Darkestville Castle

Darkestville Castle – Recensione

Costruire un buon punta e clicca non è affatto semplice. I videogiochi che appartengono a questa categoria forse sono facili da programmare, ma posso garantirvi che la sfida più grande per il team che ci sta dietro è quello di creare un prodotto con alle basi una buona storia, capace di intrattenere il giocatore, ed una quantità quanto più ampia possibile di enigmi che risultino allo stesso tempo ispirati e mai fini a sé stessi. L’umorismo è uno degli elementi cardine dell’intera esperienza e senza di questo si rischia di confezionare un prodotto magari valido ma non capace di essere ricordato negli anni a venire dai giocatori che hanno deciso di prendere parte all’avventura.

Lo sa benissimo un certo Ron Gilbert, che con il suo finissimo stime nonsense è riuscito a regalarci capolavori di inestimabile valore quali la serie di Monkey Island, di Maniac Mansion ed il recente Thimbleweed Park. Come il grandissimo scrittore di avventure grafiche, molti altri team hanno provato a realizzare opere dello stesso filone artistico, e per citarne alcuni di nostrani vi invito a curiosare le nostre recensioni di Detective Gallo e di The Wardrobe. Quest’oggi ci sposteremo fuori Europa, e vi parleremo dell’opera “soft horror” degli argentini Epic Llama Games e del publisher russo Buka Entertainment, il cui nome è Darkestville Castle.

Darkestville Castle
Ok, almeno sono stati sinceri fin dall’incipit!

Per mettere in chiaro fin da subito lo stile che contraddistingue il gioco, Darkestville Casle ci fionda nel vivo dell’avventura senza troppi fronzoli o incipit narrativi. Dopo una sbrigativa introduzione con la quale ci viene presentato Cid, il nostro demone protagonista, saremo pronti per prendere confidenza con il sistema di controllo che in occasione del rilascio su Nintendo Switch è stato leggermente riadattato per permettere a chiunque di poter fruire dell’esperienza ludica senza alcun compromesso (com’è giusto che sia, visto che i titoli punta e clicca su console meritano sempre la giusta attenzione).

Cid come anticipato è un demone, uno di quelli che si crede diabolico ma che non sa di non incutere molta paura negli abitanti del villaggio da lui occupato. Dall’alto del suo castello a Darkestville Cid passa ogni notte a pianificare dispetti ai danni del suo vicinato, che ha finalmente ben pensato di ribellarsi e di ingaggiare tre cacciatori di demoni, i fratelli Romero, per mettere fine una volta per tutte alle sue malefatte. Il mandante è un certo Dan Teapot, quello che probabilmente noi chiameremmo “lo scemo del villaggio”, il quale finisce per complicare tutto e dare vita ad un viaggio talmente surreale che finirà per renderci spettatori di una storia nella quale sarà lo stesso Cid a rischiare la propria vita per salvare i suoi cacciatori dall’oltretomba.

Darkestville Castle
Quanto è dura la vita del demone, specialmente quando finisci a collaborare con i tuoi stessi cacciatori!

Senza svelarvi altro, sul fronte narrativo Darkestville Castle si presenta come un’avventura grafica di stampo assolutamente tradizionale. Durante il nostro viaggio incontreremo una buona quantità di NPC con i quali interagire, chiacchierare, e scambiare i numerosi oggetti che lentamente arricchiranno il nostro inventario. Ciascun dialogo sarà infarcito di umorismo ed anche di qualche simpatica citazione, senza mai far risultare troppo logorroici i personaggi che ci aiuteranno nella nostra missione.

Senza aggiungere niente di nuovo al genere al quale appartiene, Darkestville Castle ci richiederà di scandagliare ogni schermata ed interagire con qualsiasi hotspot disponibile al fine di individuare gli elementi che possono essere inseriti nel proprio inventario e quelli che invece servono proprio per accoglierne il contenuto. In ciascuna circostanza potremo scegliere se prelevare un elemento, osservarlo o parlarci, anche se ovviamente questo non è sempre possibile. In tutto questo niente è lasciato al caso, e per scongiurare la pratica del “pixel hunting” potremo sempre evidenziare sullo schermo ogni elemento interagibile. Questo è vero tanto in modalità portatile, con la quale godere del preciso touch screen dell’ibrida Nitnendo, quanto in docked, con quest’ultima che come anticipato poco fa è stata resa fruibile anche attraverso i controlli tradizionali.

Se con l’analogico sinistro, infatti, è possibile muovere liberamente un cursore su schermo, grazie a quello destro tale indicatore saltellerà ancorandosi a ciascuno hotspot disponibile, rendendo il tutto tanto pratico quanto piacevole. Grazie a questa piccola accortezza ho potuto godere del gioco in entrambe le configurazioni per le quali Nintendo Switch è pensato, senza alcuna particolare distinzione tra le due esperienza di gioco.

