Skully Recensione

Skully – Recensione

In una pozza di fango ed argilla la vita è pronta a rinascere, a venir risanata grazie ad una particolare magia primordiale. Le bolle emanate dalla fanghiglia scura sono il respiro dell’isola remota, il luogo dove tutto ha nuovamente inizio: un prode guerriero viene richiamato per prestare giuramento e servizio ad un fedele alleato, colui che gli ha consentito di rotolare, saltare e girare vorticosamente in quelle lande selvagge. Il suo benefattore è un essere ancestrale intriso di magia pura che ha dato origine a quel piccolo arcipelago assieme alle sue due adorate sorelle minori. Un viaggio misterioso, dal sapore aspro e colmo di pericoli traboccanti. Non si conoscono bene le cause della sua bizzarra precedente dipartita, eppure la testa composta da fango ed argilla deve assolutamente aiutare la divinità barbuta per ottenere indietro il suo vecchio corpo, o almeno ciò che ne resta. Il destino non bussa mai due volte nella stessa porta, dunque bisogna approfittarne ed “esaudire” i desideri di chi lo ha riportato in quella forma rotonda. Il cranio vivente può viaggiare quasi all’infinito, evitando ogni contaminazione esterna durante il tragitto con moto inerziale per sciogliersi nell’acqua, ossia il suo reale nemico. L’ambiente circostante è volutamente grottesco, un miscuglio variopinto di colori e forme strane di vita. Tra le sabbie di un rudere antico, sono nascosti dei giacimenti di fango ed argilla che consentono al rotolante teschio di “rinfrescarsi” e prendere una pausa dal sole cocente di mezz’estate. Le spoglie nude del piccolo essere non possono certo risentire delle condizioni climatiche, ma qualcosa di assurdo lo attende: attenzione prima di tutto, specialmente per chi crede di essere suo amico. 

Non è mai assolutamente semplice cimentarsi in un titolo atipico, con delle meccaniche di gioco completamente nuove, originali e divertenti. Il panorama videoludico indipendente riesce a sfornare quasi periodicamente dei prodotti meritevoli, che escono dall’ordinario per palesarsi ai videogiocatori più incalliti, lo zoccolo duro che non smette mai di entusiasmarsi con pad alla mano, con delle perle inaspettate. È proprio il caso di nominare l’ottimo Ruiner, oppure il recente – sempre pubblicato da Devolver DigitalCarrion, un gioco dove vestiremo i panni di una creatura amorfa cattiva. Le condizioni per “affermarsi” e mostrarsi al grande pubblico per uno stile incantevole ci sono, così come nel caso del gioco sviluppato da un piccolo team talentuoso canadese di nome Finish Line Games, ovvero il platform action Skully. Il publisher Modus Games ha voluto raccogliere la sfida del team canadese e affiancarsi al prodotto per supportare il gioco in prima linea, come accaduto con altri titoli recensiti in queste pagine (Trine 4: The Nightmare Prince, in primis). Skully è un titolo davvero buono, che si è mostrato in diverse occasioni nel corso di questo periodo dopo l’annuncio a sorpresa degli scorsi mesi. Lo spostamento non convenzionale del bolide a forma di teschio come se fosse una pallina di pinball, le metamorfosi e l’ambiente costruito su un’isola remota magica sono solamente alcuni degli elementi che rendono il titolo del team canadese un piccolo ritorno gradito dei platform action tridimensionale anni ‘90. Il gioco è in uscita dal 4 agosto 2020 su Nintendo Switch, console di riferimento anche per la recensione. Dopo averlo provato in maniera approfondita e dettagliata, scopriamo finalmente insieme di cosa si tratta in questa nuova, rotolante e magica recensione. 

Skully
L’incipit è abbastanza semplice, ma ciò che coglie immediatamente l’attenzione è lo stile d’animazione particolarmente curato.

Chi rotola, vive 

La natura è capace alle volte di creare eventi bizzarri, incredibili e che lasciano letteralmente a bocca aperta: questo è il caso di un avventuriero rinvenuto sulle rive di un’isola sperduta e selvaggia, che credeva imperterrito ed attonito di essere sfuggito dalla morte certa. Invece ha veramente smarrito il senno ed il corpo, solamente il cranio privo di materia grigia e muscoli è rimasto inerme. Rotolando sulla battigia, viene afferrato da un uomo alquanto pittoresco fuoriuscito dal terreno: il suo volto è invaso da barba e capelli, mentre il resto del corpo è perlopiù composto da strani segni e piante rampicanti. Un essere ancestrale, fuori dal comune e che finalmente è tornato dopo un lungo periodo di tormenti e disastri per aiutare il mezz’uomo privo di vita. Una seconda chance, così è stato nominata dalla divinità che risponde al nome di Terry. Subito dopo aver afferrato la testa immobile, la getta in una pozza: solo alcuni istanti ed il teschio riemerge rinato, con dietro attaccato alla testa un cervello di argilla. Adesso è vivo, finalmente può muoversi per sostenere la causa di colui che l’ha fatto rinascere. Il prologo di Skully è abbastanza semplice ma coinvolgente: il dio necessità di una mano per far riconciliare alcuni membri della famiglia, esattamente le due sorelle minori, che per un evento inizialmente sconosciuto si sono allontanati. Le sorelle sono però capaci di infliggere nell’essere umano mortale delle atroci sofferenze, poiché figlie di un’entità non del tutto imparziale. Lo scopo del prode cavaliere con solo la testa è di avvicinarsi alle due divinità corrotte ed aiutare Terry a portare la pace in quel luogo remoto. 

