Lonely Mountains: Downhill

Lonely Mountains: Downhill – Recensione

Se c’è una cosa della quale un pò tutti credo sentiamo la mancanza in questo momento è una bella boccata di aria fresca, magari accompagnati da quella tipica sensazione che si prova ritrovandosi in qualche posto sperduto del Globo circondato dalla natura incontaminata. Se questo non è ancora possibile nel mondo reale, per fortuna i possessori di Nintendo Switch potranno ora dotarsi di una mountain bike personalizzabile e partire all’avventura attraverso paesaggi montani e percorsi pensati appositamente per farci vivere l’esperienza al limite del cardiopalma. In Lonely Mountains: Downhill saremo solo noi e la nostra bici, accompagnati dal codice messo a punto dai ragazzi di Megagon Industries che terrà traccia di ogni nostra azione, punendoci (brutalmente) ad ogni errore e premiandoci a dovere per ciascuna delle folli imprese che saremo richiamati ad affrontare.

Lonely Mountains: Downhill

Già dal menù iniziale è possibile fiutare il clima e l’atmosfera che ci accompagneranno lungo tutta l’avventura principale che, ve lo dico fin da subito, garantirà una quantità di ore sorprendente a tutti coloro che si faranno catturare dal sistema ad obiettivi di questo piacevolissimo titolo semi-simulativo. Senza alcuna necessità di accompagnare il protagonista con un incipit narrativo, ci ritroveremo immediatamente pronti per posizionare i piedi sui pedali e partire a prendere confidenza con l’ottimo motore fisico che regolamenta ogni nostro singolo movimento. Il primo stage si dimostra essere un ottimo tutorial, sia per farci entrare quanto prima in confidenza con il sistema di controllo, sia per comprendere le regole visive che vanno a comporre il certosino level design dell’intero gioco; di entrambi questi aspetti vi parlerò a breve.

L’obiettivo è sempre lo stesso: partire dalla cima di un percorso e arrivare vivi alla sua fine, tenendo a mente che inevitabilmente finiremo per schiantarci più e più volte contro i numerosi ostacoli ambientali gentilmente offerti dalla natura. I percorsi sono comunque disseminati da checkpoint, con le giuste eccezioni, i quali non solo ci sono sembrati abbondanti ma permettono anche di non innescare frustrazione nelle frequenti prove a tempo che saremo richiamati ad affrontare, poiché reimposteranno il timer ad ogni respawn.

L’intero gioco è suddiviso in montagne, quattro in totale, le quali sono a loro volta organizzate per tracciati, ciascuno ricco di sfide catalogate per livello di difficoltà. Le sfide Esploratore hanno il solo obiettivo di farci prendere confidenza con un nuovo tracciato, ed una volta arrivati a valle (indipendentemente dal numero di morti e dal tempo impiegato) sbloccheranno le sfide Principiante. Queste ci metteranno di fronte ad un timer e ad un contatore dei fallimenti, iniziando anche a farsi più interessanti, in quanto è solo grazie alla loro risoluzione se potremo avere accesso a nuovi percorsi o montagne. Superare tutte le sfide per principianti permetterà anche di accedere a quelle Esperto e Spericolato, varianti decisamente meno permissive di quelle precedenti (in spericolato ad esempio non esistono checkpoint). Tutto ciò che non sblocca percorsi o montagne darà accesso a nuove componenti per la bici o per il ciclista, migliorandone le statistiche e di conseguenza permettendo al giocatore di adattare la propria strumentazione a ciascuna situazione che gli si presenterà davanti.

Lonely Mountains: Downhill

Avervi elencato minuziosamente i contenuti di Lonely Mountains: Downhill mi permette ora di concentrare la mia attenzione sulla tipologia di giocatori ai quali l’esperienza è indirizzata. Coloro che non amano particolarmente i titoli con una forte componente arcare, infatti, potrebbero non apprezzare nella sua interezza questo (comunque piacevole) progetto. Una volta completate le sfide nei due livelli di difficoltà base, infatti, saremo in grado di procedere oltre e di fatto terminare il gioco in una manciata di ore. Quello che invece è lo spirito di tutta l’avventura è proprio la constante volontà di mettersi alla prova, sfidando i propri limiti e cercando di fare del proprio meglio pedalata dopo pedalata, per ciascuna delle oltre 200 sfide messe a punto dagli sviluppatori.

