Nobody Saves the World

Nobody Saves the World – Recensione

Andando a salvare il mondo a suon di trasformazioni e magnifiche battute no-sense, dagli stessi autori di Guacamelee…

Nobody Saves the World
Data di uscita
18/01/2022
Versione testata
Xbox Series S
Sviluppatore
DrinkBox Studios
Publisher
DrinkBox Studios
Genere
Azione / Avventura / RPG
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
8.3
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Il mondo per come lo conosciamo ed intendiamo necessita di un cambiamento drastico. Un tempo si viveva diversamente, senza troppi problemi legati all’inquinamento globale o allo stile più sedentario del lavoro. Colui che proteggeva le terre ed i suoi confini sembra essere scomparso; smarrito nel nulla, nemmeno una traccia su dove sia andato. L’antico concilio dei maghi si è recentemente riunito per dibattere sulle sorti del pianeta: questa mutazione sembra sconvolgere l’ordine degli eventi, il bene ed il caos non sono più semplicemente in contrasto come prima. Ad aggiungersi a questo simpatico duo è una terza fonte ancora ignota ed esterna. Un’isteria di massa che lentamente sta coinvolgendo più clan in quel luogo desolante e brulicante di mostri. Con uno stile travolgente, inconfondibile ed originale nasce Nobody Saves the World, l’ultimo titolo concepito dagli autori dell’ottimo Guacamelee. DrinkBox Studios è un team di sviluppo davvero talentuoso e formidabile, originario di Toronto (Canada) e reduce di alcune delle esperienze videoludiche stravaganti più notevoli di questi ultimi anni, ovvero Severed e soprattutto il tanto citato action Metroidvania con lottatori messicani, nonché loro franchise di punta (essendo ora alla seconda iterazione). Il panorama videoludico odierno, in special modo quello indipendente, ha saputo anche recentemente (nell’arco dello scorso anno, il fu 2021) reinventarsi e proporre una quantità di opere mozzafiatanti e decisamente memorabili. Tra i tanti è possibile annoverare l’ultima sorpresa uscita durante lo scorso mese su Switch, Loop Hero. Oppure il complesso e machiavellico Death’s Door. Esempi così fulgidi che balzano immediatamente alla mente degli appassionati, ricordando le tante partite fatte dietro ad uno schermo. I videogiochi riescono – anche egregiamente – a tenere uniti svariati fattori, uno su tutti (per via dell’attuale next-gen di console) l’aspetto visivo suggestivo ed ammaliante. L’ultima opera di DrinkBox esprime sostanzialmente questo preciso elemento, esaltando con tanto di lanternino tutti quei comportamenti goliardici, umoristici che vengono definiti dal grande pubblico come comicità nonsense; non è sempre facile riuscire a strappare una risata genuina, spontanea senza ricevere l’effetto contrario di questo gesto, ovvero disapprovazione e malumore. In un periodo dove è ancora difficile trovare una giusta desinenza nel mondo, ciò che porta un minimo di speranza è trovarsi davanti un titolo inspiegabilmente divertente, vivace e che sappia trattare diverse argomentazioni senza stuccare od appesantire il videogiocatore. Un titolo perspicace, concepito per rimanere negli annali (mentali) di quei tanti giocatori incalliti degli action RPG con visuale isometrica, disponibile al lancio dal 18 gennaio 2022 su ecosistema Microsoft (tra cui Xbox Series X | S) e GamePass. In calce a questo articolo troverete anche il video gameplay realizzato in collaborazione con il mitico G. Bislacco. Senza ulteriori indugi, scopriamo finalmente insieme di cosa si tratta in questa nuova, approfondita recensione.

Nobody Saves the World
Tra gli scontri più accesi è veramente difficile distinguere il proprio personaggio.

Nostramagus è scomparso: cosa succederà adesso?

