Dread Nautical

Dread Nautical – Recensione

Le oscure creature marine tornano nuovamente ad infestare il mondo e annichilire quel briciolo di speranza rimasta nell’essere umano di salvarsi. Svegliarsi nel panico… le domande prendono immediatamente il sopravvento: cosa sta succedendo? Perché ti trovi in un luogo così lugubre e infinito come l’oceano? All’inizio può sembrare strano e spaesante trovarsi in mezzo al mare sopra una nave crociera e non comprendere realmente il perché, specialmente quando non si ha piena memoria di cosa è successo il giorno precedente. Dread Nautical è l’ennesimo viaggio (forse l’ultimo) disperato e terrificante verso le terre dell’occulto di Lovecraft, autore letterario ottocentesco di molti titoli horror. In queste pagine abbiamo recentemente parlato di un gioco molto simile narrativamente, ossia Sunless Sea – Zubmariner Edition, che è riuscito a catturare la mia attenzione nonostante non fossi del tutto preparato alla serie autoconclusiva composta da tre episodi diversi di Failbetter games. La vicinanza di Dread Nautical a Sunless Sea non è riferita solamente al comparto narrativo e all’introduzione di alcune tematiche lovecraftiane, bensì per via di alcuni aspetti gestionali del gameplay molto simili tra di loro. Tuttavia, sotto altri punti di vista, l’altro elemento in comune è l’ambientazione marina. Per il resto, entrambi i giochi si trovano in strade diametralmente opposte, e questo forse è un bene: solo così si può apprezzare la varietà di alcune situazioni e non ripete una formula narrativa originale.

Dread Nautical è l’ultimo lavoro concepito dal team di sviluppo ungherese Zen Studios, che prima di questo titolo atipico e molto ambizioso ha solamente realizzato giochi riguardanti il flipper o se preferite il pinball ed un altro gioco convertito su Switch chiamato Operencia: The Stolen Sun. Sono comunque riusciti a creare qualcosa di veramente particolare, con una narrativa stuzzicante interamente localizzata in italiano e un gameplay ramificato che estrapola molte idee in tantissimi generi differenti in maniera più autoriale del solito. La natura ludica del gioco affonda le sue radici in una base strutturata come uno strategico a turni con qualche elemento survival e, come in Sunless Sea, una imprevedibilità dovuta dal genere roguelike. Gli sviluppatori hanno quindi voluto osare e proporre un titolo assai variegato, senza però creare una commistione indigesta tra generi e amalgamare in modo omogeneo ogni piccolo passaggio presente nell’avventura lovecraftiana. Il titolo sviluppato dal team ungherese è stato inizialmente rilasciato qualche mese addietro per la piattaforma Apple Arcade, un po’ come Mosaic anch’esso recensito successivamente all’uscita su Switch. Rispetto a quest’ultimo dove l’avanzamento nell’opera è prettamente a carattere narrativo, il gioco strategico a turni vede una progressione molto più caratterizzata basata su diversi personaggi che fanno da corredo ad una storia suggestiva.

Per non perdere quel guizzo in più di originalità, il team ha voluto proporre una formula di gioco decisamente importante e che, in alcuni punti che andremo a raccontare successivamente, cerca continuamente di ripetersi quasi da stuccare il videogiocatore dopo lunghe sessioni. Il titolo è in uscita finalmente su Nintendo Switch oggi, il 29 aprile 2020. Non ci resta che passare a spiegare cosa ci ha convinto del gioco e quale aspetto non è riuscito a soddisfare a pieno la nostra “sete dell’occulto” marchiata Lovecraft.

Dread Nautical
Ci sono quattro personaggi da poter utilizzare per la propria partita, ognuno con due abilità (passiva e attiva) e delle caratteristiche speciale.

