Spiritfarer Nintendo Switch

Spiritfarer – Recensione

Vesti i panni di Stella, il nuovo traghettatore di anime perdute

Data di uscita
18/08/2020
Piattaforma di riferimento
Nintendo Switch
Sviluppatore
Thunder Lotus Games
Produttore
Thunder Lotus Games
Genere
Gestionale / Platform / Avventura
Lingue disponibili
Inglese - Italiano (molto presto)
Il nostro Punteggio
9.2
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Caronte, traghettatore degli spiriti, conduce le ultime anime da una riva all’altra con la sua artefatta imbarcazione, in un ambiente tetro ed intriso di colore rosso sangue. Nel suo volto è possibile scorgere il malessere, la tristezza e persino la vacuità. Sensazioni che l’essere umano prova sul punto di morire, in quel preciso istante prima di afferrare la luce ed attraversare un portale ancestrale verso un luogo imprecisato. Elaborare il concetto della morte è estremamente complesso e genuinamente difficile da assimilare, persino per un’anima priva di coscienza ed intelletto. I petali traboccanti di vitalità girano vorticosamente intorno  allo spirito appena trasportato sul fiume Stige, garantendo per alcuni secondi l’ultimo barlume di speranza e di redenzione dalla vita terrena alla povera anima. L’unica richiesta del traghettatore è un’offerta proveniente dal mondo dei vivi, ovvero due monete posizionate sopra gli occhi o sotto la lingua: un modo come un altro per dichiarare la propria indennità in quel posto lugubre e peccaminoso. Introdurre determinati temi così pesanti in un videogioco non è impresa semplice, specialmente se raccontati con gioiosità e spensieratezza. Spiritfarer di Thunder Lotus Games è un’avventura atipica, meravigliosa e delicata: uno dei suoi punti di forza è sicuramente lo stile grafico colorato, preciso ed originale. Un titolo capace di distogliere l’attenzione per qualche attimo dal concetto della morte e della perdita di qualcuno di molto caro con una sola costante indelebile, ossia aver ambientato il gioco direttamente in quelle lande desolate macchiate dal terrore e dalla tristezza. Conoscere cosa c’è di buono oltre la morte è uno dei tanti quesiti che l’essere umano si pone prima di morire, nella speranza dunque di poter redimere i propri peccati commessi durante la vita e lasciare alle persone amate un ricordo piacevole e confortevole di se stessi.

Il panorama videoludico indipendente si colora nuovamente di rosso, in un gioco con delle buone premesse e meritevole di tantissime lodi. Abbiamo visto nel corso di questi ultimi mesi diversi titoli promettenti venir inseriti nella grande softeca di Switch, un po’ come accaduto con Evergate, un platform 2D interessante ed emozionante. Spiritfarer è stato annunciato e successivamente rilasciato su console lo stesso giorno dell’evento Nintendo dedicato ai titoli Indie, il 18 agosto 2020. Anche Raji: An Ancient Epic rientra in quei giochi usciti la scorsa settimana. Tuttavia il complesso della morte e del trasporto emozionale delle povere anime raggiunge l’apice di curiosità solamente ora, con un titolo disponibile su Nintendo Switch ottimo in più circostanze, cogliendo così l’occasione per narrare una storia avvincente, autoriale e molto originale. Scopriamo insieme di cosa si tratta in questa nuova ed emozionante recensione.

Spiritfarer
La storia è avvincente e ben narrata, un vero capolavoro prezioso.

