Sonic Origins

Sonic Origins – Recensione

Le origini del porcospino blu di Sega uscito su Mega Drive in nuove, sprizzanti e formidabili vesti per il suo anniversario…

Sonic Origins
Data di uscita
23/08/2022
Versione testata
Xbox Series S
Sviluppatore
Team Sonic / Sega
Publisher
Sega
Genere
Azione / Avventura
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
9
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Correva l’anno 1991, quando tra le varie emittenti televisive giapponesi veniva mostrata per la prima volta la pubblicità del porcospino blu di Sega. Veloce, furbo, scattante ed emozionante. Sonic the hedgehog, una creatura antropomorfa dal carattere alquanto suggestivo ed altruista, che rispecchia solamente alcuni tratti della figura classica, oserei definire canonica dell’eroe ispirato al genere narrativo “cappa e spada“, un po’ come Link di The Legend of Zelda, ma immerso in un mondo futuristico e decisamente variopinto. Il personaggio che avrebbe dovuto raccogliere – senza esclusione di colpi e per esigenze aziendali – l’eredità di Kid Icarus (non essendo una delle mascotte ufficiali, nonostante fosse un elemento cardine per il publisher nipponico) per sfidare apertamente Super Mario di Nintendo, costringendo quest’ultimo alla possibile resa. Trovare quindi i presupposti per concepire un personaggio sin da subito iconico non era assolutamente semplice. Infatti Sega dovette faticare non poco prima di poter raggiungere un ottimo compromesso (qualità-fedeltà), visto i tempi davvero risicati per proporre una nuova mascotte per l’allora console a 16 bit conosciuta in Europa come Sega Mega Drive (o Genesis in America). Un anno prima l’uscita di Sonic, il mercato delle console domestiche vedeva contrapposte ancora una volta Sega e Nintendo; seppur inizialmente una rivalità genuina, poi tramutata in marketing più esplicito ed aggressivo nel continente americano per alimentare il desiderio di scoperta di una o dell’altra fazione. Il mercato sin da poco tempo addietro ha visto imperante le sale giochi con i vari Coin-Op regnare sovrane sul panorama videoludico, proponendo una sfilza di titoli arcade e picchiaduro amati da tutti. Eppure l’attrattiva maggiore per ognuno era poter miniaturizzare i cabinati (essendo eccessivi perfino per un appartamento orientale) e traslare i giochi in hardware appositamente casalinghi, quindi per uso personale all’interno delle quattro mura di casa e soprattutto senza l’utilizzo di monete per avviare una partita. Come uno tsunami, Nintendo propose anni prima gli eventi che vedono la mascotte di Sega esordire pubblicamente, quella che per molti degli appassionati fu la loro prima console, ovvero il Nintendo Entertainment System (NES). Senza quest’ultimo non avremmo potuto assistere a ciò che adesso definiamo di uso comune. Spinti da un’irrefrenabile desiderio di rivalsa dopo lo scottante fallimento del Master System in più territori del mondo, Sega decise di oltrepassare i consueti 8 bit per qualcosa di più evoluto, avanguardistico: l’era dei 16 bit era finalmente vicina, ad un passo dalle case di ognuno. Il Sega Mega Drive debutta in Giappone il 29 ottobre del 1988, offuscata sensibilmente da una controparte ancora vogliosa di aggredire; infatti dovette combattere con l’uscita di Super Mario Bros. 3, uno dei capitoli 2D più intriganti della serie mariesca.

