Machinarium

Machinarium – Recensione

Che il Nintendo Switch eShop rappresenti il paradiso per gli sviluppatori indipendenti ormai è un dato di fatto. Sempre più spesso sentiamo di come questi siano contentissimi di come lo store digitale della console di mamma N sia la loro fonte principale di guadagno, e questo non può che farci piacere. La conseguenza di questa presa di consapevolezza è il naturale arrivo in massa di produzioni di ogni tipo, capaci di rendere la softeca della piccola ibrida interessante praticamente per chiunque. In mezzo a tutto questo marasma digitale, però, è inevitabile che qualche titolo di valore non riesca a ritagliarsi l’attenzione che merita, magari a causa della poca pubblicità o dell’arrivo di troppi titoli di rilievo capaci di subissarne la visibilità. È questo il caso di Machinarium, una validissima avventura punta e clicca di Amanita Design che recentemente è apparsa su Nintendo Switch al prezzo di soli €9,99.

Machinarium ci immerge all’interno di un mondo fantastico, al limite del malinconico, nel quale vestiremo i panni di Josef, un tenerissimo robot finito a pezzi all’interno di una discarica. Potremmo definire il protagonista come un vero e proprio antieroe, quello al quale non dareste nemmeno un centesimo ma che ben presto riuscirà a farvi ricredere sul proprio conto, in quanto il nostro obiettivo sarà proprio quello di rimetterlo in sesto ed aiutarlo a dimostrare il suo inestimabile valore. Josef non è in grado di parlare, e questo dona al titolo una vena poetica che lentamente ci farà innamorare del suo azzeccatissimo character design. Aiutandolo a fare luce sulle sue origini partiremo alla ricerca della sua fidanzata Berta, che è stata rapita dai Black Cap Brotherhooh, una banda di manigoldi robotici intenzionati a radere al suolo questo mondo metallico.

Machinarium
A volte non potremo avvicinarci troppo al nostro obiettivo, ma per fortuna i robot hanno mille risorse.

Machinarium nel cuore altro non è che un’avventura punta e clicca, nella quale saremo richiamati a risolvere piccoli enigmi ambientali attraverso la raccolta e l’utilizzo successivo di oggetti sparsi lungo le numerose schermate che ci ospiteranno. Per differenziarsi dall’enorme quantità di produzioni analoghe, gli sviluppatori hanno ben pensato di aggiungere una semplicissima regola: è possibile interagire solamente con ciò che è situato nei pressi di Josef. In questo modo il trial and error viene ridotto all’osso, in quanto se non ci muoveremo esplicitamente nei diversi punti dello schermo non avremo modo di capire a tentoni quali sono le zone di interesse da analizzare. Inoltre, il piccolo robot sarà anche in grado di estendere e ritrarre il proprio busto, modificando di conseguenza la sua altezza e permettendoci l’accesso ad oggetti sopraelevati e l’attraversamento di passaggi ristretti.

Queste due semplici caratteristiche del gioco hanno permesso al team di Amanita Design di sviluppare una componente di puzzle solving tutt’altro che banale ed in grado di stimolare i nostri processi mentali in una spirale di enigmi sempre più coinvolgenti. Dimenticatevi, dunque, di minigiochi inseriti come fossero un semplice riempitivo; con Machinarium troverete vero e proprio pane per i vostri denti e non sarà raro dover spremere le proprie meningi nel tentativo di risolvere diverse sfide logiche sapientemente proposte di tanto in quanto.

Machinarium
Situazioni scomode e dove trovarle!

Il gameplay, come da tradizione, ruota attorno alla ricerca di oggetti da utilizzare o combinare tra loro. Nonostante non avremo mai a che fare con troppi elementi, ci verrà fornito un praticissimo sistema di inventario, rappresentato dallo stesso Josef. Questo, infatti, ingurgiterà ogni elemento che potrà fare suo, per ripescarlo successivamente nel momento del bisogno.

