Moving Out

Moving Out – Recensione

Il divertimento, quello puro e sincero, dovrebbe essere il filo portante di un qualsiasi videogioco. Se a questo aggiungiamo un pizzico di sfida, collaborativa o competitiva non fa alcuna differenza, quello che ne risulta potrebbe essere un prodotto fresco e capace di accompagnarci in numerose sessioni di gioco spensierate in compagnia dei nostri amici. Per ovvie ragioni non tutte le produzioni rientrano in questo mio ragionamento, ma è bene sottolineare come oggi più che mai è proprio questa fetta di mercato che sembra raccogliere un numero di consensi sempre maggiore. Non serve andare lontano nel tempo per trovare esempi lampanti, recentemente vi abbiamo mostrato come un titolo stravagante e – permettetemi – poco attraente come Totally Reliable Delivery Service abbia permesso alla nostra redazione di farsi un mare di sincere risate in compagnia di una fisica di gioco tutt’altro che accurata.

Questo particolare gioco dimostra come siano proprio la collaborazione e la possibilità di dare vita ad eventi spesso imprevedibili gli ingredienti immancabili da utilizzare per le fondamenta di un party game di successo. Un’altro esempio meno recente, ma che probabilmente è quello che più si avvicina al titolo del quale sto per parlarvi, è la serie di Overcooked. Nata dalla mente dei ragazzi di Ghost Town Games e distribuita a livello capillare da Team17, l’avventura a base di fornelli e cucine infiammabili ha conquistato tutti gli amanti del multiplayer da salotto, espandendo il proprio dominio globalmente grazie al supporto al multiplayer online introdotto nel secondo capitolo (del quale sul nostro sito trovate sia un’accurata recensione che un divertentissimo video gameplay). Ed è proprio lo stesso publisher che oggi torna alla riscossa con un titolo molto simile, quel Moving Out firmato SMG Studio e DEVM Games, che abbandona le cucine e ci porta all’interno di vere e proprie case da ripulire. No, oggi non vi insegneremo a diventare provetti ladri d’appartamento ma (quanto più) professionali traslocatori. Allacciate le cinture che si parte, destinazione Packmore!

Moving Out
Giocare in quattro rende l’esperienza di gioco assolutamente imperdibile.

Se siete utenti informati probabilmente saprete già cosa vi aspetta avviando Moving Out, visto che in occasione dell’Indie World di marzo è stata resa disponibile una versione DEMO del gioco con la quale provare il tutorial ed assaggiare qualche livello di questo atipico party game.

L’idea di fondo, come riassunto in apertura, è quella di prendere parte ad una serie di ben 30 “livelli storia” dedicati al tema dei traslochi. Al giocatore, o come vedremo più avanti ai giocatori, viene affidato il compito di presentarsi presso il domicilio dedicato allo stage e procedere al prelevamento di tutta la mobilia segnalata nel contratto di lavoro. Spetta a noi, fedeli “responsabili riposizionamento mobilio” della Smooth Moves portare a termine il lavoro nel migliore dei modi, possibilmente senza demolire l’edificio e distruggere i beni del cliente.

Il tutorial è ben realizzato, e già dalla sua struttura è possibile evincere come le esperienze single player e multiplayer possano diversificarsi tra loro. Dopotutto gli oggetti pesanti sono più facili da trasportare in compagnia, e lanciare certa merce (possibilmente non quella delicata) è un’operazione che richiede un buon coordinamento tra le parti chiamate in causa. Il sistema di controllo, comunque, ci è sembrato molto solido e ben implementato, e ci ha permesso di gestire le situazioni più disparate senza alcun intoppo (è persino possibile sculacciare dei fantasmi, serve aggiungere altro?). Come dicevamo, gli oggetti possono essere lanciati e spostati lungo i percorsi, ed è proprio grazie a queste operazioni elementari che potremo uscire dalle imprese più impensabili. In questo aiuta anche una fisica realistica, grazie alla quale è possibile pianificare in anticipo le mosse senza incappare a fattori di imprevedibilità, o almeno non a quelli che sono sotto il nostro controllo.

Moving Out
Molto presto le situazioni proposte si faranno sempre più sfidanti.

Superato il tutorial, scopriremo che oltre a gestire il prelievo dell’arredamento saremo in grado anche di muoverci liberamente lungo la città per raggiungere i diversi livelli che si sbloccheranno in maniera incrementale man mano che procederemo lungo l’avventura, esattamente come vi abbiamo mostrato in Overcooked 2. Queste fasi sono semplici riempitivi, ma si dimostrano efficaci e divertenti grazie all’intelligenza artificiale che governa i vari veicoli in movimento, che di fatto si muovono seguendo percorsi casuali e dunque si schiantano costantemente tra loro.

