Dredge

Dredge – Recensione

Dal talento di Black Salt Games, un gioco che unisce la pesca tradizionale con rimorchio ad un mondo intriso di paure cosmiche in pieno stile Lovecraft…

Dredge
Data di uscita
30/03/2023
Versione testata
Xbox Series S
Sviluppatore
Black Salt Games
Publisher
Team17
Genere
Simulatore / Avventura / Azione
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
9
Acquistalo da qui

La sensazione di scomparire tra i meandri di un mare sconfinato e cupo è sempre vigile, lì in attesa di poter emergere nel cuore insidioso di un essere umano. Alle volte l’oceano è così curioso, attraente, invalicabile; ma nasconde un segreto, ovvero quello di non accettare per troppo tempo nessuno che provenga dalla terra emersa. Pelagial è il settimo album di un gruppo tedesco chiamato The Ocean che narra le vicende di un esploratore intento a navigare nelle profondità marine, attraversando il dominio pelagico per giungere negli abissi del pianeta. Lo fanno con uno stile magnetico, artisticamente di alto rilievo e con una serietà unica: una sequenza di note armoniche che si intersecano fra loro per arrivare all’orecchio dell’ascoltatore. Attraversano cinque delle zone che dividono l’oceano, raccontando quanto sia difficile e altisonante vedere degli organismi bioluminescenti muoversi nell’oscurità; la potenza canora è intervallata da momenti graffianti, cupi a eventi trascinanti e melodici. Un album che ben si prefigge – da quando uscì nel lontano 2013 – l’onere di spalancare le porte infinite del mare. Analogamente nel panorama videoludico questa sensazione di scoperta abbastanza lenta e inesorabile, come se fosse una litania malsana, si è vista parecchio di rado. Titoli del calibro di Sunless Skies sono stati in grado (seppur mantenendosi in un ambito alquanto piccolo e di nicchia del medium) di innescare il piacere di provare avventure ambientate sulla superficie del mare sconfinato con una trama di fondo spiccatamente lovecraftiana. Sono in vero tanti quei titoli che “cercano” di emulare il carattere assolutamente attraente delle novelle paradossali narrate da Lovecraft ai suoi tempi, eppure se non si riesce a cogliere la vera essenza dello scrittore di Providence è abbastanza facile imbattersi in colossali errori. Il mondo marino è stato più volte descritto nelle varie opere di Lovecraft come qualcosa di brutalmente affascinante, ma alquanto pericoloso e insondabile; le tante creature che animano lo specchio d’acqua salata sono sconosciute ai più, profondamente aliene e stravaganti. Gli stessi Dagoniani (da Dagon, scritto nel luglio del 1917) sono mostruosità marine dalle fattezze antropomorfe, provenienti dal dio mesopotamico adorato dai Filistei. Nell’opera appaiono le prime avvisaglie di un Lovecraft ancora più maturo: un’impronta visionaria e onirica che accresce solo dopo la sua morte, concretizzando sempre di più l’immaginario ricreato con il suo variopinto pantheon di mostri. Rientra così – involontariamente – il riferimento iniziale a Pelagial, sicuramente ispirata la band dalle trame fitte dello scrittore orrorifico per appurare quanto sia devastante e ignoto l’oceano.

L’enorme distesa d’acqua che separa ciò che sta sopra, invisibile a cose normali, e separata da cosciente e ignoto nasconde dei segreti che solo in pochi (i marinai più esperti) possono avere la possibilità di raccontare. Nato dalla volontà di un team neozelandese (composto per lo più da quattro persone) di nome Black Salt Games, Dredge è un videogioco alquanto particolare e atipico. Difficile da collocare nel vasto panorama videoludico, ma con un’identità decisamente preponderante. Lo si potrebbe semplicemente accomunare ad un “gioco di pesca”, tuttavia tale definizione viene anzitempo tradita dagli stessi sviluppatori in quanto c’è molto di più sotto la superficie. Sono riusciti a capovolgere, invertire le aspettative su un titolo dalle basi piuttosto marcate sulla pesca e la relativa raccolta nel mare, a qualcosa di più profondo, introducendo una trama lovecraftiana subdola e curiosa. Non è un semplice simulatore di pesca, bensì qualcosa di molto più profondo e narrativamente alla portata di altri titoli altisonanti come Disco Elysium (seppur non così testuale o longevo). La terra viene solamente annusata, in quanto nell’avventura di Dredge l’espediente che prende maggiormente piede è quello legato alla navigazione della propria imbarcazione. Il gioco di pesca a tema horror pubblicato da Team17 è disponibile su console Nintendo Switch, Xbox Series X|S, Playstation 4-5 e PC dal 30 marzo 2023. Scopriamo senza ulteriori indugi di cosa si tratta in questa nuova, approfondita recensione.

