Peaky Blinders: Mastermind

Peaky Blinders: Mastermind – Recensione

Entra a far parte della famiglia Shelby su Nintendo Switch!

Peaky Blinders 1:1
Data di uscita
20/08/2020
Piattaforma
Nintendo Switch
Editore
Curve Digital
Sviluppatore
FuturLab
Genere
Avventura / Puzzle / Strategico
Lingue
Inglese
Il nostro Punteggio
7
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L’ossessione nei confronti del potere rende ciechi chiunque, la mancanza di un obiettivo ben oculato può invece costringere una famosa banda di criminali a perdere il predominio di una zona e scomparire per sempre. Il rischio di essere arrestati è abbastanza alto, così come venir “sostituiti” da un altro gruppo malavitoso. In un gracile confine rosso formato da filo spinato e rovi risiede il destino della povera famiglia Shelby nei pressi di Birmingham. Dopo il primo storico conflitto mondiale, ogni popolo coinvolto in questa sanguinosa guerra ha dovuto trovare alcuni compromessi per vivere quasi decentemente: in molti purtroppo non sono riusciti a sostenere il gravoso peso della fame, della mancanza di lavoro e persino di una casa dove dormire. L’uomo ha vissuto nel terrore per diversi anni ed ha scoperto cosa vuol dire sostenere l’ambizione dei più forti verso una guerra sostanzialmente inutile e dispendiosa. Nella contea delle West Midlands, in Inghilterra, qualcosa di molto pericoloso si sta muovendo ed una famiglia di incalliti criminali cerca in maniera irreversibile di terminare un complotto che li vede coinvolti direttamente. Nel lontano 2013 una serie televisiva britannica chiamata Peaky Blinders ha iniziato un processo di consapevolezza nei confronti di un periodo storico un po’ bistrattato, ovvero dopo la prima guerra mondiale nel 1919. In tutti questi anni, la serie drammatica creata da Steven Knight è riuscita a riscuotere un certo successo in tutto il mondo ed ha visto coinvolte tantissime personalità famose provenienti dal panorama dello spettacolo. 

Lo scorso anno (nel 2019) è uscita la quinta stagione su Netflix, contribuendo dunque a far conoscere ancora di più la serie noir in costume. Una storia che continua ad emozionare ed intrattenere un pubblico molto variegato, oltre a stuzzicare un possibile approdo anche nel panorama videoludico odierno. Annunciato dal publisher Curve Digital (lo stesso di Narcos: Rise of the Cartels) nel corso di quest’anno, Peaky Blinders: Mastermind è il nuovo gioco di avventura con elementi strategici/puzzle disponibile dal 20 agosto 2020 su console Nintendo Switch. Il titolo sviluppato dal team FuturLab, vede protagonista indiscusso Tommy Shelby, il fratello di Arthur, e la sua famiglia per contrastare un complotto malavitoso che intende tagliare fuori il gruppo dal giro d’affari della città inglese. Dopo un’attenta analisi delle meccaniche di gioco e della storia, scopriamo insieme di cosa si tratta in questa nuova recensione.

Peaky Blinders: Mastermind
Ogni personaggio ha le sue abilità uniche che permettono di poter sbloccare nuove aree o andare avanti con la missione principale.

L’inizio della guerra: mai giocare con il fuoco! 

Nel 1919 il mondo continua a piangere una guerra lunga ed estenuante, che non ha permesso a molte personalità del momento di emergere o far conoscere le proprie imprese. I soldati macchiati nell’anima fanno il loro ritorno in un paese stanco, che non riesce a sostenere più il ritmo delle nuove industrie e la crescita demografica della popolazione. Un’Inghilterra capace solo di raccogliere aspramente le vesti di poveri uomini mutilati e sporchi di fango. Sempre in quel periodo, si sviluppa per la prima volta la criminalità organizzata: un gruppo di persone con intenti malvagi vuole conquistare la città di Birmingham, uno dei baluardi del confine britannico. Peaky Blinders prende in esame una storia drammatica, difficile e che coinvolge una famiglia di criminali, la famigerata banda Shelby. Tra le vie nascoste del paese, in case fatiscenti e diroccate, la famiglia continua ad espandersi, per permettere ai suoi componenti di vivere egregiamente con i soldi altrui. La storia di Mastermind è antecedente alla prima stagione della serie TV, dunque potete stare tranquilli: certi eventi presenti in alcuni episodi, così come diversi colpi di scena, non sono stati minimamente toccati. Persino il termine “Mastermind” si riferisce alle note capacità di Tommy Shelby di organizzare in maniera orchestrale dei piani perfetti. Il confine del regno criminale non è stato ancora tracciato, bensì la famiglia si trova ancora in un particolare limbo dove vede il comando passare da fratello in fratello, ossia da Tommy ad Arthur. La componente narrativa del gioco è molto interessante e stuzzicante, tanto quanto l’impresa che si può osservare tranquillamente nella serie TV. Una trama inedita e coinvolgente, con il retrogusto di criminalità e drammaticità che non sembra annoiare mai. Il quartiere Small Heath è il centro più importante della zona per quanto riguarda il giro d’affari della famiglia Shelby, ma non è l’unico punto nevralgico della città britannica. Infatti anche altri “gruppi” girano vorticosamente alla ricerca di soldi e negozi da distruggere. L’intricata storia di Peaky Blinders: Mastermind è la naturale evoluzione di qualcosa di già visto altrove, ovvero durante la serie televisiva. Il consiglio quindi è quello di affiancare il gioco alla visione della prima stagione, così da comprendere la mentalità ed il carattere di molti personaggi presenti nell’avventura puzzle