La creazione del riccio blu nacque dopo varie idee vagliate sia giorno che notte, quasi incessantemente. Alle spalle la voglia di donare agli appassionati una mascotte ufficiali, dall’altra quella di colpire con onore la rivale. Tra i vari design figurano un armadillo, un bassotto, una lepre ed altri animali. Con una serie di mescolanze un po’ stravaganti e assurde (ad esempio le scarpe rosse ispirate agli stivali indossati da Michael Jackson nell’album del 1987 Bad), e partendo da un bozzetto di Naoto Ōshima, nacque Sonic, the hedgehog. Dalle forme inizialmente un po’ spigolose, il personaggio venne successivamente curato da Yuji Uekawa. Il suo esordio riuscì esattamente a mantenere alte le aspettative, dimostrando a tutti quanto Sega potesse ancora una volta proporre dei videogiochi dirompenti e rivoluzionari. Il primo capitolo esprime a pieno la volontà della console di riferimento (Mega Drive) a viaggiare ad una velocità di calcolo nettamente superiore al normale, mostrando sprite più definiti in sfondi colorati e in costante aggiornamento. Il senso di velocità è alquanto palpabile, stimolato da un platform con delle caratteristiche uniche e mai viste in quel periodo storico. Con il passare del tempo, l’attrattiva verso questo personaggio ed il relativo marchio subì una triste altalenanza di emozioni: causa ed effetto di uno scontro che purtroppo Sega non ebbe l’onore di vincere, soppiantata in ambito console persino da Sony con Playstation (dopo l’abbandono con il Dreamcast). Recentemente abbiamo avuto modo di parlare dell’edizione rimasterizzata su Nintendo Switch (quasi lapalissiano, ormai) di Sonic Colours: Ultimate. Di Sonic attualmente non si smette mai di parlare, anche grazie al discreto successo del film e dell’annuncio del relativo secondo capitolo al cinema. Un universo narrativo che accoglie ciò che nel tempo si è riuscito a sedimentare, un po’ come la splendida operazione nostalgica Sonic Mania. Ed è proprio con questo stile che Sega ha voluto riproporre in chiave leggermente più comprensiva e quasi enciclopedica (con tanto di museo a corredo), continuando a celebrare il trentesimo anniversario dalla sua nascita, Sonic Origins. Una raccolta che comprende i primi tre capitoli usciti su Mega Drive più l’incantevole Sonic CD. Il ritorno dei primi titoli di Sonic, ma con la possibilità di usufruire dei platform in 16:9 sulle attuali TV non ha eguali; qualcosa di veramente entusiasmante, impreziositi da una quantità notevole di collezionabili, curiosità e oggetti da sbloccare. Un’edizione che celebra in maniera probabilmente definitiva (non essendo la prima “remastered”) dei giochi indimenticabili e storici per il panorama videoludico. L’uscita dell’opera è disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One, PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC dal 23 giugno 2022. Senza ulteriore indugio scopriamo finalmente insieme di cosa si tratta in questa nuova, approfondita e nostalgica recensione.

Sonic Origins
Animazioni spettacolari ed emozionanti, anche se molto brevi.

Inseguendo la scia luminosa: quando la nostalgia si tinge di blu e rosso

Le avventure di Sonic e il suo acerrimo avversario il Dr. Eggman (o conosciuto come Dottor Ivo Robotnik) offrono una quantità di spunti narrativi originali davvero esemplari. Il primo capitolo uscito nel fatidico 1991 si intitola Sonic the Hedgehog (o Sonic 1) e prevede l’avvicendarsi di più personaggi, tra cui il protagonista porcospino blu, in un mondo assolutamente travolgente ed ammaliante. Basti pensare all’inizio, allo stage d’esordio Green Hill Zone con l’incantevole e intramontabile traccia sonora. All’epoca ciò ebbe un impatto mediatico non indifferente, oltre alle ormai consuete caratteristiche di movimento 2D a scorrimento “ultrasonico” (dove appunto deriva anche il nome del protagonista). La trama è abbastanza lineare, anche se in quel periodo di grande impatto. L’antagonista vuole impadronirsi dei sei Smeraldi del Caos per ottenere il loro inestimabile potere. Per raggiungere il suo temibile scopo, ha imprigionato nei corpi di robot chiamati Badnik degli animali del South Island. Sonic, spavaldo e intrepido, ha l’arduo compito di sconfiggere il Dr. Eggman e raccogliere i sei Smeraldi per raggiungere quanto sperato. Come suggerito dagli oggetti da collezionare, necessari assolutamente per terminare il gioco (in caso contrario, appare nello stage finale Eggman con uno degli smeraldi in mano e la scritta “Try Again”), il titolo è suddiviso in sei aree soprannominate “zone”. La prima è l’incantevole e sconvolgente Montagna Verde, a seguire invece Marble Zone, Spring Yard Zone, Labyrinth Zone, Star Light Zone e Scrap Brain Zone. La caratteristica preponderante di ogni area è quella di imbattersi in una serie di rompicapo ad alta velocità dalla difficoltà crescente. La zona del labirinto, ad esempio, prevede degli interventi mirati sott’acqua. Il protagonista essendo un pessimo nuotatore, non può stare eccessivamente sotto le torbide acque di quel versante, pena la morte dopo ben cinque secondi; per porvi rimedio, dal terreno appaiono delle bolle d’aria per aumentare la resistenza sott’acqua di Sonic. Ancor prima di cimentarsi nel gameplay, ciò che viene mostrato in versione completamente inedita in questa collection sono gli intermezzi animati a mano. Dei video introduttivi al gioco o al mondo che con assoluta magnificenza incantano lo spettatore con uno stile artistico dirompente ed ammaliante.  In quei pochi minuti che accompagnano la schermata d’inizio del capitolo selezionato, è possibile scorgere un tratto di originalità e amore verso il brand concepito dal Team Sonic di Sega. Un plauso quindi all’adattamento e alla conversione di ogni singolo pixel; un omaggio sia all’opera che a coloro che hanno sempre creduto nella creatura blu.

