Super MagBot

Super Magbot – Recensione

Un platform 2D davvero “magnetico”...

Super Magbot Cover
Data di uscita
22/06/2021
Versione testata
Nintendo Switch
Sviluppatore
Astral Pixel
Publisher
Team17
Genere
Action / Avventura / Platform
Lingua
Disponibile in Italiano
Il nostro Punteggio
7.8
Acquistalo da qui

Le antiche storie del pianeta Mag Tek narrano di come la grafite (un composto stratificato formato da piccoli legami deboli del carbonio) possa variare in base all’aumento della temperatura e diventare all’occorrenza un magnete permanente, ossia un materiale molto potente in grado di modificare gli eventi del tempo. L’universo è così infinito e vasto da essere incommensurabile, decisamente difficile da decifrare ed elaborare. Nello studio dei sistemi dinamici appare spesso il frattale, un particolare oggetto geometrico dalla forma intricata e suggestiva: la natura stessa, per come la conosciamo ed intendiamo, produce costantemente esempi molto simili, un po’ come l’albero, oppure banalmente i cristalli di ghiaccio. Una struttura che anche su scale diverse tende a ripetersi. Lo stesso accade nel Sistema di Magnetia, dove uno strano fenomeno ha dato origine a creature simili a quelle del pianeta terra, ma con qualche sostanziale cambiamento, ovvero introducendo la possibilità di orientare il proprio movimento con dei magneti. A seconda della polarizzazione, anche lo spostamento viene alterato: attrazione o repulsione, aggancio e stasi. Le situazioni sono davvero molteplici e tutto viene agevolato dalla presenza di questi particolari blocchi magnetici caduti durante “l’anomalia”, il punto zero, quando l’esistenza ha subito una metamorfosi importante. Un malvagio asteroide minaccia la galassia: il suo obbiettivo è quello di impadronirsi di ogni frammento di stella nascosti nei vari pianeti confinanti al sistema dei magneti e diventare l’essere più potente nell’universo. Uno scopo anelato da secoli e che finalmente adesso ha la possibilità di concretizzare, distruggendo tutto ciò che intende fermarlo in questo drammatico percorso. Il futuro è nelle mani robotiche di un solo individuo, conosciuto come Magbot. Dopo essere stato presentato negli scorsi mesi, appare quasi selvaggiamente nel panorama videoludico l’avventura platform in 2D legata al robot in grado di controllare la polarizzazione dei magneti, sviluppata da Astral Pixel e pubblicata dai ragazzi di Team17 (gli stessi di Overcooked! All You Can Eat o l’ottimo roguelike Neon Abyss) ed in uscita su Nintendo Switch dal 22 giugno 2021. Prima di entrare nei meandri di un titolo in pixel art alquanto interessante e divertente, è giusto soffermarsi per un attimo alla collaborazione tra gli sviluppatori ed il musicista conosciuto nello scenario underground della chiptune, Moonsailor. Il gioco gode dunque di una colonna sonora sorprendente, alla pari di Cadence of Hyrule (ed il suo DLC, La Sinfonia della Maschera). Senza ulteriori indugi, scopriamo finalmente insieme di cosa si tratta in questa nuova, polarizzante recensione. 

Super Magbot
Trama inaspettata ed interessante.

Il sistema di Magnetia è in grave pericolo!