Stella, il nuovo traghettatore di anime al femminile

L’incontro tra Caronte e Stella, la protagonista del gioco, è un momento davvero toccante, che viene proposto infatti nelle prime fasi dell’avventura. Il team di sviluppo di Montreal, reduce anche di esperienze videoludiche come Jotun e Sundered (entrambi dei giochi di ottimo livello e piacevoli da provare), hanno confezionato un nuovo titolo che prende le distanze dalle produzioni indipendenti disponibili in questo periodo per proporre una componente narrativa di spessore e soprattutto particolare. Spiritfarer nella carta è un gestionale in 2D con diversi elementi platform e da gioco di ruolo con una trama decisamente ispirata. Impossibile non innamorarsi dei disegni realizzati a mano, che si alternano con una frequenza impressionante: il tocco delicato ed espressivo degli sviluppatori riesce a far comprendere meglio il contesto in cui ci troviamo, ovvero un racconto al confine con la morte. Il titolo non è solamente un costante e connesso rapporto con gli spiriti morenti, bensì un tripudio alla vita ed alla spensieratezza giovanile. Nei titoli di coda è possibile osservare una serie di nomi reali provenienti da epoche storiche diverse, simbolo che gli sviluppatori hanno voluto offrire al proprio pubblico per delineare l’importanza di esseri umani (sia donne che uomini) che ormai non fanno più parte di questo mondo e che hanno, nel loro piccolo, tracciato un segno di speranza per il futuro. Un messaggio forte, emozionante e che deve assolutamente far parte di questo racconto: in questo si riflette anche l’interesse di voler proporre qualcosa di atipico e poco convenzionale, un’esperienza che trascende il videogioco stesso e lo espande in maniera esponenziale in tutto il Pianeta. Ritrovarsi dinanzi a Caronte è una sensazione strana, poiché si erge possente davanti alla minuta protagonista ed il suo gatto, dispensando solamente alcune sagge parole. Il traghettatore incappucciato è l’ultimo di una lunga stirpe di viaggiatori ermetici, ha deciso infatti di trasmettere tutto il suo sapere e specialmente il suo ruolo ad una insolita ragazza risvegliatasi lì casualmente. Cede così il suo enorme bastone luminoso “della responsabilità” a Stella, affinché lei possa condurre oltre la riva nuove anime nell’aldilà.

Il clima di Spiritfarer è allegro, gioioso e molto divertente. Nulla a che vedere con i racconti di Dante Alighieri nella Divina Commedia, dove in quest’ultimo prende solamente spunto su alcuni personaggi reinterpretati con una visione più “Giapponese e da cartone animato”. Stella è ancora una ragazza molto ingenua, una giovane donna con un simpatico cappello a cinque punte (a forma di stella, appunto), accompagnata da un fantastico gatto dal pelo folto di nome Daffodil. Insieme al pittoresco gatto può organizzare così la sua “nuova” vita nel mondo dell’oltretomba: la sua casa è una grande imbarcazione che può essere rimodulata e modificata per aggiungere tutto quello che serve per renderla “vivibile”. Ad esempio, è possibile inserire una cucina, una guest house per gli ospiti, un campo per coltivare e tanto altro, sfruttando in questo modo il lato gestionale del gioco su più livelli d’altezza. Infatti le strutture aggiuntive possono essere collocate sia in verticale che in orizzontale, sfruttando sapientemente ogni piccolo anfratto del mezzo di trasporto marino. Nonostante la protagonista abbia ereditato un compito assai ardito e difficile, svolgere alcune mansioni in totale tranquillità lo rende paradossalmente divertente. In alcune circostanze, per soddisfare anche l’esigenza della fame, dovremo dirigerci all’estremità della nave (poppa) e andare alla ricerca di qualche succoso pesce con la nostra affidabile canna dorata. Gestire la nave nella sua totalità è molto fondamentale, si tratta di un processo non esattamente semplice da fare dopo aver acquisito alcuni blueprint per superare alcune barriere architettoniche iniziali. Doversi barcamenare per soddisfare diverse esigenze contemporaneamente si tratta di uno degli elementi più importanti all’interno del gameplay.

Lo scopo del gioco a livello di trama è molto semplice: prendere il possesso del mezzo di navigazione e traghettare le nuove anime appena giunte oltre la riva del fiume. Il luogo dove è ambientato il titolo è parecchio ampio, infatti la mappa può essere sbloccata durante le varie fasi esplorative. Solcare i mari è piuttosto basilare, dopotutto è un’avventura gestionale in 2D, dove si prosegue in sole due direzioni in un mondo che invece sembra dare l’idea di essere tridimensionale per via del cambio continuo della regia e di alcune prospettive. La caratterizzazione dei personaggi è pressoché ottima e soddisfacente. Nel corso dell’avventura è possibile conoscere una miriade di spiriti con fattezze animali (questo è il mood generale del gioco): il consiglio, almeno quello preliminare, è di parlare molto con i personaggi e scoprire la loro storia. Ogni animale possiede una scheda riassuntiva con alcuni dati riguardo l’umore da tenere sempre sotto controllo per non farli arrabbiare od intristire. Gwen, una renna carismatica, è la migliore amica di Stella, nonché la prima guida della sua avventura in grado di sostenere il prologo con delle richieste un po’ assurde. Atul è un simpatico e sempre allegro rospo blu, entra a far parte della famiglia solo dopo aver conosciuto meglio la protagonista e compreso come aiutarla a sistemare il mezzo di trasporto. Tutti i personaggi animali svolgono nella trama il ruolo dei comprimari, soprattutto perché possiedono delle linee narrative da sviluppare uniche e molto approfondite. Nel titolo sono presenti tantissimi compagni di viaggio, tutti da scoprire con estrema calma (un po’ come un leone nero insolito di nome Giovanni) nell’arco di un’avventura lunga quasi venti/trenta ore. La longevità, come in altri giochi gestionali, è molto soggettiva e dipende molto dalle quest secondarie che il giocatore sceglie di fare. Uno dei punti che invece non sembra essere stato curato in tempo è la localizzazione in italiano assente su Switch, nonostante la presenza di quest’ultima in altre console o su Steam. Non disperate, poiché gli sviluppatori tramite i loro canali social hanno confermato una possibile patch risolutiva per colmare questo piccolo intoppo ed offrire un’esperienza completa anche qui da noi nelle prossime settimane (riferito all’uscita della recensione).