Le rocambolesche avventure di Sonic non si fermano assolutamente con il primo, sconvolgente capitolo. A seguire, scorrendo tra la schermata della collection che propone i diorami delle varie isole in chiave tridimensionale (anche esplorabili con un cannocchiale virtuale), troviamo il miglior capitolo 2D della saga, ossia Sonic CD. Il gioco in questione (Sonic the Hedgehog CD) non è esattamente il secondo gioco ad uscire, bensì il terzo della serie. A livello cronologico invece viene posizionato prima di Sonic 2, anche perché prevede l’introduzione di svariati personaggi poi divenuti canonici, un po’ come Metal Sonic, il robot malvagio creato da Dr. Eggman ed Amy Rose. L’abbreviazione CD si riferisce appunto alla sua natura da videogioco su disco, essendo uscito originariamente su Sega Mega CD, la periferica add-on che permetteva la lettura dei CD, sviluppata per competere con il PC Engine. Il supporto su disco, rispetto alla cartuccia, permetteva di aggiungere in più svariati elementi tecnici e grafici (come le transizioni finto-3D). Anche qui il gioco viene preceduto da un intermezzo animato con protagonista Amy ed un misterioso pianeta. La trama è notevolmente più articolata e prevede l’introduzione di ben 4 linee temporali differenti (passato, presente, futuro buono e futuro cattivo). Una volta al mese, un pianeta dalle dimensioni alquanto esigue appare sulle superfici del Never Lake. Un luogo dove grazie alla Gemma del Tempo interi scenari cambiano in un batter d’occhio. L’immancabile Dr. Eggman viene a conoscenza di questo mirabolante potere: il suo scopo è quello di impadronirsi della pietra per distruggere il suo nemico. Il robot Metal Sonic, inganna Amy e la rapisce davanti agli occhi del povero Sonic. In base alle circostanze ed all’incontro con l’avversario robotizzato, è possibile accedere a due finali: uno buono e l’altro cattivo. Tutto dipende dalla raccolta dei cristalli del tempo, nelle sette zone coinvolte nella storia. Rispetto a Sonic 1 e 2 è notevolmente più difficile colpire Eggman durante le Boss-fight: sono necessari meno colpi per abbatterlo. Le gemme si acquisiscono nelle zone bonus, dopo aver ottenuto cinquanta anelli. Uno di quei capitoli che ottenne un discreto successo sia nel pubblico che nella critica – e secondo il sottoscritto, uno dei migliori.

Sonic Origins
Quattro giochi, più un museo con tante cose da sbloccare e ottenere.

Sonic the Hedgehog 2 è il seguito di Sonic 1, uscito l’anno successivo al primo sprezzante capitolo, esattamente il 24 novembre 1992 in Europa e America (qualche giorno prima in Giappone). Al termine del precedente gioco, la base del Dr. Eggman venne distrutta. Eppure in qualche modo il cattivo di turno riuscì a salvare la pellaccia, scappando qualche secondo prima dell’incendio e della caduta del soffitto. Sonic e l’amico a due code Tails (Miles Prower) volano con il biplano Tornado per fare una vacanza, raggiungendo l’isola West Side Island. Secondo una leggenda, su quell’isola risiedeva una tribù che aveva abusato dei poteri del potere dei sette Smeraldi del Caos. Robotnik senza alcuna sosta continua la ricerca degli oggetti ambiti per alimentare la nuova astronave Death Egg, tramutando gli animali in robot per ottenere energia. Lo scopo è sempre lo stesso: trovare i vari smeraldi e sconfiggere l’avversario. Le zone previste in tutto sono dieci (compreso il finale), ognuna con una caratteristica diversa e con qualcosa di interessante al livello architettonico. In Sonic the Hedgehog 3 avviene la rivoluzione: è possibile impostare ancor prima di iniziare la modalità salvataggio, introdotta con questo capitolo. Dopo la cocente sconfitta, Il Dr. Eggman precipita sull’isola Angel Island. In quel luogo incontra Knuckles the Echidna, l’ultimo superstite di un’antica civiltà presente in quell’isola. Egli è inoltre anche il custode, protettore del Master Emerald, una grossa gemma che garantisce al luogo di fluttuare. Il dottore spiega a Knuckles che un giorno sarebbe apparso sull’isola un porcospino blu e una volpe a due code per rubare (come hanno già fatto con le altre gemme, secondo il suo fantasioso racconto) lo Smeraldo da lui custodito. A differenza degli altri due precedenti capitoli, ad interrompere il viaggio di Sonic è proprio il sopravvissuto della stirpe Echidna. Le zone in questo titolo sono sei, ognuna divisa in due atti. Ad aggiungersi a questo sorprendente capitolo, anche la versione del 1994 con alcune sezioni inedite chiamata Sonic & Knuckles. I due, in un modo alquanto differente, trovano l’occasione di collaborare. Il gioco viene vissuto sotto due punti di vista, prima quello di Sonic e poi quello di Knuckles, dopo gli eventi del terzo episodio. La particolarità del gioco (in versione fisica) è stata quella di poter sfruttare la tecnologia Lock-on, ovvero di poter agganciare la relativa cartuccia con una di quelle dei primi capitoli, così da sbloccare zone o personaggi poc’anzi inaccessibili.

