Neversong

Neversong – Recensione

Prima di arrivare a parlarvi della mia esperienza in compagnia di Neversong, ultima fatica dei ragazzi di Atmos GamesSerenity Forge (entrambi da noi già conosciuti in occasione dell’ottimo Pinstripe), ho dovuto attendere qualche giorno per far sedimentare le emozioni che questo ha cercato di comunicarmi nell’arco delle circa 3 ore che ho passato in compagnia del suo protagonista Peet. L’avventura offerta da questo caratteristico platform bidimensionale si è dimostrata breve ma davvero densa di atmosfera e di eventi talvolta inaspettati, che si fondono alla perfezione con un’atmosfera generale davvero ben resa dal suo ottimo comparto artistico e sonoro.

Neversong nasce con l’intenzione di narrare tematiche molto serie e delicate, non a caso il titolo originario con il quale la produzione ha cercato di racimolare qualche fondo su Kickstarter è “Once upon a coma” (c’era una volta un coma). Un filo conduttore dal sapore molto drammatico, che trovava già nel nome del gioco un barlume di speranza, e che posso già svelarvi che è stato messo in codice dagli sviluppatori con estrema attenzione e responsabilità.

Neversong
A me questo maniero sembra molto bello, ma ad essere sincero se potessi eviterei di entrarci!

Cosa fareste se come Peet, l’eroe inaspettato di Neversong, perdeste la persona più importante della vostra vita? Nel caso del nostro begnamino odierno, fresco fresco di risveglio da un lungo periodo di coma, questo inizierà ad intraprendere un viaggio in lungo ed in largo del suo mondo alla ricerca della sua amata Wren, che sembra essere stata rapita da una entità malvagia. Al posto della tenera fanciulla ciascuno di noi potrà mentalmente sostituire chi ha di più caro al mondo, ottenendo lo stesso risultato e riuscendo ad entrare ancor meglio all’interno dell’intricato copione che governerà tutte le vicende di gioco.

Nel caso del giovane Peet, questo dovrà vedersela con una quantità non irrilevante di pericoli e creature malvagie, pronte a farlo fuori alla minima esitazione. Per sua fortuna potrà contare sull’aiuto di alcuni amici, apparentemente gli unici sopravvissuti visto che tutti gli adulti sembrano essere stati trasformati in quelle stesse creature che stanno cercando di accompagnare i loro figli alla tomba. Ma non ci daremo mai per vinti, anche perché ad essere sincero nell’arco delle mie sessioni di gioco non mi sono mai ritrovato nella condizione di dover ripartire da un precedente checkpoint, quindi tutti coloro che sono allergici ai titoli con difficoltà elevata troveranno in Neversong il degno compagno d’avventura.

Neversong
Fatti sotto, tanto non mi spaventi (fino a che sei da solo)!

Entrati in azione ci renderemo conto di come il gioco sia di fatto un grande platform bidimensionale infarcito di enigmi ambientali o, se preferite, un piccolo metroidvania nel quale i potenziamenti necessari a raggiungere zone precedentemente inacessibili ci sono sembrati molto ispirati. Le similitudini tra i due generi sono molto evidenti, e trovano come punto d’incontro un mondo di gioco (Neverwood) dalle dimensioni non eccessive ma pur sempre piacevole da esplorare, per il quale non sentiremo mai la mancanza della mappa che in Neversong è totalmente assente.

Come vi anticipavo i pericoli ci sono ma non ci daranno mai troppo filo da torcere, complice una spada (potenziabile) con la quale far fuori i nemici che generalmente sono talmente generosi da affrontarci uno per volta. Quest’arma bianca rappresenta uno dei primi potenziamenti, l’unico forse più “scontato”, e sarà presto affiancata da uno stilosissimo skateboard e da un ancor più utile ombrello, grazie ai quali sfrecciare in orizzontale e in verticale e raggiungere piattaforme dapprima inarrivabili. Ciascuna delle sei aree di Neverwood, tra l’altro molto ispirate, ci offrirà un level design pulito e minimale ma ricco di spunti per dare via a semplici puzzle con i quali rendere l’esplorazione sempre scoppiettante.

