FOBIA: St. Dinfna Hotel

Fobia: St. Dinfna Hotel – Recensione

FOBIA: St. Dinfna Hotel
Data di uscita
28/6/2022
Versione testata
PlayStation 5
Sviluppatore
Pulsatrix Studios
Publisher
Maximum Games
Genere
Horror
Lingua
Testi: Italiano / Audio: Inglese
Il nostro Punteggio
8.6
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Fobia: St. Dinfna Hotel non è solamente la nuova fatica dei ragazzi brasiliani di Pulsatrix Studios, aiutati in questa occasione dal noto publisher Maximum Games, ma è anche un progetto molto interessante che ha fatto parlare di sé ancora prima della sua uscita in occasione del rilascio di una versione DEMO ricca di spunti interessanti capaci di catalizzare l’attenzione degli amanti del genere horror, genere che con mio grande piacere sta tornando sulla scena più in forma che mai. Il suo recente arrivo su PC e console in versione completa ha ovviamente fatto alzare le antenne al sottoscritto, che non ha mancato di provare a fondo questo scoppiettante survival horror in prima persona che strizza l’occhio ai capisaldi del genere (all’ultimo capitolo di Resident Evil in particolare). Inutile girarci attorno, pertanto vi dirò fin da subito che nessuna delle mie aspettative è stata delusa, ma come da tradizione sarà mio compito argomentare il motivo per cui se non disdegnate questo tipo di esperienze non dovrete farvi mancare questo gioco in particolare.

Fobia: St. Dinfna Hotel

Fin dal primo istante Fobia: St. Dinfna Hotel dimostra di non essere un semplice survival horror nel quale sopravvivere da una serie di entità maligne, esplorando come da titolo un inquietante albergo, ma svela anche la cura maniacale del team di sviluppo nei confronti della narrazione, che in quest’occasione avrà un ruolo fondamentale e per nulla accessorio. Questa simbiosi tra narrazione e gameplay si denota sin dal tutorial, nel quale vestiremo i panni di un detective finito in cella per aver curiosato troppo a fondo in zone fuori dalla sua competenza, imparando le prime meccaniche di gioco e prendendo allo stesso tempo confidenza con il setting generale dell’avventura. Al termine di questa prima breve sezione faremo finalmente la conoscenza del vero protagonista del gioco, un tale giornalista Roberto Leite Lopes arrivato nella città immaginaria di Treze Trilhas (nella quale guarda caso è stato costruito il St. Dinfna Hotel) per indagare su strani avvenimenti e sparizioni.

Remando contro qualsiasi cliché sul genere, le ricerche di Roberto appaiono infruttuose sotto ogni punto di vista, al punto da obbligarlo ad abbandonare l’albergo sul quale alloggiava. Scelta saggia ma ritardataria, poiché proprio in quel momento il protagonista inizierà ad assistere ad eventi sempre più inspiegabili, che sfoceranno in incontri paranormali sempre più pericolosi, che potremo comprendere solamente dopo aver esplorato a fondo ogni angolo della struttura alla ricerca di indizi ed oggetti utili alla nostra fuga. Narrativamente, dunque, Fobia: St. Dinfna Hotel segue i canoni horror basati sulla ricerca costante di documenti ed altri escamotage per comprendere al meglio la lore del gioco, ma lo fa con una consapevolezza tale da rendere il tutto molto interessante e mai fine a sé stesso, e lo fa costantemente dall’inizio alla fine di un’avventura lunga circa 10 ore.

Fobia: St. Dinfna Hotel

Parliamo ora dell’elemento più importante del gioco, ovvero del suo gameplay. Come anticipato, Fobia: St. Dinfna Hotel si ispira al filone dei Resident Evil in prima persona per offrire un’esperienza appagante e ricca di enigmi ambientali ben progettati. Tutto nel gioco risulta piacevole e ben bilanciato, a partire dalla componente survival e le risorse limitate con cui fare costantemente i conti per arrivare fino alla tradizionale necessità di backtracking per raggiungere aree dell’hotel precedentemente inaccessibili. Se durante le prime ore il lavoro di Pulsatrix Studios ci appare fin troppo legato alle tradizioni, è necessario dargli qualche ora di fiducia perché questo ingrani e prenda una strada tutta sua, una strada fatta di diramazioni spesso non necessarie ma altrettanto intriganti da percorrere e da una quantità spesso traboccante di enigmi. Gli amanti delle avventure non troppo lineari dunque troveranno in Fobia pane per i loro denti, ed anche il giusto livello di sfida per proseguire fino ai titoli di coda, cosa volere di più?