Per la prima volta, grazie ad un bagliore primordiale formato da due spirali cosmiche le forze dell’universo si eguagliarono. Dei grossi monoliti dal colore variegato iniziarono a muoversi oltre la barriera, fino a raggiungere la volta di nuovi pianeti, tra cui il Sistema interplanetario Magnetia (ribattezzato così a seguito dell’evento). I grandi magneti rivoluzionarono l’intero assetto fisico della struttura dei tanti mondi, dando origine ad una serie di creature fuori da ogni scala. Il primo approccio tra l’uomo (poi modificato geneticamente) ed il magnete è abbastanza singolare, poiché grazie ad essa ora è in grado di alterare simultaneamente l’ordine dei poli e muoversi senza necessariamente saltare. Dove le zone della nuova terra chiamata Mag Tek lo consentono per la conformazione del terreno è possibile spostarsi anche attraverso delle placche metalliche di colore blu o rosse. Passarono gli anni ed il pianeta proseguì in questa atipica evoluzione, raggiungendo un livello tecnologico alquanto simile alla città Cyberpunk Night City, ovvero con grattacieli colmi di neon sgargianti e molto luminosi. La componente narrativa di Super Magbot è davvero gradevole da seguire. Il giocatore viene introdotto da una piacevole cutscene realizzata a mano con un tratto decisamente rappresentativo dello stile adottato nel titolo e ben approfondita, dove viene spiegata sostanzialmente la trama che precede l’avventura vera e propria del robot magnetico. Come per ogni storia che si rispetti, la caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione è fondamentale per donare allo spettatore un senso di immersione ancora più alto. Il protagonista del gioco è un robot con un casco arancione ed una visiera traslucida riconosciuto dal proprio popolo come Magbot.  Lo scopo dell’avventura, suddivisa in quattro mondi del Sistema Magnetia (il primo è Mag Tek) più un livello conclusivo, è raccogliere i frammenti stellari a forma di cubo, prima che l’acerrimo nemico asteroide possa prendere il sopravvento insieme ai suoi scagnozzi e distruggere tutto. Il titolo è condito di battuta sagaci e divertenti, in pieno stile produzione Team17.  Infatti è abbastanza palpabile il tratto distintivo del publisher su questa nuova opera diretta da Astral Pixel. La scrittura, anche se un po’ altalenante per via della trama abbastanza lineare, è convincente e – come abbiamo già accennato in precedenza – inaspettata, visto che molte sequenze molto più “iconiche” non vengono giustamente mostrate nei trailer di lancio o altrove. Un gioco che riesce ad approfondire attraverso il primo quadro, ovvero con il mondo vegetale, alcune tematiche ambientaliste sulla salvaguardia della natura ed il rispetto per il prossimo. Un messaggio che non passa assolutamente in sordina anche grazie alla partecipazione di svariati esserini del luogo ad argomentare ogni tanto le gesta dell’eroe corazzato. 

I quattro mondi sono ognuno diverso dal precedente e presentano, oltre ad un Boss finale da sconfiggere, svariati stage (all’incirca una ventina per mondo) da superare ottenendo l’ambito frammento stellare. Gli ostacoli da superare non mancano: il gioco procede inserendo sporadicamente nuovi elementi di gameplay da utilizzare per superare lo stage. La longevità di Super Magbot è alquanto soggettiva, poiché – come spiegheremo successivamente – si tratta di un titolo abbastanza punitivo e complesso, con dei comandi di movimento che vanno necessariamente imparati giocando con una certa costanza. Non siamo dinanzi ad una difficoltà che è possibile riscontrare in un roguelike come West of Dead, che oltre a non avere una progressione lineare punta su altri stilemi del genere di appartenenza. Piuttosto, l’unica importante somiglianza rientra nella ripetitività degli stage: la morte è abbastanza frequente, alle volte diventa frustrante non riuscire a manovrare bene (a causa di una leggera imprecisione dei comandi) il personaggio. In titoli così frenetici e veloci la sensibilità dei controlli deve essere calibrata alla perfezione: mai quindi infastidire il giocatore in tal senso. L’intera campagna può avere una durata tra le cinque/sei ore complessive, sempre tenendo ben in mente quanto un gioco simile possa spaziare temporalmente veramente tanto.  La sorpresa è la localizzazione in lingua italiana per quanto riguarda i sottotitoli. L’adattamento è molto buono ed efficace, in linea con altre produzioni dello stesso publisher. Inoltre è presente una voce narrante interamente in lingua inglese. 

Super Magbot
Attenzione, arriva l’asteroide a distruggere tutto!

