Cuphead Nintendo Switch

Cuphead – Recensione

Nintendo lo ha capito, già da tempo ormai, che per competere in questo mercato fatto di produzioni pompatissime che puntano gran parte del loro fascino sullo sfruttamento della potenza bruta di una console c’è bisogno di offrire qualcosa di diverso, qualcosa che nasca da un’idea semplice ma sfruttata talmente bene da donare al giocatore un’esperienza che non sappia di già visto, caratteristica che guarda caso è comune a tantissime opere nate dalle abilità di piccoli studi di sviluppatori indipendenti. Il modo in cui mamma N si sta coccolando i così detti “nindie” credo sia ormai sotto gli occhi di tutti, al punto che ci stiamo pian piano abituando al fatto che i Nindies Showcase superino in numero i famosi Direct ideati da quel Presidente indimenticabile che era Iwata. Ed è proprio durante l’ultima di queste apprezzate carrellate di annunci che venne rivelato al grande pubblico l’arrivo su Nintendo Switch di Cuphead, apprezzatissimo titolo “run and gun” incentrato sui combattimenti con i boss di StudioMDHR.

Cuphead
Una delle cose più difficili di Cuphead è cercare di concentrarsi sui pericoli a schermo ed evitare di farsi deconcentrare dai meravigliosi fondali interamente realizzati a mano.

Cuphead non è una nuova produzione, ma bensì un’opera – inizialmente rilasciata come esclusiva Microsoft – che nel tempo è riuscita ad attirare a sé l’attenzione di moltissimi giocatori ed a farsi una reputazione di tutto rispetto grazie al suo comparto estetico assolutamente geniale ed alla difficoltà estrema dei suoi livelli. Un binomio che a conti fatti risulta vincente, poiché è capace di trascinare il giocatore all’interno di un circolo vizioso dal quale è praticamente impossibile uscire. Se da una parte molti dei livelli che mi sono ritrovato ad affrontare sono riusciti a mettere in crisi le mie convinzioni da abile giocatore “pro”, dall’altra riconosco quanto sia difficile decidere di arrendersi di fronte alla cattiveria di un gioco che si presenta attraverso un’estetica ricercata e capace di omaggiare in ogni suo aspetto le tecniche di realizzazione di un cartone animato degli anni ’30. In questo StudioMDHR ha compiuto veramente un lavoro impressionante, realizzando a mano ogni singolo frame del gioco, animazioni capaci da lasciare a mascella spalancata praticamente chiunque, meravigliosi fondali ad acquerello ed un mare di registrazioni jazz originali. In base a questo Cuphead è praticamente un gioco tanto infinito quanto immortale, capace di entrarvi nelle ossa e a non abbandonarvi mai più, al quale vi affezionerete dopo solo 2 minuti di provato che vi porteranno a chiudervici dentro per decine, probabilmente centinaia di ore tutt’altro che spensierate.

Ma perché tanta cattiveria nei confronti dei nostri fragili protagonisti? Beh, ce lo spiega l’incipit narrativo, che vede Cuphead e Mugman divertirsi come non mai all’interno del Casinò del Demonio, collezionando una giocata dopo l’altra una gran quantità di denaro. Al proprietario di questo gran luogo di perdizione, tale Satanasso Pigliatutto, l’idea di perdere ricchezze ovviamente non piace affatto e decide di sfidare le giovani tazzine ad un ultima giocata; se vincono si portano a casa l’intero casinò, ma se perdono dovranno consegnare per sempre le loro anime al terrificante individuo color pece. Accecati da mille sogni di gloria i due accettano, perdono, e si ritrovano a sigillare un patto con il diavolo pur di non consegnare i loro spiriti: andare a caccia di altri debitori morosi e recuperare le loro anime per poter vedere salve le proprie, il tutto entro il termine della giornata successiva.

Cuphead
Un incipit semplice ma capace di giustificare tanta cattiveria nei confronti del giocatore!

