devil may cry 5

Devil May Cry 5 – Recensione

Inferno e Paradiso

C’è un’aura dorata di voglia di rivalsa e rispetto delle proprie IP che avvolge Capcom in questo momento storico. Dopo anni di sperimentazioni poco riuscite ed alcune vere e proprie violenze a brand storici (vedi Resident Evil 6), ed anche una certa indifferenza verso l’utenza più affezionata la casa giapponese ha deciso di riportare il treno sui giusti binari. Se con Resident Evil 7 è stato svolto un buon compito, liberando dalla muffa una serie così importante, Capcom ha poi ingranato diverse marce in più proponendoci prima Monster Hunter World e successivamente l’intramontabile Resident Evil 2 in chiave rivista e decisamente abbellita. Come potrete capire dalla lunga introduzione stiamo per parlare dell’ennesimo Colpo messo a segno, Devil May Cry 5.

Devil May Cry 5

La serie stessa di Devil May Cry ha vissuto diversi alti e bassi. Nata dalla geniale mente di Hideki Kamiya, autore tra gli altri di Bayonetta e coinvolto nello sviluppo di Nier: Automata (Pigiatevi sti spicci, ndr), il primo capitolo doveva essere in realtà la quarta incarnazione della suddetta serie di Resident Evil, ma quando sia il suo creatore che la stessa Capcom si resero conto dell’identità e struttura profondamente differente dell’opera decisero di farne una nuova proprietà intellettuale a se stante. Dopo il primo ed apprezzatissimo capitolo Kamiya abbandona la nave per dedicarsi ad altri progetti, ed il cambio di rotta del secondo capitolo fu evidente, con un gameplay ed un character design ben lontani dal loro stile originale, con risultati decisamente discutibili. Fortunatamente Devil May Cry riprese coscienza di se con il terzo ed il quarto capitolo; il primo dei due particolarmente apprezzato e ritenuto da molti il miglior capitolo della serie, mentre la sua quarta incarnazione si limitò ad essere un buon titolo e nonostante la presenza di ottimi elementi action, soffriva di una struttura già datata e legata alle generazioni precedenti. I risultati ottenuti dal quarto capitolo non avevano evidentemente soddisfatto le aspettative, tanto da decretare un reboot totale della serie, questa volta gestito dal team di Ninja Theory; la nuova partenza però divise a metà sia pubblico che critica a causa di un livello qualitativo altalenante ed un distacco dalle caratteristiche del protagonista originale abbastanza netto. Facendo un bel salto temporale in avanti arriviamo quindi all’otto marzo del 2019; Capcom ha preso nuovamente in mano le redini del brand e fa uscire sul mercato Devil May Cry 5, titolo dalle aspettative altissime e che andremo a sviscerare per analizzarlo in ogni parte.