Neversong
Grazie allo skateboard in alcuni momenti potremo sfrecciare verso la nostra meta.

Neversong può dunque farsi forza su numerosi aspetti riusciti e ben amalgamati tra loro, e mostra il fianco solamente a causa della sua longevità non eccessiva che ci ha lasciato un pò delusi proprio per via del fatto che gli ultimi istanti di gioco sono un susseguirsi di trovate molto piacevoli e che avremmo voluto veder sfruttate ancora un pochino. In ogni caso arrivati ai titoli di coda non sentiremo mai quella sensazione di incompiutezza di quei titoli che effettivamente tagliano corto e dunque possiamo comunque ritenerci soddisfatti di ciò che l’esperienza è stata in grado di regalarci. Se proprio vorrete ritornare a Neverwood sappiate che esistono anche alcuni collezionabili in grado di giustificarne la rigiocabilità, e che difficilmente riuscirete a scovare in una singola prima run.

Un altro aspetto leggermente migliorabile, e che si lega ad un livello di difficoltà pressoché inesistente, sono proprio i boss che Peet sarà richiamato ad esplorare. Ciascuno di essi dovrà essere risvegliato prima di poter essere effettivamente affrontato, e le fasi che precedono gli scontri faranno sicuramente la gioia di coloro che amano esplorare e risolvere enigmi di varia natura. Il problema sono proprio gli scontri, sicuramente ispirati ma per nulla sfidanti, visto che i pattern di movimento dei boss sono telefonati fin dal primo istante e che molti dei loro attacchi possono essere evitati semplicemente trovando il punto giusto dello schermo sul quale “camperare”.

Neversong
Tutti amiconi finché va tutto bene, ma appena hanno bisogno di noi si riveleranno per quello che sono….

Al netto di queste osservazioni Neversong rimane un’esperienza senza alcun dubbio piacevole, che si fa forza su un comparto estetico molto curato e che da solo è capace di trasmettere tutte le sensazioni di disagio sulle quali gli sviluppatori hanno voluto fondare l’intera narrazione. Gli ambienti sono sempre cupi al punto giusto, permettendo sia di apparire sufficientemente horrorifici ma allo stesso tempo di facile lettura, e le animazioni del protagonista (che mi hanno ricordato moltissimo quelle degli ultimi titoli ispirati a South Park) capaci di aggiungere un tocco giocoso al quadro generale. Anche l’audio di gioco, che ci accompagnerà sulle note di un pianoforte, è molto curato ed oltretutto contestualizzato all’esplorazione stessa, visto che tale strumento musicale sarà un nostro punto fisso per sbloccare le diverse aree di Neverwood.

Alla luce di tutto questo non posso fare altro che premiare il lavoro di Atmos Games e di Serenity Forge, che sono stati in grado di offrirci un titolo singolare, ispirato e anche economico. Il prezzo di acquisto è infatti fissato ai canonici €14,99 e lo abbiamo trovato pienamente giustificato. Se amate i platform articolati o cercate un semplice metroidvania, Neversong saprà farvi compagnia (seppure per poco) in questo mese in cui le uscite stanno piano piano rallentando, in attesa di una nuova ripresa autunnale nella quale sicuramente ne vedremo delle belle in ambito videoludico.

Neversong
Neversong – Recensione
PRO
L'esplorazione è sempre piacevole
Componente metroidvania basilare ma che si fa forza di potenziamenti molto ispirati
Comparti estetico e sonoro molto piacevoli
CONTRO
Difficoltà generale pressoché inesistente
Sui boss si poteva osare di più, rendendoli leggermente più sfidanti
Poteva durare qualcosina di più
8.2
Dove sono tutti gli adulti?