Carrion

Carrion – Recensione

Una massa informe di tessuti, ossa e organi si muove impazzita nel centro di ricerca. Qualcosa è andato storto e adesso la biomassa di una strana sostanza vaga imperterrita alla ricerca di esseri umani con una sola condizione principale: uccidere. Il panico è uno dei tanti sentimenti che dilaga nella mente della povera vittima, investita da una bestia amorfa che prima si celava all’interno di una grande vasca di contenimento chiusa ermeticamente. Le cause della nascita di questa creatura ancora sono ignote, tra le mura del laboratorio vi sono appese diversi cartelli con scritte rosse per avvertire chiunque di stare attenti e camminare con estrema cautela nei corridoi limitrofi. L’aria è diventata stagnante, un nauseante odore acre aleggia tra gli stretti condotti che portano alla zona esterna del grande edificio sotterraneo. Dall’altra parte del confine, il personale continua a sostentare una battaglia persa in partenza: la bestia è senza controllo, non vuole minimamente collaborare. Che sia un alieno? Una creatura informe propagata da un virus creato in laboratorio? Sono svariati gli enigmi che vagano nella mente dello spettatore che ignaro prosegue nella visione di un percorso surreale; una mina vagante composta da una miriade di tentacoli rossi che si attaccano sulla superficie dei muri e degli esseri umani, privando quest’ultimi della vita stessa. Trovarsi nei panni del cattivo, di colui che in una storia viene chiamato Villain, all’interno di un videogioco è un evento assai raro. Il mostro non è solamente un personaggio che vuole appropriarsi del benessere altrui, bensì un mezzo per sfogare degli intimi e celati bassi istinti che di consueto non vengono palesati. Lo stereotipo dell’eroe attrae sicuramente un pubblico più vasto, eppure addentrarsi nella mentalità di un cattivo, informe e brutale è qualcosa di estremamente stuzzicante ed atipico.

Il panorama videoludico attuale si sta arricchendo sempre di più di titoli indipendenti di un certo spessore, capaci di travolgere e catapultare l’utente in un mondo di gioco inusuale e magico. Abbiamo visto quanto possa essere importante per un prodotto nuovo seguire le orme di un titolo che è riuscito a distinguersi nel tempo, ma migliorando e cambiando alcune meccaniche di gioco per renderle meno grezze e radicate al passato, un po’ come è accaduto con Neon Abyss, roguelike uscito su Switch il 14 luglio 2020. Dall’altro lato della campana, troviamo invece i talentuosi sviluppatori polacchi Phobia Game Studio che hanno assieme al noto publisher Devolver Digital (gli stessi tra l’altro dell’ottimo twin stick shooter, Ruiner) annunciato l’uscita di Carrion su console e PC. Il gioco è un prodotto talmente particolare da lasciare ammaliati e stupefatti nello stesso momento, poiché sfrutta l’ambientazione con tinte horror (in alcune sequenze anche splatter) dal punto di vista strettamente personale del cattivo/bestia di turno. Paradossalmente, il gioco trascina di prepotenza il videogiocatore a vivere una storia al contrario, inversa: il presupposto è quello di far scaturire un senso di appagamento in colui che tiene in mano il controller, guidando una deforme creature contro degli innocenti esseri umani. Carrion è disponibile su Nintendo Switch dal 23 luglio 2020. Siete sicuri di essere pronti sia mentalmente che fisicamente a vivere un’esperienza horror atipica in quanto creatura demoniaca? Non succede spesso, eppure ritrovarsi in un gioco simile è sempre un modo per conoscere se stessi – assieme i propri limiti o gusti – ed affrontare un gameplay che strizza particolarmente l’occhio al genere Metroidvania. Scopriamo insieme di cosa si tratta in questa nuova e sanguinosa recensione.

Carrion
Tutto ha inizio da questo punto: attraverso una gabbia di vetro ermetica il virus si mantiene stabile, finché non decide di “esplorare” l’orizzonte ed andare a caccia di esseri umani.