Come potrete immaginare, le creature a cui andremo a fare visita esplorando in lungo e in largo l’Isola Calamaio – ossia i numerosissimi boss che compongono l’avventura – faranno di tutto per evitare di farsi sconfiggere dai nostri eroi. Da qui è naturale comprendere, ed in un certo senso giustificare, l’elevato livello di difficoltà che è nel tempo diventato vero e proprio marchio di fabbrica del gioco. Tralasciando per un momento il comparto artistico, infatti, Cuphead nel cuore non è altro che un concentrato finissimo di cattiveria – dosata sapientemente dagli sviluppatori – capace di mettere a dura prova anche i giocatori più navigati. Se ripenso ad alcune delle battaglie che ho dovuto affrontare prima di arrivare a scrivere questo pezzo ho ancora il batticuore; ore ed ore di interminabili e disperati tentativi di abbattere il moroso di turno, catturato da un vortice infinito di trial and error che mi impediva di arrendermi di fronte all’ennesimo fallimento. Ma alla fine ce l’ho fatta, di ciascuno di essi porto nel cuore il loro design da standing ovation, le animazioni da pelle d’oca capaci di omaggiare costantemente l’arte del cartone animato anni ’30, e le altrettanto goduriose colonne sonore ad essi dedicate.

Cuphead
Anche la mappa di selezione dei livelli è capace di celare qualche simpatica trovata.

Ed è forse grazie alla grande bellezza di Cuphead che il mio essere testardo e determinato fino in fondo ha trovato il coraggio di emergere. Perché, è bene esserne consapevoli, sarà davvero difficile superare uno stage al primo tentativo, e l’unico modo per riuscire nell’impresa è quello di studiare gli avversari ed imparare dai propri errori. In questo sarà difficile affidarci interamente alla nostra memoria muscolare, come per esempio avviene giocando a Celeste, poiché in molti scontri è presente una componente randomica – perfettamente contestualizzata. Quello che invece si renderà estremamente utile, e dovremo imparare molto bene a sfruttare, è la possibilità di variare a seconda delle esigenze le armi a nostra disposizione.

Come ci suggerirà anche un NPC del terzo mondo, ogni boss è più o meno vulnerabile a certi tipi di attacchi, spetterà a noi capire quali e studiare un piano d’attacco vincente. Per questo se vogliamo assicurarci di battere un boss che precedentemente ci aveva dato troppo filo da torcere, o più semplicemente vogliamo tornare a fargli visita per tentare di migliorare il nostro precedente punteggio, sarà fondamentale prendere parte ai (forse troppo pochi) livelli in stile run and gun, all’interno dei quali raccogliere alcune monete da spendere successivamente all’Emporio Cotechino per ottenere interessanti potenziamenti come armi a mira automatica o miglioramenti dei nostri attacchi principali.

E se proprio non ce la fate da soli nessuno vi impedirà di chiamare a rapporto un vostro fidato amico che vi possa affiancare in questa avvincente avventura grazie alla possibilità di affrontare qualsiasi livello in due giocatori. Attenzione però, essere in due non significa necessariamente rendersi la vita meno complicata, poiché se non c’è sintonia si rischia solamente di boicottarsi a vicenda sia rendendo il tutto più caotico sia esponendo a rischi maggiori il nostro compagno qualora si finisse nei guai e fosse necessario un suo pronto intervento per salvare la nostra anima con una bella parata, una delle azioni più iconiche del gioco fondamentale anche per caricare la barra della super mossa.

Cuphead
Vi presento Beppi il Pagliaccio, un boss che ha richiesto almeno cinque ore del mio tempo per essere sconfitto! Ma quanto è bello????

Come vedete fino a questo momento non ho accennato ad alcun difetto di Cuphead nella sua incarnazione per Nintendo Switch, in quanto il lavoro svolto da SudioMDHR eccelle sotto ogni punto di vista. Non posso criticare l’estrema difficoltà di certi livelli, in quanto questi risultano comunque ben progettati e mai sbilanciati con il semplice intento di accanirsi sul giocatore, ma posso certamente ribadire più e più volte che se non amate le sfide estreme potreste non raggiungere mai i titoli di coda di questo folle gioco. Anche sul versante tecnico non c’è veramente nulla da segnalare, se non il fatto che Cuphead riesce a rimanere stabile sui 60 frame per secondo in entrambe le configurazioni della console, con una risoluzione al massimo delle sue possibilità (quindi 720p o 1080p a seconda della modalità), requisito fondamentale per poter godere di un’esperienza di gioco senza la minima sbavatura.

