Witcheye

Witcheye – Recensione

Data di uscita
27/08/2020
Piattaforma
Nintendo Switch
Sviluppatore
Moon Kid
Editore
Devolver Digital
Genere
Avventura / Azione / Platform / Arcade
Lingue
Italiano
Il nostro Punteggio
7
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Ancora una volta, ci troviamo davanti all’ennesimo gioco pubblicato da Devolver Digital che riesce a prendere una meccanica di gioco interessante e svilupparci intorno l’intera esperienza.  Su questo sito, abbiamo visto insieme altri giochi pubblicati da Devolver, ognuno dei quali ci ha deliziato a modo suo, da The Red Strings Club (punta-e-clicca dalla storia semplicemente pazzesca) fino a My Friend Pedro (sparatutto folle lontanamente ispirato da Hotline Miami): Devolver Digital riesce sempre a scommettere su giochi che riescono sempre ad esprimere una personalità pazzesca. Oggi, andiamo a vedere insieme Witcheye, sviluppato da Moon Kid.

Il gioco fu originariamente rilasciato per dispositivi mobile, per poi farsi strada verso il PC. Ora, Witcheye è arrivato sull’ibrida di Kyoto. La storia dell’ultima fatica dei ragazzi di Moon Kid vede un mago che per riuscire a realizzare un incantesimo, incarica il suo cavaliere di andare a rubare gli ingredienti necessari ad una strega. Una volta arrivato alla casa di questa strega, mentre lei è distratta, il cavaliere ruba tutto quello che gli è stato chiesto di rubare, lo mette in un sacco, e comincia a scappare. È in questo momento che la strega si rende conto del furto subito, e comincia ad inseguire il cavaliere, dal cui sacco cominciano a cadere i vari oggetti che aveva illecitamente preso. Questi vengono sparpagliati lungo 6 differenti aree. Compito del giocatore è appunto quello di recuperare tutta la refurtiva.

witcheye

La cosa interessante di Witcheye è il modo in cui il giocatore si muove nelle varie aree di gioco. Riallacciandosi alla tradizione dei giochi arcade, il giocatore deve completare ciascuna area, con alla fine l’immancabile boss. Tuttavia, la strega non procede mantenendo le sue fattezze umane, ma bensì, si trasforma in un occhio, ed è esattamente questo ciò che il giocatore controllerà.

La meccanica è molto semplice: l’occhio non si ferma potenzialmente mai. Il giocatore dovrà perciò utilizzare uno degli stick analogici del proprio controller per indicare la direzione verso la quale l’occhio si muove. Questa meccanica di gioco è tanto semplice quanto divertente: i livelli scorrono che è un piacere, e il giocatore dovrà farsi strada fra i vari ostacoli e nemici, di cui i vari livelli sono disseminati. Finire il livello senza mai fermare l’occhio crea decisamente una certa soddisfazione, bisogna però fare i conti con la curva di difficoltà: Witcheye non è un gioco particolarmente difficile nelle prime battute, ma la difficoltà dei livelli aumenta esponenzialmente più il giocatore si avvicina alle fasi avanzate di gioco. Ho detto che l’occhio potenzialmente non si ferma mai; ci sono tuttavia situazioni in cui riflettere qualche secondo sul tempismo ottimale può diventare necessario. Per questo motivo, premendo una delle direzioni sul D-pad, l’occhio della strega rimarrà sospeso a mezz’aria, per poi riprendere il suo moto perpetuo nel momento in cui si inclina di nuovo uno degli stick analogici.

witcheye

Per sconfiggere i nemici, il giocatore dovrà ‘semplicemente’ fare in modo che l’occhio colpisca il mostro di turno nel suo ‘punto debole’ – cioè stare alla larga da vari spuntoni e amenità analoghe. Questo conduce anche a boss fight che non sono per niente scontate, proponendo un livello di sfida che, personalmente, ho trovato all’altezza dell’occasione. Menzione d’onore va fatta alla varietà dei nemici presenti in Witcheye: alcuni sono più dimenticabili che altri, ma la grafica, che risulta particolarmente piacevole, contribuisce a far chiudere un occhio su quelli meno memorabili.

La grafica è esattamente uno degli altri punti forti di questo gioco: la palette di colori è particolarmente accese, restituendo un colpo d’occhio (hehe) decisamente piacevole e mai banale. Al tempo stesso, la musica, che sembra voler calcare le orme dei giochi arcade vecchia scuola, risulta leggermente ripetitiva e a tratti vagamente noiosa, ma questa può essere solo una questione di gusti personali: niente che mutare l’audio del tutto non possa risolvere.

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Dal punto di vista tecnico, Witcheye fa il suo dovere offrendo un’esperienza fluida senza nessun intoppo. Fa particolarmente piacere vedere che sono stati introdotti i comandi touch, facendo uso di una delle caratteristiche dell’ibrida di Kyoto che spesso e volentieri viene bistrattata. Certo, vista la natura mobile di Witcheye, alla fine non stupisce molto che questa feature è stata implementata; tuttavia, viste le numerose occasioni dove i controlli touch potevano essere inclusi, per poi risultare in un nulla di fatto, fa sicuramente piacere vedere un gioco che fa uso di questa possibilità della Nintendo Switch.

In conclusione, Devolver Digital ci ha portato di nuovo un gioco con una personalità pazzesca, in grado di offrire un’esperienza tanto semplice quanto per niente banale. Come da tradizione dei giochi pubblicati da Devolver, l’ultima fatica dei ragazzi di Moon Kid ruota attorno ad una meccanica di gioco che fa della semplicità il suo punto forte, questo perché il risultato finale più importante, alla fine, è sempre uno solo: creare un gioco in grado di far divertire. Witcheye ci riesce egregiamente in questo, con il suo livello di sfida più che decente, senza mai scadere nell’inutilmente frustrante. Certo, l’unica cosa frustrante può essere la colonna sonora che sfiora l’insopportabile in certe occasioni, ma questo non è decisamente abbastanza per affossare l’offerta di Witcheye. Se si è amanti degli arcade vecchia scuola e si è in cerca di un gioco di questo genere che offre qualcosa di già visto ma con un tocco di personalità, allora Witcheye è in grado di regalare qualche ora di sano divertimento, riuscendo pure a strappare qualche risata qui e lì.

Witcheye
Witcheye – Recensione
PRO
Meccanica semplice e estremamente divertente
Bella grafica dai colori vivi e accesi
Buona varietà di nemici
CONTRO
Colonna sonora a volte vagamente noiosa
7
Occhio per occhio
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