Finalmente nei panni del mostro

Una strana gabbia cilindrica lo rinchiude, inibisce i suoi poteri e gli effetti che solo un virus può realmente contenere. Ad un tratto qualcosa cambia: prendiamo il controllo della piccola creatura informe nascosta dentro l’ampolla, che ci consiglia di percuotere costantemente il suo corpo in tutte le direzioni, fino a distruggere ciò che prima era solo un ostacolo per qualcosa di molto più ambizioso. L’incipit del gioco è il vero emblema che racchiude sostanzialmente tutto ciò che c’è da sapere dietro alla trama di Carrion. Un grosso ammasso di carne informe e denti è il protagonista indiscusso del gioco, un sapiente cattivo inaspettato che si alterna assieme ad una strana figura umana (per questo motivo, il titolo possiede due linee temporali differenti) che indaga su questa bizzarra “invasione” aliena o un prodotto mal riuscito in laboratorio. Tuttavia non si tratta della prima occasione dove il videogiocatore riveste i panni del cattivo, semplicemente non è abitudine – come abbiamo già detto precedentemente – ambientare un gioco con un solo protagonista perdipiù con indole malvagia. Dungeon Keeper è un esempio piuttosto lampante, così come Bayonetta con la sua estroversa protagonista strega a caccia di angeli. Gli sviluppatori polacchi sono riusciti a infondere nel loro titolo qualcosa di molto interessante, proponendo delle dinamiche di gioco che spalleggiano in maniera piuttosto netta l’ambiente collegato dei Metroidvania, con una grande mappa interconnessa ed un backtracking massiccio con potenziamenti da sbloccare necessari per proseguire. La folle avventura della creatura infernale ha una durata nella media, con all’incirca cinque/sei ore di gioco. Per quanto sia fondamentale tornare spesso indietro nelle varie location, una volta terminato il titolo non troveremo altre modalità o livelli speciali: purtroppo, uno dei grandi problemi di questo gioco è la mancanza di un vero new game + per rigiocarlo dall’inizio con nuove feature.

La componente narrativa dipende fortemente dal gameplay, poiché non verrà spiegato nulla tramite dialoghi: durante il gioco è possibile invece trovare degli indizi che cercano di colmare questa piccola “assenza” (voluta, ovviamente) e dare al videogiocatore degli elementi importanti per interpretare la trama come meglio crede. Carrion non è disponibile in lingua italiana. Ciò che piuttosto risalta immediatamente all’occhio è il design atipico, accattivante e brutale della creatura che deve muovere i suoi tentacoli attraverso una base sotterranea di massima sicurezza. Il team di sviluppo è riuscito sapientemente a mescolare una pixel-art molto curata ad uno stile da gioco horror con un feeling allo stesso tempo ammaliante e disturbante. Il percorso di questo abominevole ammasso di carne è costernato da tantissimi pericoli, nemici ed ostacoli che puntualmente vogliono terminare la sua esistenza. I corridoi della base sotterranea sono molto angusti, eppure il tentacolare protagonista riesce a muoversi in maniera fluida un po’ ovunque, strappando opportunamente con una delle sue tante braccia le porte o le finestre di ferro per passare altrove. Non ci sono dei veri e propri limiti nel gioco, bensì per proseguire in alcune aree è necessario avere un potenziamento specifico. L’esplorazione è uno dei tanti elementi che rendono Carrion un titolo veramente valido da provare. Gli ambienti da esaminare sono diversi, seppur peccano di poca varietà scenografica e di oggetti che tendono costantemente a ripetersi nelle varie location.