Riuscire nell’impresa non è affatto facile, ce ne renderemo contro già arrivati alla seconda montagna, ma l’identità visiva della produzione ci permetterà di cogliere ogni suggerimento nei tracciati, scovando scorciatoie per guadagnare secondi preziosi o anche solo per evitare ostacoli fin troppo pericolosi. Metabolizzare il tutto richiederà impegno e dedizione, oltre ad una enorme quantità di fallimenti e di nuovi tentativi.

Come anticipato, comunque, il motore fisico è ottimamente implementato, e di conseguenza il 90% dei nostri errori sarà sempre e solamente conseguenza dei nostri errori. Certo, a volte capiterà di sfiorare un cespuglio e ritrovarsi subito frantumati al suolo, magari dopo essere sopravvissuti ad un enorme salto, dimostrando un sistema di gestione delle collisioni apparentemente sbilanciato. Durante le numerose ore di prova, comunque, sentiamo di poter perdonare questa minima leggerezza del motore di gioco, che in tutta sincerità non ci è mai apparso troppo ingiusto. Anche il sistema di controllo è reattivo e fortemente adattabile alle esigenze del giocatore, che può decidere di gestire la sterzata della bici tra un sistema che segue la direzione della ruota anteriore ed un’altro basato sulla posizione in tempo reale telecamera.

Lonely Mountains: Downhill

Lonely Mountains: Downhill è dunque un ottimo accompagnamento per queste lunghe giornate di clausura, che ha come unico evidente difetto forse una ripetitività di fondo dovuta a sfide che si ripetono spesso e volentieri e che invece a mio parere avrebbero potuto ispirarsi alle caratteristiche uniche dei diversi tracciati di montagna. Tolto questo appunto, sfrecciare a gran velocità sfruttando la forza di gravità è comunque piacevole e paradossalmente rilassante, soprattutto grazie alle atmosfere uniche ricreate solamente dai suoni della natura e senza alcun tipo di accompagnamento sonoro.

A completare il quadro ci pensa una grafica interamente realizzata dallo stile low poly, capace di valorizzare ogni elemento degli stage, che finiscono per sembrare degli enormi diorami da esplorare nell’assoluta tranquillità. Ad enfatizzare la percezione generale ci pensa una telecamera in grado di seguire l’azione senza farci mai perdere di mira gli obiettivi o gli ostacoli, e l’effetto bokeh (sfocatura delle componenti non in primo piano) che focalizza per noi ciò che è veramente indispensabile per non ritrovarsi con la faccia sul terriccio.

Lonely Mountains: Downhill

In conclusione, a chi consigliamo Lonely Mountains: Downhill? Beh, tendenzialmente a tutti coloro che cercano un’esperienza leggera e sfidante allo stesso modo, capace di bilanciare molto bene momenti di relax ed esplorazione ad altri sicuramente più impegnativi e per i quali è doveroso rimboccarsi le maniche. Il titolo sviluppato da Megagon Industries e pubblicato da Thunderful Publishing ha saputo ritagliarsi un posticino all’interno dell’offerta videoludica odierna, distaccandosi da produzioni analoghe grazie ad una spiccata personalità ed un sistema di progressione semi-simulativo che crea dipendenza (anche se ribadiamo, poteva essere reso più vario). Se vi piace il genere, i €19,99 richiesti per prendere parte al gioco sono certamente ampiamente giustificati, sicuramente un pò meno se non siete attirati dalla sua anima arcade.

Lonely Mountains: Downhill
Lonely Mountains: Downhill – Recensione
PRO
Meccaniche di progressione interessanti ...
Comparto estetico gradevole
Ottimo motore fisico e sistema di controllo
CONTRO
... anche se a volte ripetitive
Sistema di collisione "bislacco"
7.8
rotolando verso valle