di grande successo, rivolta a bambini e giocatori occasionali. I paesi dove hanno preso più piede sono  Corea del Sud e Russia, dove hanno conquistato il 90% del mercato videoludico.

I titoli Free To Play (F2P) offrono al giocatore un’accesso gratuito per gran parte del loro contenuto; contrariamente i Pay To Play (P2P) il pagamento viene richiesto subito per iniziare a giocare. Esistono diversi tipi di modelli F2P… il più comune è basato sul modello “Freemium“! Ovvero, i giochi Free To Play non sono mai completamente gratuiti; gli utenti hanno accesso a un gioco completamente funzionale ma devono pagare delle microtransazioni per accedere a contenuti aggiuntivi. Un altro metodo per generare entrate è quello di inserire, nel videogame, degli annunci pubblicitari.

Candy Crush bank
Ecco un classico esempio di Free To Play… qui se il giocatore vuole più valuta nel gioco deve pagare in soldi veri!

Riassumiamo le principali categorie dei F2P:

  1. Shareware – una demo pensata per convincere gli utenti ad acquistare la licenza completa del gioco. Vengono offerte funzionalità gratuite ma molto limitate rispetto al titolo completo.
  2. Freemium – offrono direttamente e gratuitamente la “versione completa” ma per accedere a determinate funzioni o beni virtuali, necessitano micropagamenti. Per esempio i giochi Freemium sono Star Wars: The Old Republic, Need For Speed: World e Fortnite Battle Royale.

Questi “upgrade” spesso sono puramente estetici (varie skin per il proprio personaggio) oppure aumentano la potenza del giocatore o la velocità d’avanzamento nel gioco. Spesso si usa anche il limite di tempo: dopo l’acquisto di un determinato oggetto, questo ha un limite che, una volta scaduto, dovremmo riacquistarlo se vogliamo usarlo di nuovo. Un altro meccanismo di riscossione è l’uso di valute in-game; si possono ottenere giocando costantemente oppure acquistarla con denaro reale, senza aspettare parametri specifici.

Alcuni titoli utilizzano anche della pubblicità in-game per fornire ulteriori entrate ai giochi gratuiti… una famosa compagnia nota come Electronic Arts (alias E.A.) utilizza spesso pubblicità all’interno delle schermate principali, dei propri giochi.

Star Wars Battlefront
Il gioco EA dedicato all’universo Star Wars… la polemica delle Loot Box ha scosso i giocatori di tutto il mondo!

Nei giochi Pay To Play invece, i giocatori sono disposti a pagare subito per avere oggetti speciali o contenuti scaricabili… questo per avere un grosso vantaggio rispetto a quelli che giocano gratuitamente ed impiegano più tempo ad ottenere determinati oggetti. Questo tipo di meccanica viene molto usata dai giocatori Cinesi che dai occidentali… molto probabilmente perché i giocatori in Cina sono abituati a costi ricorrenti, associati ai giochi (vedi casinò online).

Di conseguenza i P2P ampliano solo l’esperienza del titolo senza intaccare il gameplay; giochi come Dota, StarCraft e Fortnite consentono l’acquisto solo di skin/armi, ciò significa che un giocatore F2P può salire di livello, alla pari di un P2P ma senza spendere soldi e senza upgrade! Tuttavia ci sono videogiochi che non offrono nessun vantaggio ai giocatori paganti rispetto ai loro compagni non paganti… di conseguenza molti suggeriscono di trovare un giusto equilibrio, incoraggiando i giocatori, a pagare solo per contenuti extra che migliorano il gioco stesso. Ad esempio i DLC sono solo un’aggiunta al gioco principale; l’utente può decidere l’acquisto, senza essere obbligato, ad approfondire la propria esperienza di gioco.

Purtroppo in alcuni giochi F2P, in single-player, c’è la tendenza di richiedere costantemente al giocatore acquisti extra per proseguire (detta tecnica del Nagging)… se vogliamo sopravvivere o semplicemente continuare il gioco dobbiamo sborsare molti quattrini! Questi giochi Freemium sfruttano l’utente e creano dipendenza da gioco d’azzardo.

Questo uso onnipresente e spesso intrusivo delle microtransazioni, porta ad utenti inesperti a pagare inavvertitamente o deliberatamente a grosse quantità di beni virtuali con importi elevati di denaro reale. A farne conseguenza sono purtroppo i bambini, lasciati soli dai propri genitori, davanti a un tablet o cellulare. Non avendo la cognizione tra gioco e realtà, prosciugano il conto di mamma e papà. Nel 2013 Apple aveva accettato di rimborsare una famiglia britannica di £ 1700, dopo che il figlio aveva collezionato innumerevoli microtransazioni mentre giocava a Zombies Vs. Ninjas.

Fortnite shop
Il gioco che tiene incollati migliaia di ragazzi e che prosciuga le tasche dei poveri nonni…

L’industria dei videogiochi sta ancora valutando il modo migliore per massimizzare le entrate dei propri giochi. L’utenza ha espresso che, acquistare un gioco a prezzo pieno è ancora soddisfacente, perché il consumatore sa esattamente cosa riceverà; al contrario i F2P che richiedono pagamenti per la maggior parte dei contenuti. Tuttavia la creazione di questi giochi freeware ha dato a molti sviluppatori una grande libertà creativa… basti pensare quanti giochi ci sono negli app-store! UNA VALANGA!

Per concludere, ci sono due fazioni ben distinte che approvano o che bocciano il sistema F2P e P2P… sviluppatori come EA sottolineano il successo dei Freemium e affermano che le microtransazioni saranno parte fondamentale per ogni gioco. Dall’altra parte aziende come Nintendo sono molto scettiche sul Free To Play, preferendo modelli più tradizionali di sviluppo e vendita del gioco. Infatti l’ex presidente Nintendo, Satoru Iwata, testò il sistema Free To Start con il titolo Fatal Frame; l’utente ha l’accesso alle prime parti del gioco scaricando la demo poi, se il gioco piace, può comprarlo e continuare da dov’è arrivato!

Oggi molte forme di video-intrattenimento sono arrivate come l’abbonamento Game Pass di Microsoft che offre la possibilità di giocare in streaming ad un’intera libreria di giochi… O il Cloud-Gaming, collegandosi tramite smartphone o tablet! Staremo a vedere come evolverà l’industria videoludica.

Un grazie speciale a tutta la community di GameScore che ha visionato e commentato la diretta, andata in onda mercoledì sera… un grazie di cuore anche a Mast3rFe1n e Aluinir che hanno espresso la loro opinione sui giochi Free To Play!

Al prossimo appuntamento! Ciao 😉