Essere o non essere: questo è il dilemma? E se all’interno di questa nota equazione subentrasse un terzo esponente, cambierebbe effettivamente qualcosa? Molti filosofi recitano che non è l’aspetto a definire la persona, bensì il contrario, ovvero l’anima, il ragionamento fatto a monte. Seguendo questo ipotetico ragionamento e facendo un lieve paragone (anche se un po’ azzardato, ma che potrebbe starci bene) con le maschere menzionate da Pirandello,  l’essere umano è costantemente frastornato dal concetto di identità; è quello che il nostro sguardo nota in un primo acchito, senza soffermarsi troppo sull’essere e non sull’io. Una metafora che il pianeta Terra è abituato ad accogliere ed ascoltare con estrema ridondanza. Se tutto ciò, ma con una parvenza più allegra e stilisticamente impressionante, si applicasse ad un videogioco quale sarebbe il risultato? Quello che ho pensato non appena visto il trailer di Nobody Saves the World è un misto tra stupore e divertimento. Stessa identica sensazione che dopo svariate ore di gioco ed aver visto il finale posso continuare ad esternare tranquillamente. L’approccio di DrinkBox non è completamente mutato nel tempo, a parte per il notevole passo in avanti per la grafica ed altri fattori: è rimasto lo stesso e particolare modo di fare, con contrasti simpatici e momenti assurdi, davvero memorabili. La trama dell’opera ultima del team canadese vede il giocatore vestire i panni di un omino bianco (inteso nei primi minuti di gioco come Nobody), sproporzionato ed esteticamente difficile da definire; un volto anonimo, con uno sguardo vacuo e terrorizzato dagli eventi. Con inspiegabile stupore si trova all’interno di una grotta, un sotterraneo con diversi oggetti collocati a margine delle tante stanze cupe e sporche. Avanza timoroso di ciò che, senza alcuna spiegazione, lo sembra coinvolgere più del dovuto; non conosciamo il suo nome od altro, almeno possiamo attraverso alcune letture supporre qualcosa. Si imbatte in una bacchetta magica, dove nella sua sommità è presente una stella leggermente piegata: un oggetto potenzialmente pericoloso od una risorsa da usare? In qualunque caso, è costretto ad utilizzare la bacchetta per trasformare il suo corpo in un’altra cosiddetta “Forma”, quella di un topo di colore blu. Grazie a questo aspetto riesce a sfuggire velocemente dai mostri, oltre al potersi difendere anche piuttosto bene con i suoi denti acuminati e velenosi, e raggiungere una stanza colorata, diversa dal solito. In quel luogo l’omino fa la conoscenza del collaboratore di un noto mago di nome Nostramagus, attualmente dato per disperso e protettore dell’intero mondo. Il protagonista, avvolto da questa insolita amnesia, deve trovare un modo per risolvere la situazione che lo riguarda in prima persona. Una Calamità grava sulle spalle del mondo e sul castello al centro del regno: vi ricorda qualcosa? Per entrare e sconfiggere l’essere che detiene in scacco l’intero pianeta servono una quantità elevata di risorse, oltre ad una potenza non indifferente.

Il mondo di Nobody Saves the World è tutt’altro che familiare. A parte qualche villaggio, il resto è una continua lotta contro dei mostri dalle varie forme demoniache e che a ripetizione appaiono per inseguire il detentore della bacchetta stellata. La sua missione principale è scoprire dove sia finito il Mago Nostramagus, trasformandosi a piacimento (dopo aver superato diverse prove) in più forme differenti e dalle caratteristiche peculiari. La storia di questo titolo avanza con un ritmo non troppo sostenuto, proponendo come punto cruciale la comicità nonsense che costantemente mostra aspetti sempre stravaganti e brillanti. Una componente narrativa meravigliosa, impreziosita da una buona progressione di gioco ed accompagnata da linee di dialogo scritte sapientemente. Lo scopo degli sviluppatori non è far ridere troppo, bensì puntare a qualcosa di più sofisticato, che gli amanti del genere e di questi titoli più indipendenti sanno apprezzare. Ad esempio, non appena viene sbloccata la figura del cavallo, è prevista nel primo arco narrativo uno scambio simpatico di battute tra il protagonista ed altri personaggi a quattro zampe. Il risultato è davvero divertente ed inedito. Seguire la trama alle volte, ai livelli più alti, diventa un po’ impegnativo, poiché il gameplay sembra prevaricare la narrazione. Ma è una sensazione momentanea che si riprende subito dopo aver scoperto alcuni eventi particolari, necessari per delineare il protagonista ed il mondo in quello stato. La storia è comunque propedeutica per costruire e stratificare l’attività ludica principale del gioco, ovvero seguire le trasformazione in Forme. L’ambientazione è al dir poco “fuori di testa”: si trovano ordini segreti di cavalli parlanti, maghi che festeggiano con lo spumante oppure zucche maledette. In ogni angolo della mappa è possibile trovare personaggi pronti ad assegnare al protagonista “qualcosa da fare”. Missioni che poi una volta soddisfatte serviranno per ottenere punti e far progredire di classifica il proprio personaggio e la Forma attualmente in possesso. Salvare il mondo non è semplice, specialmente se una Calamità pericolosa ed ignota sembra appesantire l’aria con mostri di qualunque tipo. Il titolo è pieno di citazioni al panorama videoludico: una su tutte è quella relativa a The Legend of Zelda: Breath of the Wild. L’intreccio narrativo è pressoché simile, un’ispirazione che comunque non guasta assolutamente o rovina l’originalità del gioco. Ingredienti che il team canadese ha saputo ben mescolare per ottenere una soluzione divertente, variegata e per nulla noiosa. Un titolo localizzato in lingua italiana per quanto riguarda i sottotitoli ed il menu, mentre il doppiaggio è in inglese. Per via delle sue tante missioni secondarie, la longevità è piuttosto soggettiva, perché potrebbe variare in base a ciò che il giocatore di turno cerca: completismo o solo storia, per intenderci. In media potrebbe estendersi per circa una quindicina di ore ed oltre, pur sapendo che le tante attività da fare non sembrano mai terminare e per raggiungere il finale sono necessari diversi accorgimenti, un po’ come accade a Link prima di raggiungere la calamità Ganon.