Concentrandoci sui “livelli storia”, il fulcro del gioco, abbiamo potuto apprezzare molto sia la gestione della curva di difficoltà, che non ci è mai sembrata impennare irrimediabilmente come invece avviene nel sopracitato gioco, sia la varietà delle situazioni presentate ai giocatori. Se inizialmente le case da gestire saranno piccole e su un solo piano, man mano che diventeremo inevitabilmente più abili dovremo accedere a villette su più piani e, perché no, abitazioni dalla forma bizzarra e posizionate sui luoghi più impensabili della mappa di gioco. Se pensate, inoltre, che sia facile semplicemente prelevare i diversi oggetti dal luogo designato e portarli al vostro camion siete sulla strada sbagliata. Molto presto una mai troppo invadente componente di puzzle solving verrà a farvi visita con leve e piattaforme, obbligandovi a pensare fuori dagli schemi, magari sacrificando una vetrata per accelerare l’esportazione di elettrodomestici, che potrete letteralmente scaraventare fuori dalla finestra.

Moving Out appare ispiratissimo anche nelle tematiche trattate e nell’umorismo grazie al quale nulla viene mai preso troppo sul serio. Esistono citazioni davvero grandiose all’universo dei Ghostbusters, provate a schiaffeggiare i fantasmi del tutorial come precedentemente suggerito, o persino all’immaginario di Frogger, con un livello che farà la gioia di ogni amante del retrogaming. Anche la scelta dei personaggi è stata ben realizzata, permettendoci di personalizzare ogni dipendente in ogni singolo aspetto.

Moving Out
Beh, chi non ha mai traslocato un aereo in movimento?

Nel complesso, dunque, Moving Out è un piacevolissimo titolo che offre un punto di vista differente a quella tipologia di videogiochi che amano definirsi couch co-op. Di conseguenza, è inevitabile che l’esperienza single player possa risultare ripetitiva e perdere quel pizzico di fascino rispetto a quella collaborativa, che tra l’altro permette a ben quattro giocatori contemporanei di traslocare in compagnia. Se vi ricordate quanto vi dissi nella recensione di Overcooked 2, uno degli aspetti che criticai maggiormente fu l’assoluta crudeltà del gioco (intesa come difficoltà) nei confronti dei giocatori solitari, o comunque di un gruppo poco numeroso di giocatori mal sincronizzati nelle azioni.

Moving Out sopperisce a questi limiti sia grazie ad una modalità assistita che permette al giocatore letteralmente di personalizzare l’intera esperienza, introducendo modificatori molto più permissivi per esempio nel tempo concesso per sgomberare gli appartamenti, oggetti più leggeri o addirittura nella scomparsa del mobilio che viene correttamente portato nel proprio furgone. Normalmente, infatti, ci verrà richiesto anche di posizionare correttamente gli oggetti nel veicolo, a mò di Tetris, pena l’impossibilità di portare a termine con successo la missione.

Se siete giocatori agguerriti, e dovrete esserlo se vorrete spolpare Moving Out in ogni suo aspetto, sarete anche contenti di sapere che per completare ciascun livello non dovrete limitarvi a soddisfare i classici requisiti temporali, ottenendo l’ambita medaglia d’oro, ma anche a compiere alcune azioni specifiche che variano da uno stage all’altro (come fossero degli achievement) e i cui requisiti saranno noti solamente dopo una prima run. Solamente grazie a questo stratagemma vi garantiamo che la longevità del gioco schizza alle stelle senza alcuna sensazione di forzatura.

Moving Out
Alcune difficoltà della modalità single player possono essere aggirate grazie alla modalità assistita, con la quale qualsiasi aspirante traslocatore può personalizzare la propria esperienza di gioco.

Rimanendo ancora un secondo sulla modalità multiplayer, mi duole segnalarvi che in Moving Out manca completamente una componente online, che a mio avviso non solo avrebbe sicuramente permesso al titolo di scalare maggiormente le classifiche di vendita, specialmente in questo periodo dove gli assembramenti da divano non sono consentiti, ma sarebbe stato assolutamente gestibile anche in virtù della solita mancanza di una chat vocale su Nintendo Switch. Questa mia affermazione nasce dal fatto che, per natura intrinseca, Moving Out può essere affrontato anche con un approccio divide et impera, ignorando completamente qualsiasi forma di collaborazione e dunque aggirando le conseguenti problematiche di comunicazione. Visto il prezzo di listino pari a €24.99, quindi non propriamente economico se confrontato con produzioni analoghe, avrei sicuramente apprezzato la presenza di tale feature fondamentale.

Al netto di questa ultima constatazione, Moving Out è un gioco sicuramente valido e fresco, che vale la pena di essere giocato anche se non si hanno troppi amici con i quali condividere l’esperienza. Il suo stile scanzonato, unito ad un comparto estetico piacevole e divertente (anche se con musiche ripetitive e dimenticabili), fanno di questo titolo un fedele compagno di giocate. Nella speranza che questo possa diventare la prima iterazione di una serie di successo, e quindi di tornare alla ribalta con un nuovo capitolo che possa limare qua e la qualche difettuccio e colmare alcune mancanze, il mio consiglio è sicuramente quello di non perdere d’occhio il progetto.

Ultimo aggiornamento: 2024-04-25 at 01:20

Moving Out
Moving Out – Recensione
PRO
Gameplay ispirato e missioni divertenti
Ottime longevità e rigiocabilità
Adatto a tutti grazie alla modalità assistita
Molto divertente in multiplayer
Fisica di gioco ben implementata
CONTRO
In single player è apprezzabile ma a volte può risultare ripetitivo
Dov'è la modalità online?
Musiche ripetitive e dimenticabili
7.7
Qualcuno mi aiuti!