A Fold Apart

A Fold Apart – Recensione

Il panorama videoludico, soprattutto quello indipendente, ci ha ormai abituato a produzioni di ogni natura. Che si parli di titoli in grado di stupire con meccaniche tanto semplici quanto efficaci o magari grazie ad una componente narrativa ben strutturata che riesce a far sorpassare sulla loro natura “low budget”, è innegabile come al giorno d’oggi sia sempre più difficile offrire qualcosa di completamente inedito. Il gioco del quale vi parlerò oggi cerca di fare entrambe le cose, ossia costruire un interessantissimo puzzle game attorno ad una storia molto semplice ma allo stesso tempo capace di trascinare emotivamente il giocatore, il tutto avendo come tema portante quello dell’Amore.

Non è la prima volta che mi ritrovo a recensire un titolo avente queste caratteristiche, ho già avuto la fortuna di analizzare lo straziante Last Day of June e l’ispiratissimo Degrees of Separation, ma quello che è stato in grado di offrirmi A Fold Apart, opera dello studio indipendente Lightning Rod Games, si posiziona su tutt’altro piano. Lo abbiamo aspettato davvero tanto, io in primis, e dopo essere sparito dai nostri radar questo gioco che consiglio agli amanti del genere di non sottovalutare è finalmente arrivato su Nintendo Switch.

A Fold Apart
Qualsiasi città è bella se ti ho con me <3

Come già anticipato in apertura A Fold Apart ci racconta una storia molto semplice, ma lo fa con intelligenza e con una delicatezza che personalmente ho molto apprezzato. Il tema portante è quello dell’Amore, quello con la “A” maiuscola, messo a dura prova da un lungo periodo di distanza innescato dalle esigenze lavorative di una delle due componenti della coppia. Ancor prima di dipanare le vicende gli sviluppatori hanno ben pensato di dare la possibilità al giocatore di decidere come comporre il duo amoroso, permettendogli di scegliere il sesso specifico di ognuno senza discriminazione alcuna. Due “professioni” e due “sessi”, per dare vita a quattro combinazioni specifiche che andranno a soddisfare le esigenze di ciascuno di noi, una trovata semplice che dimostra l’apertura della produzione, fossi in voi non sottovaluterei questo importante aspetto.

Tornando ai nostri piccioncini, le prime sezioni di gioco saranno dedicate ad introdurre il loro amore. Si vogliono bene, questo è innegabile, e sembra che niente possa essere in grado di liberarli. Nella mia partita ho scelto un setting tradizionale, con Lei dolce maestra e Lui ambizioso architetto, con quest’ultimo che decide di intraprendere un’avventura lavorativa di sei mesi per la quale è inevitabilmente necessario ricorrere ad un trasferimento provvisorio. Come potete immaginare non è una decisione facile da prendere quando si è una famiglia ma i due, forse sottovalutando le difficoltà che tale scelta avrebbe comportato nel loro rapporto, decidono di cogliere al volo questa importante occasione.

A Fold Apart
L’Amore non conosce sesso… bravi ragazzi!

Da qui la narrazione prosegue attraverso alcuni scambi di sms, alcuni dei quali possono essere scelti dal giocatore anche se apparentemente senza alcuna influenza sulla trama generale, e ben presto ci ritroveremo a controllare i due personaggi, sempre singolarmente, in una serie di viaggi mentali scaturiti da piccole ma inevitabili incomprensioni dalle quali si generano vere e proprie barriere di comunicazione. Sembra quasi un paradosso, poiché stiamo pur sempre parlando di un titolo che pone le sue fondamenta sul concetto di amore puro e sincero, ma la maggior parte del nostro tempo lo passeremo a risolvere puzzle accompagnati dal tema della malinconia e della tristezza, forse è proprio grazie a questo dettaglio che la trama – seppure non eccessivamente originale – riesce comunque a coinvolgere emotivamente il giocatore.

Controller alla mano, A Fold Apart è un intelligente puzzle game nel quale saremo richiamati a piegare e ruotare un semplice foglio di carta, dal quale i nostri due protagonisti devono inevitabilmente uscire per proseguire il loro viaggio introspettivo. Osservando il trailer del gioco è difficile cogliere l’enorme potenzialità del gameplay, ma proseguendo con l’avventura ci siamo stupiti più volte di come l’idea sia stata implementata nel migliore dei modi. Contro ogni aspettativa il touch screen della console non viene mai sfruttato, e nonostante questo non ne abbiamo mai sentito la mancanza.