Per quanto possa sembrare scontato per chi avesse già visto la serie tv su Netflix, la caratterizzazione dei personaggi è veramente ottima. In questo Mastermind non differisce di una virgola, soprattutto con il rapporto tra Tommy e Arthur. La decisione degli sviluppatori è quella di ricreare un’ambientazione simile al prodotto originale e dispensare alcune curiosità nascoste impossibili da visionare durante le cinque stagioni di Peaky Blinders. Il gioco è strutturato in episodi, in tutto sono dieci, e segue delle vicende molto particolari della famiglia. Un membro della gang di nome Scout viene infiltrato nella banda rivale Cinese, quest’ultimo però rimane coinvolto inspiegabilmente in un incidente e viene accusato di aver ucciso un novizio cinese. Adesso la banda Shelby ha diversi grattacapi da risolvere ed uno tra questi è non farsi attaccare dai rivali criminali, rischiando così di perdere il punto nevralgico degli affari. La storia evolve purtroppo lentamente e senza terminare in particolari colpi di scena. I dialoghi tra personaggi non sono diversi, molte delle volte risultano sbrigativi e poco risoluti. Il gioco non è stato localizzato in lingua italiana, ma è possibile godere comunque di una scrittura dei dialoghi pressoché buona e fedele al temperamento di alcuni personaggi storici. Persino la durata non è molto allettante, visto che si può terminare il gioco in all’incirca sette/otto ore. Mastermind è composta da dieci episodi mediamente interessanti, con una storia che non riesce ad eguagliarsi a quella proposta dalla serie omonima. 

Peaky Blinders: Mastermind
La storia è molto interessante e tratta una piccola parentesi prima dell’inizio della serie tv.

Mastermind è un gioco strategico atipico 

Per quanto la trama possa intrattenere diversi appassionati della serie tv con qualcosa di “non prettamente canonico”, il vero caposaldo dell’intera produzione di Peaky Blinders: Mastermind è il gameplay decisamente atipico e strutturato in modo da correre contro il tempo. I personaggi sfruttano una serie di abilità innate per muoversi in scenari sempre diversi, con tanti nemici da affrontare e con una timeline da rispettare categoricamente. La barra del tempo è infatti il vero protagonista del titolo, una meccanica di gioco proveniente da alcuni strategici a turni, un po’ come Iron Danger. In Mastermind la barra del tempo svolge un ruolo un po’ insolito, poiché non determina il turno degli alleati e degli avversari, bensì serve principalmente per poter muovere in contemporanea diversi personaggi e combinare le loro azioni. Ad esempio, Tommy possiede l’abilità di persuadere qualcuno e convincere quel passante a fare un’azione per lui, come poter aprire una porta o schiacciare un interruttore. Una volta eseguito il comando controllando il png, si può tornare indietro nel tempo con il tasto ZL ed entrare prima che la porta possa chiudersi. Si tratta di una gestione del tempo un po’ insolita e poco convenzionale che all’inizio, nei primi minuti di gioco, può facilmente confondere. Per fortuna si può godere di un buon tutorial che spiega esattamente come è meglio muoversi in questa particolare timeline e sfruttare a pieno la sua potenzialità. I primi tre episodi sono molto di transizione, perché veniamo a conoscenza di personaggi con abilità uniche e con puzzle semplici ma ben costruiti da risolvere. Ada, una delle protagoniste della serie tv femminile, può distrarre alcune guardie o dei nemici, permettendo così a Tommy o altri di passare indisturbati. Invece Arthur e John sono i personaggi destinati ad utilizzare la forza bruta, quindi a scontrarsi contro i rivali. Poi c’è il piccolo Finn che può sgattaiolare un po’ ovunque senza farsi vedere ed abbassare leve o derubare le guardie. Ogni membro della famiglia Shelby ha diverse missioni personali da soddisfare nel minor tempo possibile. Infatti in alto a sinistra è presente l’icona del tempo: se riusciremo a terminare la missione entro l’orario designato, potremo ambire a prendere la medaglia d’oro, ovvero il punteggio massimo alla fine di ogni episodio che permette di sbloccare elementi aggiuntivi da utilizzare nell’avventura. 