Spiritfarer
L’art design è meraviglioso: basti guardare l’immagine sopra!

La potenza di un gioco gestionale con elementi platform

Dal punto di vista ludico, come abbiamo già parzialmente detto precedentemente, Spiritfarer è un gestionale abbastanza profondo, che non si limita semplicemente all’ottenimento di alcuni oggetti e progetti da sviluppare. Gestire la nave è fondamentale, ma lo è altrettanto ottenere materiali, spiriti e nuove attrezzature per lavorare. Stella deve costantemente vegliare sulle anime ospiti sulla sua nave procurando del cibo da cucinare, controllando spesso l’umore di ogni personaggio: per placare alcune intemperanze, la ragazza può regalare dei lunghi abbracci emozionanti e ristabilire così lo stato d’animo irrequieto. Insieme al serpente Summer, la protagonista impara ad amare se stessa e come curare le piante. Nel gioco è infatti disponibile un ciclo giorno/notte che regola l’alternanza di alcune missioni specifiche da fare in un arco temporale prestabilito. Attraverso i tanti personaggi, la ragazza può imparare qualcosa di unico e differente: una lezione morale fantastica ed inaspettata, un segno d’amore nei confronti di un progetto ambizioso. Dopo il prologo (dura all’incirca due ore), il gioco si allarga e presenta un mondo molto più interattivo ed esplorabile liberamente. Potremo dunque muoverci come preferiamo, andando in piccoli arcipelaghi nascosti per ottenere nuovi materiali, fare la conoscenza di personaggi secondari, oppure recarci in alcune faglie oscure dove reperire un materiale noto come Jelly, una sostanza proveniente da alcune anime corrotte che transitano come uragani in attesa di essere placate. Durante la giornata si possono svolgere tantissime attività, finché non si è troppo stanchi ed è necessario andare a dormire (alcune quest prevedono di riposare, così da aumentare il raccolto o trovare alcune persone in un determinato orario).

Nell’imbarcazione è presente una grande campana da suonare in più occasioni diverse. Spiritfarer è anche un platform, infatti sono presenti degli elementi che la cara Stella può scavalcare semplicemente saltando per raggiungere zone poc’anzi inesplorate. E’ possibile, staccando i Joy-Con, provare il titolo in due giocatori contemporaneamente. Un giocatore controlla la ragazza, mentre l’altro il gatto Daffodil: questa simpatica modalità cooperativa rende il titolo ancora più divertente, poiché entrambi i personaggi possono svolgere le stesse identiche azioni, controllando così il mezzo navale. Un gioco dove si gode della quotidianità in un posto strano come l’aldilà. Spesso dovremo rimediare ad alcune circostanze abbastanza classiche nella vita reale, ovvero far smettere di russare qualcuno o fare confusione, oppure offrire il cibo a tutti. Sono elementi da gioco gestionale alquanto normali, che non possono affascinare qualunque videogiocatore. Ciò che invece coglie di sorpresa è l’emozione di dover salutare un personaggio ampiamente conosciuto che ha fatto parte della vostra vita per parecchie ore e adesso deve “traghettare” verso terre migliori. Il gioco sviluppato da Thunder Lotus Games esprime questi momenti tristi con dialoghi simpatici, con animazioni allegre e che esaltano la voglia di andare avanti: un buon modo per non appesantire ancora di più il prodotto, rendendolo un mezzo per promuovere la piacevolezza della vita. Temi che vengono trattati con dolcezza e calma, in un gameplay ben approfondito e dinamico.

Spiritfarer
Attraverso questo schema riassuntivo è possibile vedere i miglioramenti/peggioramenti di ogni personaggio ed aiutarlo.