Devil May Cry 5

Il Diavolo può piangere

La storia riprende poco tempo dopo gli avvenimenti del quarto capitolo partendo proprio dal protagonista, Nero, intento già dal primo minuto in un’intensa battaglia contro un essere muto ed immobile, ma apparentemente impossibile da scalfire. Nero è affiancato come sempre dal coprotagonista (e unico protagonista originale) Dante, il figlio di Sparda e miglior cacciatore di demoni, anche lui messo alle strette dal nemico ed in evidente difficoltà. Ai due si affianca un terzo misterioso individuo chiamato V, che non vedremo all’opera da subito ma aiuterà anche lui nella battaglia contro colui che desidera diventare il Re dei demoni. Da qui in avanti la narrazione procederà con dei flashback, facendoci fare dei salti temporali tra passato e presente per scoprire tutti gli eventi che hanno portato alla distruzione della città, palesemente ispirata a Londra, chi sia la causa della perdita del braccio demoniaco di Nero – che come vedremo più avanti è anche un’ottima scusa per Capcom di sperimentare con il gameplay – e svelare l’identità di V e la su storia. Per quanto la storia si regga su abbastanza bene (parliamo pur sempre di Devil May Cry, qualche momento di nonsense ci sarà sempre) e approfondisca adeguatamente la storia dei tre protagonisti, non si può dire lo stesso dei personaggi che affiancano i tre scaccia demoni. Eccezione fatta per Nico, l’assistente di Nero che provvederà a fornirgli tutti i Devil Breaker necessari per sopperire alla perdita del Devil Bringer, che palesa da subito un carattere forte e deciso ed una sessualità per nulla nascosta – chiarendo in maniera abbastanza palese la sua attrazione per Lady – il resto del cast non appaga e non offre nulla di più al gioco, venendo confinati a brevi comparse e non rendendo giustizia al loro potenziale, davvero poco sfruttato in questo capito se non per una buona dose di fanservice. Per quanto riguarda Dante, scopriremo ancora più nel dettaglio la dinamica di odio e amore con il fratello gemello Vergil facendo un giro nei ricordi di Dante, scoprendo qualche piccolo dettaglio in più sulla madre adorata. L’unico grosso problema narrativo è il finale che già da metà campagna risulterà abbastanza citofonato, con qualche piacevole sorpresa di contorno, ma difficilmente vi lascerà sbalorditi o con il fiato sospeso.

Devil May Cry 5

Lo stylish action è da sempre lo stile di gameplay che contraddistingue la serie, e nella sua quinta incarnazione da un’accelerata di adrenalina sempre più forte man mano che si procede e gli stili cambiano. Come già detto i protagonisti della storia sono tre, tutti giocabili ed ognuno con un gameplay ben definito e differente dall’altro. Si parte con Nero, la perfetta via di mezzo tra accessibilità e tecnicismo che soddisferà la vostra sete di action dandovi comunque un po’ di filo da torcere per raggiungere il ranking massimo. Ci metterete qualche minuto a padroneggiare il nuovo Devil Breaker, che oltre ad acciuffare i nemici lontani può sparare raggi a distanza, perforare o malmenare a dovere i nemici in base al modello indossato, ed alternarlo con le bocche da fuoco e le immancabili armi bianche. E’ un vero peccato che il Devil Breaker non possa essere cambiato durante le sezioni di gioco se non sacrificandone uno per liberarsi dai nemici più numerosi; aggiunge sicuramente un tecnicismo in più da calibrare ad inizio capitolo, ma non è probabilmente il titolo più adatto in cui offrire questa non scelta.

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Ultimo aggiornamento: 2023-12-05 at 11:32

A proposito di Ranking la scala usata in Devil May Cry 5 è la stessa dei capitoli precedenti, ma come sempre cambiano i nomi. si parte da D(ismal), C(razy), B(adass) e A(pocalyptic) per arrivare poi agli ambiti status di S(avage), S(ick) S(kills) e S(mokin’) S(exy) S(tyle). Per raggiungere lo status dell’agognata tripla S bisognerà comportarsi in maniera diversa in base al personaggio utilizzato, ed è forse proprio Nero il personaggio a richiedere maggiore sforzo in questo senso. Il personaggio invece con cui si scala più facilmente il ranking è V, il misterioso personaggio sprovvisto di una particolare forza fisica ma che può contare sul potere di evocazione di alcuni demoni. I demoni che è possibile evocare sono tre, due di questi tramite la semplice pressione dei tasti di attacco e saranno Griffon, una sorta di corvo demoniaco utile per gli attacchi a distanza e Shadow, una pantera mutaforma indispensabile per gli attacchi a distanza. Tramite l’attivazione del Devil Trigger (che in nero farà esplodere il Devil Breaker) V evocherà Nightmare, un gigantesco demone simile ad un Golem che infliggerà automaticamente potenti attacchi ai nemici. È possibile anche potenziare gli attacchi di Shadow e Griffon mantenendo contemporaneamente premuto LT durante gli attacchi, sacrificando però parte della barra del Devil Trigger.