Durante l’avventura è possibile trovare alcune informazioni (cartelloni, scritte o indizi) che servono principalmente per far trasparire al giocatore alcune nozioni della trama. In più occasioni, dopo aver distrutto delle prove, massacrato diversi nemici e salvato la partita, il gioco ci propone di rivestire i panni di un essere umano (ancora ignoto nelle prime due ore) che deve esaminare il luogo di ritrovamento della creatura per trovare degli indizi fondamentali per sconfiggerla. L’uomo, rispetto alla biomassa, si muove in maniera più cadenzata e lenta, rispettando le barriere architettoniche della base sotterranea come porte da sbloccare con gli interruttori o scale da salire per proseguire avanti. Potremo dunque saltare, esaminare gli indizi e correre. La creatura durante il suo cammino rilascia una scia di sangue non indifferente. Inoltre, avendo una struttura da metroidvania molto basilare, il gioco è composto anche da svariati enigmi ambientali da risolvere con una complessità non troppo articolata. Nelle battute finali del titolo avremo modo di risolvere questo grande puzzle della creatura rossa e comprendere meglio il reale motivo della sua esistenza in quel bizzarro laboratorio sotterraneo. La risoluzione della storia è pressoché perfetta, così come il percorso che porta ad alcuni eventi molto importanti.

Carrion
I punti di salvataggio sono diversi e sono disseminati nelle varie location di gioco, identificate dal grande occhio con accanto una biomassa della creatura.

Un gioco atipico ed intrigato: l’evoluzione di una specie sconosciuta

Il gameplay è l’anima di Carrion, dimostrandosi sin da subito molto divertente e soddisfacente. Nell’avventura vi troverete a combattere da soli contro tutti, con l’unica condizione di uccidere gli esseri umani che hanno imprigionato volutamente la creatura tentacolare. Il movimento della bestia amorfa è piuttosto semplice: attraverso l’analogico sinistro è possibile attraversare ogni luogo infido della base sotterranea con una fluidità inaspettata. Non è disponibile una mappa per orientarsi nella base degli esseri umani, questa grande mancanza risulta essere comunque ben ponderata: infatti è il giocatore a doversi ricordare i punti di salvataggio o persino i luoghi “nuovi” da visitare per la prima volta. La sensazione di smarrimento non è altissima seppur avvertibile in alcune occasioni, dunque in più riprese è possibile ricordarsi dove andare e quali zone “liberare”. Con il secondo analogico (destro) si può comandare buona parte dei tentacoli, come avviene in un twin-stick shooter con l’arma da fuoco. La mira è molto precisa, nonostante può accadere di trovarsi in mezzo ad una sparatoria e non sapere chi colpire per prima velocemente. Uno degli elementi di gameplay più frequenti nel gioco è il dover abbassare delle leve o distruggere alcuni avamposti per andare avanti, una meccanica di level design piuttosto classica. Uccidere tutti per superare una stanza è una condizione opzionale, sebbene è fortemente consigliato per non ritrovarsi a dover vagare tra i corridoi in fin di vita ed eliminare ogni forma umana.

Carrion
Nel gioco vestiremo anche i panni di un essere umano, alla ricerca di una soluzione per comprendere meglio chi sia questa bestia amorfa.

La vita si recupera mangiando gli esseri umani o riattivando la biomassa nelle tane a forma di bocca rossa e denti spigolosi. Attraverso il comando “richiamo” è possibile spaventare i nemici, facendoli indietreggiare per evitare l’attacco, oppure creare un’onda psichica per comprendere in quale direzione si trova la tana più vicina al nostro informe e tentacolare protagonista (per una mera questione di checkpoint). La biomassa si può anche depositare attraverso un liquido apposito, così da smembrare il corpo della creatura e sfruttare le caratteristiche dello stadio evolutivo originale o precedente. La creatura rossa informe può ottenere diversi potenziamenti che migliorano le prestazioni ed aggiungono alle abilità preesistenti qualcosa di nuovo e specifico, con l’unica condizione di impedire in quel frangente di utilizzare alcune caratteristiche se non perdendo la vita o distaccandosi della seconda biomassa. Ad esempio, per raggiungere una leva che si trova sotto delle inferriate, è necessario ottenere il primo livello (inteso come lo stadio evolutivo originale, con solo cinque tacche di vita) ed usufruire dell’abilità con il braccio osseo (tasto designato R) e colpire il bersaglio per attivarlo. I nemici possiedono a loro volta delle armi capaci di indebolire – e anche uccidere – la creatura amorfa, come il lanciafiamme o il lanciarazzi. Perdere la partita è abbastanza semplice, visto che l’intelligenza artificiale degli esseri umani è molto votata al “appena ti vedo, sparo”. Purtroppo l’IA un po’ superficiale è uno dei piccoli problemi del gioco, rendendo meno attraente lo scontro con tanti nemici dal punto vista del gameplay. Fortunatamente le occasioni per morire per colpa di qualcuno sono abbastanza ridotte, se usate bene le abilità della biomassa.