Le varie trame in maniera inequivocabile tra loro sono intrecciate, formando un’unica grande storia. Una componente narrativa che, seppur inizialmente abbozzata, nel tempo è riuscita a concepire un universo ricco e pieno di idee originali, che hanno spinto svariati produttori cinematografici ad investire su film e serie TV (un po’ come quella di Netflix, prossima ad uscire). La tetralogia in questa collection è formidabile e dal punto di vista contenutistico gli amanti delle avventure di Sonic non possono che rimanere affascinanti. Sono disponibili alcune varianti che animano l’intreccio narrativo, eppure il Team Sonic ha voluto rendere l’opera di Sonic Origins il più fedele possibile. La longevità è quindi soggetta alla durata effettiva degli stage (in quanto è presente un timer) e alla difficoltà non selezionabile dei vari giochi. I Bonus sono tanti e variopinti: un continuo omaggio alla serie nipponica, oltre che alcuni presenti nelle versioni originali. Per fare una stima, è possibile terminare la campagna dei quattro titoli in circa 8 ore consecutive. Tuttavia l’attrattiva maggiore è quella di collezionare gli oggetti e superare le sfide introdotte in una sezione apposita del museo. L’avventura è disponibile localizzata in lingua italiana.

Sonic Origins
Un gameplay pieno di idee e con un level design unico.

Una raccolta superlativa: animazioni fuori da ogni scala, in linea con Sonic Mania Adventure

Il level design è indubbiamente uno degli elementi di punta di tutti i giochi 2D di Sonic. Quello di Sonic CD è veramente così intrigante e approfondito da risultare alle volte superiore (e con desinenze futuristiche) anche per l’attuale panorama videoludico. La collezione è impreziosita di caratteristiche peculiari, come la variante classica o anniversario. Eppure sono presenti ulteriori modalità: tra le tante figura in primis la Boss rush (Assalto Boss), ovvero la competizione dei solo Boss di ogni stage (con tanto di classifica mondiale). In ogni titolo disponibile in Sonic Origins sono presenti vari personaggi da utilizzare (incluse alcune accoppiate, dal due in poi), oltre il canonico porcospino blu. Presente anche la modalità Storia che permette di giocare a tutti i titoli dal primo all’ultimo, senza interruzioni o intermezzi. In effetti, la tetralogia può essere definita come un unico videogioco, dove viene esplorata la coinvolgente avventura di Sonic e amici. Il gameplay è intriso di magia, fluidità e combattimenti al cardiopalma. Se non siete particolarmente esperti con gli intricati stage, allora il rischio è di imbattersi in un leggero trial and error che sparisce poi con la progressione dei vari giochi e l’esperienza muscolare acquisita. Ovviamente sono titoli figli del loro tempo e come tali vanno considerati, sia con pregi che soprattutto difetti. Alcune sezioni sono meno incisive rispetto ad altre, proponendo piattaforme sfalsate e che richiedono un tempismo troppo preciso (quasi al limite del possibile). Le sequenze “alla pinball” possono risultare snervanti, essendo imprevedibili se non calcolate al millimetro. Con il tasto in giù e quello indicato per l’azione salto è possibile eseguire la consueta carica a forma di palla blu e accelerare il passo, solitamente utile per recuperare il terreno perso dopo esser caduto su una piattaforma spinosa. Dopo lo scontro con un nemico, lava o quant’altro si perdono eventuali anelli dorati; in assenza di anelli, si inizia lo stage dall’ultimo checkpoint. Nella modalità anniversario, anziché recuperare vite da spendere prima del “game over”, sono presenti le stelle da acquisire a seconda di un punteggio preciso. Queste stelle non sono altro che elementi di valuta necessari per sbloccare vari collezionabili disponibili nella sezione Museo. Per accedere ad alcune funzioni considerate “premium”, come bozzetti esclusivi, video e immagini, bisogna acquistare un DLC a parte. Presente anche una soundtrack leggermente rimasterizzata ed in alcune tracce riarrangiata in chiave orchestra, presente comunque nel pacchetto aggiuntivo. Una soluzione alquanto discutibile, poiché il pacchetto prevede una difficoltà più elevata per alcuni stage e delle missioni alternative.