Raccogli i frammenti stellari per sconfiggere l’asteroide

Senza nulla togliere alla storia sicuramente interessante e piacevole, l’aspetto imprescindibile e migliore del gioco è il gameplay. Magbot è un essere insolito in grado di controllare la polarità magnetica; dietro la schiena indossa uno zaino con la duplice funzione di attrarre o respingere se stesso. La componente ludica di Super Magbot sfrutta un’idea geniale e allo stesso tempo folle concepita dagli sviluppatori. Nel gioco non è possibile saltare con un semplice tasto, bensì utilizzare la polarizzazione magnetica per balzare in aria. Ad inizio partita la situazione può risultare straniante, un po’ forzata, eppure dopo circa un’ora ed una decina di stage conclusi qualcosa migliora. Non lasciatevi assolutamente abbattere dalla quantità elevata di “sconfitte”: il titolo sfrutta le stesse dinamiche di gameplay già viste in Super Meat Boy (sia il nome che alcuni stage ne ricordano vagamente l’essenza) e le esaspera in scenari assurdi, contaminati da oggetti rotanti e ghigliottine appuntite. Lo stile grafico ricalca quello futuristico, ma non troppo: ciò che distingue questo titolo da altri platform in 2D è esattamente la caratterizzazione unica del personaggio e la possibilità di spostarsi velocemente con la pressione di due tasti. Nel gioco non esistono combattimenti classici, bensì pulsanti o leve da premere per scagliare il nemico contro un burrone od una parete con degli spuntoni minacciosi. Super Magbot gira intorno a questa meccanica di gameplay: attraverso il dorsale destro è possibile azionare il polo rosso che reagisce in egual maniera con una forza pari o contraria (in base sempre al colore, come accade in un magnete) al blocco posizionato nelle vicinanze. Per creare questo punto di collegamento con il monolite è necessario orientare con la leva analogica destra un flusso di luce circoscritto: per dare origine all’azione di repulsione o attrazione è importante inclinare l’analogico verso il blocco, pena la caduta o l’annullamento del movimento. Ad esempio, nei primi stage il personaggio può saltare tra due pannelli vicini, ma per farlo necessita del polo blu rivolto verso un blocco rosso per spingersi verso l’estremità opposta senza cadere. Questa meccanica di gioco non è assolutamente così immediata e trasparente di quanto sembra. Infatti è alquanto semplice sbagliare e dover essere costretti a ripetere lo stage (dotato inoltre di un timer classico per gestire anche i record legati al tempo) quasi in maniera ossessiva. Non appena raggiungiamo il secondo mondo, allontanandoci dal prologo introduttivo, il gioco diviene ancora più complesso ludicamente. Badate bene, non è ingestibile la situazione, previo un po’ di allenamento con i comandi. Tuttavia risulta davvero frustrante dover ripetere la missione a causa di un problema non legato al giocatore. Spesso questi intoppi sono causati da un hitbox non esattamente preciso o per i già citati comandi un po’ legnosi

Andando avanti con il gioco, anche gli stage diventano più lunghi e stratificati. Può capitare di dover passare più di qualche minuto all’interno di un quadro, prima di poter realmente riuscire a trovare una chiave (che sblocca di conseguenza una porta dall’altro lato della stanza)  ed il passaggio che conduce al frammento di stella. A meno di non essere completisti nell’animo e voler ottenere il 100% dell’avventura, il consiglio è di non osservare il tempo: lo scorrere dei secondi può condizionare parecchio l’esperienza con il titolo. Gli scenari offrono una buona varietà di soluzioni e strade secondarie da seguire, tranne per quanto riguarda il mondo iniziale troppo lineare e “introduttivo”. Le azioni di repulsione o attrazione non sono le uniche da provare nel gioco. Esistono dei blocchi particolari che consentono di saltare dei muri alti o di teletrasportarsi in una zona precisa. Per rendere molto più chiare alcune piattaforme interattivi, gli sviluppatori hanno deciso di inserire accanto ai magneti delle frecce, così da indicare al giocatore dove andare. Il titolo predilige idealmente un ritmo più frenetico, ma non è accade sempre: le fasi più riflessive sono tante e molto anche snervanti. Cercare di trovare il giusto compromesso tra uno stage e l’altro è decisamente complesso. Quando la situazione sembra andare bene, il gioco ti propone delle sfide con un grado di difficoltà troppo sbilanciato e mai lineare come l’avventura. Ottenere un numero specifico di frammenti può sbloccare delle aree aggiuntive: la varietà è ottima e diverte sotto svariati punti di vista, soprattutto stilisticamente