Per quanto riguarda la componente tecnica, il gioco si comporta egregiamente. Si tratta di un prodotto ben curato, con molte rifiniture nel design del protagonista ed in alcuni potenziamenti/attacchi più corali della bestia. Gli scenari sono un po’ sottotono, poiché manca una varietà anche netta tra una location e l’altra. Il rischio è – per chi non è bravo ad orientarsi – di perdersi spesso. Il frame-rate invece è molto stabile, senza presentare cali neanche nelle fasi più concitate del gameplay con più nemici e attacchi consecutivi su schermo. Il titolo si dimostra ottimo e gradevole anche in modalità portatile, nonostante non siano stati implementati i comandi touch di Switch o i comandi giroscopici. Dal punto di vista sonoro/musicale, il gioco esprime il suo meglio in tutte quelle tracce da film horror davvero stupefacenti. Una compilation di suoni spaventosi, al limite tra un viaggio onirico ed infernale: i rumori della creatura, degli spari o le urla degli esseri umani sono state ben calibrate per massimizzare l’esperienza di questa bizzarra avventura.

Carrion
Grazie ai suoi tentacoli, la creatura può muoversi ovunque e afferrare ogni oggetto inanimato per distruggerlo o usarlo come arma.

In conclusione, Carrion è un gioco horror bidimensionale con una struttura classica da Metroidvania molto interessante. La sua spiccata originalità risiede nel protagonista, una massa informe rossa che vuole uccidere chiunque. Trovarsi dalla parte del cattivo è una sensazione molto stuzzicante e che incentiva maggiormente quella sensazione di frenesia nel videogiocatore. Ci sono comunque diversi elementi ancora da affinare, come l’IA dei nemici ed alcuni enigmi ambientali molto semplici. Il backtracking può fare al caso vostro, perché aggiunge un tocco di longevità al titolo che risulta essere molto nella media. Graficamente ben curato, ma non il massimo degli esponenti della pixel-art. Carrion è disponibile su Nintendo Switch dal 23 luglio 2020 al prezzo di 19,99 euro. Un rapporto qualità/prezzo molto interessante e perfetto per gli appassionati del genere. Si tratta di un gioco atipico, brutale e con uno stile davvero ammaliante. Al netto di alcune difficoltà strutturali come una varietà delle location non troppo alta ed una rigiocabilità quasi assente, è comunque un titolo consigliato a chiunque voglia provare qualcosa di nuovo, dalla parte del cattivo e che può essere giocato anche in una sola notte tutta d’un fiato. Anche questa volta, Devolver Digital ha fatto centro: fantastico.

Carrion
Carrion – Recensione
PRO
L'intreccio narrativo è molto flebile, ma condito con diversi colpi di scena;
Il gameplay è fluido, brutale e dinamico: controllare la bestia è divertente;
Finalmente nei panni del cattivo;
Tematiche horror ben ricreate anche musicalmente.
CONTRO
Poca rigiocabilità;
Durata troppo nella media;
Alcuni scenari si assomigliano troppo: manca un pizzico di varietà in più.
8.5
Brutale e horror!