I demoni evocati non potranno finire da soli i nemici, spetterà infatti a V dare il colpo di grazia ad ogni nemico con il suo inseparabile bastone da passeggio, evitando di essere colpito e stando vicino ai due demoni quando questi periranno in battaglia, velocizzando così il loro recupero. Arriviamo per ultimo, ma assolutamente non meno importante, a Dante. Il figlio di Sparda avrà un gameplay molto tecnico, che oltre a concatenare attacchi ravvicinati e a distanza richiederà una buona conoscenza delle combo e degli stili da intervallare. Si, perché oltre a poter alternare diverse tipologie di armi – sarà proprio lui ad avere l’arsenale più vasto – si dovrà fare attenzione allo stile da utilizzare con ogni nemico. Gli stili sono quattro, alternabili tramite la croce direzionale, ed ognuno ha una peculiarità ed un movimento specifico (delegato al tasto B). Trickster Style è lo stile dedicato alla velocità di movimento e all’evasione delle mosse, rendendo difficile ai nemici colpirci; Swordmaster come suggerisce il nome ci trasformerà in veri maestri della spada, permettendoci di concatenare combo con le armi bianche varie e potenti. Le ultime due varianti sono Gunslinger, che infiamma lo scontro con le bocche da fuoco, spari potenziati e acrobazie a mezz’aria ed in fine Royal Guard, utile per non far sopperire Dante sotto i colpi nemici, a cui reagirà con un contrattacco immediato premendo B nel momento giusto.

Devil May Cry 5

Quasi tutte le abilità vanno sbloccate singolarmente per ogni singolo personaggio, in alcuni momenti tramite l’aiuto di Nico, in altri con l’ausilio delle storiche statue dorate, dove oltre alle già citate abilità potremo acquistare potenziamenti e gadget utili a proseguire nei livelli. Non aspettatevi di essere travolti dalle gemme rosse; l’unico modo per sbloccare tutte le abilità e completare la campagna più di una volta o sganciare moneta reale nello store dedicato, ma suggerisco vivamente la prima opzione.

Tecnicamente parlando Devil May Cry 5 si presenta in maniera impeccabile. Il RE engine fa un ulteriore passo in avanti presentando animazioni e texture dei personaggi non troppo lontani dal fotorealismo, sarebbe stato davvero bello riscontrare la stessa cura anche negli ambienti, dove si nota qualche texture di qualità leggermente più bassa. Nulla da ridire sul framerate che non soffre di alcun calo ne blocchi di sorta, risultando sempre fluido ed impeccabile, almeno su questa versione Xbox One X. I miei dubbi sul connubio dello stile tamarro e potente della serie con il nuovo engine sono stati letteralmente spazzati via grazie ad una direzione artistica di tutto rispetto, accompagnata dall’ormai onnipresente colonna sonora rock, pop e metal che segue letteralmente le azioni del giocatore, attivandosi ed interrompendosi nel giusto momento, senza mai lasciare spazi vuoti o non contestualizzati.

Devil May Cry 5

Arrivati a questo punto avrete certamente capito che ci troviamo di fronte all’ennesimo jackpot di Capcom, che leva ormai ogni dubbio sulle capacità della software house Giapponese e sottolinea una nuova e ritrovata conoscenza di se e dei propri brand, finalmente trattati con il massimo della cura ed il rispetto dovuto. Che il prossimo tiro sia una nuova e promettente IP? Aspettando con impazienza, Capcom ha già fatto Bingo!

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Devil May Cry 5 – Recensione
PRO
Lo stile è rimasto tamarro e appagante come sempre
Il Tris di stili è implementato in maniera intelligente
Colonna sonora che spacca!
CONTRO
Qualche sbavatura sulle texture ambientali
Comprimari totalmente accessori
Finale citofonato
9.6
Dolci lacrime di diavolo