Super Magbot
Ricordatevi le meccaniche legate al magnete, ovvero stesso colore attrazione, colore diverso repulsione.

Il confine è così vicino: state attenti!

Il gameplay è l’anima, il cuore, la struttura di Super Magbot, mentre la componente narrativa è il collante che rende questa nuova esperienza ancora più stuzzicante. Non lasciatevi sottovalutare dalla pixel-art, poiché graficamente il gioco regala certi scorci davvero mozzafiatanti. Non sono molti i momenti in cui il giocatore può “permettersi” di riposare per osservare, eppure accade molto spesso di ripetere uno stage e di girarlo in maniera approfondita, prima di poter prendere l’ultimo frammento che sblocca il mondo successivo. Tecnicamente il titolo si comporta veramente bene: la qualità delle texture è molto buona, così come il frame-rate quasi sempre stabile. Si tratta di un gioco ben ottimizzato su Switch, nonostante non presenti alcuna feature caratteristica (come il touch screen o l’uso del giroscopio) della console Nintendo. Lo stile pixelato tipico dei titolo a 16 bit è discreto e convincente. Non siamo ai livelli di VA-11 Hall-A: Cyberpunk Bartender Action. Per quanto concerne il comparto musicale e sonoro, come abbiamo già detto ad inizio recensione, l’utilizzo sapiente della chiptune di Moonsailor rende il titolo formidabile e sicuramente da avere nella propria libreria di giochi. 

Super Magbot
Salto magnetico: pronto!

In conclusione, Super Magbot è un’avventura platform in 2D davvero particolare ed inaspettata, per via della sua componente ludica assolutamente atipica e quasi rivoluzionaria. L’opera concepita da Astral Pixel propone una buona varietà, degli scenari graficamente irresistibili ed altri invece davvero poco riusciti per level design. L’introduzione di un sistema di salto legato alla polarità magnetica è strabiliante, ma poco raffinata a causa dei comandi non del tutto intuibili e facili da utilizzare; lo scorrimento del personaggio è pesante, condizionato da una mappatura dei controlli non del tutto efficace. L’idea di utilizzare un raggio dedicato al secondo analogico funziona esattamente a metà: interessante per via della sua vicinanza ad un roguelike, complessa per la frenesia e velocità del gameplay. Il titolo pubblicato da Team17 è disponibile su Nintendo Switch dal 22 giugno 2021 al prezzo di 17,99 euro. Un rapporto qualità/prezzo alquanto buono, se consideriamo l’alta rigiocabilità di ogni singolo stage e la varietà di elementi messi a disposizione. Magbot è stato spedito in soccorso al Sistema di Magnetia in grave pericolo, per via di un asteroide minaccioso che vuole impadronirsi di tutti i frammenti stellari e così governare l’universo in qualità di padrone indiscusso. Riuscirà il nostro eroe in questa bizzarra avventura a salvare la galassia?

Super MagBot
Super Magbot – Recensione
PRO
Storia inaspetata ed affascinante...
Localizzato in lingua italiana;
Buona varietà e level design.
CONTRO
... ma poco approfondita;
Gameplay troppo complesso ai livelli alti;
Sistemi di combimento poco precisi e da rivedere.
7.8
Magnetico e divertente!
Acquistalo da qui