Alla guida di un teschio, rotoleremo tra le peripezie dell’isola, in circa diciotto capitoli tutti molto divertenti e con diversi colpi di scena abbastanza suggeriti. La componente narrativa del gioco è molto semplice, eppure ciò che rende la storia molto interessante è questo bizzarro coinvolgimento delle divinità con Skully, che non riesce assolutamente a proferire parola (come accade per altri protagonisti eroi in altre saghe). Terry è un personaggio ottimo, ben caratterizzato e con delle linee di dialogo a metà tra il comico ed il serio: una via di mezzo molto azzeccata che sembra funzionare perfettamente. La storia riesce ad esaminare diversi aspetti caratteriali delle tre divinità coinvolte in questa turbolente lite tra giganti, proponendo una trama molto semplice che purtroppo non riesce assolutamente ad andare troppo lontano (a livello di tematiche e storytelling), visto che deve comunque assolvere i suoi doveri da riempitivo per il gameplay. Si tratta di un compromesso più che soddisfacente, poiché il vero protagonista indiscusso del gioco sono gli elementi platform action in 3D. Il titolo del team canadese è localizzato in lingua italiana, tranne per il doppiaggio disponibile solo in inglese: buone le traduzioni e gli adattamenti nella lingua nostrana, così come alcune battute che riprendono aforismi della nostra penisola. 

Dopo essere tornato dal regno dei morti, le prime fasi iniziali sono rivolte a far conoscere meglio ciò che si comanda: il tutorial non è eccessivamente lungo ed approfondito, eppure è ben integrato con il primo capitolo e con l’ambiente circostante. Potremo sin da subito rotolare velocemente, saltare ed interagire con alcune forme naturali esistenti nell’isola, oppure arrampicarsi su delle rocce con delle piante rampicanti. L’aspetto più sconvolgente – per via della sua tipologia platform action del gioco – è il movimento inerziale che è possibile seguire con il solo uso dell’analogico. Non è per nulla semplice saltare e coordinare l’atterraggio su una piattaforma in mezzo al mare, rischiando così di comprendere la traiettoria finale e cadere giù. Bisogna dunque abituarsi per circa un’ora (durata complessiva del prologo) per sostenere il ritmo veloce, con dei tempismi da platform vecchio stile e un level design molto studiato. Disseminati un po’ ovunque nei percorsi lineari dell’avventura vi sono delle pozze, simili a quelle iniziali, che costituiscono il checkpoint, dove è possibile soffermarsi per permettere al gioco di salvare automaticamente. All’interno di queste stesse pozzanghere di fango ed argilla il teschio può cambiare forma trasformandosi in tre esseri diversi. Si parte comunque dal primo, previsto già da subito nel secondo capitolo, che permette di mutare in un essere enorme, ovvero un gigante d’argilla, con grandi poteri fisici: questa grande entità può dunque scagliare un’onda d’urto sul terreno per colpire dei nemici lontani e tirare dei pugni contro dei muri frangibili (contrassegnati da un segno di rottura bianco e blu). Le capacità dell’essere gigante non si fermano qui, poiché è possibile, come per il teschio, saltare sopra le piattaforme sospese sull’acqua o morire su qualunque superficie bagnata. Il protagonista ha una barra d’energia che può essere migliorata nel corso dell’avventura, che permette semplicemente di avere più resistenza con i nemici e le fonti acquatiche dell’avventura (fiumi e mari). Le altre due trasformazioni sono molto più piccole del gigante in quanto statura, entrambi possono rispettivamente usare la telecinesi per spostare gli oggetti o le piattaforme semi-moventi e sfruttare uno scatto (dash) veloce per sgattaiolare fuori da alcuni luoghi rischiosi. 

Skully
Nel gioco sono presenti, oltre la forma base, altre tre trasformazioni, ognuna con delle caratteristiche diverse.