Una misteriosa forza invade una crociera

Un’antica forza misteriosa invade il mare e prende possesso di una nave da crociera che proprio in quell’istante stava attraversando un tratto dell’oceano pacifico. Tutti i turisti spensierati che allegramente sostavano sul ponte esterno per godersi il sole, vengono immediatamente inghiottiti dalla disperazione: la luce naturale si spegne, il mare fa oscillare il mezzo navale e il cibo cade dai tavoli degli astanti. Molti urlano, provano a scappare: ma senza alcuna spiegazione e dopo aver atteso qualche secondo, ogni cosa si interrompe e i gemiti di paura degli uomini si trasformano in versi abominevoli. Ecco come si presenta al giocatore Dread Nautical, storia che viene accompagnata da una breve sequenza animata a mano stilisticamente evocativa e ben realizzata. Le mostruosità avanzano minacciose in cerca di esseri umani ancora rimasti immutati e privi di questa maledizione marina. Si intravede qualche forma tentacolare sfuggire dal mare, come se un kraken si trovasse sotto la nave in attesa. Il gioco diventa accessibile quasi subito dopo l’intro animata. Infatti ci pone la possibilità di scegliere, essendo anche un gestionale survival, uno dei quattro personaggi protagonisti e di impostare l’avventura con una delle tre difficoltà proposte, ossia “normale”, “difficile” e infine “insana”, con quest’ultima opzione che mostra anche ironicamente che non ci sono possibilità di vincere la partita e salvare tutti i superstiti rimasti. La scelta della difficoltà ad inizio gioco è davvero importante (non è possibile modificarla durante l’avventura), poiché delimita anche gli incontri con le persone rimaste a bordo (quindi segue una sua narrativa precisa) e cambia inoltre il gameplay con gli obiettivi.

“Qualcosa di nuovo che tenta di uccidermi. Che cosa carina.” L’avventura, per quanto possa sembrare assurdo per un gioco improntato con una narrativa estrapolata dalla letterature di Lovecraft, ha un tono alquanto sarcastico e divertente, con chiari riferimenti ad una comicità più dissacrante e molto leggera. Non per questo il gioco tende non a prendersi mai sul serio, infatti la maggior parte delle volte uno dei quattro personaggi protagonisti sfonda la quarta parete e parla direttamente con il giocatore per domandargli cosa sta accadendo realmente. C’è da dire che per i puristi “lovecraftiani” questo aspetto del titolo potrebbe far storcere parecchio il naso, soprattutto per una storia che comunque prosegue solamente attraverso i dialoghi. Manca quindi un degno approfondimento composto da tomi da leggere e pergamene scritte con il sangue, che invece erano presenti nel titolo Sunless Sea. Tuttavia avremo modo anche nel corso di questo viaggio nella nave di conoscere tantissimi personaggi secondari, che solo successivamente dopo aver instillato in loro un po’ di fiducia (con conseguente barra di apprezzamento del personaggio) potranno far parte del nostro gruppo di salvezza. Il titolo è condito da diverse formule per raccontare qualcosa, proprio per tal motivo il team ungherese ha aggiunto anche delle risposte multiple da RPG classico per aumentare il “fattore imprevedibilità” ed una storia che si adatta alle nostre scelte, perfino il finale può essere influenzato dal percorso fatto dal giocatore.

Dopo l’incipit della crociera rovinata a causa di forze marine sconosciute, la storia prosegue in maniera quasi metodica, spiegando come il protagonista ha perso la memoria e deve affrontare lo stesso percorso ciclicamente. Il giorno quindi si ripete, fino a quando non scopriremo cosa sta realmente accadendo lì nella nave. Dovremo quindi salvare l’equipaggio non ancora corrotto e raggiungere il ponte di comando per suonare la sirena, solo in questo modo è possibile terminare la giornata e tornare nell’hub centrale, ossia una cabina protetta da un tizio di nome Bill. Nel luogo di ritrovo avremo la possibilità di migliorare il nostro armamento, costruire dei letti e proseguire con la narrazione mediante dialoghi fra personaggi. Per non far morire il personaggio e introdurre la meccanica del terrore comune nei giochi con il tema di Lovecraft, a fine giornata ci verrà presentato un riassunto del nostro viaggio con ciò che abbiamo raccolto e soprattutto il cibo da mangiare, che serve appunto per non “perdere la memoria e concludere bene così l’avventura”. Oltre questo apprezzato aspetto, il comparto narrativo avanza ripetendo la formula appena spiegata continuamente, tranne per quanto riguarda la risoluzione del finale che in un certo senso risulta avvertibile e telefonata, ma comunque ben contestualizzata con quanto raccontato.