Se inizialmente dovremo limitarci ad usare l’analogico destro per piegare da destro verso sinistra (e viceversa) il foglio nel quale le vicende prendono forma, ben presto ci accorgeremo di come sia possibile ricorrere ad entrambi il suoi lati per risolvere i puzzle, premendo il tasto ZR per trasferire la telecamera sul suo lato posteriore. Prendendo confidenza con questa interessante meccanica ci ritroveremo più tardi a poter ripiegare su sé stesso il foglio anche seguendo l’asse verticale, ed infine addirittura piegandone gli angoli. Insomma, giunti alle battute finali si potrà fare davvero qualsiasi cosa si farebbe avendo tra le mani un vero foglio di carta, tranne tagliare!

A Fold Apart
Piccole incomprensioni possono dare vita a grandi dolori, ma in amore tutto si può suprerare, basta farlo insieme!

Essendo A Fold Apart pur sempre un puzzle game i suoi enigmi tenderanno lentamente a farsi sempre più complessi, anche in virtù delle numerose meccaniche che si aggiungono lungo il percorso. Alcuni stage effettivamente si sono dimostrati parecchio duri da digerire, ma nel complesso nulla del gioco risulta frustrane o troppo criptico. Qualora trovaste comunque alcuni passaggi troppo difficili un sistema di aiuti potrà guidarvi nella risoluzione, mostrandovi passo passo i passaggi da compiere (fino a dove deciderete voi) per arrivare alla fine del percorso. Cercate solo di non abusarne, altrimenti vi rovinerete inevitabilmente l’esperienza.

Il livello qualitativo degli enigmi si mantiene sempre su ottimi standard, e nonostante alcune trovate originali tendano ad essere riproposte più volte la variabilità delle situazioni è interessante. In questo aiuta anche una longevità non proprio esagerata, personalmente ho portato a termine il gioco in circa tre ore, ma che è in grado di non lasciarci a bocca asciutta arrivati ai titoli di coda. Quello che stona in questo senso forse è il prezzo di ben €17.99, ma considerando la complessità del motore di gioco comprendiamo la necessità del team di veder ripagato adeguatamente il proprio lavoro.

A Fold Apart
If you know what I mean… (*sopracciglia alla Milhouse*)

Sul fronte puramente artistico, abbiamo apprezzato il design particolare sia dei protagonisti che dei paesaggi, rappresentati con modelli poligonali piuttosto spigolosi, così come la scelta di ricorrere ad una palette di colori non troppo ricca ma in grado di definire in maniera visiva il punto di vista di ciascun protagonista. Se all’architetto vengono associate tinte di blu e azzurro, guidando la maestra attraverseremo paesaggi caldi e tendenti al rosso e giallo. Anche qui niente di originale, la solita contrapposizione di freddo e caldo, ma è anche vero che probabilmente questo era il modo più adatto per portare avanti le intenzioni del team. Per quanto riguarda le musiche, invece, queste ricorreranno praticamente sempre a motivetti tristi e lenti che, seppure mai eccessivamente originali, si dimostrano funzionali alla narrazione.

Sul fronte tecnico poco o niente da segnalare, se non qualche esitazione del frame rate in alcune sezioni con fondale dinamico o durante il passaggio da un livello al successivo. Aspetti comunque di poco conto e che non minano in alcun modo l’esperienza di gioco complessiva. Qualche magagna invece nella gestione dei movimenti dei fogli virtuali quando è necessario piegarli dagli angoli, specialmente ricorrendo all’utilizzo dei JoyCon, che ci hanno obbligato a volte di effettuare più tentativi poiché il gioco riconosceva i nostri movimenti come orizzontali o verticali. Un’ultimo accenno alla localizzazione italiana, ottimamente realizzata e capace di rendere al meglio i dialoghi originali, che esclusi quelli relativi agli scambi di sms tra i due innamorati sono comunque presenti su schermo all’interno delle ambientazioni.

A Fold Apart
Giunti alle battute finali si potrà fare davvero qualsiasi cosa si farebbe avendo tra le mani un vero foglio di carta, tranne tagliare!

Tirando le somme, A Fold Apart non ha deluso in alcun modo le aspettative iniziali, che forse a causa dell’iniziale (anche se non ufficiale) rinvio si erano innalzate non poco. L’avventura offerta non dura moltissimo, ma è sapientemente costruita attorno ad una narrazione ben studiata ed un gameplay che ci è sembrato sfruttato fino alla fine. Se amate i puzzle game emotivi troverete in questo gioco firmato Lightning Rod Games un degno compagno, sempre a patto che siate disposti ad accettare un prezzo del biglietto leggermente superiore alla media.

A Fold Apart
A Fold Apart – Recensione
PRO
Gameplay interessante e ben sfruttato
Narrazione ben costruita
Ottima localizzazione italiana
Difficoltà ottimamente calibrata (grazie al sistema di aiuti il gioco è adatto a tutti)
CONTRO
Qualche piccolo calo di frame rate
L'utilizzo dei JoyCon sul finale porta a qualche
Rapporto prezzo/longevità da valutare attentamente
8
L'AMORE NON CONOSCE CONFINI