Le ultime due missioni sono davvero difficili e complesse, segno di uno studio di level design abbastanza articolato, che permette di usare quasi tutta la famiglia contemporaneamente. Purtroppo, per quanto possa sembrare tutto così interessante, la conclusione avviene in maniera troppo sbrigativa, lasciando l’amaro in bocca per la poca varietà di situazioni diverse da escogitare per superare il livello. Un titolo che risulta molto guidato e senza possibilità di dilungarsi in sotto-quest secondarie. Un vero peccato, perché l’impronta principale, ovvero la gestione del tempo con una timeline dedicata, risulta essere parecchio soddisfacente (dopo aver compreso come muoversi). Passerete molto tempo a riavvolgere il tempo, spostare di qualche centimetro il personaggio, ed andare avanti. Gli elementi puzzle sono abbastanza canonici, come ad esempio aprire una porta scorrevole, superare un cancello, distrarre una guardia o persino liberare la stanza da alcuni nemici. In ogni circostanza di gameplay, le abilità dei personaggi permettono di poter proseguire senza per forza incastrarsi e cominciare dall’inizio dell’episodio. Nel gioco si possono sfruttare alcuni comandi da strategico a turni, come la pausa tattica per fermare il tempo ed osservare la scena con calma, oppure l’attacco ravvicinato o a distanza. L’intelligenza artificiale dei nemici è un po’ sottotono, poiché il vero nemico nel gioco è proprio il tempo e dunque non è necessario impegnarsi in grandi scontri per divertirsi. Il gameplay, oltre a sfruttare alcune caratteristiche di movimento simile ad un’avventura action (visuale isometrica con il controllo diretto del personaggio con l’analogico), non offre ulteriori spunti, risultando così un piccolo tentativo di proporre qualcosa di “nuovo” ed ancora abbozzato. 

Peaky Blinders: Mastermind
Una volta finito il livello, in base al tempo di gioco dell’episodio si può ottenere il grado medaglia oro, argento o bronzo.

Inseguendo il tempo!

Come accaduto per il recente strategico a turni Company of Crime, alcuni elementi del gameplay un po’ superficiali ed un’intelligenza artificiale poco all’altezza hanno reso il titolo di Resistance Games un prodotto videoludico appena sufficiente. Peaky Blinders: Mastermind sembra rivivere le stesse identiche sorti appena accadute con il compagno con visuale isometrica. Per quanto riguarda il comparto tecnico, Mastermind non brilla certamente e mostra un frame-rate un po’ troppo ballerino in diverse occasioni, soprattutto quando le scene si tingono di rosso con scontri a fuoco. La visuale dall’alto in alcune circostanze non permette di vedere, sia in modalità TV che in portatile, alcune linee di dialogo tra personaggi, rese sotto forma di balloon rettangolare. La qualità delle texture è molto nella media: in alcuni punti l’estetica viene risaltata da ombre ben rifinite, in altri purtroppo non si riesce a vedere lo stacco tra il muro ed il pavimento. Ho apprezzato invece l’introduzione animata di ogni inizio e fine episodio: i personaggi sono disegnati a mano con un particolare contorno realizzato in acquerello. Interessante la resa stilistica in gioco dei protagonisti e la varietà della palette cromatica utilizzata per rappresentare alcuni sobborghi appena industrializzati di Birmingham. In modalità portatile è possibile usufruire del touchscreen per spostare la barra del tempo, oppure muovere la visuale durante la pausa tattica. Dal punto di vista musicale/sonoro, il gioco esprime al meglio il suo potenziale, proponendo delle soundtrack davvero memorabili e che ricalcano appieno le musiche ascoltate nel corso della lunga serie tv. 

Peaky Blinders: Mastermind
La timeline è la meccanica migliore all’interno del gioco ed è possibile gestire così il proprio tempo durante l’avventura.

In conclusione, l’avventura puzzle Peaky Blinders: Mastermind che precede la prima stagione dell’omonima serie televisiva targata Netflix risulta essere buona a metà: ciò che gli manca è uno sviluppo maggiore del gameplay ed una longevità che non può confinarsi a soli dieci episodi. L’idea generale è ben concreta, eppure la poca varietà di situazioni, una timeline che inizia ad ingranare solo alla fine sono alcuni degli elementi che penalizzano fortemente il gioco. Mastermind è disponibile dal 20 agosto 2020 su Nintendo Switch al prezzo di 24.99 euro. Un rapporto qualità/prezzo appena accettabile, per via dei tanti difetti che lo rendono decisamente mediocre. Il consiglio è quello di giocare in maniera del tutto disinvolta se siete dei veri appassionati della serie tv e soprattutto per conoscere alcuni retroscena che non sono stati, per ovvi motivi, raccontati altrove. La famiglia Shelby approda finalmente su console più agguerrita che mai, pronta adesso a conquistare nuovi quartieri ed espandere il proprio giro d’affari. 

Peaky Blinders: Mastermind
Peaky Blinders: Mastermind – Recensione
PRO
Una storia antecedente alla prima stagione interessante...
Gameplay ottimo (anche se dura poco);
Stilisticamente buono e con una varietà di colori stuzzicante.
CONTRO
... anche se un po' troppo sbrigativa e poco approfondita;
Poca varietà di situazioni;
Tecnicamente mediocre;
Scarsa longevità;
Manca la lingua italiana.
7
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