Dread Nautical
Graficamente davvero ben fatto, si può godere tranquillamente anche in modalità portatile. Inoltre narrativamente sviluppa anche grazie alle risposte multiple.

Attraverso le cavernose creature del mare

Nell’arco dell’avventura RPG gestionale avremo a che fare con una vasta moltitudine di nemici. Gli esseri mostruosi più caratteristici del gioco che troveremo con maggior frequenza nelle stanze e in alcuni luoghi predisposti ai combattimenti nella nave sono i Thrall, degli esseri umani tramutati misteriosamente in zombie, con alcune parti del corpo composte da globi luminosi e artigli sporgenti. Avremo l’occasione inoltre di incontrare svariati esseri antropomorfi, delle vere e proprie bestie fuoriuscite dalla mente del tentacolare Cthulhu: ognuna di esse è racchiusa in un pratico manuale da aggiornare continuamente che ha la funzione di bestiario, dove sono elencati i punti ferita del mostro, la gamma di movimento e il danno o la vulnerabilità. I mostri hanno un ruolo abbastanza centrale nell’avventura, poiché attorno ad essi gira una buona parte del comparto narrativo (con alcune sottotracce lovecraftiane davvero interessanti) e la struttura del gameplay. Il gioco è un RPG strategico a turni, dunque con visuale isometrica dall’alto e con la possibilità di poter inquadrare o muovere a piacere il personaggio protagonista in tutte quelle fasi “esplorative” dell’avventura. Potremo rovistare tra gli oggetti delle cabine alla ricerca di risorse per aggiustare o aumentare di livello le armi, oppure utilizzare delle abilità attive per individuare alcuni oggetti richiesti dall’obiettivo giornaliero (nel caso dell’investigatore). Ognuno dei quattro personaggi ha a disposizione due tipologie di abilità, una passiva e l’altra attiva. Quest’ultime sono abbastanza complementari e avremo modo di utilizzarle spesso durante l’avanzamento della storia.

L’esplorazione è uno di quegli elementi che impreziosiscono sicuramente il titolo a turni, solo che per la maggior parte delle volte risulta essere lento, macchinoso e ripetitivo: avremo a disposizione pochi modi per raccogliere gli oggetti ed ogni azione ad essa correlata si ripete tantissimo. Inoltre le camere da visitare non sono molte, vengono riciclate continuamente, mantenendo sempre la stessa impostazione scenografica. Passando invece ad altro, ho trovato una connessione con Broken Lines di Portal Play (qui di seguito trovate la recensione), che rappresenta una piccola anomalia in un panorama videoludico degli RPG tattici a turni ed è di conseguenza un baluardo come possibile metro di misura per altri giochi con un gameplay simile disponibili adesso su Switch. Per forza di cose, Dread Nautical si avvicina irrimediabilmente a quest’ultimo gioco citato, poiché attraversa dinamiche da strategico a turni e li espande sensibilmente con una componente survival/gestionale alquanto riuscita. La gestione dell’equipaggiamento trova maggior forza con la ricerca di armi che gli stessi nemici una volta uccisi rilasciano a terra. L’interfaccia grafica è abbastanza preponderante (ma non invasiva) sullo schermo, infatti mostra in basso gli oggetti utilizzabili come bende o pistole, a sinistra le abilità e a destra l’icona dell’inventario e della mappa. Sopra invece è visibile a destra il mezzo busto del personaggio scelto per questa avventura, la barra della salute e di seguito alcune informazioni riguardo gli obiettivi e oggetti accumulati da vendere. In alto al centro è visibile un comando interessante che consente al giocatore di poter cambiare dalla meccanica di movimento libero a combattimento a turni, quindi con griglie evidenziate dove collocarsi.