Nobody Saves the World
Una trama al limite del possibile e con tanto umorismo.

Combattendo contro i propri demoni… con una magica bacchetta

L’essenza stessa, la quintessenza, di Nobody Saves the World è appunto il gameplay, nonostante la trama sia di tutto rispetto e piena di riferimenti al panorama fantasy d’autore. Un titolo che non disdegna assolutamente di essere giocato interamente, dall’inizio alla fine, insieme a qualche amico. Infatti è uno di quei giochi ad avere una stretta affinità con la modalità cooperativa, di cui parleremo solo successivamente per esprimere ciò che il sottoscritto ed il collega Bislacco sono riusciti ad appurare dopo svariate missioni e trasformazioni. Come dicevamo precedentemente, ad ogni Forma corrisponde un quantitativo non sempre specificato di missioni da svolgere, affinché si possa salire di livello con quel personaggio ed ottenere un grado superiore (utilizzata la classica numerazione americana da F a S). In questo Action RPG non sono fondamentali i mostri da uccidere (tranne per alcune quest secondarie), bensì le missioni svolte per ogni Forma. Grazie ad esse si ottengono abilità sempre differenti da utilizzare in svariate occasioni. Le abilità si suddividono in due rami: passive ed attive. Quelle considerate passive hanno la funzione di supportare il personaggio o danneggiare il nemico, attraverso danni a raggio o ad azione. Ad esempio, attraverso galoppare con il cavallo si può recuperare un piccolo quantitativo di mana ogni qualvolta viene utilizzato un attacco. Le abilità attive invece sono di vario tipo e si basano su diverse caratteristiche speciali, come ad esempio taglio, veleno o spinta. Queste caratteristiche intrinseche delle mosse possono essere (dopo aver raggiunto un personaggio a forma di martello) combinate tra loro, così estendendo le possibili combinazioni per ogni singola trasformazione. Ad esempio, l’arciere può sfruttare la corsa del cavallo per risultare invincibile per qualche secondo e scagliare delle frecce avvelenate come i denti del topo. La componente ruolistica all’interno di questo gioco è tutt’altro che semplificata. Anzi, all’inizio può sembrare uno scherzo, un supplemento del gameplay, ma dopo diverse ore risulta essere l’esperienza centrale del titolo. Non bisogna assolutamente trascurare le combinazioni tra Forme e le debolezze di un nemico, come può accadere in un JRPG come Astria Ascending. Con un buon margine di miglioramento, la progressione di gioco non è del tutto lineare: propone diverse varianti sul tema, come il poter esplorare liberamente il mondo e scegliere quali missioni affrontare prima, che siano quelle legate alla gilda o all’ordine dei maghi; ognuno vuole la sua fetta da Nobody. L’albero delle abilità è parecchio dettagliato e molto vario, non ci sono mai delle ripetizioni. Il gameplay del titolo è molto fluido, anche perché grazie all’alta personalizzazione si possono cambiare rapidamente con la pressione di un tasto le Forme ed utilizzare le abilità a proprio piacimento, in base alle debolezze altrui.