Un platform action davvero atipico, con un art design suggestivo

Il gameplay è l’anima dell’intero gioco, infatti le sezioni successive al prologo diventano immediatamente più impegnative e con una grande varietà di situazioni. Saltare non è nemmeno tanto semplice, visto che le piattaforme dove atterrare sono circondate dall’acqua o da nemici completamente rivestiti di una patina “bagnata”: bisogna stare molto attenti anche alla velocità di crociera che il teschio può raggiungere in alcune occasioni. Il motore della fisica in Skully è stato ben ottimizzato per sfruttare tutte le caratteristiche base di un oggetto in movimento soggetto ad alcune leggi della fisica, ovvero l’attrito radente dell’aria e del terreno, l’inclinazione del pavimento rapportata al peso specifico del cranio ed alcune piattaforme traballanti. Il gioco è un mix stravagante di level design, dove in alcune sezioni ricorda i vecchi titoli anni ‘90 come Crash Bandicoot o Spyro. Persino in determinate zone è possibile vedere l’ispirazione tratta dal primissimo Banjo-Kazooie. Dal punto di vista prettamente ludico, il gioco sviluppato dal team Finish Line Games si comporta davvero bene e diverte per la tanta varietà di occasioni e scorciatoie che è possibile incontrare. Nelle varie location, per i più attenti, si può incappare in alcune aree segrete con dentro diverse sorprese interessanti. Essendo semi-libero come gioco, si può tornare anche indietro nelle mappe per trovare questi luoghi nascosti: il backtracking non è assolutamente necessario, bensì un mero motivo per osservare alcuni scorci da un altro punto di vista. 

Skully
Alcune piattaforme sembrano delle vere e proprie piste per delle gare ciclistiche estreme: molto divertente e vario.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, Skully su Switch si comporta in maniera piuttosto egregia. Sia in modalità portatile che davanti alla TV, il gioco riesce ad esprimere perfettamente il suo potenziale: il frame-rate è piuttosto stabile, tranne per alcune sezioni chiuse (come le caverne o i luoghi con la lava) e dove sono presenti più nemici contemporaneamente. Invece le texture sono di ottimo livello, nonostante il problema generale del titolo è l’ambientazione esterna dell’isola un po’ anonima e dal sapore di già visto. Purtroppo non sono stati implementati i comandi di movimento giroscopici, forse l’unica nota che avrebbe reso il gioco ancora più dinamico su Switch. L’art design è molto evocativo e riesce immediatamente a rendere l’idea, specialmente per il teschio con uno stile cartoonesco originale. I nemici sono particolari e vari, così come i tanti biomi (per l’esattezza sette) che sfoggiano il level design del gioco ben ricreato e con parecchi accorgimenti, permettendo al cranio rotolante di muoversi su piattaforme rialzate a forma di arco per procedere nei capitoli in maniera spedita (come in un livello classico di Sonic in ambiente 3D). Durante il corso dell’avventura, collezionando alcuni fiori gialli sparsi sull’isola (in alto a sinistra è presente un piccolo indicatore con il numero totale) è possibile sbloccare delle immagini di repertorio del gioco inedite, oltre a paesaggi o nemici in bozze ancora in via di sviluppo. Osservare i retroscena di un videogioco è davvero interessante, perché ti mostra quanto lavoro viene fatto dietro il sipario e la passione infinita verso il proprio prodotto degli sviluppatori; un buon modo anche per scoprire come è stato concepito un concept artistico. Inoltre, nel menù principale (oltre i collezionabili) si possono rivedere i filmati del gioco, davvero ben realizzati e con uno stile d’animazione assolutamente particolare. Il comparto musicale/sonoro è nella media, alcune musiche (specialmente quella iniziale) si ripetono troppo, rischiando infatti di annoiare il giocatore. 

Skully
Rotolare non è l’unica cosa da fare all’interno del gioco, infatti è possibile trovare alcune sezioni puzzle dove bisogna capire dove sbloccare la porta o l’accesso e proseguire.

In conclusione, Skully è un platform action tutto d’un pezzo (d’argilla): il suo stile artistico ed il level design che lo contraddistinguono da altri titoli sono fenomenali, riescono facilmente a gettare le basi per un successivo titolo composto dal team canadese molto talentuoso e dal grosso potenziale. Senza dimenticarci del gameplay sicuramente atipico, innovativo ed a tratti piuttosto originale. Il level design stupisce in alcuni “biomi”, dove è necessario sfruttare le pozze di fango per trasformarsi in qualcosa di nuovo ed utilizzare i poteri assegnati dalla divinità per scoprire come andare avanti. La componente narrativa è sicuramente, così come alcuni scenari un po’ anonimi, la parte più carente del titolo, poiché abbastanza semplice e pretestuosa (si tratta pur sempre di un litigio tra divinità di un’isola). Per il resto, si tratta di un gioco davvero buono, meritevole di essere provato anche per la complessità dei comandi per controllare la rotazione inerziale del piccolo teschio attraverso un mondo colorato e pieno di ostacoli. Disponibili su Nintendo Switch dal 4 agosto 2020 al prezzo di 34.99 euro. Un rapporto qualità/prezzo molto nella norma. Il consiglio è quello di supportare sempre dei creativi pieni di idee nuove, originali e che possono intrattenere per una più che discreta quindicina di ore consecutive. Lasciatevi dunque catturare dal teschio d’argilla in un’avventura atipica, piena di sorprese e con un gameplay divertente

Skully Recensione
Skully – Recensione
PRO
Ottima varietà di situazioni;
Gameplay atipico e dinamico;
Storia un po' semplice ben resa...
Art design e level design suggestivi.
CONTRO
... ma forse troppo pretestuosa;
L'ambiente di alcune aree sono troppi basilari ed anonime;
Alcune sezioni platform potevano essere rese meglio;
Le musiche si ripetono durante l'avventura.
8.5
Rotolante!