Per rendere il tutto più stimolante, anche sotto il punto di vista puramente survival, non avremo a disposizione una mappa dell’intero hotel ma potremo affidarci solamente alle mappe appese nei muri di ciascun piano della struttura, una decisione sicuramente consapevole e per la quale non abbiamo mai incontrato troppe difficoltà. Se preferite un’esperienza più guidata, in ogni caso, è possibile attivare nelle opzioni la “navigazione assistita” con la quale farci indicare di volta in volta il prossimo obiettivo da seguire; un perfetto compromesso che rende l’avanzamento accessibile a chiunque. Altri aspetti interessante di cui tenere conto sono il sistema di salvataggio, che non può essere usato in qualsiasi momento ma richiede l’utilizzo combinato di un orologio da taschino (sempre in nostro possesso) e di vari orologi a pendolo sparsi lungo l’albergo, e l’inventario limitato che ci obbligherà a cercare con estrema attenzione le fondamentali espansioni per la sua capacità.

Fobia: St. Dinfna Hotel

Per non suonare mai di già visto, anche a causa di una gestione dell’inventario tradizionale e basata sulla combinazione di oggetti e sull’utilizzo di casse per dare fiato alla sua limitata capacità, i ragazzi di Pulsatrix hanno introdotto anche un elemento ricorrente quale una preziosissima macchina fotografica. Contrariamente a quanto visto in MADiSON o Project Zero, per citare semplicemente due titoli che recentemente ho avuto il piacere di analizzare, questa ci permetterà di osservare il mondo di gioco sotto una diversa linea temporale, permettendoci di scoprire passaggi segreti ed oggetti utili al proseguimento dell’esplorazione che non sarebbero fisicamente esistenti nel presente. Questa fotocamera si rivelerà spesso e volentieri l’elemento indispensabile per risolvere gli enigmi del gioco, mostrandovi indizi come impronte di mani o messaggi sui muri, quindi vi consigliamo di usarla soprattutto nelle circostanze in cui non sappiate più cosa fare per proseguire.

Unico elemento del gameplay che forse abbiamo trovato poco convincente è legato invece alla componente action, in particolare al non eccellente sistema di shooting. Nonostante questo risulti comunque funzionale, abbiamo notato in una nostra run focalizzata sul suo utilizzo che – forse a causa di animazioni non eccelse – i nemici non sembrano mai così pericolosi come invece dovrebbero risultare. Niente di preoccupante, visto che spesso e volentieri senza scappare a gambe levate sarà impossibile avere la meglio, ma è bene tenere a mente che se siete stati attratti dal gioco per via del suo armamentario comunque vario e addirittura potenziabile, forse non troverete esattamente quello che state cercando. Per tutti gli altri, invece, Fobia: St. Dinfna Hotel è il perfetto concentrato di ansia ed esplorazione.

Fobia: St. Dinfna Hotel

Un’ultima nota di merito dedicata al comparto tecnico del gioco, che su PlayStation 5 ci ha regalato un’esperienza assolutamente mozzafiato ed appagante. Le ambientazioni horror sono state ottimamente riprodotte e la location di gioco ci è sembrata costantemente suggestiva e stimolante, con la giusta atmosfera cupa, esattamente quello che serve per apprezzare un titolo di questo genere. Inutile dirvi come sia fondamentale ricorrere ad un buon paio di cuffie per godere dell’esperienza a tutto tondo, apprezzando in questo modo ogni sottofondo musicale (e non) capace di rendere quella giusta sensazione di terrore ed ansia in ogni singolo istante. Tutto questo al netto delle animazioni un pò legnose dei nemici, ma vi garantisco che perdonerete questo aspetto senza alcun problema considerando che tutte le altre componenti risultano pressoché eccellenti.

Ultimo aggiornamento: 2024-04-24 at 21:10

FOBIA: St. Dinfna Hotel
Fobia: St. Dinfna Hotel – Recensione
PRO
Sebbene ancorato ai capisaldi del genere, il gioco riesce a farsi strada acquisendo un'identità tutta sua
Ottimo sistema di avanzamento basato sul giusto equilibrio di esplorazione ed enigmi
L'utilizzo della fotocamera è ben implementato e mai forzato
Esteticamente niente da dire sulla versione Playstation 5, che restituisce costantemente il giusto senso di ansia e claustrofobia
CONTRO
Il sistema di shooting potrebbe essere più entusiasmante
Animazioni dei nemici non sempre convincenti
La mappa, seppure non indispensabile, sarebbe stata di grande aiuto
8.6
claustro-fobia
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