Darkestville Castle
Un tipico esempio di effetto collaterale.

L’intera avventura è suddivisa in tre grossi capitoli, più i relativi (brevissimi) interludi, durante i quali potremo esplorare dapprima l’intero castello e successivamente tutte le zone che costituiscono Darkestville. Nonostante il gioco ci metta praticamente subito nella possibilità di visitare una grande quantità di zone, un pò come succede nei capitoli che compongono la serie di Deponia, ho trovato l’esplorazione sempre contenuta e mai dispersiva, permettendomi in qualsiasi momento di avere bene in mente il quadro completo delle aree della mappa di gioco raggiungibili. Questo è molto importante, visto che Darkestville Castle ci obbligherà costantemente di saltellare qua e la per la mappa alla ricerca di indizi o punti chiave con i quali interagire.

Gli enigmi non sono mai frustranti o forzati, ma viene sempre preteso da parte del giocatore il giusto spirito di osservazione sia per quanto riguarda le ambientazioni sia durante le varie chiacchierate che avremo con le creature che incontreremo. Personalmente ci sono state giusto un paio di circostanze in cui mi sono dovuto scervellare più del dovuto per risolvere un rompicapo, vista la completa mancanza di un sistema di aiuti, ma una volta portato a termine il risultato è che ho sempre apprezzato quanto realizzato dagli stessi sviluppatori. Non esiste avventura grafica al mondo che possa essere risolta senza chiamare in causa il proprio pensiero laterale, specialmente quando questo è favorito da situazioni spesso fuori dal comune, ed in questo Darkestville Castle non fa certo eccezione.

Darkestville Castle
Quando si parla di umorismo estremo…

Sotto il punto di vista grafico il lavoro di Epic Llama è sicuramente degno di nota. Le poche e brevi cutscene sono il vero pezzo forte del banchetto, realizzate con uno stile grazioso e colorato, come fossero delle vere e proprie vetrate gotiche (aspetto che mi ha ricordato molto lo splendido Little Briar Rose). Le sezioni di gioco vere e proprie sono invece state disegnate a mano, con un tratto distintivo e capace di rendere giustizia a tutti i personaggi che compongono la narrazione. Forse si sarebbe potuto fare di più dal punto di vista dei dettagli, visto che alcuni elementi a schermo appaiono appena abbozzati e talvolta danno la sensazione di non essere stati curati abbastanza, ma nel complesso possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti di quanto visto nell’arco delle circa cinque ore complessive di giocato, che devo ammettere non mi sarebbe dispiaciuto se fossero state di più.

Il sonoro si assesta su buoni livelli, con alcuni accompagnamenti davvero piacevoli e mai ripetitivi, capaci di rendere sempre al meglio l’atmosfera generale, completamente surreale e paradossale. Per quanto riguarda la conversione per Nintendo Switch, non solo questa ci è sembrata ben realizzata sotto il punto di vista del sistema di controllo, ma anche a livello prestazionale non abbiamo nulla di rilevante da segnalare. I caricamenti risultano sempre immediati tra una schermata e l’altra, e questo è un bene visto che viaggeremo moltissimo, e i punti di salvataggio sono costanti e ci permetteranno in qualsiasi momento di interrompere la partita e di riprenderla successivamente nello stesso preciso punto.

Darkestville Castle
Ok, forse Dan vive direttamente negli inferi?

Insomma, se siete in astinenza di avventure grafiche di stampo punta e clicca e ne cercate una particolare posso senza alcun dubbio consigliarvi Darkestville Castle. Nonostante una longevità che ho trovato leggermente sotto le aspettative (ma che comunque varia molto da giocatore a giocatore), il prezzo dei canonici €14,99 mi è sembrato più che giustificato per un porting curato sotto ogni aspetto. Se proprio non volete rischiare e volete un assaggino di ciò che vi aspetta una volta acquistato il pacchetto completo, vi segnalo la presenza di una versione DEMO scaricabile direttamente dal Nintendo eShop, non esiste modo migliore per valutare con mano un titolo sicuramente da tenere sotto controllo.

Darkestville Castle
Darkestville Castle – Recensione
PRO
Una storia semplice e divertente
Enigmi mai frustranti e sempre contestualizzati
Esplorazione mai dispersiva
Character design degno del genere
CONTRO
Il sistema di controllo va metabolizzato
Alcune ambientazioni potevano essere curate meglio
Longevità ridotta
7.7
Un buon cattivo!