Streets of Rage 4

Streets of Rage 4 – Recensione

Il beat’em up a scorrimento era uno dei generi più apprezzati agli inizi degli anni ’90. Dalle sale giochi in cui spendere l’intera paghetta fino alle partite infinite su Mega Drive e Master System. Protagonisti di quelle imprecazioni frutto di un colpo inaspettato, che ci costringevano a ripetere il livello da zero.

Un genere che si è assopito, nonostante qualche team indipendente abbia proposto un’offerta validissima e divertente. Addormentato ma mai dimenticato e, destinato probabilmente a ridestarsi grazie all’uscita di Streets of Rage 4, disponibile da giovedì 30 aprile per Nintendo Switch, PlayStation 4, PC e Xbox One (incluso nel Game Pass).

A 26 anni di distanza dal terzo episodio, Streets of Rage torna per opera di Dotemu e Lizardcube, già artefici di altri due remake prodigiosi: Wonder Boy e Windjammers. Aiutati da Guard Crush Games, il titolo è pronto a stregare nuovi giocatori a suon di mosse speciali, e a riaccendere l’amore per un genere quasi dimenticato dalla massa.

Saranno riusciti nell’impresa di rendere Streets of Rage 4 un ritorno memorabile? Scopriamolo insieme nella nostra recensione per Nintendo Switch.

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La prima grossa differenza coi precedenti lavori di restauro di Dotemu e Lizardcube sta nel fatto che questa volta non si tratta di un “semplice” remake. Streets of Rage 4 è un nuovo capitolo della serie, un sequel con gli stessi protagonisti, un proseguo della lotta contro la Società del Crimine 26 anni dopo.

Ed infatti tra i personaggi utilizzabili ritroviamo vecchi volti come Axel, protagonista storico della serie, Blaze, la bella e letale fiamma e Adam, co-protagonista delle scazzottate dei precedenti episodi.
Ad unirsi alla banda Cherry, figlia di Adam, letale con la sua chitarra e Floyd, apprendista del Dottor Zan. Questi gli attori protagonisti di una kermesse in salsa di pugni.

Qui troviamo il primo punto forte di questa nuova produzione: ogni eroe ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, andando a colmare le lacune degli altri personaggi e dando il meglio in modalità co-operativa.

Ogni volta che ricomincerete il gioco con un altro personaggio sarà come dover re-imparare da zero.

Benché i pattern nemici restino gli stessi infatti, dovrete capire quando conviene utilizzare lo scatto di Cherry, o farvi largo a colpi di prese con Floyd, e non tutti i protagonisti possono attaccare a testa bassa come Axel.

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Blaze contro uno dei boss del gioco.

La Società del Crimine è ora in mano ai figli di Mr. X, i Gemelli Y. I poliziotti hanno cominciato a farsi corrompere, e le strade sono di nuovo piene di teppisti e gang rivali. Ma c’è qualcosa dietro la rabbia che dilaga e Axel e soci son pronti a scoprirlo. Dodici stage, in cui i nostri eroi meneranno le mani contro scagnozzi tenaci, mini boss e boss sempre diversi, con pattern da imparare a memoria per poter trionfare e non cascare in un dannoso Game Over.

Streets of Rage 4 è difficile. O meglio, è difficile se non affrontato con criterio. Non appena abbasserete la guardia, vi ritroverete con poca vita e al colpo seguente, vi toccherà ricominciare lo stage. Sfortuna vuole che la curva di difficoltà sia uno dei pochi difetti di questa produzione Dotemu e Lizardcube. Ci sono delle fasi iniziali decisamente più ostiche rispetto a qualcuna delle conclusive, boss battle comprese. Nulla di insuperabile con un po’ di pratica ovviamente, ogni run di Streets of Rage 4 si attesta sulle  quattro ore circa, con la ri-giocabilità che verte sul migliorare il proprio punteggio ed accumulare punti per sbloccare i 12 personaggi extra, provenienti dai precedenti capitoli.

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Una delle cut scene di intermezzo.

Parlando del gameplay vero è proprio, Streets of Rage 4 permette di mappare i tasti, per garantirci anche la pure esperienza da cabinato. Lizardcube è riuscita a svecchiare quanto basta la formula del beat ‘em up a scorrimento, mantenendone le caratteristiche principali. Dimenticate quindi parate e schivate, ma accogliete a braccia aperte mosse speciali e prese, capaci di cambiarvi la vita nelle situazioni più pericolose. Le mosse speciali soprattutto, sono tecniche che vi garantiranno frame di invulnerabilità, al costo di congelare segmenti della vostra barra della vita. Per recuperare la vita congelata, c’è solo un modo: picchiare gli avversari. Attenzione però! Se dovessimo subire anche un solo colpo, perderemo non solo la vita congelata, ma anche il quantitativo di danni corrispondente.

Questo trasforma Streets of Rage 4 in qualcosa di più di un mero button smashing, ed è in grado di regalare al giocatore numerose soddisfazioni al completamento di ogni stage.

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Uno degli stage più belli del gioco, una galleria d’arte.

Già con Wonderboy i due team avevano dato prova di una capacità artistica elevata, Streets of Rage 4 non è da meno. I dodici livelli sono variegati e portano i nostri eroi in diverse location, tutte disegnate a mano come da tradizione per il team. Più volte le azioni degli eroi (e dei nemici) sono talmente pulite che sembra di trovarsi di fronte ad un cartone animato. Le mosse speciali sfruttano un effetto slow-mo che aumenta l’enfasi del colpo, anche grazie alla colonna sonora dinamica. Proprio la OST è un altro dei punti di forza della produzione, brani che hanno una sorta di continuità con quanto sentito 26 anni fa.

È bene ribadirlo, Streets of Rage 4 è un ottimo sequel della serie SEGA, che riesuma lo spirito della trilogia originale donando per circa venticinque euro una nuova esperienza anche ai nuovi utenti. Se avete amato i beat ‘em up anni 90, non potete farvi sfuggire l’ultima produzione di Dotemu e Lizardcube.

Streets of Rage 4
Streets of Rage 4 – Recensione
PRO
Gameplay frenetico che unisce old school e moderno
Comparto artistico e sonoro di alta qualità
Personaggi ben diversificati
In multiplayer da il meglio di se
CONTRO
Curva di difficoltà altalenante
Breve per chi non mira a completarlo al 100%
8.7
Un cazzotto in faccia direttamente dagli anni '90