Dredge

Il terrore dei fondali: la pesca, la sanità mentale e l’immersione

In una ridente città di mare c’era una grande passione per la pesca e la compra/vendita di questo delizioso dono offerto dalle acque lì vicine alla baia. Qualcosa accadde improvvisamente: un naufragio decimò la popolazione, distruggendo imbarcazioni e strutture architettoniche. Il sindaco dell’allora florida città appassì alquanto velocemente come un fiore in mancanza di luce. Un luogo sicuramente dimenticato da Dio o da qualunque altra divinità; sono rimasti in pochi, e quelli che ancora adesso risiedono tra le casette diroccate provano a vivere con quello che il mare ha da offrire. Dredge inizia senza troppi preamboli o fronzoli: una storia che va dritta al punto, quasi un po’ spietata e crudele come molti dei racconti di Lovecraft. Il nuovo pescatore (il protagonista) giunge in città dopo un violento nubifragio. Dopo esser stato accolto dal sindaco, gli viene consegnata la vecchia nave del precedente pescatore. Chissà che fine abbia fatto o cosa gli sia successo: questo non è dato saperlo adesso. La gente rimasta sembra alquanto riluttante a navigare in mare, specialmente nel corso della notte. Senza una dimora né soldi, gli viene offerto il lavoro: dovrà dunque ripagare il debito pescando e vendendo il suo raccolto al mercato cittadino, facendo così circolare nuovamente la linfa vitale in quelle strade martoriate. Le lancette del tempo continuano a scorrere e l’inesorabile destino è ormai vicino; l’inevitabile sembra scontrarsi con la realtà, concretizzando un volere ben più superiore di quello dell’essere umano. La narrazione di Dredge è volutamente corposa, dilazionata man mano che si prosegue con l’avventura e la scoperta di nuove creature marine. Riesce in qualunque attimo di respiro a intrigare, agevolando con inerzia una storia di fondo – puramente lovecraftiana, quindi con una paura dell’ignoto sempre così persistente – che scava tra le profondità del terreno. La trama sinistra si interseca tra i meandri della mente dello spettatore, lasciando un velo di insicurezza ogni qualvolta si raggiunge l’imbarcazione per navigare in mare. Ciò è anche affidato all’ottima caratterizzazione dei personaggi, rei di essere così attraenti al livello narrativo da superare lo stesso mare in quanto inquietudine. Ognuno dei presenti, che sia il sindaco o il mercante di turno, nasconde un segreto velato che non sembra voler rivelare, a meno di non conoscersi meglio. Le battute sono ridotte all’osso: pungenti e sprezzanti, dicono di voler giocare secondo le proprie regole. Ma sappiate che mentono. Sono vestite come in un incubo, con le profondità marine a fare ancora più paura durante la notte e quando la sanità mentale inizia a vacillare.

