Ministry of Broadcast

Ministry of Broadcast – Recensione

Fuori ancora nevica ininterrottamente. Il cielo è completamente grigio come le quattro mura che proteggono un vasto e segreto laboratorio sotterraneo. Non sembrano esserci vie d’uscita, solo furgoni che continuano a transitare all’esterno pieni di guardie armate e cani rabbiosi dal folto pelo scuro. Del filo spinato avvolge ogni struttura presente nel luogo ed alcuni cartelli con grandi caratteri rossi minacciano “di non provare ad evadere“. Eppure non è una prigione, bensì un luogo dove conducono degli esperimenti ed osservano “le cavie” come se fossero in un reality show. Un tempo tutto era diverso, gli uomini erano liberi di poter lavorare tranquillamente e non essere osservati mentre svolgevano le loro mansioni: adesso non esiste più questo sottile confine, ognuno è destinato a conservare e mantenere saldamente la propria identità per non rischiare di assomigliare ad altre persone. Tutti sono uguali e trattati allo stesso modo, solo chi riesce a superare delle prove specifiche può ritenersi mediamente fortunato: ma nessuno sembra esserci riuscito realmente, fino ad ora. Ministry of Broadcast è un viaggio disperato in un mondo intriso di sangue e lacrime per trovare la salvezza, per non rimanere prigionieri o schiacciati da un potere troppo forte e soprattutto autoritario. George Orwell con il suo celebre romanzo 1984 ci aveva visto molto lontano, raccontando in maniera del tutto “preventiva ed utopica” il futuro dell’essere umano di fronte alla sua più grande minaccia, ossia il potere e la supremazia del più forte. Il popolo è destinato ad essere comandato dal Grande Fratello, un gruppo onnipotente che nessuno ha mai visto e sperimenta quasi quotidianamente sulla vita innocente di molte persone, privandole del senso di appartenenza e dell’amor proprio.

Il pittoresco Ministry of Broadcast è stato sviluppato da un team proveniente dalla Repubblica Ceca e che prende il nome dall’omonimo gioco da loro realizzato, un gruppo di ragazzi davvero talentuosi che hanno voluto confezionare un titolo estremamente brillante, difficile e con una trama velata molto significativa. Il panorama videoludico indipendente ha visto nell’ultimo periodo svariati titoli mostrare una storia suggestiva e particolare, un po’ come accaduto con Mosaic oppure Stela, dove la componente narrativa impreziosisce maggiormente l’opera e accompagna le poche meccaniche di gameplay presenti. Tuttavia il gioco sviluppato dal team dell’Est Europa è composto da un gameplay sopraffino, pieno di enigmi ambientali e fasi action. Un titolo che sia graficamente che stilisticamente ricorda un gioco uscito nel lontano 1989 per l’originale Apple II (successivamente per altre piattaforme note), stiamo parlando del primissimo Prince of Persia. Quest’ultimo titolo è da considerarsi uno dei capostipite dei giochi più difficili usciti all’epoca, soprattutto perché è riuscito a rivoluzionare i platform bidimensionali con diverse formule interessanti di gioco chiamate trial and error: ad esempio, una volta morti si doveva ricominciare interamente la partita dall’inizio. MoB è uno di quei giochi che segue la scia di prodotti indipendenti iniziata dal team Playdead, con titoli come Inside e Limbo. In questo specifico caso la componente narrativa viene associata ad un gameplay molto dinamico e con una struttura a livelli, che andremo a spiegare solo successivamente.

Ministry of Broadcast è disponibile su Nintendo Switch dal 30 aprile 2020, dove però gli stessi sviluppatori a causa dell’emergenza Coronavirus “Covid-19non sono riusciti a pubblicare all’uscita una patch risolutiva e che aggiunge assieme alla versione già accessibile su PC (Steam) una nuova modalità storia e altre curiose novità importanti. Proprio per tal motivo, la recensione di quest’oggi si basa sulla versione Switch, che è attualmente identica alla versione di lancio rilasciata su Steam, in attesa quindi del prossimo e decisivo update per console, dove tratteremo il gioco con un articolo integrativo per spiegare meglio cosa è stato introdotto e cosa cambia.

