Destroy All Humans!

Destroy All Humans! Remake – Recensione

Quindici anni fa, sul finire della generazione PlayStation 2 e Xbox, gli sviluppatori iniziarono a proporre molti giochi ispirati dal successo di Grand Theft Auto, diffondendo in lungo e largo il genere del sandbox: tra questi c’erano anche i compianti Pandemic Studios con il loro divertentissimo Destroy All Humans!

Passano gli anni e le generazioni, THQ fallisce, rinasce poi con il nome di THQ Nordic, e all’E3 2019 presenta il remake di Destroy All Humans!, sviluppato da Black Forest Games, che potreste ricordare per Giana Sisters Twisted Dreams.

I tempi sono cambiati e i sandbox hanno via via lasciato il posto agli open world: disponibile dal 28 luglio su PlayStation 4, Xbox One PC, per poco meno di quaranta euro, a due generazioni di distanza, Destroy all Humans! Remake sarà riuscito a divertirci come l’originale?

Siamo nel pieno degli anni ’50. L’Impero Furon è una razza aliena capace di clonarsi e vivere quasi in eterno. Sfortunatamente, negli ultimi decenni, la struttura molecolare dei cloni ha iniziato a deteriorarsi, richiedendo un intervento degli scienziati al servizio dell’Impero. Per poter salvare la propria razza, Crypto 136 si reca sul pianeta terra, dove, millenni prima, i Furon hanno sedotto gli abitanti e impiantato nel loro DNA cellule sane della propria razza. Ogni umano vivente nell’epoca attuale ha dentro di se delle cellule Furon che possono salvare la razza dall’estinzione.

Purtroppo il disco di Crypto 136 viene abbattuto dall’esercito e portato nell’Area 42: toccherà quindi al suo clone successivo, l’aggressivo e fumantino Crypto 137, farsi carico della missione e della possibile salvezza di se stesso.

Con una trama che si dirama in 22 missioni principali che porteranno Crypto in sei località diverse, il comparto narrativo di Destroy All Humans! Remake è ancora brillante e divertente. Facendosi forza con battute al vetriolo e ogni sorta di possibile cliche degli show sugli alieni, Black Forest Games non è andata a ritoccare nessuna parte della storia, che scorre ancora piacevolmente (nonostante qualche inciampo) per le 8 ore necessarie a raggiungere i titoli di coda.

L’intero gioco è stato rifatto con Unreal Engine 4, riproponendo però la gamma di colori e le forme caricaturali che lo fecero amare nel 2005. Le tonalità Technicolor che pervadono ogni singolo modello poligonale, edificio e perfino mezzo di trasporto ci trascinano volutamente nell’America degli anni ’50. Ottimo lavoro anche per quanto riguarda il comparto audio: il doppiaggio inglese del titolo è stato rifatto ma ha mantenuto le caratterizzazioni dei protagonisti e delle comparse. L’intero gioco è poi sottotitolato in italiano con una traduzione completa e con qualche gioco di parole ben adattato.

Destroy All Humans!
Il gioco si apre con un disclaimer sui linguaggi e le scene rappresentate, quasi un obbligo nel nostro periodo storico

Fatte le dovute presentazioni con la razza Furon, è ora di rispondere al quesito che ci siamo posti in apertura: come è invecchiato il gameplay di Destroy All Humans!?

Ci sono due grandi argomenti da affrontare pad alla mano, quando si gioca al remake sviluppato da Black Forest Games: il gameplay e il level design.

Se negli scorsi 15 anni avete avuto modo di affrontare l’invasione di Crypto 137 nella sua versione originale, qualora decidiate di acquistare questo remake vi troverete di fronte a un gioco migliore sotto qualsiasi aspetto di gameplay. Black Forest Games è andata a oliare gli ingranaggi, aumentando dapprima le possibilità di Crypto, fornendogli perfino un nuovo potere in grado di ipnotizzare un umano e metterlo a suo servizio. Non solo, aumentano a dismisura anche gli upgrade dell’arsenale, da 18 a 66 potenziamenti, che renderanno l’alieno una forza incontrollabile sia sul suolo sia a bordo del proprio disco volante. Infine, quella che è la novità più gustosa, in grado di svecchiare di molto l’intero titolo: è ora possibile utilizzare sia i poteri telepatici che le munizioni contemporaneamente. Questo accelera la progressione dell’invasione Furon e soprattutto abbassa di netto il livello di tedio provato quando l’ennesima ondata di uomini in nero cercherà di crivellarci di colpi.

Destroy All Humans!
Crypto è spietato e adorabile

Ciò che invece è rimasto purtroppo immutato è la natura sandbox del titolo, e di conseguenza il level design delle sei aree e la struttura dei livelli. Sotto questo aspetto purtroppo, il remake di Black Forest Games non brilla, regalando si una bella esperienza ma ancorata ai canoni del 2005.

Quindi, tra una missione stealth all’acqua di rose, e l’eterna distruzione degli edifici, Destroy All Humans! Potrebbe venire a noia ai giocatori moderni, che rischiano di abbandonare il titolo e perdersi alcune delle scene più ilari della produzione. Una volta finita una missione, potrete esplorare liberamente la zona così da cercare collezionabili o sbloccare sfide a punteggi per accumulare punti da scambiare in nuovo equipaggiamento, o per ottenere costumi alternativi e bozzetti di gioco. Le quattro sfide richiedono al giocatore determinati obiettivi entro un termine di tempo, mentre è comunque possibile scatenare liberamente l’Armageddon qualora vogliate solamente rilassarvi un po’.

Fortunatamente, sebbene il level design sia rimasto immutato, i cambi al gameplay e la movimento di Crypto sono evidenti e potrebbero soppesare questo mancato cambiamento. E poi chissà, magari negli studi è già in cantiere il remake del secondo capitolo o un terzo episodio completamente inedito che farà frutto di queste critiche e appunti?

Destroy All Humans!
Una delle 22 missioni della campagna principale

Destroy all Humans! Remake è un titolo dal forte carisma caciarone, bloccato però da una struttura ormai datata e che potrebbe far storcere il naso ai giocatori più giovani. Black Forest Games ha fatto un ottimo lavoro sia tecnico che visivo, andando anche a migliorare molti dei difetti di gameplay dell’originale datato 2005. Con un pizzico di coraggio in più, si potevano svecchiare anche  le strutture attorno al cuore dell’invasione aliena, coraggio che non è detto non arrivi in futuro. Nonostante questo però, si tratta di una buona occasione per rimettersi nei panni di Crypto 137, per ridere sguaiatamente delle disgrazie umane e per riscoprirci meno patriottici verso i nostri conterranei.

 

E chissà che l’Impero Furon non vi noti e vi arruoli per la prossima guerra!

Destroy All Humans!
Destroy All Humans! Remake – Recensione
PRO
Gameplay migliorato
Comparto tecnico rifinito
Trama divertente
CONTRO
Level Design fermo a quindici anni fa
Potrebbe venire a noia
7.8
Per l'Impero Furon!