Su Nintendo Switch Machinarium offre la possibilità di interagire con l’ambiente attraverso l’utilizzo dello schermo capacitivo della console, ovviamente solo se questa è utilizzata in modalità portatile. Sebbene tale configurazione sia senza ombra di dubbio la più comoda e quella che più si presta a questo genere di titoli, ho preferito ricorrere al classico sistema di controllo mediante tasti fisici. Il motivo risiede nel fatto che ricorrendo al touch screen della console il gioco decida di far completamente sparire il puntatore, che invece si dimostra utilissimo in quanto la sua icona è in grado di modificarsi a seconda delle azioni che è possibile compiere nei punti di controllo presenti a schermo. Di conseguenza è molto più semplice orientarsi utilizzando l’analogico sinistro ed i tasti.

Machinarium
Il mondo sta per finire? Let’s dance!!!!

Non sarei sincero con voi se vi dicessi che il titolo è accessibile a chiunque, in quanto il livello di sfida è stato volutamente calibrato in modo tale da non farci mai avere la sensazione di essere di fronte a sfide banali o tutt’altro che stimolanti. Consci di questo, infatti, gli sviluppatori hanno inserito in ognuna delle schermate di gioco un pulsante in grado di fornirci, attraverso un fumetto illustrato, un indizio che potrebbe aiutarci a trovare la giusta direzione. Se ciò non bastasse, sarà addirittura possibile sbloccare, previo superamento di un banalissimo minigioco in stile Space Invaders, la soluzione completa di quella determinata area. Sebbene ho potuto apprezzare questo tentativo di non portare mai il giocatore alla frustrazione causata dal non sapere più cosa fare, ritengo che tale stratagemma possa indurlo troppo spesso a farne uso, snaturando di conseguenza quello che dovrebbe essere lo spirito di ciascun punta e clicca.

Fortunatamente, il punto di forza del gioco sta proprio nella sua capacità comunicativa; nonostante nessun dialogo ci venga mostrato durante le circa 5 ore necessarie a completare l’avventura, questa sarà in grado di donarci diversi spunti riflessivi grazie ai suoi enigmi ben contestualizzati e al modo in cui il protagonista dovrà necessariamente interfacciarsi con gli altri robot sparsi lungo la città. In moltissime occasioni per ottenere i giusti oggetti dovremo infatti prima aiutare i nostri simili, innescando in questo modo una catena di piccole quest da portare a termine.

Machinarium
Questa banda di musicisti ha bisogno di noi per fare un pò di baccano. Aiutiamoli!

Machinarium riesce a conquistarci grazie ad un’atmosfera perfettamente riprodotta ed un utilizzo sapiente della palette cromatica. L’intero mondo di gioco è infatti riprodotto mediante l’utilizzo di pochissimi colori, generalmente il grigio ed il marrone per rappresentare il metallo e la ruggine, e questo dona al comparto estetico una coerenza capace di non far risultare mai nessun elemento fuori posto. Non a caso il team di Amanita Design nasce proprio dall’unione di alcuni studenti dell’Accademia d’Arte, Architettura e Design di Praga. Una combinazione di talenti che ha saputo valorizzare al meglio i magnifici fondali interamente realizzati a mano e le splendide colonne sonore che ci accompagneranno in questo viaggio. È piacevole vedere come il team abbia riposto cura in ogni singolo particolare del gioco, ed è ancora più bello quanto il tutto si fonde alla perfezione con una componente videoludica che non suona mai di già visto.

La sorte di Machinarium, dunque, è tutta nelle vostre mani. Non lasciate che questo interessantissimo progetto venga abbandonato a sé stesso all’interno di quell’immenso oceano che è il Nintendo Switch eShop. Proprio come il suo tenero protagonista, abbandonato in una discarica, questa avventura punta e clicca ha moltissimo da raccontarci, ed è per questo che sono qui a consigliarla a tutti gli amanti del genere. Se cercate un gioco per nulla banale, sia nella difficoltà che nella sua capacità di intrattenere, rimarrete estremamente soddisfatti da quello che Machinarium sarà in grado di offrirvi.

Machinarium
Machinarium – Recensione
PRO
Stile artistico coinvolgente
Enigmi mai banali
Grande capacità comunicativa
CONTRO
Al giocatore vengono forniti troppi aiuti
Controlli touch screen limitanti
7.8