Ministry of Broadcast
Il level design è funzionale alla storia, molto divertente anche se non intende innovare nulla come trial and error.

All’interno di una prigionia forzata

Il gioco ha inizio con una schermata di sblocco animata in maniera semplice e d’impatto, che trasmette quasi immediatamente “il mood” atipico intrapreso per l’avventura. La neve è un grande emblema caratteristico nel titolo e che nasconde alle spalle un’importante simbologia sulla supremazia e sul Grande Fratello. Ministry of Broadcast è pieno anche di svariati momenti comici e divertenti, sebbene si trovino all’interno di un contesto violento e che tende a far riflettere subito dopo “la battuta”. Cogliere i tanti riferimenti letterari del novecento è difficile, eppure il team della Repubblica Ceca ha voluto inserire all’interno del loro gioco una serie di citazioni importanti al periodo storico di riferimento (a cavallo con la Guerra Fredda) e che accompagnano continuamente il corso della storia. La componente narrativa è strabiliante e viene spiegata attraverso dialoghi tra il protagonista ed il resto del mondo. Molte delle volte, ci troveremo a leggere i testi enunciati dal megafono, senza quindi comprendere chi sta realmente parlando: un chiaro segno che qualcuno dall’alto ci sta osservando e parlano anche delle gesta che il povero malcapitato deve eseguire per poter “fuggire”. Vedremo durante i vari percorsi, dei protestanti con dei cartelli con su scritto semplicemente “no”, come voler indicare al personaggio di non proseguire e impedire che “il suo destino già scritto da altri” possa compiersi in quel momento.

In un’epoca non definita e dinanzi all’occhio vigile del Potere, ha inizio il percorso di un uomo dalla barba incolta e capelli rossicci. Il protagonista viene gettato dall’autovettura dove si trovava e accolto da una serie di scienziati, che solo successivamente gli indicano di non provare a scappare e che è stato scelto attentamente da una lunga lista di nomi per partecipare ad un reality show famoso in quel paese. La nazione intera è divisa da un muro chiamato semplicemente “The Wall” ed il Regime ha creato questa messinscena per dimostrare alle famiglie che è possibile vincere e diventare ricchi. Ma per poter finalmente uscire vittoriosi è necessario superare delle terribili prove, al limite della decenza umana: chiunque è coinvolto, come in un grande gioco reale, dove però si rischia veramente di morire e venir gettati nella fossa comune. L’incipit di Ministry of Broadcast è molto simile ad una famosa serie di film e libri intitolata Hunger Games. In un futuro distopico post apocalittico i poveri abitanti del distretto 12 devono combattere tra di loro per vincere e permettere di elevarsi ad una società più benestante. Dunque i prescelti si fronteggiano in grandi Arene con il grande occhio della telecamera che vigila costantemente su di loro. Nella stessa identica maniera anche il gioco segue questa sorta di andatura, eppure ci troveremo a fuggire letteralmente dalle grinfie di prove ambientali e trappole disseminate da scienziati.

La narrazione viene ampiamente approfondita ad intervalli regolari, poiché il titolo si svolge e si conclude in cinque giorni esatti. Ognuno dei giorni di permanenza (partiremo da mercoledì) vengono contraddistinti da fasi molti importanti, come la mattina nel campo d’addestramento appena svegliati e la notte con alcuni compagni feriti. Avremo modo di dialogare, seppur brevemente, con alcune persone, poi il protagonista verrà richiamato per continuare le prove in nuove arene. Purtroppo il titolo in questa versione non è localizzato in italiano, dunque sarà richiesto una piccola conoscenza della lingua inglese per comprendere alcune terminologie. Eppure come già accennato all’inizio della recensione, il gioco sarà presto aggiornato con una patch risolutiva che dovrebbe comprendere anche la lingua italiana. Inoltre i dialoghi vengono emessi in dei riquadri molto stretti e con dei caratteri piuttosto piccoli: dalla TV è veramente difficile leggere i testi e non è possibile poter modificare la dimensione dei caratteri o altro.