I combattimenti non sono mai troppo statici. Infatti sono fomentati da continue orde di nemici, con tanto di livello a margine della vita (come in un MMORPG), che appaiono per contrastare il potere della bacchetta e del suo possessore. Man mano che si avanza con l’avventura si trovano casseforti ed oggetti da ottenere, vendere od utilizzare. Prime su tutte sono le famose gemme suddivise in frammenti e necessarie per sconfiggere la Calamità. Nel gioco è possibile trovare il proprio stile di combattimento solo dopo aver padroneggiato il sistema di progressione delle abilità e delle Forme. Bisogna seguire comunque una logica ben precisa, quella che viene esternata dall’ottimo tutorial del titolo (suddiviso in più ondate, così da non destare sospetti durante l’avventura). In cooperativa (prevista unicamente online per soli due giocatori) i danni sembrano raddoppiare, raggiungendo un grado di difficoltà piuttosto equilibrato per due protagonisti all’interno dello stesso mondo da salvare. Quando un personaggio fuoriesce dallo schermo, parte immediatamente un conto alla rovescia: al termine del conteggio (solitamente di tre secondi), l’omino muore e si ritorna in vita esattamente dopo circa sette secondi (stesso tempo di attesa della morte accidentale o causata da un danno di troppo). In questo frangente il personaggio rientra in partita con tutta la vita e con lo stesso aspetto (trasformazione) di poc’anzi (la stessa prima di perire). Una caratteristica molto importante, poiché in coop è possibile sfruttare questa “soluzione” per recuperare velocemente vita da ambo le parti, evitando così di andare alla ricerca spasmodica di cibo o quant’altro. Un piccolo e simpatico espediente probabilmente voluto dagli sviluppatori, così da aiutare il mitico duo a non morire e tornare all’ultimo checkpoint ad ogni piè sospinto.

Nobody Saves the World
Le missioni sono fondamentali per salire di grado ed ottenere esperienza.

Proprio nessuno è disposto a salvare la Terra dalla Calamità?

DrinkBox ha voluto proporre qualcosa di esteticamente meraviglioso ed unico per questa avventura. La componente stilistica del gioco è veramente formidabile: un tripudio di colori, forme geometriche e visuali distorte. Si nota davvero tanto l’impegno profuso nel creare scene surreali ed intrecci tra bipedi e quadrupedi assolutamente stravaganti. Nobody Saves the World sfrutta una visuale isometrica dall’alto ed un movimento libero del personaggio che può tranquillamente vagare nell’area circostante. Graficamente strabiliante ed impressionante, curato nei minimi dettagli e con una qualità delle texture davvero ottima. Il frame-rate è quasi sempre stabile, tranne nelle zone dove i mostri sono effettivamente troppi. Nella modalità in cooperativa è possibile aggiungersi ad una partita altrui, oppure partecipare alla propria (con il relativo salvataggio vecchio o nuovo); in questo caso, quando si è in coop, il gioco propone un fantastico diagramma come poter diminuire od aumentare la latenza dei comandi. Grazie a questo pannello si può sopperire ad eventuali problemi dovuti da una scarsa connessione (anche se i rallentamenti tra personaggi possono sempre accadere). Per quanto riguarda la componente musicale e sonora, il gioco è colmo di tracce energiche ed epiche con svariati sottofondi ben mixati.

In conclusione, Nobody Saves the World è uno di quei action RPG alquanto sorprendenti che vi fa innamorare ancora di più di questo meraviglioso medium. Gli sviluppatori canadesi sono riusciti a sintetizzare la loro formula e visione di videogioco all’interno di un’avventura adatta a chiunque, con un umorismo nonsense strabiliante e mai stucchevole. Le tracce musicali riescono ad enfatizzare le movenze che si possono vivere all’interno del frenetico e vivace gameplay, con fasi di combattimenti al cardiopalma e ritmate. Il passaggio tra Forme funziona egregiamente, anche nel medio e lungo periodo. Forse solo una volta aver superato le prime ore di gioco è possibile vedere a pieno il potenziale di questo titolo. L’esperienza in cooperativa è veramente significativa; inoltre, incentiva davvero tanto a proseguire la campagna in due, sfruttando anche quei piccoli accorgimenti sopra citati. Un gioco in fin dei conti molto bilanciato, sebbene in alcuni punti si nota un’eccessiva esasperazione dovuta alle tante missioni da svolgere per far crescere di esperienza il personaggio. Il titolo prodotto e sviluppato da DrinkBox Studios è disponibile su piattaforme Microsoft (e dal day one anche su Game Pass) dal 18 gennaio 2022. Un titolo fantastico e con un discreto rapporto qualità-prezzo, pieno di citazioni al panorama videoludico e con tante idee da esprimere. Un’ottima digressione di un team talentuoso e famoso perlopiù per Guacamelee.

Nobody Saves the World
Nobody Saves the World – Recensione
PRO
Storia interessante e divertente...
Progressione di gioco ottima;
Gameplay dinamico, fresco e vivace;
Disponibile dal day-one nel Game Pass Xbox.
CONTRO
... non eccelsa od originale;
Qualche piccolo incertezza di natura tecnica.
8.3
Forme-dabile!
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