Do Not Open

Do Not Open – Recensione

Do Not Open
Data di uscita
25/11/2022
Versione testata
PlayStation 5
Sviluppatore
NOX NOCTIS
Publisher
Perpetual Games
Genere
Horror / Rompicapi
Lingua
Inglese (audio e testi)
Il nostro Punteggio
7.2
Acquistalo da qui

Quando vi abbiamo parlato di MADiSON abbiamo avuto il piacere non solo di raccontarvi di uno dei titoli horror psicologici meglio riusciti di quest’ultimo periodo, ma abbiamo avuto anche la possibilità di conoscere un publisher (Perpetual Games) molto appassionato di questo genere ed intenzionato a dedicare anima e corpo per portare sempre più produzioni pensate espressamente per terrorizzare i fan più accaniti. Quest’oggi siamo quindi nuovamente in loro compagnia con un nuovo progetto, Do Not Open, arrivato recentemente su PlayStation 5 e frutto del duro lavoro del team indipendente NOX NOCTIS, che abbracciando la filosofia del publisher che li ha supportati ha confezionato un’avventura piuttosto spaventosa nella quale gli enigmi sono uno degli aspetti principali.

Do Not Open condivide molti elementi con il sopracitato MADiSON, come ad esempio il fatto che il mondo di gioco e soprattutto gli enigmi vengono generati casualmente ad ogni nostra nuova partita, ma cerca di offrire un’esperienza più votata al genere “escape room”, rinchiudendoci in diversi ambienti dai quali dover fuggire entro un tempo limite utilizzando gli oggetti attorno a noi per riuscire nell’impresa. La vulnerabilità ed il terrore sono altri elementi cardine dell’avventura, con meccaniche pensate appositamente per spingerci a nasconderci ed evitare il pericolo invece di combattere. Se tutto questo vi ha incuriosito, bene, poiché siete nel posto giusto per scoprire se anche per voi è arrivato il momento di provare Do Not Open!

Do Not Open
Entriamo… cosa potrà mai capitare di così malvagio?

Risvegliarsi in uno scantinato sporco e polveroso non è una cosa che capita tutti i giorni, ma è proprio ciò che accade a Michael J. Goreng, il protagonista di Do Not Open, non appena avvieremo il gioco e prenderemo il controllo della situazione. Pochi elementi attorno a noi ci aiuteranno a capire poco per volta cosa sia successo, e l’entità del pericolo che ci ritroveremo davanti a breve. L’unica cosa chiara è che siamo intrappolati e che dovremo fare di tutto per fuggire da quel luogo così freddo e spaventoso. Sparsi qua e là troveremo qualche indizio, fogli di carta apparentemente scritti da nostra figlia, che ci invitano ad osservare molto attentamente alcuni dipinti appesi sui muri di questo angusto ambiente. E’ così che il gioco ci introduce molto velocemente alle sue meccaniche di base, pensate per spingerci a curiosare in ogni angolo delle stanze per scovare indizi necessari per fuggire e passare alla sezione successiva della narrazione.

Una delle caratteristiche del gioco, che salta all’occhio fin dal primo istante, è che tutti gli elementi con i quali è possibile interagire si amalgamano molto bene con tutto il resto dell’ambiente, rendendoli di fatto più complicati da trovare. Di conseguenza Do Not Open è uno di quei giochi che ci obbligano a prestare moltissima attenzione a tutto ciò che ci circonda, forzandoci ad avanzare in modo ragionato e mai seguendo una logica trial and error. Ciascun giocatore inoltre vivrà un’esperienza completamente nuova dall’inizio alla fine della propria partita, garantita dalla generazione di una mappa differente della casa che ci ospita (villa Judith), dal posizionamento degli oggetti chiave, e dal fatto che i cidici dei puzzle cambiano costantemente (con oltre due milioni di combinazioni possibili). Gli enigmi hanno una difficoltà media, nel senso che non si sono mai rivelati troppo complicati ma nemmeno estremamente semplici, di conseguenza almeno alla prima run tutti dovranno spremersi per bene le meningi per riuscire a raggiungere i titoli di coda, obiettivo che si riesce a portare a termine nell’arco di circa 5 ore.

Do Not Open
Uno dei tanti puzzle generati casualmente, ovviamente non dovremo mai inserire parole piacevoli…

Se pensate che Do Not Open sia tutto qui vi sbagliate, poiché a mettere un pò di pepe alla suspence ci pensa una creatura molto angosciante che si paleserà non appena riusciremo a risolvere tutti gli enigmi di una particolare sezione di gioco o dopo dieci minuti dal suo inizio. Tramite un tasto apposito potremo sempre controllare un conto alla rovescia dal nostro orologio, giusto per aggiungere un pizzico di ansia al tutto, e sarà nostro compito sfruttare l’ambiente circostante per nasconderci dal mostro paranormale nel tentativo di salvare la pelle e sgattaiolare verso l’uscita. Durante le nostre sessioni di prova l’intelligenza artificiale di questo nemico si è rivelata essere fin troppo acuta, e ci ha messo in difficoltà più di quanto gli sviluppatori avrebbero voluto, fortunatamente una patch ha bilanciato meglio l’esperienza rendendola meno frustrante (saremo comunque braccati senza pietà).

La formula di gioco, dunque, funziona molto bene ed offre un punto di vista originale nei confronti di un genere ormai più volte riproposto. Personalmente ho però trovato la componente di escape room fin troppo semplificata, poiché di fatto ogni area contiene semplicemente due enigmi distinti tra loro che ci daranno la possibilità di ottenere i due frammenti della chiave necessaria per la nostra fuga. Avrei certamente preferito un sistema molto più stimolante e meglio integrato in cui magari raccogliere più oggetti da combinare tra loro e diversi indizi per venire a capo di veri e propri enigmi, ma ci siamo dovuti accontentare di una manciata di sfide intervallate da una sfiancante caccia all’uomo.

Do Not Open
Il tempo scorre inesorabilmente, riusciremo a risolvere gli enigmi in tempo prima di trovarci faccia a faccia con il nemico?

Graficamente Do Not Open si difende molto bene su PlayStation 5, con ambienti ben riprodotti e una grande quantità di dettagli capaci di rendere ogni stanza credibile. Gli effetti di luci ed ombre ci hanno aiutato notevolmente a calarci all’interno delle atmosfere angoscianti di villa Judith, il tutto completato da un accompagnamento sonoro discreto ma ben riuscito. Purtroppo dobbiamo segnalare la completa mancanza della lingua italiana, sebbene l’inglese utilizzato sia di semplice comprensione, ed un design del nemico principale non sempre convincente.

Al netto di questo Do Not Open è comunque un gioco che ci ha permesso di passare qualche ora in compagnia di un buon esponente del suo genere di appartenenza, complice il livello di sfida non indifferente e la sua rigiocabilità, capace di compensare in pare la longevità limitata dell’esperienza. Se cercate un prodotto con cui mettervi alla prova nel risolvere enigmi mentre siete costantemente disturbati da una creatura assetata di sangue, beh, Do Not Open è proprio il gioco che state cercando.

Do Not Open
Do Not Open – Recensione
PRO
Graficamente molto valido e capace di coinvolgerci all'interno delle sue atmosfere disturbanti
Pochi enigmi ma comunque sempre interessanti
La generazione casuale di tutti gli elementi di gioco lo rende sempre stimolante
CONTRO
L'intelligenza artificiale del nemico è talvolta fin troppo acuta
Se cercate un vero escape room potreste non soddisfare la vostra sete di enigmi
7.2
Acquistalo da qui