Ministry of Broadcast
La posizione che ricopriamo nel gioco è scomoda (nella storia) come quella di altre persone: siamo tutti uguali e senza alcun valore.

Un tuffo nel passato: un puzzle solving simile al primo Prince of Persia

La narrazione non è tutto in Ministry of Broadcast, visto che il pezzo forte del gioco è proprio il gameplay. Come accadeva nel primo Prince of Persia, il protagonista è coinvolto in un platform bidimensionale con diverse fasi più movimentate, dove dovremo sfuggire dalla morte stessa e da pericoli disposti in qualunque angolo dei luoghi. L’unico essere o animale che parlerà con noi anche durante gli eventi è proprio un corvo nero, capace infatti di dialogare e di “consigliare” cosa fare nei momenti di blocco. Inoltre è l’animale che con alcune frasi ironiche si prende gioco del protagonista – e del videogiocatore, sfondando così la quarta parete – e ci illustra come ricominciare dall’ultimo checkpoint la partita. Una grossa telecamera durante la morte si posiziona sullo schermo e mostra l’ignobile fine del protagonista rossiccio. Il gioco mette a disposizione, essendo un trial & error puro, la possibilità di ricominciare il caricamento dall’ultimo salvataggio immediatamente, con la sola pressione del tasto ‘-’. Il titolo in questo è molto reattivo, sebbene a livello di meccaniche non aggiunge nulla di nuovo. Le interazioni con lo scenario sono minime, solo alcuni oggetti evidenziati dal corvo possono essere “usati” dal protagonista per la risoluzione degli enigmi. Ho trovato in questo aspetto una similitudine con FAR: Lone Sails, una via di mezzo tra un’opera visiva ed un platform. 

Gli enigmi ambientali sono davvero intriganti e alcuni anche molto difficili, dove bisogna avere il giusto tempismo per superare la prova e raggiungere il prossimo obiettivo (o via d’uscita). Il level design di Ministry of Broadcast è ben costruito, con tantissime soluzioni che funzionano ed altre che purtroppo ricalcano altri titoli con meccaniche simili. Il titolo tende dunque a consolidare questi elementi di gioco abbastanza comuni nei platform, piuttosto che innovare o rischiare di sbagliare. In alcune occasioni ho avuto dei problemi a risolvere alcuni enigmi, poiché l’appiglio dove il personaggio doveva aggrapparsi entrava in collisione con l’animazione di movimento del povero malcapitato. Questo accade anche perché il titolo è stato concepito inizialmente su PC. Ho notato inoltre anche un leggero rallentamento del personaggio, una sorta di input lag: non è per nulla fastidioso, bastano alcuni minuti di gioco per abituarsi. Eppure, lo devo ammettere, all’inizio è estraniante. L’opera realizzata dal team Ceco ha comunque un’impronta molto fedele alla storia raccontata, anche attraverso gli oggetti dislocati nelle varie location che silenziosamente sembrano parlare con il videogiocatore. Un titolo che è costruito perlopiù di tante citazioni, con un gameplay che sfrutta delle tempistiche abbastanza precise e con una difficoltà elevata rispetto al normale. Perfino il semplice salto deve essere coordinato con la corsa, altrimenti si rischia di cadere da un dirupo molto frequentemente alla ricerca dell’appoggio perfetto.

Ministry of Broadcast
La schermata di morte evidenzia quindi la possibilità di poter riavvolgere il tempo ed entrare nuovamente all’ultimo checkpoint.