Per una questione di adattamento e conservazione del videogioco, ogni titolo proposto in questa edizione comprensiva dei capitoli su Mega Drive è disponibile in due versioni diverse: Anniversario e Classica. La modalità principale ricalca le novità presenti nella collection, ovvero l’introduzione dei 16:9 e dei collezionabili. L’aspetto ratio non riguarda solamente l’apertura della risoluzione, togliendo le bande nere laterali (allungando malamente i pixel originali), bensì una rimasterizzazione dell’intero capitolo. Adesso giocare su schermi di ultima generazione è veramente una goduria per gli occhi; il protagonista corre in maniera fluida, avvolto da un frame-rate generale alquanto stabile. La qualità delle texture è pressoché ottima, ed è presente inoltre un buon filtro anti-aliasing. Nella versione classica le texture sono comunque alte, con una buona risoluzione e mai sgranate. Si percepisce una buona prestazione tecnica in questa collection. Sono tante le animazioni introdotte rispetto al passato, come quelle riguardanti personaggi giocabili mai visti all’epoca, oppure lo stesso diorama delle varie isole interamente in 3D. Visivamente uno spettacolo, con colori molto vivaci e vicini all’originale. Una conversione assolutamente formidabile. Per quanto concerne la componente sonoro e musicale, come già detto la colonna sonora è meravigliosa e ricca di dettagli. Nel DLC Premium è presente anche una soundtrack aggiuntiva, dove potersi sbizzarrire nell’ascolto delle tante musiche.

Sonic Origins
Nuove sfide a tempo e con obbiettivi.

In conclusione, Sonic Origins è un’opera nostalgica e di conversione della tetralogia 2D del porcospino blu su Mega Drive di Sega assolutamente brillante e minuziosa. Che siate alla ricerca dei capitoli originali ritenuti ormai “classici”, oppure di versioni adattate agli attuali schermi a 16:9 o delle modalità alternative con una difficoltà più alta, allora state sicuri che questa raccolta merita veramente tanto. C’è tutto quello che serve per scoprire il Sonic dei tempi d’oro, quando il level design era uno degli elementi cardine del videogioco. Il museo propone una quantità enorme di oggetti collezionabili e sbloccabili, sia in forma video che immagine. Il potenziale di questa collection è sicuramente la riproposizione in chiave animata dei vari intermezzi di gioco. Una raccolta definibile imperdibile, possibilmente l’ultima della vecchia tetralogia 2D di Sega, in attesa del nuovo capitolo open-world conosciuto come Sonic Frontiers. Senza rinunciare all’indomita originalità dei vecchi videogiochi usciti tra il 1991 e il 1994, Sonic Origins propone qualcosa di affascinante e adatto a tutti, ad un prezzo quasi imbattibile, ovvero: 39,99 euro per la versione base, mentre a 44,99 euro per la deluxe (compreso il pacchetto premium). Il titolo è disponibile su console e PC dal 23 giugno 2022. Rivivi le emozionanti avventure di Sonic, Tails, Amy in Sonic The Hedgehog, Sonic The Hedgehog 2, Sonic 3 & Knuckles e Sonic CD, delle pietre miliari del panorama videoludico.

Sonic Origins
Sonic Origins – Recensione
PRO
Conversione meravigliosa e dattagliata;
Pieno di novità inedite;
Comparto musicale eccezionale: il fiore all'occhiello di questa produzione;
Gameplay piacevole, veloce e fluido;
Con i 16:9 è tutta un'altra storia.
CONTRO
Purtroppo alcune soluzioni sono a pagamento: "DLC premium" da sbloccare;
Bisogna prenderci un po' la mano (se non abituati).
9
Irresistibile per tutti gli amanti di Sonic 2D!
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Redattore