Midolla Maggiore (questo il nome della città) prosegue la sua triste esistenza nel placido alternarsi del giorno e della notte. Gli abitanti raccomandano al protagonista con una certa insistenza di non avventurarsi nel corso della notte, poiché delle creature oscure potrebbero attaccarlo. I pesci più ricercati appaiono nel calar delle tenebre, quindi è abbastanza lapalissiano che il pescatore dovrà affrontare le proprie inquietudini e lanciarsi in questa grande mietitura notturna. Nel mare, tra gli arcipelaghi o altrove, è possibile rinvenire a bottiglie contenente dei messaggi preziosi, rivolti quasi sempre ad ignoti nascosti. Ma che tracciano quasi in maniera indelebile la volontà di raccontare al protagonista una sottotrama abbastanza interessante da leggere. Non aspettatevi un doppiaggio. Essendo un gioco di piccole proporzioni, ciò che gli sviluppatori insieme al publisher sono riusciti a fare è quello di donare al nostro paese una più che ottima traduzione in lingua italiana. Un adattamento degno di plausi, in quanto assai curato e con testi sempre chiari. Esiste inoltre un enciclopedia, ossia un codec, che contiene ogni riferimento alle razze acquatiche incontrate o ai termini utilizzati nel mondo marinaresco; un compendio decisamente utile sia per gli esperti navigatori che per i novizi alle prime armi, utile per calarsi meglio nella parte e all’interno di un gioco veramente approfondito e meticoloso. La trama riesce, tranne in alcuni momenti con più incertezza verso la seconda metà, a deliziare lo spettatore. Però si tratta comunque di un gioco non per tutti, essendo impreziosito da un carattere orrorifico e lovecraftiano piuttosto inquietante. La parte centrale dell’avventura è affidata a questa sorta di incertezza che perseguita il protagonista nel corso della notte, non lasciandogli margine d’errore tra un approdo e l’altro. Il riposo è quindi essenziale, così come la gestione del tempo e dello scorrere dei giorni. Black Salt Games ha prestato molta attenzione, come visto in precedenza del resto, ad inserire molta varietà tra l’esplorazione e la conoscenza del sottobosco marino. Con alcuni personaggi è possibile raggiungere vette assolutamente uniche della trama, quasi da sostituire la storia principale per qualche attimo. Uno stile di narrazione che ricorda Disco Elysium in primis, quindi con riquadri fissi con qualche immagine dei personaggi in movimento, e/o il citato Sunless Skies. Per quanto concerne la longevità, il titolo può aggirarsi tra le otto/dieci ore necessarie per completare la storia cardine, lasciando un po’ qua e là qualche missione secondaria. Una durata sicuramente nella media, e difficile un gioco con un’alta rigiocabilità.

Dredge

Incrementa le statistiche del peschereccio

Il primo approccio con Dredge e il suo paradossale gameplay è decisamente stupefacente; riesce a donarti una forte sensazione di progresso che lentamente ti trascina verso un baratro infinito, probabilmente quello ipotizzato dagli sviluppatori nel corso della notte. La narrazione è ammaliante, folgorante e a tratti inquietante. La componente ludica invece cerca di dedicarsi maggiormente all’esplorazione delle varie isole e del mare sconfinato con una quantità impressionante di pesci di dimensione e genere differenti. Ad ogni anfratto più remoto della mappa è possibile imbattersi in qualche creatura marina dalle forti propensioni “distruttive”, oppure in bottiglie contenenti degli indizi di lore. Andare a pesca di aberrazioni viventi è decisamente straniante, ma questa particolare percezione del gioco svanisce quasi subito. Lo scopo è quello di popolare la stiva (del mezzo di trasporto acquatico) con più pesci possibili, cercando di stare attenti a sistemarli seguendo la logica dei tetramini, oppure come l’inventario dei primi Resident Evil. Ottimizzare lo spazio interno è alquanto fondamentale, forse di più della pesca in sé, poiché determina il ricavato giornaliero. Dopo aver raccolto il pesce, sarà necessario recarsi dal pescivendolo e vendere ogni merce; esistono creature che fanno lievitare il prezzo finale, mentre altre in cui il solo scopo è quello di soddisfare delle missioni secondarie assegnate da cittadini altrettanto particolari. Gli sviluppatori sono riusciti ad imbastire il gameplay mantenendo una certa coerenza tra l’ambientazione e le varie tematiche affrontate nel corso della breve avventura. A regolare il flusso “giorno/notte” lo scorrere del tempo, determinato da questa grande clessidra posta al centro in alto dello schermo che evidenzia le fasi previste in quel momento. La gestione del tempo è dunque uno degli emblemi del gioco a cui è necessario porre dei giusti correttivi, così da non imbattersi in spiacevoli situazioni. Insomma, una situazione quasi identica allo slice of life visto in Persona 5. Ad esempio, può capitare di dover navigare nel corso della notte, sfuggendo dalle grinfie della follia e dalle creature vestite di incubo, per racimolare dei pesci unici e rari. Anche le creature contenute nella stiva o nel magazzino vicino al porto hanno una data di scadenza; possono dunque marcire con il passare delle ore o giorni.