Durante i combattimenti, entra in vigore una funzione alquanto classica per gli strategici a turni, ossia il posizionamento delle truppe. In questo caso specifico, potremo muovere solo il nostro protagonista, mentre gli alleati saranno completamente autonomi. Ogni personaggio ha a disposizione dei punti azione (AP) che sono indicati in azzurro sopra l’omino, dove sarà possibile collocarsi. Successivamente, sempre nello stesso turno dopo il movimento, potremo attaccare con l’arma o con i pugni. Il danno è calcolato in base alle statistiche dell’oggetto, come è solito fare (la scheda con i punti è possibile richiamarla in qualunque momento). In caso non dovessimo effettuare l’azione movimento, il gioco ci propone un doppio attacco solo se il nemico si trova nelle vicinanze. Esistono di conseguenza armi a distanza e armi melee, l’unico problema è che per colpire qualcuno devi per forza essere di fronte a lui o accanto. Forse l’altra pecca più grande è l’IA degli avversari: agiscono in maniera troppo lineare, anche nelle fasi più avanzate del gioco. Lo scontro risulta essere sempre il medesimo: posizione, attacco e difesa. Non esiste un modo per coprirsi o parare il colpo, bensì la soluzione migliore è subire il danno, a meno che non si trovi nella mappa l’armatura per attenuare l’attacco nemico.

Dread Nautical
Gli scontri con i nemici sono divertenti, anche se molto lineari effettivamente.

Uno stile grafico particolare e rigenerante

Il titolo è composto da 20 ponti, ovvero traducibile in una ventina di missioni giornaliere da svolgere nell’arco dell’avventura lovecraftiana. Anche se volessimo, non è possibile evitare i combattimenti con i nemici, sfruttando strutture o punti meno visibili: è un gioco votato allo scontro e alla scoperta, su questo non ci sono dubbi. Dread Nautical è pieno di tanti momenti divertenti, con battute tra personaggi e mostri particolarmente “assurdi” nell’estetica. È un titolo per nulla noioso, composto da un ambiente molto curato e artisticamente autoriale. I personaggi sono realizzati in grafica tridimensionalelow poly” e risultano essere molto gradevoli da vedere nell’insieme. L’ambientazione è decisamente evocativa e riprende, sebbene non fedelmente, molte tematiche contenute nei libri di Lovecraft. Un prodotto che comunque riesce a colpire in positivo, specialmente per una composizione tecnica davvero ottima. Non ho riscontrato né cali di frame-ratebug gravi da rendere l’esperienza pesante sotto questo punto di vista. La componente audio/musicale è stuzzicante e gradevole. Inoltre è perfettamente godibile anche in modalità portatile su Switch: non sono stati implementati i comandi di movimento, bensì è disponibile l’uso del gioco solo con il touch-screen (una funzione molto gradita e utile).

Dread Nautical
L’ambiente ricreato è davvero ben fatto e gli scontri possono avere molti risvolti rispetto ad un normale strategico a turni.

In conclusione, Dread Nautical di Zen Studios è un gioco molto interessante che assimila tante idee sotto un unico tetto e prova ad impressionare per il gameplay così variegato, nonostante sia pieno di momenti stilisticamente altalenanti per quanto concerne il comparto narrativo ed alcune meccaniche con l’andare del tempo diventano maggiormente ripetitive. Un titolo RPG strategico a turni sicuramente ottimo tecnicamente che viene venduto sul Nintendo eShop al prezzo di 19,99 euro. Un rapporto qualità/prezzo piuttosto conveniente, anche se si tratta di un’esperienza con elementi lovecraftiani alquanto morbida e superficiale. Dunque non è il gioco ideale per un purista del genere lovecraftiano. Lo consiglio apertamente a chi vuole affacciarsi per le primissime volte ad uno strategico a turni divertente, con una trama coinvolgente e senza troppe pretese.

Dread Nautical
Dread Nautical – Recensione
PRO
L'incipit è piuttosto interessante e con tanti riferimenti...;
Gameplay ramificato e con tante sfaccettature;
Localizzato in lingua italiana;
Abbastanza longevo e rigiocabile;
Tecnicamente ottimo e graficamente bello da vedere.
CONTRO
... solo che non si prende sul serio e non è adatto per i puristi di Lovecraft;
Il gameplay alla lunga diventa ripetitivo in alcune meccaniche gestionali e survival;
L'IA dei nemici agisce in maniera troppo lineare e prevedibile.
8
Sarcastico e divertente!