Bug Fables: The Everlasting Sapling

Bug Fables: The Everlasting Sapling – Recensione

Nel mondo dei videogiochi, capita spesso che gli sviluppatori indipendenti si ispirino alle grosse produzioni, Bug Fables: The Everlasting Sapling nasce proprio così, prendendo spunto da Paper Mario. La serie Nintendo ha ormai vent’anni ma, uscita dopo uscita, pur mantenendo la verve comica e il gameplay che l’ha distinta dalle avventure principali di Mario, ha cercato sempre di cambiare le carte in tavola, avvicinandosi spesso ad un pubblico più giovane per quanto riguarda l’effettiva difficoltà. Questo cambio di rotta ha fatto perdere a Paper Mario una fetta di appassionati, che da sempre sperano in un ritorno al lustro del secondo capitolo “Il Portale Millenario”.

Con Bug Fables, Moonsprout Games è voluta andare incontro agli orfani de Il Portale Millenario, proponendo un titolo che,sotto la scocca, sembra, suona, e si gioca come Paper Mario. Portandolo inoltre anche su PlayStation 4 e su PC (dove è uscito lo scorso dicembre) a 29,99 €. Sarà riuscito Bug Fables nonostante questo a trovare una propria identità sulle nostre librerie digitali in attesa del ritorno del Mario cartaceo a luglio? Scopriamolo nella nostra recensione per Nintendo Switch.

Nella terra di Bugaria la maggior parte degli insetti si è evoluta in seguito ad un evento magico, superando il limite di vita delle poche giornate e diventando intelligenti. Sono nate delle vere e proprie colonie, con a capo le regine, e squadre miste di esploratori incaricate di esplorare i dintorni e ritrovare un prezioso artefatto in grado di ripetere lo storico evento.

I protagonisti del nostro racconto sono una squadra di esploratori formatasi giocoforza: Kabbu, un ex soldato generoso dal passato misterioso fa coppia con Vi, una piccola ape stufa della vita da operaia e pronta a tutto per una dose d’avventura. Si unirà a loro Leaf, un mago tenuto prigioniero per un tempo indeterminato che viene ritrovato durante la prima missione della coppia.

Il trio inizierà a completare le missioni della Regina delle formiche Elizant II, cercando indizi che possano portarli al recupero del manufatto. La storia imbastita da Moonsprout Games si svincola in sette capitoli in cui, viaggiando per Bugaria, il giocatore si affezionerà al trio e alle loro sfaccettate capacità.

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Uno dei primi momenti di gioco, dopo aver salvato Leif

Una trama d’avventura classica, ma che con qualche colpo di scena ben piazzato, vi terrà incollati per circa quaranta ore alla console. Quantitativo di tempo che andrà ulteriormente aumentando nel caso vogliate affrontare le missioni secondarie, le taglie sui quindici boss segreti o l’arena. Bug Fables, come tutti i buoni giochi di ruolo, nasconde una moltitudine di segreti e di oggetti da collezionare. Sparsi per le terre di Bugaria e celati da enigmi ambientali più o meno divertenti.

Proprio come la serie a cui si ispira infatti, anche Bug Fables prevede che il vostro trio di esploratori impari determinate abilità prima di poter esplorare liberamente le terre degli insetti. E ovviamente non otterrete tutti i potenziamenti subito, ne tanto meno gratuitamente. Alcuni andranno sudati con degli scontri, altri vi richiederanno di aiutare insetti in difficoltà e così via, fino a rendere i tre amici temibili e riconosciuti agli occhi di tutti.

Le fasi platform e alcuni degli enigmi ambientali (soprattutto quelli basati sul boomerang di Vi) sono la prima occasione in cui Bug Fables mostra il fianco. In alcuni passaggi, controllare il personaggio nel mondo di gioco risulta impreciso, rischiando di farci iniziare uno scontro indesiderato oppure di cadere in una trappola ambientale. Lo stesso per gli enigmi ambientali, direzionare il boomerang dell’ape non è facile come sembra e spesso vi ritroverete a dover ripetere l’operazione dopo aver spostato il personaggio più volte. Piccole sbavature che purtroppo si fanno sentire particolarmente durante il back tracking per cercare i tesori nascosti o i boss segreti.

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Kabbu sa bene che il futuro non è inciso nella pietra

Fortunatamente i combattimenti di Bug Fables funzionano così bene che le meccaniche esplorative vengono messe in secondo piano. Se vi siete mai avvicinati ad un titolo di Paper Mario o di Mario & Luigi, lo scheletro e lo stesso: bisogna seguire le istruzioni visive e sonore a schermo per poter fare il maggior numero di danni all’avversario nel nostro turno. Così con Kabbu dovremmo tenere premuto un tasto per un determinato numero di tempo, con Leif bisognerà eseguire la sequenza corretta mentre con Vi bisognerà premere A nel momento giusto.