Una pixel art davvero ottima

Ministry of Broadcast è un’opera con una narrativa molto preziosa, che continua a raccontare anche in maniera silenziosa degli elementi tratti dalla letteratura orwelliana. Perfino la risoluzione con il finale tende a lasciare di stucco, del tutto inaspettato e con diversi aspetti che fanno veramente riflettere. Prima di essere un gioco, MoB è un titolo visionario. Tuttavia il raggiungimento degli ultimi momenti salienti del protagonista sono corroborati da una buona caratterizzazione del personaggio e da una progressione dell’avventura molto certosina. Il segnale sembra estremamente limpido, ma per comprenderlo dovrete dunque entrare nelle vicende di questo reality show alternativo e violento senza mezze misure. Un titolo che anche sotto il comparto stilistico e grafico propone una pixel art meravigliosa: i dettagli sono davvero tanti ed è difficile raccapezzarsi agli infiniti riferimenti al genere futuristico distopico inserito per ampliare ancora di più la narrazione. L’ambiente circostante è pieno di stampe, figure ammantate e soprattutto telecamere. Per quanto le interazioni con gli scenari siano volutamente ridotte all’osso, l’intero complesso artistico risulta essere godibile ed immersivo, in grado di catapultarci nei panni del protagonista rossiccio e di questo fantomatico show surreale.

Il titolo tecnicamente è solido con un frame-rate abbastanza stabile e che non intende scendere nemmeno nelle fasi più concitate. Le arene sono esplorabili dall’alto verso il basso, seppur seguendo quel senso di linearità imposto dalla narrazione e dal platform bidimensionale. In alcune circostanze – come espresso precedentemente – è possibile incappare in alcune compenetrazioni o bug riguardo all’attuale versione per Switch non del tutto raffinata a dovere, ma che presto sarà possibile provare con le aggiunge dichiarate dal team di sviluppo. Si tratta comunque di un’avventura godibile dall’inizio alla fine e che esprime l’apice del suo potenziale nell’ultimo quarto d’ora con un susseguirsi di colpi di scena. Il titolo è anche estremamente longevo per la sua rigiocabilità dei singoli livelli, infatti nelle opzioni è possibile selezionare uno dei cinque giorni e giocare dall’inizio. Oltretutto, l’opera sviluppata dal team Ceco si conclude all’incirca in sei o sette ore. La componente musicale e sonora è piuttosto suggestiva e godibile. L’ascolto della buona colonna sonora viene accompagnato anche da rumori esterni e dialoghi doppiati in lingua inglese.

Ministry of Broadcast
Le telecamere ci osservano continuamente e non smetteranno mai di fare giudizi sul nostro operato nelle arene.

In conclusione, Ministry of Broadcast è un titolo inaspettato, pieno di sorprese e che non cerca assolutamente di innovare sotto il punto di vista del gameplay. Il pretesto del gioco è quello di raccontare una storia interessante, immersiva e a tratti emozionante: entrerete a far parte dopo qualche ora nel cuore del povero malcapitato, nella speranza di vedere per lui un epilogo positivo. Un gioco che tratta anche uno spaccato odierno della società, con mezzi di comunicazione che vengono spesso confusi per la vita reale e un senso di appartenenza che lentamente inizia a scomparire. Il titolo sviluppato dall’omonima software house è disponibile dal 30 aprile 2020 su Nintendo Switch al prezzo di 14.99 euro. Un rapporto qualità/prezzo ottimo, soprattutto perché molto presto verranno aggiunti dei contenuti presenti già da alcuni giorni su Steam anche per Switch. Non è un gioco indirizzato solo agli amanti dei platform bidimensionali trial & error, eppure per chi vuole avventurarsi in una storia speciale con un gameplay più complesso del normale è probabilmente l’ideale.

Ministry of Broadcast
Ministry of Broadcast – Recensione
PRO
Stilisticamente e graficamente ottimo;
Il gameplay trial and error simpatico...
Buona contestualizzazione con i personaggi e con la progressione della storia;
Musiche sopraffine;
Ottimo rapporto qualità/prezzo.
CONTRO
Alla lunga può essere ripetitivo;
... ma con grandi limitazioni;
Non innova come platform bidimensionale.
8.2
Orwelliano!