Musiche e grafiche meravigliose!

Spiritfarer è un gioco davvero poetico e sublime sotto diversi punti di vista, in grado di attrarre ed emozionare qualunque tipo di videogiocatore. Un’avventura incantevole che nasconde al suo interno un messaggio abbastanza importante e crudo, ovvero la perdita di qualcuno. Un’opera che evolve e progredisce assieme al sentimento della morte e della vita. La celebrazione di alcune emozioni è molto importante e svolge, come abbiamo ampiamente detto, un ruolo fondamentale in questa bizzarra avventura. Ma è ancora più interessante come il team di sviluppo abbia animato i personaggi e disegnato dei fondali suggestivi e piuttosto evocativi da vedere. La componente grafica è impressionante, una cura certosina per un prodotto estremamente dolce e spensierato: ho trovato l’estetica del titolo nettamente superiore a giochi del calibro di Indivisible o l’opera visiva Stela. Il design dei personaggi è molto originale e ricercato, difficile non innamorarsi del gatto o di Gustav, un pappagallo con colori stravaganti. Tecnicamente il gioco presenta alcuni bug minori ed un frame-rate perlopiù sempre stabile sui 30 fps (limite richiesto per lo stile delle animazioni). L’altro elemento degno di nota è il comparto musicale/sonoro molto più che magistrale. L’intancevole suono delle onde che si infrangono sulla battigia o sulla chiglia della nave, insieme al dolce liuto che strimpella qualche personaggio, sono alcuni degli aspetti più alti dell’intera produzione legata a Spiritfarer. In più occasioni mi sono smarrito tra le lande selvagge di un luogo esteticamente bello ascoltando delle musiche meravigliose: non esistono altri aggettivi per esprimere l’emozione di un tripudio di tecniche musicali diverse mescolate sapientemente per esaltare un gioco di per sé stupefacente.

Spiritfarer
Raccogliere materiali sulle isole, accompagnare gli spiriti verso il confine del mare e aiutarli nella quotidianità sono alcuni degli elementi migliori del gameplay.

In conclusione, Spiritfarer è quello che tutti noi ci meritiamo, un’avventura gestionale in 2D con elementi platform formidabile. Al netto di qualche piccolo errore tecnico o sbavatura legata alla localizzazione ancora assente dopo l’uscita del titolo su Switch, è possibile godere per circa trenta ore di un luogo simile all’aldilà con un potenziale ed una progressione di gioco decisamente bilanciata. La perdita, l’accettazione e la spensieratezza sono sensazioni in continuo contrasto, ma ben armonizzate per lasciare sempre di stucco il videogiocatore appassionato. La grafica tocca vette espressive impressionanti subito dopo il lungo prologo ed aver conosciuto alcuni personaggi. Il titolo è disponibile su Nintendo Switch al prezzo di 24.99 euro dal 18 agosto 2020. Un rapporto qualità/prezzo accessibile, specialmente se si pensa che il gioco ha una longevità sopra la media e sarà presto localizzato anche in italiano. Lasciatevi dunque trasportare oltre il fiume Stige dalla carismatica e giovane Stella, insieme ai suoi divertenti amici animali. Un’opera ottima piena di sorprese, tutta da godere con calma, sfruttando le potenzialità di Switch, come giocare in modalità portatile al mare od in montagna isolati dal resto del mondo.

Spiritfarer Nintendo Switch
Spiritfarer – Recensione
Conclusione
Spiritfarer è un'avventura gestionale in 2D con elementi platform davvero interessante, poiché tratta svariati temi importanti come la morte ed il trapasso in quanto anime. La storia è molto avvincente, piena di sorprese e riesce persino a far scendere una lacrima per via del rapporto docile/spensierato con gli altri personaggi che gravitano intorno a Stella ed il suo amato gatto. Un gioco con un gameplay stuzzicante e ben approfondito: nulla di più azzeccato per proporre qualcosa di così originale. Un'opera magistrale con musiche meravigliose ed uno stile artistico impressionante, da supportare assolutamente anche su Switch in portatile.
PRO
Artisticamente meraviglioso: personaggi ottimi e ben animati;
Musiche sopraffine e virtuose;
Trama emozionante: vengono trattati molti temi pesanti con spensieratezza e dolcezza;
Longevità ottima;
Gameplay stuzzicante e profondo;
Ottimo da giocare in portatile su Switch.
CONTRO
Presente qualche bug minore;
Localizzazione in italiano non ancora presente (verrà introdotta molto presto);
9.2
Emozionante e delicato!
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