Una delle meccaniche presenti nel gioco è quella più universalmente riconosciuta come “meccanica incrementale”, ovvero una componente ludica che progredisce di pari passo con la conoscenza e la raccolta delle risorse, un po’ come accade banalmente con Animal Crossing. L’ambientazione presenta un’ampia varietà di situazioni, come già raccontato in precedente. Tuttavia da un certo punto della storia in poi sarà possibile “dragare” i fondali e aggiudicarsi dei reperti rari che una serie di cittadini sono desiderosi di ricevere (ovviamente sotto compenso). Catturare un pesce nelle vicinanze non è difficile, poiché è richiesta la risoluzione di un semplice quick time event trasformato in porzione di gameplay; una griglia a scorrimento gira in senso orario, e lo scopo è quello di aderire con il cursore (premendo il pulsante assegnato) nella parte colorata di verde, evitando dunque di imbattersi in parti vuote o rosse. In quel caso, il pesce scende ancora di livello, danneggiando così la struttura. Perché sì,  nel gameplay è previsto anche il mantenimento del mezzo e delle proprie attrezzature. Una componente gestionale davvero ben fatta e soddisfacente. Può capitare, nei momenti più avanzati dell’avventura, trovarsi imprigionato tra le mangrovie e le sue radici. L’unica costante è la notte con le sue incombenze, ovvero quando la sanità mentale scende (senza una fonte di luce costante vicina) e il pescatore impazzisce, finendo per essere divorato da una figura nera. In quel caso si parte dal checkpoint più vicino. Gli enigmi ambientali sono diversi, ma non troppo difficili o complessi nella risoluzione. La componente tecnica è veramente buona, un po’ come la direzione artistica davvero ammirabile e godibile. La qualità delle texture su console Xbox è veramente alta, mentre il frame-rate è quasi sempre stabile. A rendere ancora più suggestiva l’avventura un componente sonoro e musicale di livello stellare: contrassegnata da una serie intrigante di note suonate in pianoforte, ad archi e strumenti a fiato. Insomma, un tripudio di sonorità azzeccate e congeniale allo stile di gioco.

Dredge

In conclusione, Dredge di Black Salt Games (in quanto opera prima) e Team17 è un piccolo capolavoro dell’era moderna, un titolo che deve essere assolutamente provato se siete amanti della narrazione lovecraftiana all’interno dei videogiochi e dell’occulto. Un’avventura che riesce ad unire in maniera paradossale e unica la genialità della raccolta di pesce di vario genere ad elementi più cupi, a tratti horror. L’inquietudine è sempre dietro l’angolo, così come la paura di sbagliare ad essere usciti di casa troppo tardi. Un simulatore di pesca che invece nasconde qualcosa di ancora più profondo, capace di attrarre all’amo ogni videogiocatore e consegnare una perla preziosa. La longevità non elevata permette a tutti di giocarlo anche in modalità portatile (se su Switch), oppure di apprezzare meglio lo scorrere del tempo e la necessità di fare micro-gestione del proprio inventario. Alcuni aspetti della narrazione sono troppo eccessivi, ma nulla di così drammatico in quanto basta dedicarsi ad altro e intervallare la missione principale a quelle secondarie. Dredge è disponibile su console e PC dal 30 marzo 2023 al prezzo di 24.99 euro. Un rapporto qualità-prezzo assolutamente unico e irripetibile, specialmente per via delle tante meraviglie nascoste all’interno dell’opera. Uno di quei giochi che riesce a divertire ed ammaliare con una delle meccaniche più banali e semplici da fare.

Dredge
Dredge – Recensione
PRO
Trama assuefacente e approfondita;
Meccanica incrementale e di pesca efficace…
Narrativa saporita, dettagliata e stuzzicante;
Disponibile in lingua italiana;
Musiche davvero sopraffine e azzeccate;
Ottima varietà di ambienti e creature.
CONTRO
… anche se veramente semplice;
Purtroppo finisce.
9
L’occulto nella pesca: arriva l’ignoto!
Acquistalo da qui