A questo si sommano le mosse speciali, che richiedono diverse azioni al giocatore (sempre basate sul tempismo) e la difesa: se premeremo al momento giusto il pulsante richiesto, potremo perfino annullare il danno avversario (o ridurlo di molto). Gli scontri con i boss sono le parti più divertenti del titolo: dovrete trovare la strategia giusta, capire quando è giusto cedere il turno al vostro compagno, o quando è il caso di utilizzare uno strumento o una barriera.

Oltre alle statistiche base di ogni personaggio, è possibile equipaggiare delle medaglie in grado di donare bonus  ai propri personaggi. Più una medaglia è potente più punti costerà, starà a voi decidere se aumentare lo spazio disponibile durante  l’aumento di rango o se concentrarvi sulle abilità speciali o sulla vita dei vostri eroi. Ovviamente, come nella serie da cui si ispira, anche in Bug Fables è di vitale importanza imparare al più presto le meccaniche di combattimento. Anzi, forse nella produzione di Moonsprout Games lo è anche di più.

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Uno dei boss segreti, tosto e divertente

Se nei primi due capitoli Bug Fables vi accompagnerà per mano nelle sue meccaniche, illudendovi che i checkpoint vi cureranno per sempre, che l’esperienza abbondi e che salirete presto di rango, l’inizio del terzo capitolo rappresenta una vera e propria doccia fredda. I vecchi nemici inizieranno a darvi solamente un punto esperienza, rendendo il grinding frustrante e ancora più lungo. Si aggiungerà un metodo a pagamento per curarvi in alcune zone, nelle altre dovrete fare affidamento su locande, case di proprietà, oggetti e medaglie.

Sistemare le medaglie a seconda dell’avversario diventerà fondamentale, così da garantirvi qualche bonus e non potrete più affrontare la situazione a testa bassa. Inoltre l’assenza di un salvataggio rapido potrebbe portarvi a perdere interi segmenti di gioco per un errore o un danno di troppo.

La fauna di Bugaria non scherza e nonostante portare a termine le battaglie toste sia soddisfacente, rischiare un game over per un solo punto esperienza è completamente sbilanciato, soprattutto perché esistono medaglie che aumentano la difficoltà e le ricompense da poter attivare in ogni momento. Sono dell’idea che questa impennata di difficoltà stremerà i giocatori non avvezzi al genere, che preferiranno purtroppo abbandonare il titolo di Moonsprout Games per dedicarsi ad altro.

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Kabbu è stato sconfitto, ma a quale costo? 1 “succoso” punto esperienza

Infine è bene spendere qualche pensiero anche sull’aspetto estetico della produzione. Anche qui, i richiami al Regno dei Funghi cartaceo sono innumerevoli. Dalle case che si aprono allo stesso modo, fino alle connessioni tra una zona e l’altra, gli ambienti sembrano purtroppo la copia indipendente di quanto visto negli scorsi vent’anni in Paper Mario.

Fortunatamente il design dei vari personaggi, tra cui i diversi chef o gli altri esploratori, donano a Bug Fables un’identità propria. Ad aiutarli le musiche, con brani che vanno dal rock al melodico, incalzanti durante le battaglie più pericolose e tranquille nell’esplorazione. Piccola nota finale sulle lingue disponibili: purtroppo Bug Fables è disponibile solamente in inglese e dato l’enorme mole di testi non è adatto a chi non conosce bene la lingua anglosassone.

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Una delle secondarie più importanti per il progresso del gioco.

Bug Fables: The Everlasting Sapling per essere l’opera prima di Moonsprout Games centra quasi tutti i bersagli. Sebbene l’ispirazione a Paper Mario sia palese, il mondo degli insetti vive da solo, con personaggi ben scritti e una trama che vi accompagnerà per oltre quaranta ore. Se volete capire se il mondo dei GDR che richiedono il giusto tempismo fa per voi, questo è un buon biglietto d’ingresso.

Bug Fables: The Everlasting Sapling
Bug Fables: The Everlasting Sapling – Recensione
PRO
Il sistema di combattimento è convincente e appagante
Narrativa e personaggi molto buoni
Buona colonna sonora
CONTRO
Fasi platform noiose e poco precise
Bilanciamento generale da rivedere
8.2
La dura vita dell'insetto esploratore