Se devo cercare il pelo nell’uovo, però, questo lo potrei trovare più sull’hardware che nel software. Lo schermo di Nintendo Switch, a causa delle sue dimensioni ridotte, potrebbe non essere adatto per affrontare certi tipi di livelli, troppo caotici per permettere al giocatore di avere un costante controllo di ciò che avviene a video. Anche i JoyCon dal canto loro non sono il massimo della comodità per questa tipologia di esperienze, specie se utilizzati staccati dalla console, ma devo ammettere che anche in questo caso è questione di abitudine. Certo, la configurazione televisore più Pro Controller non la batte nessuno, soprattutto se affiancata da un buon impianto audio. Ovviamente in tutto questo SudioMDHR non ha alcuna responsabilità, se non quella di aver donato ai giocatori Nintendo di un eccezionale porting curato fino all’ultima riga di codice.

Cuphead
In ciascun mondo del gioco è celato un livello nel quale saremo richiamati a difendere a suon di parate un’urna. Riuscire in tale impressa ci ricompenserà a dovere!

L’arrivo di Cuphead su Nintendo Switch ha permesso agli sviluppatori anche di arricchire il gioco originale con nuovi ed apprezzati contenuti. Primo fra tutti è finalmente presente la lingua italiana, che gode di una qualità davvero impressionante sia nei dialoghi che nei nomi che sono stati affidati a ciascuno stage/boss. Stiamo parlando di un vero e proprio lavoro di localizzazione, capace di trascinare all’interno del gioco la nostra cultura fatta di modi di dire e giochi di parole azzeccati e ben sfruttati. L’update gratuito, reso disponibile anche sulle altre piattaforme nelle quali è presente l’opera originale, porta al suo interno anche la possibilità di selezionare Mugman anche per le partite in single player, così come nuove scene di intermezzo, animazioni, effetti speciali – il tutto sempre rigorosamente disegnato a mano – ed inediti boss segreti celati all’interno dei livelli preesistenti.

È bello segnalare anche come nel corso dell’anno verrà rilasciato un nuovo DLC (The Delicious Last Course), che sarà reso disponibile in concomitanza con la distribuzione del gioco anche in copia fisica, che aggiungerà ulteriori livelli ed un nuovissimo personaggio giocabile (Ms. Chalice) – questa volta femminile – dotato di un move set inedito. A breve sarà anche aggiunta la compatibilità con l’ecosistema Xbox Live in Cuphead, primo passo che verrà seguito da un supporto esteso a tutto Nintendo Switch.

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Che dire, dunque, se non un grazie di cuore a Nintendo e a Microsoft per averci donato di questo capolavoro imperdibile che è Cuphead. Dopo averlo spolpato per bene – finendo il gioco al 200% – posso trovarmi d’accordo con tutti coloro che fino ad oggi hanno osannato l’immenso lavoro di StudioMDHR. Cuphead è veramente tanto bello quanto infame, ma lo fa in un modo talmente perfetto che difficilmente riuscirete ad abbandonarvi alla totale frustrazione. Certo, se non amate questo genere di esperienze mi viene veramente difficile consigliarvi di acquistare questo gioco, ma se volete dire di aver provato veramente tutto nella vita non potete in alcun modo farvi scappare l’occasione di godere di tanta meraviglia su un’altrettanto spettacolare console come Nintendo Switch. Fidatevi, a 19,99€ è praticamente regalato!

Cuphead Nintendo Switch
Cuphead – Recensione
Cuphead arriva su Nintendo Switch più in forma che mai, con una conversione eccezionale che non si perde nemmeno un frammento dell'esperienza elettrizzante che ha già fatto impazzire i giocatori su PC e Xbox. Che vogliate giocarci in mobilità o "comodamente" nel vostro televisore, il titolo run and gun di StudioMDHR saprà coinvolgervi in una spirale infinita di tentativi per salvare dalla perdizione eterna quei due mattacchioni di Cuphead e Mugman. L'unico motivo che dovrebbe tenervi lontani dalla bellezza di Cuphead è da ricercare nella resistenza del vostro organismo agli attacchi di cuore; se non siete persone determinate potreste scoraggiarvi molto presto, se invece amate le sfide e non vi spaventa dedicare ore ed ore ad un singolo livello tuffatevi in questa avventura, non ve ne pentirete affatto!
PRO
CONTRO
9.3
mai indebitarsi con il diavolo!